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Figura 2 Struttura anatomica del pancreas
1.2. FISIOLOGIA
1.2.1. Il pancreas esocrino
La funzione esocrina del pancreas si esplica con la produzione del succo pancreatico: nell’
uomo vengono secreti giornalmente circa 1500 ml di succo pancreatico, con un flusso di 4,7
ml/min. Il succo pancreatico è alcalino (pH 7,0-8,3) e contiene un’elevata quantità di
bicarbonati (circa 113 mEq/l contro i 24 mEq/l presenti nel plasma). Anche i succhi biliari
ed intestinali sono neutri o alcalini ed unitamente al liquido pancreatico contribuiscono alla
neutralizzazione dell’acidità gastrica, consentendo un’elevazione del pH del contenuto
duodenale a valori compresi tra 6 e 7. La sua composizione chimica pur variando in
funzione di stimoli diversi è, entro certi limiti, costante: circa il 98% è costituito da acqua ed
elettroliti, per la rimanente parte da proteine rappresentate per lo più da enzimi digestivi. La
secretina stimola la secrezione di succo pancreatico mentre la colecistochinina (CCK) regola
la sintesi, l’accumulo (come granuli di zimogeno) ed il rilascio degli enzimi pancreatici.
Questi enzimi svolgono un ruolo fondamentale nei processi digestivi e vengono classificati
in enzimi amilolitici, proteolitici e lipolitici. L’amilasi pancreatica è un’alfa amilasi, secreta
sotto forma di precursore inattivo che, una volta attivata, idrolizza i legami glicosidici
interni dei polimeri del glucosio. Gli enzimi proteolitici, prodotti dalle cellule acinose sotto
forma di proenzimi e attivati nel tratto digerente, sono essenziali per la digestione delle
proteine. Il tripsinogeno, per esempio, è trasformato in tripsina attiva ad opera di
un’enterochinasi (enteropeptidasi) quando il succo pancreatico entra nel duodeno.
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La tripsina attivata innesca a sua volta il processo di attivazione di altri proenzimi (ad
esempio il chimotripsinogeno in chimotripsina). Un altro enzima attivato dalla tripsina è la
fosfolipasi A, la quale idrolizza i fosfolipidi (Noble MD e Liddle RA, 2005).
1.2.1. Pancreas endocrino
La componente endocrina del pancreas è costituita da vari tipi di cellule specializzate nella
produzione di diversi ormoni che hanno in comune la struttura polipeptidica. Queste cellule,
raggruppate a formare le isole di Langerhans, sono di quattro tipi α, β, δ e δ
1
; le cellule α
rappresentano normalmente circa il 20% della popolazione cellulare mentre le β circa il 75%: le
proporzioni tra i vari tipi cellulari variano nelle diverse condizioni patologiche. Le cellule α, situate
prevalentemente nelle zone periferiche delle isole, sintetizzano, immagazzinano e secernono il
glucagone. Le cellule β sono deputate alla sintesi dell’insulina e popolano soprattutto la parte
centrale delle isole. Le cellule δ, localizzate soprattutto alla periferia insulare, producono la
somatostatina e, probabilmente, anche la gastrina. Le cellule δ
1
sono il tipo cellulare più raro e sono
responsabili della secrezione di altri polipeptidi. L’ipofunzione o la diminuzione delle cellule β
causa il diabete mentre l’iperfunzione delle stesse, per iperplasia o neoplasia, è causa della sindrome
ipoglicemica. Il glucagone è antagonista dell’insulina nel mantenimento dell’omeostasi glicemica.
Tra le azioni della somatostatina si ha l’inibizione della liberazione dell’ormone della crescita da
parte dell’ipofisi anteriore (Noble MD e Liddle RA, 2005).
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2. CARCINOMA PANCREATICO
Il carcinoma pancreatico è un tumore invasivo, aggressivo e resistente alle terapie mediche
attualmente in uso; la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è solo del 3% mentre la media
di sopravvivenza non supera i 6 mesi: la prognosi è pertanto tra le peggiori in campo
oncologico (Bardeesy N e De Pinho RA, 2002). La sopravvivenza è così bassa perché al
momento della diagnosi il tumore è spesso in fase avanzata di sviluppo e sono presenti
metastasi a distanza in circa l’80% dei casi (Yeo TP et al, 2002). Sono state individuate
alcune alterazioni genetiche predisponesti lo sviluppo di questa patologia e diversi fattori di
rischio tra i quali il fumo di sigaretta sembra essere il principale (Stewart BW et al, 2003).
La sintomatologia caratteristica del carcinoma pancreatico è rappresentata da ittero, dolori
addominali, perdita di peso. La prognosi dipende sostanzialmente dalla possibilità di
intervento chirurgico al momento della diagnosi presente nel 15% dei casi e dallo stadio del
tumore. Il trattamento può essere di due tipi: intervento chirurgico resettivo nei casi di
stadio precoce di sviluppo del tumore alla diagnosi oppure terapie palliative, per
contrastarne i sintomi, in tutti gli altri (De Braud F et al, 2004).
2.1. EPIDEMIOLOGIA
Negli Stati Uniti l’ incidenza del tumori del pancreas si aggira attorno ai 9 casi per 100000
abitanti: si registrano ogni anno dai 28000 ai 30300 nuovi casi di tumori del pancreas e
approssimativamente lo stesso numero di decessi per questa patologia (Greenlee R et al,
2001). In Europa l’incidenza annuale è leggermente inferiore rispetto agli Stati Uniti con
sensibili variazioni geografiche: nell’uomo si attesta annualmente tra 6.7 e 8.7 casi per
100000 abitanti, nelle donne, invece tra 4.6 e 5.2. La più bassa incidenza di tumori del
pancreas nel mondo si ha in Africa e in Asia (meno di 2 casi/100000 ab.) con l’eccezione
del Giappone, dove nelle ultime decadi si è assistito ad un incremento dell’incidenza di
questi tumori e si sono raggiunti valori molto simili agli Stati Uniti e all’Europa (Parkin DM
et al, 1997). In particolare, in Europa, il maggior tasso di mortalità si registra in Austria e
Svezia (circa 11 casi per 100000 abitanti ogni anno) mentre nel Sud del continente (Spagna,
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Portogallo e Grecia) i valori corrispondenti sono più bassi (Ferlay J et al, 1999). I risultati di
diversi studi epidemiologici condotti negli Stati Uniti hanno evidenziato differenze di
incidenza e mortalità attribuibili a sesso, razza e soprattutto età:
y Gli uomini sono più colpiti delle donne (rischio relativo M:F=1.35:1);
y Si assiste ad un rilevante incremento di incidenza con l’età passando da 2/100000 casi
all’anno in pazienti di 40-44 anni a 67/100000 casi all’anno in pazienti di oltre 75
(Ferlay J et al, 1999);
y L’incidenza in individui di etnia nera è maggiore del 30-40% rispetto ad individui di
etnia bianca; questa differenza persiste nonostante la percentuale di fumatori tra questi
due gruppi di popolazione sia molto simile (27% Vs 25%) (Greenlee R et al, 2001).
In uno studio condotto in Europa su 31312 casi, la sopravvivenza a 1, 3 e 5 anni è risultata
del 16%, 5% e 4% rispettivamente; questi valori subiscono variazioni in funzione dell’età
del paziente al momento della diagnosi: il tasso di sopravvivenza oltre i 5 anni risulta
maggiore in pazienti di 15-44 anni (15%) rispetto a pazienti di oltre 45 (≤ 6%). Non sono
emerse differenze di sopravvivenza legate al sesso (Faivre J et al, 1998).
2.2. FATTORI DI RISCHIO
Esistono numerosi studi riguardanti i fattori protettivi ed i fattori predisponenti lo sviluppo
del carcinoma pancreatico e sono stati individuati fattori di rischio endogeni ed esogeni
(Tab. 1).
Sono ormai certi alcuni fattori di rischio “demografici” come: età avanzata, sesso maschile,
etnia nera, basso livello socioeconomico, etnia Ashkenazi (Gold EB e Goldin SB, 1998).
Altri fattori di rischio sembrano essere riferibili ad abitudini alimentari e stile di vita. Una
moderata assunzione quotidiana di alcolici sembra non avere alcun ruolo nella patogenesi
del carcinoma pancreatico (WCRF e AIRC, 1997). Il regolare consumo di caffè non è
considerato un fattore di rischio mentre sembra esserlo l’abuso di caffè decaffeinato perché
questi può contenere residui di tricloroetilene, agente cancerogeno noto, che viene utilizzato
nel processo di estrazione della caffeina (Dionigi R, 2002). La funzione esocrina del
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pancreas è strettamente correlata con il processo di digestione degli alimenti e, sebbene non
avvenga mai alcun tipo di contatto né diretto né indiretto tra la ghiandola ed il cibo ingerito,
la dieta è considerata un importante determinante di rischio o protezione. Obesità e diete ad
alto contenuto lipidico sono considerate fattori di rischio e l’indice di massa corporea (body
mass index, BMI) può essere utilizzato come un indicatore di questi. Si suppone che il
consumo regolare di frutta e verdura ed una ridotta assunzione di carni rosse possa avere
effetti protettivi anche in questo tipo di tumori. Una moderata ma regolare attività fisica
pare determinare una riduzione del 50% del rischio di sviluppare il carcinoma pancreatico in
individui obesi (Michaud DS et al, 2001; De Braud F et al, 2004).
Sono infine considerate fattori di rischio alcune condizioni patologiche:
y Diabete mellito: in pazienti affetti da questa patologia è stato osservato un rischio
relativo doppio (RR=2) di sviluppare un carcinoma pancreatico rispetto a soggetti non
diabetici (Everhardt J e Wright D, 1995);
y Pregressa colecistectomia;
y Pancreatite cronica;
y Cirrosi (De Braud F et al, 2004).
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FATTORI DI RISCHIO per i TUMORI DEL PANCREAS
Stile di vita
Fumo di sigaretta
Scarso esercizio fisico
Fattori etnici
Etnia nera
Donne hawaiane
Ebrei di etnia Ashkenazi
Fattori ereditari
Tumori del seno e dell’ovaio ereditari
Pancreatite ereditaria
Sindrome di Peutz-Jeghers
Patologie e condizioni
correlate
Cirrosi
Diabete mellito
Pancreatite cronica familiare
Pregressa colecistectomia
Fattori dietetici
Diete ad alto contenuto lipidico
Obesità
Nitrosammine nei cibi
Esposizioni occupazionali
2-naftilammina
Bifenili policlorurati
Benzidina
DDT (dicloro-difenil-tricloroetano)
Agenti chimici utilizzati per lavaggio a
secco di indumenti
Solventi usati nella lavorazione di materie
plastiche e nelle industrie petrolchimiche
Tabella 1.
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2.3. ISTOPATOLOGIA
2.3.1. Classificazione
Le diverse forme di tumori del pancreas esocrino sono molto simili per caratteristiche
morfologiche e manifestazioni cliniche pertanto si parla genericamente di carcinoma o
adenocarcinoma. In realtà esistono molti tipi di tumore del pancreas e la classificazione
istopatologica più ampiamente diffusa prevede:
y Adenocarcinoma duttale
y Carcinoma non differenziato
y Carcinoma sarcomatoide/carcinosarcoma
y Carcinoma delle cellule acinose/adenocarcinoma acinoso
y Neoplasie cistiche sierose
y Neoplasie cistiche mucinose (MCNS)
y Neoplasie mucinose papillari intraduttali
y Carcinoma non classificabile
Il tipo istologico di più frequente riscontro clinico è l’adenocarcinoma di origine duttale che
rappresenta circa il 90% dei casi. Esso viene ulteriormente suddiviso in:
y Tipo tubulare
y Tipo mucinoso
y Tipo “cellula ad anello con castone”
y Tipo “a cellule chiare”
y Carcinoma adenosquamoso
y Carcinoma misto duttale-endocrino (De Braud F et al, 2004).
Il tumore si presenta in ogni variante come una massa solida, biancastra, costituita da
ghiandole di diversa dimensione immerse nello stroma che da solo rappresenta più del 50%
della massa totale (Tannapfel A et al, 1992). La neoplasia può interessare ogni porzione
dell’organo anche se due terzi dei casi insorgono nella regione della testa mentre un terzo
nel corpo e nella coda. L’adenocarcinoma pancreatico progredisce andando ad interessare
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le sedi perineurale, linfatica e vascolare e producendo metastasi linfonodali (Yeo TP et al,
2002).
I carcinomi non differenziati possono essere di due tipi, carcinoma anaplastico o
osteoclastico a cellule giganti, con uguale prognosi.
Il carcinoma sarcomatoide o carcinosarcoma è così chiamato perché presenta cellule
fusiformi come avviene per i sarcomi (tumori maligni di derivazione mesenchimale); questi
tipi istologici hanno una bassissima incidenza (meno dell’1%) e sono caratterizzati da
altissima aggressività.
Gli adenocarcinomi acinosi rappresentano l’1-2% dei tumori del pancreas e sono in grado di
produrre enzimi pancreatici come le normali cellule acinose; anche in questo caso la
prognosi non è migliore rispetto alle altre varianti istologiche e la sopravvivenza a 5 anni
non supera il 6% dei casi. Le neoplasie cistiche sierose sono tumori generalmente benigni; a
seconda delle dimensioni delle cisti, si dividono in adenomi sierosi micro- e macro-cistici.
Le neoplasie cistiche mucinose (MCNS) sono più frequenti nel sesso femminile, si
sviluppano solo raramente nella regione della testa e si presentano come cisti di dimensioni
considerevoli (in media 10 cm). Queste neoplasie sono state classificate dalla World Health
Organization, WHO in funzione del grado di sviluppo della massa neoplastica: MCNS con
regione atipica assente o limitata sono indicate come cistoadenoma mucinoso (benigno),
quelle con regione atipica moderata come cistoadenoma mucinoso borderline (benigno),
quelle con regione atipica diffusa come cistoadenocarcinoma mucinoso (maligno). La
prognosi delle MCNS dopo resezione chirurgica è eccellente rispetto alle altre tipologie
istologiche del tumore del pancreas: infatti, solo nel 10% dei casi i pazienti incorrono in
recidive (De Braud F et al, 2004).
Le neoplasie mucinose papillari intraduttali sono tumori che si sviluppano nei dotti
pancreatici e producono mucina; sono spesso diagnosticate entro i limiti dell’eleggibilità ad
un trattamento chirurgico (Yeo TP et al, 2002; De Braud F et al, 2004).