VII
Per quanto riguarda la successione degli argomenti trattati,
l esposizione si svolger secondo la seguente struttura: nel corso del
primo capitolo saranno presentati gli aspetti teorici dell analisi
economica della scienza a partire dai primi contributi rivolti ad
analizzare la produzione di conoscenza scientifica. L analisi
tradizionale (che data dei primi anni sessanta) enfatizza come la
produzione di conoscenza rappresenti un caso importante di fallimento
del mercato, infatti la natura di (quasi) bene pubblico della conoscenza
fa si che non esistano incentivi sufficienti per gli agenti privati ad
impegnarsi in attivit produttrici di nuova conoscenza. Il mercato
lasciato a se stesso determina un allocazione sub-ottimale delle risorse
che giustifica l intervento pubblico nell attivit scientifica; intervento
rivolto a colmare l inefficienza allocativa determinata dal mercato.
Nel corso della trattazione saranno individuate le possibili forme che
l intervento dello Stato pu assumere e le potenziali distorsioni che ne
possono derivare.
Partendo dal quadro cos delineato, si provveder ad integrare alcuni
dei principali contributi emersi negli ultimi anni per rinnovare l analisi
economica della scienza. Nell insieme questo movimento, che assume
il nome di Nuova economia della Scienza , si propone di sviluppare
gli strumenti teorici necessari per cogliere il ruolo della scienza e delle
istituzioni scientifiche nella dinamica economica, adottando un
VIII
approccio multidisciplinare che cerca di integrare nell analisi anche
dei contributi non strettamente di origine economica. A titolo di
esempio si pu citare la distinzione fra istituzioni di scienza aperta
(Repubblica della Scienza) ed istituzioni di ricerca proprietaria che si
fonda in parte sull analisi sociologica della scienza e dei ricercatori
condotta da Robert Merton.
L applicazione dello schema di analisi Mertoniana Ł molto utile per
identificare alcune delle caratteristiche peculiari delle istituzioni di
scienza aperta ovvero il principio della divulgazione e la regola della
priorit . Questi due fondamentali principi saranno analizzati
attentamente soprattutto per quanto riguarda le conseguenze che
determinano per lo svolgimento dell attivit scientifica. L ultima parte
del primo capitolo sar dedicata all analisi della produttivit dei
ricercatori, presentando dapprima i due principali processi cumulativi
relativi alla produttivit , cioŁ la Legge di Lotka e l effetto
Matthew , ed in seguito analizzando i principali mode lli proposti per
spiegare la produttivit dei ricercatori (modelli del ciclo di vita,
approccio delle risorse ).
Il tema della produttivit della ricerca non pu essere affrontato senza
porsi il problema della misurazione e valutazione delle attivit
scientifiche. Pertanto nel corso del II capitolo si affronteranno le
tematiche relative alla misurazione/valutazione presentando i
IX
principali metodi (peer-review, metodi retrospettivi, metodi
quantitativi) e cercando di evidenziarne i possibili utilizzi ed i
rispettivi vantaggi/svantaggi. Particolare attenzione verr dedicata alla
bibliometria/scientometria a causa della crescente importanza che tali
metodi quantitativi stanno assumendo nella valutazione dei progetti di
ricerca ai fini delle decisioni di finanziamento. La bibliometria
consiste nell analisi quantitativa della letteratura scientifica, svolta
attraverso indicatori di performance a partire dalle pubblicazioni, dalle
citazioni, dai brevetti e da ogni altro elemento informativo legato alla
produzione di letteratura scientifica. E importante sottolineare come
gli indicatori bibliometrici rappresentino uno spaccato parziale
dell attivit scientifica in quanto prendono in considerazione solo una
dimensione dell output scientifico (la conoscenza prodotta e
pubblicata) senza considerare le altre. Dopo un breve excursus storico,
verranno analizzati i presupposti e le fasi dell analisi bibliometrica, i
problemi metodologici ed alcune considerazioni sull importanza della
scelta del database. Conclude il capitolo una rassegna dettagliata dei
principali indicatori bibliometrici.
Il terzo capitolo Ł rivolto ad identificare alcune delle variabili che
influiscono sulla produttivit dei sistemi scientifici nazionali. Dopo
una breve introduzione teorica, in cui sar sottolineata l importanza
dell approccio dei sistemi nazionali di innovazione, si proceder alla
X
presentazione di tre casi-studio riferiti ai sistemi scientifici di Stati
Uniti, Francia ed Italia. La scelta dei paesi cui fare riferimento, Ł
avvenuta in base all importanza dei relativi sistemi, ed alla
disponibilit di informazioni. Il capitolo si conclude con la
presentazione di un modello per il confronto dei sistemi scientifici
nazionali che pone in risalto l importanza della concentrazione e delle
strutture di coordinamento, per spiegare la performance del sistema.
La tesi si conclude riprendendo il tema della produttivit della ricerca,
affrontato questa volta a livello micro. Verr analizzato un database,
creato dallo scrivente nel corso della ricerca preliminare alla stesura
della tesi, che si riferisce alle unit di ricerca dell INSERM (il
principale organismo pubblico di ricerca francese per la medicina
clinica e la ricerca biomedica). Inoltre verranno introdotte, e testate
statisticamente, alcune ipotesi relative alle variabili esplicative della
produttivit a livello delle unit di ricerca.
1
CAPITOLO PRIMO
L’ECONOMIA DELLA SCIENZA
1.1 Le origini dell’economia della scienza
Nell’ambito degli studi economici l’origine del concetto di
economia della scienza Ł piuttosto recente, situandosi fra la fine degli
anni cinquanta e l’inizio degli anni sessanta quale estensione della
"Welfare Economics".
In termini generali l economia del benessere si interessa alla
valutazione della desiderabilit sociale di situazioni economiche
alternative, attraverso la stima del benessere collettivo che tali
alternative determinano. I criteri fondamentali con cui l’economia del
benessere compie la suddetta valutazione sono: l’efficienza
1
nell’allocazione delle risorse (in quanto condizione necessaria alla
massimizzazione del benessere collettivo) e l’equit nella distribuzione
delle stesse.
1
L’allocazione delle risorse risultante da una data situazione economica Ł efficiente
quando non Ł possibile aumentare il benessere di un soggetto senza ridurre il benessere di
un altro (situazione di ottimo Paretiano).
L’inefficienza riduce il benessere collettivo in quanto implica uno spreco di risorse che se
allocate diversamente aumenterebbero il benessere della collettivit .
2
I primi studi relativi all’allocazione delle risorse per la produzione di
conoscenza scientifica (Nelson 1959, Arrow 1962) furono realizzati
negli Stati Uniti, paese in cui l’ammontare delle risorse, perlopiø
pubbliche, destinate all’attivit scientifica aveva conosciuto una rapida
espansione nel periodo successivo alla fine della seconda guerra
mondiale; sia a causa della presa di coscienza del contributo
fondamentale delle attivit scientifiche per la vittoria alleata (progetto
Manhattan), sia per il quadro di "guerra fredda" venutosi a creare con i
paesi del blocco comunista e la conseguente crescente competizione in
ambito militare e strategico tra le due aree (corsa allo spazio e
"Sputnik-shock").
Gli articoli di Nelson e Arrow definiscono il quadro di riferimento
dell’economia della scienza, a partire dal valore economico della
conoscenza prodotta tramite l’attivit di ricerca.
Le attivit scientifiche e di ricerca sono rivolte alla produzione di
conoscenze destinate all’avanzamento, quantitativo e qualitativo, della
frontiera del sapere umano. La notevole genericit di questa
definizione non consente di cogliere il legame esistente tra conoscenza
scientifica e valore economico della stessa, ovvero a determinare
quando la conoscenza assume valore economico.
Tale valore deriva dalla possibilit di trattare la conoscenza come un
qualunque altro bene economico, ed in quanto tale, farne l’oggetto di
3
una valutazione preliminare ad un’attivit di scambio tra agenti che
operano su un ipotetico mercato. Tuttavia ai fini della realizzazione
dello scambio Ł necessario che la conoscenza, concetto di per sØ
sfuggente ed indeterminato e difficilmente assimilabile ad un bene,
diventi effettivamente trasmissibile e quindi scambiabile. Ci richiede
che essa si "incorpori" in una base materiale
2
. Se ci avviene la
conoscenza, cos configurata, pu essere assimilata alla informazione
codificata.
L’informazione pu essere quindi misurata attraverso una unit
omogenea (bit) ed essere iscritta in una certa forma che ne consente la
trasmissione. Compiuta questa sorta di trasformazione l’informazione
assume valore economico.
Una volta identificato l’output dell’attivit di ricerca con la produzione
di informazioni, l’analisi pone una questione tipica dell’economia del
benessere ovvero se un sistema di mercato, piø o meno
concorrenziale, consente un’allocazione efficiente delle risorse per la
produzione di informazioni (conoscenza).
2
La base cui si fa riferimento deve essere intesa nel senso piø ampio possibile potendo
consistere sia in una sostanza, sia in un prodotto o bene materiale, sia in una persona o in
un gruppo di persone che incorporano l’informazione nel proprio vettore di conoscenze-
abilit (skill-base).
4
1.2 Il mercato come meccanismo di allocazione delle risorse
L’analisi economica classica individua nel mercato il
meccanismo piø efficiente (ottimale) per l’allocazione delle risorse.
Infatti il sistema di prezzi che si forma liberamente sul mercato,
attraverso l’incontro della domanda e dell’offerta, segnala ai produttori
ed ai consumatori lo stato attuale delle relazioni di scambio
permettendo agli stessi di adattare i propri comportamenti di
produzione e acquisto, con conseguente aggiustamento reciproco dei
prezzi fino al raggiungimento dell’equilibrio; il mercato costituisce
quindi un meccanismo di coordinamento che guida (la mano
invisibile) gli agenti verso la massimizzazione dell’utilit .
Uno dei maggiori contributi dell’economia del benessere Ł stato quello
di evidenziare alcune situazioni in cui il mercato fallisce nel suo ruolo
di meccanismo efficiente di allocazione delle risorse.
Sfruttando tali risultati l’analisi di Arrow porta alla conclusione che le
attivit di produzione di conoscenza/informazioni sono caratterizzate
dalla presenza delle tre cause classiche di fallimento del mercato:
l’indivisibilit , l’inappropriabilit (in presenza di esternalit ) e
l’incertezza.
5
1.2.1 Indivisibilit
In termini generali si pu parlare di indivisibilit con
riferimento ai fattori produttivi o ai beni. Nel primo caso si manifesta
indivisibilit quando la produzione di determinati beni/servizi richiede
la disponibilit di impianti di notevole costo e/o con un elevata
capacit produttiva; l’indivisibilit dei fattori produttivi tende a creare
situazioni di monopolio naturale data la maggiore efficienza a
produrre il bene/servizio in un solo impianto.
Con riferimento ai prodotti, l’indivisibilit si manifesta quando il bene
ha una dimensione minima al di sotto della quale non Ł disponibile,
oppure quando Ł impossibile dividere il bene senza diminuirne il
valore.
Il processo di produzione della conoscenza presenta significativi
aspetti di indivisibilit con annessa presenza di costi fissi ed economie
di scala; il costo medio di produzione di un informazione diminuisce
quanto piø questa informazione Ł utilizzata. Inoltre la singola
informazione (bit informativo) in quanto bene ha di per sØ un valore
economico piuttosto limitato se non si inserisce in un idoneo sistema
cognitivo, ci vuol dire che l’informazione divisa dal sistema di
conoscenze necessario ad interpretarla/elaborarla perde gran parte del
suo valore.
6
1.2.2 Esternalit
Le economie esterne o esternalit si verificano quando alcune
delle variabili che influenzano il costo di un produttore, o l’utilit di un
consumatore, sono direttamente influenzate dalla decisione di
produzione o di consumo di un altro soggetto e tale effetto non Ł
valutato nØ compensato dal mercato. L’effetto esterno pu consistere
in un vantaggio, si parla allora di esternalit positive o economie
esterne, oppure in un danno, esternalit negative o diseconomie
esterne. A parit di condizioni un agente la cui attivit produce
esternalit negative avr la tendenza a realizzarne un ammontare
maggiore rispetto a quanto farebbe se sopportasse tutti i costi derivanti
da tale attivit . Al contrario se l’attivit svolta produce esternalit
positive l’agente svolger un ammontare relativamente limitato
dell’attivit in questione visto che non gli Ł possibile appropriarsi
integralmente dei benefici che ne derivano.
Le attivit connesse alla produzione di informazioni (ricerca
scientifica o processo inventivo in genere) sono caratterizzate
dall’esistenza di forti effetti esterni e ci a causa delle caratteristiche
particolari del "bene informazione".
Il soggetto che ha prodotto l’informazione pu cercare di trarne un
vantaggio in due modi: cedendola ad un terzo oppure sfruttandola
direttamente, in entrambi i casi Ł difficile che egli riesca ad
7
appropriarsi pienamente dei relativi benefici. Infatti, se la via scelta Ł
quella della cessione, Ł molto probabile che il monopolio del
proprietario dell’informazione venga meno a causa di questo
trasferimento; ci si spiega con il fatto che in generale non esistono
meccanismi sufficienti ad impedire all’acquirente di riprodurre
l’informazione a basso costo e sfruttarla a sua volta
3
. E’ da rilevare
inoltre che, anche prescindendo da comportamenti di tipo
opportunistico da parte dell’acquirente, Ł molto probabile che
l’informazione si diffonda senza che l’originale proprietario possa
impedirlo-controllarlo; basti pensare che spesso il semplice utilizzo
dell’informazione da parte dell’acquirente Ł sufficiente per rivelare,
almeno in parte, i contenuti dell’informazione trasmessa. Inoltre la
diffusione delle informazioni Ł notevolmente facilitata dal fatto che i
costi di trasmissione sono, in genere, piuttosto bassi.
Un altro ostacolo alla piena appropriabilit in caso di cessione
dell’informazione Ł costituito dal cosiddetto "paradosso informativo"
di Arrow relativo alla possibilit di valutare il valore dell’informazione
oggetto del trasferimento. Tale valore Ł ignoto al potenziale
acquirente, ma rappresenta una variabile fondamentale per il suo
giudizio di convenienza sull’operazione e quindi per la formazione del
3
Numerosi studi dimostrano che la protezione brevettuale, quando presente, non Ł in
grado di assicurare al proprietario il pieno controllo (e quindi l’appropriabilit ) delle
informazioni coperte da brevetto.
8
relativo prezzo; se nel corso della contrattazione il detentore
dell’informazione ne rileva il contenuto al potenziale acquirente (al
fine di fargliene apprezzare pienamente il valore) ci elimina
integralmente la sua posizione di monopolio in quanto il potenziale
acquirente sar entrato in possesso dell’informazione e non avr piø
alcun interesse a condurre a termine la contrattazione.
Verificata l’inefficacia della scelta di cessione dell’informazione, a
causa della sostanziale difficolt a creare un mercato, sembrerebbe piø
agevole per il detentore della stessa cercare di sfruttarla direttamente.
Anche questa alternativa Ł tuttavia inefficace in quanto Ł molto
difficile che il proprietario dell’informazione disponga dei mezzi
necessari (altre informazioni, mezzi finanziari, attivit complementari)
per sfruttarla efficacemente.
L’ampiezza degli effetti esterni Ł particolarmente rilevante per le
attivit di ricerca di base, seguendo l’impostazione di Nelson (1959) si
pu osservare infatti che:
− L’avanzamento delle conoscenze scientifiche di base ha
spesso un’applicabilit (e quindi un valore pratico) in molti
campi che possono essere molto distanti fra loro e quindi
richiedere, ai fini di un efficace sfruttamento, un insieme di
competenze e risorse troppo vasto per essere sfruttabile da un
singolo agente.
9
− In molti casi i risultati derivanti dalle attivit di ricerca di base
non sono direttamente applicabili alla soluzione di problemi
pratici e quindi la protezione brevettuale non pu essere
ottenuta, almeno in tempi rapidi.
Congiuntamente, queste caratteristiche riducono l’appropriabilit e
quindi gli incentivi per le imprese (soprattutto se dotate di una base
tecnologica relativamente ristretta) a svolgere attivit di ricerca
fondamentale.
1.2.3 Incertezza
La terza causa classica di fallimento del mercato Ł rappresentata
dall’incertezza: si tratta di una situazione in cui gli agenti economici
non dispongono di informazioni relative alla probabilit del verificarsi
di eventi futuri che influenzeranno l’esito delle scelte da compiere.
In condizione di incertezza l’agente non Ł in grado di identificare la
strategia ottimale, ovvero quella che gli consente di massimizzare il
valore atteso, non potendo valutare la probabilit di scenari alternativi
l’agente avverso al rischio perseguir la strategia relativa allo scenario
che gli garantisce la massima utilit minima indipendentemente dalla
probabilit che lo scenario si verifichi
4
. Quindi in presenza di
4
A titolo di esempio si consideri la seguente tabella che riporta i guadagni attesi (utilit )
relativi a due strategie alternative:
10
incertezza Ł altamente probabile che si ottenga un allocazione delle
risorse sub-ottimale. Inoltre pur esistendo sul mercato degli strumenti
con cui trasferire il rischio (assicurazioni) e bilanciare l avversione al
rischio degli agenti, questi strumenti sono imperfetti e limitati oltre al
fatto che sono caratterizzate dalla presenza potenziale di altre forme di
fallimento del mercato ovvero la possibilit di comportamenti sleali
(moral hazards) da parte dell assicurato.
L attivit di ricerca e piø in generale il processo inventivo, si
caratterizzano per una forte incertezza il cui livello Ł tanto maggiore
quanto piø ci si allontana dalle attivit a contatto con il mercato per
accostarsi alla ricerca di base. E possibile porre in risalto l aspetto di
incertezza insito nell attivit inventiva facendo l esempio di una
impresa che decida di intraprendere un progetto di ricerca
fondamentale, esponendosi ai seguenti livelli di incertezza:
S
1
S
2
S
3
S
4
∑
=
4
1
)(
i
SiP
X
1
10 15 18 30
X
2
6 12 24 38
P(S
i
) 0.2 0.4 0.3 0.1 1
Dove: S = Possibili scenari alternativi
P(S) = Probabilit che lo scenario si verifichi
(in situazione di incertezza questo dato Ł sconosciuto all’agente)
X = Possibile strategia
Il valore atteso della strategia X
1
Ł pari a: 10*0.2 + 15*0.4 + 18*0.3 + 30*0.1 =16.4
Il valore atteso della strategia X
2
Ł pari a: 6*0.2 + 12*0.4 + 24*0.3 + 38*0.1 = 17
La strategia X2 consentirebbe all’agente di massimizzare il guadagno atteso tuttavia, in
condizione di incertezza il suddetto calcolo non Ł realizzabile. Applicando il criterio della
massimizzazione dell’utilit minima l’agente avverso al rischio sceglierebbe la strategia
X
1
la cui utilit minima (10) Ł maggiore della corrispondente utilit garantita dalla
strategia X
2
(6).