I benefici ottenuti dalle applicazioni della teleradiologia sono molteplici
e giustificano lo sforzo da compiere per risolvere i problemi già
accennati.
Una di queste applicazioni è il teleconsulto radiologico, definito dal
SIRM (Società Italiana di Radiologia Medica) come attività di
consulenza a distanza tra medici. Tale attività, generalmente, è svolta tra
due siti comunicanti per via telefonica o su reti informatiche più o meno
dedicate. Nella sua forma più semplice, si avvale solo dello scambio
d’informazioni e di quesiti. Nell’applicazione radiologica la cosa si
complica, perché tra le informazioni scambiate vi sono anche le
immagini; esse richiedono, infatti, particolari attrezzature per essere
trasmesse in modo corretto.
Un’altra applicazione è la telediagnosi: si tratta, cioè, di una diagnosi
radiologica, eseguita su immagini provenienti da altri presidi, con la
tecnologia che supporta la teleradiologia. Ciò avviene grazie al fatto che
un altro fattore a vantaggio del formato elettronico è che l’immagine
digitale, principale informazione dell’opera scientifica radiologica, anche
in caso di copia, può essere considerata originale, ovvero un clone e non
una banale riproduzione. La distanza dal luogo in cui avviene il processo
di digitalizzazione diventa,pertanto, un dettaglio insignificante.
Per i vantaggi in precedenza descritti, con il presente lavoro, quindi,
ci si occupa non solo degli aspetti tecnologici, ma anche degli aspetti
normativi e di sicurezza, al fine di evidenziare e risolvere non solo le
problematiche di interconnessione,ma anche quelle di natura
professionale, etica, medico-legale, al fine di determinare le linee guida
per la realizzazione di un progetto di teleradiologia, da realizzare presso
la ASL LE/2 tra i presidi “Ferrari” di Casarano, “Sacro Cuore di Gesù”
di Gallipoli, “Ignazio Veris Delli Ponti” di Scorrano, “Pispico” di
Poggiardo ,”Tamborino” di Maglie e “Daniele-Romasi” di Gagliano del
2
Capo. Si pone, quindi, l’obiettivo della trasformazione dell’attuale
modalità d’effettuazione degli esami radiografici in un sistema integrato
di informatizzazione dell’ ”imaging” diagnostico e dei relativi dati, al
fine di realizzare una struttura di teleradiologia e teleconsulto attraverso
una rete territoriale,che veda collegati tutti i presidi ospedalieri dell’ASL
LE/2.
L’introduzione degli strumenti informatici è finalizzata alla gestione
d’immagini e referti attraverso l’ausilio dei sistemi elettronici con lo
scopo di ottimizzare i flussi di lavoro, razionalizzare i processi di
trasferimento dei referti ed immagini, velocizzare l’accesso agli archivi,
ridurre l’impiego di supporti d’immagine convenzionale ed, in
particolare, ridurre la dose di radiazioni ai pazienti. Ci si propone,
inoltre, :
1) il miglioramento della gestione dell’immagine diagnostica e della
sua qualità, la concentrazione degli archivi e la limitazione degli
spazi occupati e la riduzione dei rifiuti da smaltire e degli scarti di
produzione derivanti da errori di esposizione;
2) la diminuzione dei costi di gestione della radiologia, anche
attraverso un miglior utilizzo del personale e la riduzione dei costi
relativi alla documentazione degli esami, sia attraverso la
refertazione a monitor e successiva archiviazione su supporto
informatico, sia attraverso l’ottimizzazione del consumo di
pellicole derivate dalla possibilità di concentrare più immagini
significative ai fini diagnostici su lastre più piccole e
multiformato ;
3) la possibilità di produrre referti su supporti a minor impatto
economico, la semplificazione dei processi radiologici con
miglioramento dei tempi di risposta e, infine, la riduzione delle
liste di attesa.
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Secondo il SIRM un sistema di teleradiologia è composto da quattro
sottosistemi che hanno come compito:
– acquisizione delle immagini;
– trasmissione delle immagini;
– visualizzazione delle immagini da trasmettere o ricevute;
-sistema d’archiviazione delle immagini.
Tutti questi settori sono stati ampliamente sviluppati in tale lavoro di
tesi, focalizzandone l’attenzione nel capitolo 4, nel quale è stato messo in
evidenza, in prima istanza, l’importanza di uno standard di
comunicazione per quanto riguarda il trasferimento di immagini ed
informazioni,la gestione globale degli studi di “imaging”, la definizione
dei formati e dei supporti di memorizzazione. Si è, quindi, posta
l’attenzione su i protocolli principali utilizzati quali: il DICOM, l’HL7 e
il MIB.
Essendo obiettivo principale di un sistema di radiologia digitale,
quello di andare a dimensionare un sistema di digitalizzazione, tale
argomento è stato trattato analizzando, in particolare, il problema della
quantizzazione e del campionamento.
Ci si è particolarmente soffermati, poi, sui sistemi di comunicazione e
archiviazione, studiando la rete di comunicazione e i tipi d’architettura
utilizzati nel progetto di teleradiologia dell’ASL LE/2, valutando anche
l’importanza della compressione dei dati nei processi comunicativi che
riducono nettamente i tempi di trasmissione.
Si è rivolta, inoltre, l’attenzione sui sistemi di sicurezza, relativi alla
possibilità di impiegare le tecnologie informatiche e telematiche per la
gestione delle informazioni prodotte all’interno delle strutture sanitarie,
con particolare riferimento ai dati e alle immagini prodotte nel reparto di
radiologia ed all’integrazione di questi con altri sistemi informativi.
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Un così vasto argomento è stato sviscerato in quattro sottoproblemi
relativi all’ integrità dei dati, alla sicurezza fisica e logica della rete,
all’autenticazione degli utenti e, infine, alla sicurezza relativa ai supporti
di memorizzazione.
Considerato, inoltre, che uno scopo fondamentale della
digitalizzazione della radiologia è la possibilità di elaborare le immagini
col fine di ricostruirle sia per renderle più rispondenti alle esigenze
diagnostiche del medico radiologo sia per incrementarne il contenuto
diagnostico, è stato dedicato un specifico paragrafo alle tecniche
d’elaborazione delle immagini, focalizzando l’attenzione sui metodi di
filtraggio d’immagini con rumore e verificando la correttezza di tali
tecniche con l’ausilio del software “Matlab”. Proprio tramite
esso,infatti,si è sviluppato un applicativo in grado di eliminare, mercè
l’utilizzo di filtri di “deblocking artifacts”, il cosiddetto”blocking
artifacts”, forma di distorsione dell’immagine creatasi con tecniche di
compressione molto spinte.
Per concludere tale analisi, si è studiato il sistema di teleradiologia
dell’ASL LE/2, analizzando il pilastro fondamentale su cui esso si basa:
cioè il sistema RIS /PACS, particolarizzando la trattazione sul flusso dei
dati che attraversano ogni presidio.
Per completezza, nel secondo capitolo, vi sono cenni sul concetto di
telemedicina e relativa applicazione : ossia il teleconsulto,
analizzandone, per entrambe, le problematiche di natura professionale,
etica e medico-legale.
Nel terzo capitolo, invece, sono state comparate le due tecniche di
radiologia:quella analogica e quella digitale, sottolineando i vantaggi
apportati dalla seconda in diversi ambiti: gestionale, biologico e
diagnostico.
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Capitolo 2
Teleconsulto medico
2.1 Generalità
La rivoluzione rappresentata dall’applicazione su larga scala delle
tecnologie informatiche, ha contribuito al miglioramento complessivo
della qualità della vita e del lavoro, modificando radicalmente le normali
attività quotidiane di milioni di persone.
Anche nel campo della sanità, si può già notare come l’utilizzazione
integrata delle tecnologie informatiche e delle tecnologie biomediche
possa contribuire, in modo determinante, a quel processo di
razionalizzazione e di miglioramento della qualità del sistema sanitario
già in atto da tempo.
Proprio per questo, nei paragrafi successivi saranno evidenziati gli
aspetti e i vantaggi relativi alla telemedicina e di una sua possibile
applicazione nella diagnostica: il teleconsulto.
Per quanto riguarda il capitolo dedicato alla telemedicina, si è posto
l’accento sull’importanza che essa rappresenta nella sanità, consentendo
di applicare le opportunità offerte dai sistemi di telecomunicazione alle
varie necessità sanitarie e fornendo un supporto al miglioramento della
gestione dei dati clinici e delle informazioni sanitarie nell'interesse del
singolo paziente e della collettività. Si sono voluti analizzare, pertanto, le
sue aree d’applicazione e gli obiettivi principali del suo utilizzo.
Si è pensato, inoltre, che fosse di rilievo evidenziare gli aspetti
medico-legali che essa comporta e l’importanza dell’utilizzo degli
standard di comunicazione per la creazione di una rete comunicativa:
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pilastro di tale metodologia. Si è accennato, anche, agli aspetti culturali e
organizzativi, utili per lo sviluppo della Telemedicina.
Nel paragrafo successivo si è voluto porre l’attenzione sulla
distinzione tra teleconsulto interattivo e non interattivo e sulla differenza
tra teleconsulto ufficiale e non, e soprattutto sugli aspetti legali relativi
ad ogni fruitore di tale servizio.
Altro aspetto trattato, è la possibilità di utilizzare il teleconsulto ai fini
di telediagnosi, analizzando, anche in questo caso, le responsabilità
legali, con particolare attenzione agli aspetti relativi alla “privacy” e alla
protezione dei dati e immagini, fruibili attraverso il servizio di
teleconsulto. Si è preso in esame, nella descrizione, il caso della
teleradiologia, esempio evidente di teleconsulto e telediagnosi perché,
tramite lo sviluppo di questa, è possibile la trasmissione d’immagini
mediche relative al paziente.
L’ultimo aspetto trattato è quello relativo all’elaborazione delle
immagini biomediche, effettuando una classificazione fondamentale tra
immagini analogiche e immagini digitali, con particolare riguardo a
queste ultime, in quanto solo su di esse si possono utilizzare algoritmi di
elaborazione per cercare di migliorare la visibilità di alcuni dettagli
importanti ai fini diagnostici. I software d’ ”image” sono stati
raggruppati in cinque categorie principali:
• Modificazione delle caratteristiche intrinseche.
• Ripristino delle caratteristiche originali.
• Analisi.
• Compressione.
• Sintesi.
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2.2 Cenni sulla telemedicina
Il termine "telemedicina" è un neologismo di derivazione
multidisciplinare in ambito scientifico- medico- informatico . Con essa
s’intende un’applicazione della "telematica" (sistema automatizzato di
trasmissione d’informazioni a distanza) ad un determinato settore
medico, che consente di ottenere sistemi di diagnostica ed assistenza
medica a distanza, con l’utilizzo delle telecomunicazioni per trasmettere
anche segnali biomedici. Le aree di competenza, che confluiscono nella
telemedicina, sono quelle della medicina, dell'informatica e delle
telecomunicazioni. La definizione concordata a livello UE che chiarifica
il concetto di telemedicina, si esprime così: la telemedicina è
"l’integrazione, monitoraggio e gestione dei pazienti, nonché
l’educazione dei pazienti e del personale, usando sistemi che consentano
un pronto accesso alla consulenza di esperti ed alle informazioni del
paziente, indipendentemente da dove il paziente o le informazioni
risiedano" (AIM, 1990).
L’elevata mobilità degli individui e la crescente specializzazione nelle
professioni sanitarie, fanno sì che la cura del paziente interessi molti
individui differenti contemporaneamente. Per gli operatori sanitari, tali
fattori, insieme con altri, aumentano le esigenze di condividere le
informazioni sui pazienti e di discuterne i percorsi clinico- diagnostici e
terapeutici, e proprio in questo la telemedicina rappresenta una valida
soluzione. Essa :
- implica l’erogazione di una prestazione sanitaria, che pone al proprio
centro il paziente ed il suo stato di salute;
- implica la presenza ed il coinvolgimento d’operatori sanitari, a cui, a
titolo diverso, è demandata la gestione dell’erogazione di tali prestazioni;
- è irrealizzabile senza tecnologie moderne di comunicazione in grado di
garantire la trasmissione d’informazioni corrette, sicure, di qualità.
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La telemedicina, in sintesi, non è da intendersi come una nuova
disciplina medica, ma come una nuova modalità di fare ciò che si è
sempre fatto, in termini di assistenza e di cura al paziente.
Le nuove tecnologie della comunicazione permettono di abbattere i
tempi e le distanze, e di ciò trae beneficio il sistema sanitario,
nell’adempiere gli scopi primari: assistere e curare.
La definizione di telemedicina implica, inoltre, sempre e comunque,
l’erogazione di una prestazione sanitaria, la quale si svolge con gli
strumenti innovativi messi a disposizione e resta, comunque, un atto
medico, e come tale deve essere trattato, in termini etici, professionali e
legali.
Figura 2.2.1 Scopi della telemedicina.
E’ possibile distinguere diversi ambiti applicativi, secondo il modello
utilizzato e le caratteristiche delle prestazioni fornite. Nella telemedicina,
ad esempio, domiciliare e territoriale, il medico di famiglia, o
direttamente il paziente, (ma anche personale medico e paramedico)
esegue la registrazione attraverso dispositivi medici, e la trasmette con
linee di comunicazione, che devono essere a distribuzione capillare, ad
una centrale di ascolto, in cui medici specialisti ricevono ed interpretano
il risultato dell’indagine, comunicando eventualmente al medico curante
la presenza di anomalie su cui sono necessari approfondimenti.
Di norma, gli utenti periferici (professionisti o meno) non sono
coinvolti nei processi di gestione dei dati, ma solo nelle fasi
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d’acquisizione e trasmissione dei dati stessi. Si può trattare, a titolo
d’esempio, di Medici di Medicina Generale che durante una visita
domiciliare o in studio inviano un tracciato ECG allo specialista per
riceverne il referto ed un supporto per il percorso terapeutico o
diagnostico del paziente.
Lo specialista refertante è coinvolto all’atto della ricezione dell’esame
strumentale eseguito da un operatore periferico. Il coinvolgimento
avviene in tempo reale o differito. Il tipo di coinvolgimento è legato alle
necessità del servizio e al tipo di soluzione tecnologica adottata. La
trasmissione transtelefonica, ad esempio, richiede la presenza di un
operatore che riceva la chiamata e garantisce un contatto diretto e
immediato tra specialista e operatore periferico, mentre un sistema
basato su Internet permette di automatizzare la ricezione dei dati e non
prevede il contatto tra specialista e operatore periferico.
In questo contesto organizzativo possono rientrare diverse
applicazioni, come il monitoraggio di pazienti già sotto controllo
medico, oppure la gestione extraospedaliera dei pazienti in periodi di
riabilitazione. Sicuramente le applicazioni attualmente più diffuse sono
riferibili alla cardiologia e alla spirometria, anche se la continua
evoluzione e diffusione delle tecnologie a disposizione, potrebbero aprire
a breve nuovi scenari (nel monitoraggio materno/fetale, nel diabete, nella
dialisi, ecc.).
La telemedicina è un gran facilitatore nella condivisione delle
esperienze. La creazione di un collegamento tra reparti o tra diverse
strutture ospedaliere diviene, grazie ad essa, un vero e proprio strumento
di diagnosi. Gli scopi possono essere molteplici: l’esigenza di una
“second-opinion” da parte di un medico all’interno di una struttura
“generalista”, richiesta ad una struttura di eccellenza, ma anche un
consulto “real-time” tra diversi reparti, ad esempio una biopsia
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intraoperatoria (con lo staff chirurgico che effettua un prelievo bioptico,
invia l’immagine del campione adeguatamente trattato al laboratorio
d’anatomia patologica, il quale dà un responso in tempo reale al
chirurgo, che tempestivamente può decidere le modalità d’intervento su
un’eventuale massa tumorale), fino ad arrivare alla cosiddetta “chirurgia
a distanza”.
Figura 2.2.2 Esempio d’utilizzo della rete internet nella telemedicina.
Un ruolo importante della telemedicina è nella gestione delle
situazioni d’emergenza, in cui il primo obiettivo è proprio l’abbattimento
del tempo intercorrente tra l’insorgere dell’emergenza stessa e
l’intervento con le cure appropriate, attraverso una diagnosi completa ed
efficace.
Gli aspetti medico - legali
In qualsiasi applicazione di telemedicina, si possono identificare
fondamentalmente tre soggetti, a cui attribuire, in maniera diversa e
ponderata, una porzione di responsabilità legale per la prestazione che
viene erogata. Tali soggetti sono:
- il fruitore del servizio, che può essere il medico a contatto con il
paziente, oppure il paziente stesso (“colui che trasmette”);
- il medico consulente, che effettua a distanza la prestazione sanitaria
(“colui che riceve”);
- il fornitore (o i fornitori) dei servizi e/o degli strumenti necessari alla
realizzazione compiuta della prestazione sanitaria.
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Nel rapporto tra fruitore del servizio (in particolare quando si tratta
direttamente del paziente) e gli altri soggetti, è importante l’aspetto
legato al “consenso informato”. Qualsiasi applicazione della
telemedicina è da considerarsi un atto medico. Ciò comporta che il
paziente debba essere adeguatamente informato sulle caratteristiche del
servizio, sui possibili rischi correlati, sulle precauzioni che
l’organizzazione intende attivare per ridurre tali rischi e, in particolare,
per garantire la riservatezza delle informazioni raccolte. In conformità a
tali informazioni, il paziente dovrà essere in grado di acconsentire o no al
fatto che la prestazione sanitaria sia erogata attraverso un sistema di
telemedicina.
Nel rapporto tra medico fruitore del servizio e medico consulente,
entra poi in gioco la responsabilità legale della prestazione (e
dell’eventuale referto) effettuata. Tale problematica è cruciale, in quanto
l’aumento delle professionalità coinvolte per l’erogazione d’ogni singola
prestazione sanitaria, implica un aumento ed una condivisione delle
responsabilità.
Il fornitore del servizio deve garantire un elevato livello di sicurezza
nel trattamento (si pensi, ad esempio, all’incolumità dei supporti di
memorizzazione) e nella trasmissione dei dati clinici, che deve avvenire
attraverso sistemi e strumenti in grado di garantire la qualità del dato
ricevuto (ovvero garantire che ciò che è ricevuto sia identico a ciò che è
trasmesso) e la sua riservatezza, ovvero garantire che i dati trasmessi non
possano essere “intercettati” da estranei e di conseguenza interpretati.
Le tecnologie e gli standard di comunicazione
Un altro requisito fondamentale delle apparecchiature per
telemedicina è la possibilità di comunicare tramite diverse infrastrutture
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di comunicazione (rete telefonica fissa, internet, ecc), garantendo la
perfetta trasmissione del dato in qualsiasi condizione d’utilizzo.
Gli operatori hanno, quindi, la possibilità di accedere a diverse
modalità di comunicazione dei dati, utilizzando reti sia analogiche
(comunicazione transtelefonica) che digitali (linee GSM e UMTS,
internet, trasmissioni satellitari).
Attualmente tali dispositivi esistono già per diverse applicazioni:
cardiologia (pressione arteriosa, frequenza cardiaca, ECG, Holter, ecc.),
spirometria, ossigenoterapia, ma anche ostetricia (monitor materno /
fetale), dialisi e diagnostica in vitro (glucometria ed altre analisi su
campioni biologici).
Un problema legato alla telemedicina, comune a tutte le discipline
che coinvolgano la comunicazione, è la necessità di standardizzazione
delle interfacce fisiche e logiche per consentire uno scambio
d’informazioni attraverso una rete. La mancanza di una compatibilità
rende la trasmissione d’informazioni tra due sistemi difficoltosa se non
impossibile. Parte degli standard possono essere derivati direttamente dal
settore delle comunicazioni, ma altri devono essere definiti
specificatamente per il settore medicale, quali i protocolli relativi alla
gestione di analisi di laboratorio o all’interfacciamento a dispositivi
diagnostici e terapeutici.
Riassumendo, si possono identificare diverse aree d’applicazione della
telemedicina di cui le principali sono elencate in tabella 1, mentre gli
obiettivi principali che la telemedicina deve porsi sono indicati in
tabella 2.
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Tabella 1 - Aree di applicazione della telemedicina
Emergenza.
Telemonitoraggio domiciliare.
Diagnosi e consultazioni remote.
Sistemi Informativi Sanitari.
Servizi ambulatoriali remotizzati con accesso a servizi specialistici da
parte di centri rurali o isolati uniformando il più possibile la
distribuzione dei centri che forniscono il servizio sanitario.
Scambio e raccolta elettronica di informazioni di diverso tipo relative
sia al paziente (es. cartella clinica, richieste di esami) sia di servizio
(circolari, statistiche, economiche).
Comunicazione con i laboratori d’analisi cliniche e chimiche.
Accesso elettronico a banche dati che contengano letteratura,
proceeding di congressi ed informazioni in genere che possano
accrescere la conoscenza e l’esperienza medica.
Educazione sanitaria continua per i medici e per la popolazione.
Teledidattica.
Comunicazione con i fornitori e le assicurazioni.
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Tabella 2 Obiettivi principali della telemedicina
Migliorare la qualità di vita dei pazienti, consentendo loro di
essere curati a domicilio o comunque il più possibile vicino
alla loro abitazione.
Disponibilità di specialisti indipendentemente dal luogo in cui
abiti il paziente, migliorando l'assistenza anche in quelle
comunità territorialmente sparse.
Accrescimento della qualità delle decisioni del medico
mettendo a sua disposizione, in modo semplice e veloce, le
informazioni esistenti relative al paziente.
Fornire al paziente un servizio migliore ed anche maggiori
informazioni sullo stato della propria salute.
Incrementare l'efficienza e produttività del servizio sanitario
riducendo il lavoro amministrativo superfluo, quale ad
esempio la ribattitura di informazioni già presenti in forma
elettronica, e distribuendo in modo organico i compiti tra le
istituzioni ed il personale sanitario.
Curare il rispetto del programma terapeutico e rilevare
assiduamente ogni variazione di ordine fisco e clinico che
possa richiedere una modifica nella terapia del paziente.
Indurre nel paziente un atteggiamento positivo ed
indipendente.
Garantire sicurezza e privacy nello scambio di informazioni
mediche di ogni singolo paziente.
Garantire una più efficace e tempestiva assistenza diagnostica
e terapeutica soprattutto nei casi di urgenza.
Ridurre i tempi di ricovero dei pazienti e del pendolarismo
casa-medico-ospedale.
Adattamento dell'assistenza sanitaria alle variazioni
temporanee di popolazione (es. per turismo o per calamità).
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