6
delle creature terrene, ci orienteremmo verso la fiducia che ha il
suo centro nel Signore, sorgente di eternità e di pace.
A Lui solo appartiene il potere, Lui solo è sorgente di grazia, Lui
solo è artefice di giustizia, “ripagando” ogni uomo secondo le sue opere.
Anche la conoscenza approfondita delle Sacre Scritture, fu per lo
Sperelli fonte di inesauribile cognizione per la stesura di tutte le sue
opere ed in particolare del libro Paradossi morali.
La Bibbia, come allora, ancor oggi indica a tutti gli uomini la
strada da percorrere perché nella società si possa vincere l’inimicizia, per
superare il male con il bene e cercare di costruire la pace.
Questa Sacra Scrittura è stata il grande libro del passato, è quello
di oggi e sarà il testo del futuro, per poter godere noi tutti dei doni dei
Re Magi: l’oro della Fede, l’incenso della Speranza, la mirra della
Carità.
1
Nel primo capitolo di questo elaborato si parla della vita del
Vescovo Alessandro Sperelli, del periodo trascorso presso la Nunziatura
1
Dall’introduzione del Cardinale Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano, e di
Franco Cardini, al libro del Pontefice: Giovanni Paolo II e l’Europa. Ed. San Paolo.
Supplemento n. 2 a Famiglia Cristiana. N. 39 de 26 settembre 2004.
7
di Napoli, delle sue opere letterarie e di committenza per migliorare la
città e la vita dei cittadini di Gubbio.
Il secondo capitolo tratta i legami del Vescovo con i
dettami della Controriforma e del Concilio di Trento, le conoscenze
letterarie classiche e i suoi orientamenti filosofici.
Nel terzo capitolo è stata approfondita la questione del riso, delle
opere burlesche del XVII secolo e l’ottimismo cristiano dello Sperelli e
di Federico Borromeo.
Nel quarto capitolo è stata analizzata a fondo l’opera “Paradossi
Morali” di A. Sperelli, che in questo suo libro parla dell’uomo-
cosmo, dell’uomo-natura, delle donne, del potere, delle passioni, della
virtù, della fortuna, della gioventù, della vecchiaia, della vita e della
morte e rivela i suoi insegnamenti per raggiungere, nella vita ultraterrena,
Dio, mediante la grazia, che allontana i turbamenti dei sensi e i vizi, che
albergano nel cuore degli uomini e portano alla morte celeste.
Nel quinto capitolo viene commentata la retorica del XVII secolo
8
con la sfarzosa ricchezza di forme, con le espressioni pretenziose e
ricercate, con la tecnica eccessivamente elaborata, con le metafore
bizzarre e capricciose e con la retorica visiva, ricca di fantasia e
ingegnosi concetti.
9
Capitolo primo
Excursus umano e religioso di A.Sperelli
1) La vita
Alessandro Sperelli nacque ad Assisi il 10 maggio 1589 da una
nobile famiglia del luogo.
2
Compì gli studi inizialmente nella città natale, si specializzò in
materie giuridiche presso l’Università di Perugia,
3
dove terminò i corsi
superiori conseguendo la laurea in Utroque (diritto civile e canonico) nel
1610.
La scelta di intraprendere la carriera ecclesiastica era maturata in
lui fin dal termine degli studi inferiori.
2
G. Moroni. Biografia di Monsignore Alessandro Sperelli. Ristampa in opuscolo delle
lettere inviate da Vincenzo Armanni a C. Cartari, risalenti al 2 marzo 1667 e al 23
febbraio 1672. Spoleto. Tipografia dell’Umbria. 1872. pag. 7, 13. Le lettere
dell’Armanni sono un esauriente racconto e una completa e minuziosa biografia della
vita del Vescovo Sperelli.
3
Mauro Sarti. De Episcopis Eugubinis. Cap. XLIII. Pag. 235-248. Pesaro 1775. Le
Orazioni furono scritte da Bernardino Intendenti l’anno successivo la morte del vescovo
Sperelli.
10
Egli, cinquant’anni dopo quei giorni, così descrisse il suo
passaggio dalla vita laica a quella spirituale: “…mentre io era secolare, e
non punto inclinato a mutare stato, da una sentenza di Seneca, sentii far
breccia nella fortezza del mio cuore; se bene alla Reina de’ Cieli che “est
terribilis ut castrorum acies ordinata”, ne fu riserbata l’espugnatione; si che
con i di lei benignissimi auspicii, degli ordini sacri rimasi invaghito.
Benché allo stato matrimoniale fossi destinato…”
4
Lo zio paterno Ascanio, Vescovo di Sanseverino, gli fece da guida
e tutore nel suo primo periodo di uomo di chiesa, nominandolo Vicario
generale della sua diocesi.
Dopo due anni di vicariato, lo zio lo condusse a Roma.
L’Armanni nelle sue lettere scriveva: “…ma Iddio che voleva in
altre occasioni riguardanti la sua gloria, l’onore della sua Chiesa, ed il
bene pubblico impiegare altrove i talenti di quest’anima virtuosa, fece
che desiderasse di portarsi a Roma: onde il Vescovo suo zio per
compiacerlo volentieri di la a due anni ve lo condusse” .
5
4
Alessandro Sperelli: Il Vescovo, opera etica, politica, sacra. Roma. Corvo. 1656.
Pag. 71.
5
V. Armanni. Lettere pag. 435. G. Moroni. ristampa delle lettere di Armanni. Op. cit.
Pag 8.
11
Entrato nei favori del Cardinale Ginnasi, divenne Auditore e mise a
frutto la sua conoscenza delle materie giuridiche.
Conobbe e allacciò relazioni con personaggi di rilievo della Curia
romana fino al 1621, quando venne nominato Vicario da Alessandro
d’Este, Vescovo di Reggio Emilia.
Nel 1626 divenne Vicario Apostolico di Parma e nel 1628 si recò a
Rimini come Vicario del Vescovo Angelo Cesi.
6
Nel 1630 si impegnò a sostenere il Vicariato di Genova, la cui
cattedra era retta da Mons. Marini
7
, che per “ contrassegnargli il conto
che faceva di lui, e delle sue virtù volle onorarlo dell’Arcipretato di
quella metropolitana”.
8
6
Enciclopedia Italiana di Scienze, lettere ed arti. Fondata da Treccani. Istituto
Poligrafico dello Stato. Ed. 1950.
Angelo Cesi era fratello di Federico Cesi (1586-1630), che fondò a Roma un sodalizio
con tre amici, Giovanni Eckius, Francesco Stellati e Anastasio de Filiis, e denominò la
loro compagnia Accademia dei Lincei, per l’acutezza che dovevano avere per le loro
ricerche, come lo sguardo della lince. Oggetto di studio erano tutte le scienze della
natura, da indagare con l’osservazione sperimentale. Contò fra i soci dal 1611 Galileo
Galilei..
7
G. Moroni. Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica. Venezia. Emiliana. 1845.
Vol XXVIII pag 342. Domenico Marini fu Arcivescovo di Genova dal 1616 al 1635.
8
A. Sperelli. Il Vescovo, opera etica, politica, sacra. Roma. Corvo. 1656. Pag.71.
12
Sperelli rimase a Genova per cinque anni fino alla morte
dell’Arcivescovo, assolvendo il suo compito con grande impegno,
sempre a contato diretto con la realtà di quella grande città.
A 46 anni ritornò a Roma, dove avrebbe potuto aspirare, se non al
massimo onore della Chiesa, ad una carica ragguardevole, per la stima
acquisita, per le sue capacità, e per le amicizie strette sia nell’Urbs, che
nelle altre città.
Sperelli rientrò a Roma nel 1635, dove il Papa Urbano VIII, motu
proprio, lo elevò alla dignità di Prelato e lo nominò Abbreviatore del
Maggior Parco
9
, Referendario dell’Una e l’altra Segnatura
10
e
9
Enciclopedia Treccani. Op. cit.Volume I pag. 40. Gli abbreviatori facevano un estratto
delle suppliche e stendevano la minuta delle bolle pontificie. Sisto IV costituì un
collegio di 72 abbreviatori, 12 de parco maiori, 22 de parco minori, gli altri 38 “de prima
visione. Il “Parco” era una parte della sala della Cancelleria, circondato da cancelli. Gli
abbreviatori apostolici non esistono più dal 1908, dopo il riordinamento della Curia,
compiuto da Pio X con la bolla “ Sapienti consilio”.
10
Enciclopedia Treccani. Op. cit. Volume XXXI pag. 304. La Segnatura (dal latino
signare, cioè firmare) Apostolica era il Tribunale Ecclesiastico supremo della Curia
Romana. Essa traeva la sua origine dalla prassi di ricorrere alla S. Sede per ottenere
grazie speciali e per appellare nelle controversie giudiziarie, e si divideva in Segnatura
di Grazia ed in quella di Giustizia.
Le suppliche venivano presentate al Papa dopo l’esame dei Referendari.
Adesso la Segnatura è formata da 6 Cardinali eletti dal Papa; essa non è tenuta a
motivare le sue sentenze.
13
Consultore del Santo Uffizio, per la grande stima che nutriva nei suoi
riguardi.
Qui conobbe i personaggi più in vista della vita intellettuale del
tempo e per la grande passione per gli studi aprì nel suo palazzo
un’Accademia
11
alla quale aderirono i “primi letterati della corte
romana”.
12
Nel 1642 venne nominato Vescovo “in partibus”
13
di Ortona e
successivamente nel 1644 Vescovo di Gubbio, dopo la morte del
Cardinale Orazio Monaldi.
14
11
Non si hanno notizie sull’Accademia fondata dallo Sperelli a Roma, ma nella “Storia
delle Accademie d’Italia”, scritta da M. Maylander, Bologna 1926, vol. V a pag. 377 c’è
il nome di Alessandro Sperelli nell’elenco degli appartenenti all’Accademia degli
Umoristi di Roma.
12
U. Pesci. I vescovi di Gubbio. Unione Tipografica Cooperativa. Perugia. 1918.
Pag. 127
13
Fabrizio Cece. Eugubini illustri. Gubbio 2004. nota n. 80. pag 35. In partibus o
suffraganeo, cioè che faceva parte di una provincia ecclesiastica sotto la giurisdizione di
un metropolita.
14
I Vescovi che hanno governato la Diocesi di Gubbio sono stati: Fregoso ( 1508-
1541), P. Bembo (1541-1544), Cervini (1544-1555), G. Savelli (1555-1561), M. Savelli
(1561-1599), Sorbolonghi (1600-1628), P. Carpegna (1628-1630), U. Carpegna (1630-
1638), O. Monaldi (1638-1644), A. Sperelli (1644-1672). I Vescovi di Gubbio. Sito
Web.
14
Il 16 Aprile 1644 Mons. Alessandro Sperelli entrò nella città di
Gubbio, per prendere possesso di questa Diocesi, accolto da solenni
festeggiamenti. (Tavola I. Ritratto di A. Sperelli.)
L’eredità lasciategli dal Vescovo precedente era stata un gregge di
fedeli, perseguitati dalla povertà e un territorio afflitto da grandi e gravi
necessità materiali, dove le norme dettate dal Concilio tridentino, quasi
un secolo prima, non erano quasi mai state applicate, perchè molti
Vescovi, che avevano retto la circoscrizione vescovile di Gubbio, città
più importante del Ducato di Urbino
15
, essendo stati nominati Cardinali,
avevano quasi sempre delegato ai Vicari la cura di tale diocesi.
Alessandro Sperelli fu un Vescovo controriformista, che
cercò di riorganizzare il sistema ecclesiastico, applicando le norme
stabilite nel Concilio di Trento per i Vescovi, come l’obbligo di
residenza, la celebrazione periodica dei Sinodi, l’effettuazione delle
visite pastorali e il rinsaldamento dei rapporti con i fedeli,
16
per il
riscatto morale della Chiesa.
17
15
Q. Rughi, Gubbio ed il Concilio di Trento. Cerbara. 1984. Pag. 49 e seguenti.
16
Le sue prediche al Clero, alle monache e al popolo sono raccolte nei volumi
Ragionamenti Pastorali. Roma 1664.
17
F. Cece. Eugubini illustri. Op. cit. Gubbio 2004. Pag. 36