La mia analisi intende nella prima parte descrivere e riflettere sulle caratteristiche tecniche
che rendono la televisione digitale terrestre in grado di soddisfare i requisiti di un canale di
erogazione di servizi interattivi adottando uno standard software aperto (cosa che rende
possibile fruirne su tutte le piattaforme in commercio) chiamato Mhp, compatibile con Dvb. Ho
valutato in particolare ciò che la multimedialità di questa piattaforma mette a disposizione
ovvero servizi e contenuti interattivi offerti dagli operatori(si supera l’ormai obsoleto ma utile
Televideo/Teletext nato nel 1974) e le nuove prospettive che si aprono per l’utente (finora il
telespettatore subiva l’offerta dei servizi offerti, adesso sarà lui mediante connessione telefonica
a pagamento, a richiedere ed interagire con il sistema) provando anche a delineare, sulla base
di recenti analisi di mercato, un quadro su ciò che in Italia la gente si aspetta dai nuovi servizi
interattivi. Ciò che appare evidente è che in linea teorica e molto generale, la televisione
digitale terrestre rappresenta uno strumento simile ad Internet (la maggior parte dei “set top
box” dispongono di un modem interno) ma rispetto a questo ha caratteristiche più
“amichevoli”: un telecomando al posto della tastiera, ed una modalità di “navigazione” più
televisiva e standardizzata (molto vicina a quella che caratterizza il tradizionale Televideo).
Diventa quindi il canale adatto per rivolgersi ad un’utenza che finora non ha mai avuto contatto
con il Web, ma che ha molta familiarità con l’apparecchio televisivo.
Sono proprio queste peculiarità che la rendono lo strumento ideale per una versione
televisiva dell’ e-Government ovvero -“l’organizzazione delle attività delle pubbliche
amministrazioni fondata sull’impiego esteso ed integrato delle tecnologie dell’informazione e
della comunicatone (Internet) nello svolgimento delle funzioni e nell’erogazione dei servizi”-.
Nella sua versione televisiva (quello che è stato definito t-Government), il cosiddetto
“Governo Elettronico” sarà esclusivamente orientato all’utenza, nel senso che la sua attività
consisterà nel fornire servizi di pubblica utilità ai telespettatori. Un opportunità potenzialmente
immensa per la Pubblica Amministrazione italiana, che potrà sviluppare una serie di servizi che
saranno accessibili a gran parte della popolazione, come ad esempio: servizi turistici, servizi
d’informazione alla cittadinanza, servizi anagrafici, accesso alle biblioteche, ai musei e ai teatri,
informazione per gli anziani, per i disabili, per le imprese, per gli immigrati, iniziative
tematiche; servizi tributari, comunali, statali; servizi interattivi, come richiesta di opinioni e
sondaggi; servizi di t-Commerce come trasporto, gas, acqua, luce; servizi sanitari come
teleprenotazione, visite mediche, e controllo medico a distanza e inoltre la formazione, cioè l’e-
learning.
In questa parte del lavoro si intende quindi dimostrare come la Pubblica Amministrazione
potrà avvicinarsi agli utenti in modo più capillare e facile di quanto sia accaduto con i servizi di
e-Government erogati per mezzo di Internet, attraverso l’utilizzo della “nuova televisione”, una
tecnologia in grado di consentire un servizio “universale” di comunicazione bidirezionale.
E ciò appare in linea con il processo di trasformazione che ha portato la Pubblica
Amministrazione italiana a modificare l’attività di comunicazione pubblica negli ultimi dieci
anni. Da un’attività meramente informativa si passa al riconoscimento della necessità che le
istituzioni comunichino veramente con i cittadini, introducendo così l’importane compito di
interagire con loro e migliorare il rapporto. Ilfocus si sposta quindi dal messaggio/informazione
al processo comunicativo.
Alla luce di ciò nel secondo e nel terzo capitolo della ricerca cercheremo di descrivere
questa nuova interpretazione della parola comunicazione nella Pubblica Amministrazione, che
ci fornirà le coordinate indispensabili per capire il significato dell’utilizzo delle “nuove”
tecnologie sopra citate (e-Government, e-Democracy, t-Government) nell’ambito della PA in
Europa in Italia ed in Toscana. Mentre nel quarto capitolo proveremo a delineare il quadro non
del tutto positivo dell’accesso ad Internet, condizione indispensabile per poter “utilizzare” i
servizi di e-Government, per poter “partecipare” alla e-Democracy, o semplicemente accedere
alla Società dell’Informazione oltrepassando la barriera del digital divide.
Ecco quindi che la televisione digitale terrestre attraverso l’interattività
Intendiamo qui per “comunicare” un insieme di significati come: tenere insieme, mettere in
comune, relazionare, condividere, che affermano l’idea che la comunicazione con i cittadini
investa problematiche che vanno oltre il carattere “trasmissivo” delle informazioni e si
concentri invece sul suo carattere “rituale”, focalizzandosi sul processo comunicativo piuttosto
che sul messaggio, sullo scambio e sulla reciprocità piuttosto che sulla trasmissione
unidirezionale, sull’idea di un cittadino che non riceve “passivamente il messaggio”, ma
diventa al tempo stesso destinatario ed emittente
1
. Un processo che nasce dalla consapevolezza
che nella nuova “arena pubblica” il rapporto con i cittadini debba costruirsi su relazioni basate
su nuovi sistemi di fiducia, di credibilità, di legittimazione. La comunicazione viene quindi
1
Cfr.: L. Solito, Istituzioni e cittadini: come comunicare, Carocci, Roma, 2004.
concepita come una risorsa “strategica”, un’opportunità, per la Pubblica Amministrazione
finalizzata alla costruzione di una relazione con i cittadini. Questa nuova centralità e visibilità
della comunicazione trova le sue radici nei più ampi processi di trasformazione che hanno
investito la società in questi anni e che hanno portato ad un intensificarsi delle interdipendenze
dei soggetti, ad un aumento delle “situazioni”, degli ambienti e dei rapporti sociali, ad una
dilatazione delle possibilità per gli individui di accedere a nuove opportunità ed esperienze
culturali e sociali. In sintesi la rilevanza della comunicazione trova motivazione nell’accresciuta
esigenza e richiesta da parte degli individui di conoscenze, di informazioni che facilitino la
capacità d’agire di scegliere e, dunque, favoriscano e accelerino i processi di democratizzazione
e partecipazione. “Conoscenza” ed “informazione” sono quindi risorse fondamentali per
l’individuo contemporaneo per agire ed interagire. Ed è proprio in questo scenario che si
delinea il ruolo della comunicazione in genere e la pesante responsabilità della comunicazione
pubblica in particolare.
I nuovi servizi di t-Government, elaborati dalle Pubbliche Amministrazioni saranno dunque
veicolati sul mezzo televisivo dalle emittenti nazionali e locali. Proprio queste ultime
svolgeranno un ruolo strategico. Infatti l’ambito locale, regionale, nelle sue articolazioni
provinciali e comunali, è probabilmente il terreno più fertile per l’erogazione dei servizi di
matrice pubblica, tramite naturale tra la Pubblica Amministrazione Locale ed il cittadino.
Questo sarà il tema del capitolo conclusivo della ricerca e prenderà in considerazione
esclusivamente le televisioni della Toscana. Per la sua stesura mi sono avvalso dei dati raccolti
attraverso le strutture del Consiglio regionale per le Comunicazioni della Toscana, che mi
hanno permesso di contattare le emittenti locali e di inviare loro un questionario per raccogliere
tali informazioni. L’obiettivo del questionario era quello di riuscire a scattare una prima
fotografia sull’emittenza locale alle soglie del difficile
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passaggio al digitale terrestre disposto
dalla Legge Gasparri.
All’interno di un panorama generale ancora molto incerto, ciò che è sicuro è che (una volta
che le emittenti locali trasmetteranno in digitale) la possibilità di veicolare dati e servizi offrirà
a loro una grande opportunità, come dimostra il caso di RTV38, già attivo in digitale dal 2004..
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Difficile in quanto non tutte le emittenti locali avranno risorse economiche sufficienti per adeguare i propri
impianti alla trasmissione digitale.
L’emittente locale è infatti storicamente forte su temi quali l’informazione e, più in generale
su temi che riguardano direttamente i rapporti del cittadino con il territorio, mentre è debole per
quanto riguarda aree legate all’acquisizioni di diritti (fiction, trasmissioni di eventi sportivi, a
rilevanza nazionale, etc.). Fatta questa considerazione, si ritiene opportuno evidenziare come
nelle aree in cui è stato segmentato il mercato della nuova televisione digitale terrestre, ve ne
siano diverse che possono rappresentare, per l’emittenza locale, interessanti sbocchi in ordine
alla fornitura di servizi all’utenza. Se è vero infatti, che con la tecnica di trasmissione digitale si
possono veicolare non più solo contenuti editoriali tradizionali (l’informazione audiovisiva),
ma anche servizi a valore aggiunto, si concretizza l’opportunità, per le imprese televisive locali,
per loro naturale vocazione la possibilità di diventare fulcro di una serie di attività legate al
territorio, quali la creazione e la gestione di communities, ma anche la fornitura di servizi di t-
banking di t-trading e soprattutto il trasporto di servizi di t-government realizzati dagli enti
locali (comuni, province, regioni, comunità montane). La realizzazione di questo tipo di
progetti rappresenta una prerogativa importante, soprattutto in considerazione delle previsioni
della legge 66/2001 che riserva esclusivamente alle emittenti locali la possibilità di
differenziare i programmi dati tra le diverse aree servite, vietando espressamente tale possibilità
alle emittenti nazionali. Primi in Italia ad utilizzare le potenzialità del nuovo mezzo di
comunicazione sono stati il Canale Civico di Lucca (Dì Lucca) ed il Canale Civico di Siena
(CCS). Tali comuni hanno attivato veri e propri canali diretti ai propri cittadini o alla loro
utenza turistica, in digitale terrestre. Canali che offrono un palinsesto mirato, composto da
un’informazione settoriale, integrata da inserti più specifici, sul territorio che genera il canale.
Non siamo di certo davanti a prodotti da grande audience. Anzi questo modo di fruizione è del
tutto diverso. Si tratta di prodotti di contatto, adatti ad una consultazione più frequente nell’arco
della giornata, ma molto breve a livello di tempo. Restano pur sempre prodotti che entrano
nella dieta mediatica di migliaia di persone educandole ad un approccio diverso con il mezzo
televisivo. Soprattutto se (come il caso dei due canali civici) tramite quei brevi punti di contatto
si distribuiscono contenuti e servizi ad alto valore aggiunto. Ed è proprio questo il caso della
Pubblica Amministrazione.
La vera possibile killer application finale per la nuova televisione soprattutto a livello locale
potrebbe quindi essere rappresentata dai servizi di pubblica utilità, che già il Web sta
cambiando profondamente, ma che il digitale terrestre con il contributo dell’emittenza locale
può contribuire a rivoluzionare.
Il nostro governo crede molto in questo progetto, lo dimostrano le ultime disposizioni
economiche che hanno tenuto profondamente conto sia dei problemi connessi al digital divide,
sia delle possibilità di ampliamento offerte dal digitale ai servizi di pubblica utilità. Un estratto
dal Documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2003-2006 chiarisce
perfettamente le linee entro cui si sta muovendo l’esecutivo: -“…La transizione verso la
televisione digitale terrestre costituisce un obiettivo di medio termine, che richiede misure
immediate di sperimentazione, indirizzo e sostegno in vista della scadenza del
2006...L’obiettivo prioritario è quello di sostenerne la pubblica sperimentazione, anche
attraverso l’utilizzo del mezzo satellitare, e di indirizzarla verso un modello di offerta di
contenuti che ne faccia lo strumento universale per offrire ai cittadini i servizi resi dalla
pubblica amministrazione…”-.
Il diffuso interesse suscitato dalla possibilità di sfruttare la televisione digitale terrestre ai
fini di democrazia elettronica è dimostrato anche dal grande numero di adesioni ai due bandi,
emanati dal Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione per conto del
Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie, e della Fondazione Ugo Bordoni per conto del
Ministero delle Comunicazioni, volti a finanziare progetti per le Pubbliche Amministrazioni per
l’erogazione dei servizi ai cittadini. I risultati di tali sperimentazioni costituiranno parte
integrante della mia ricerca, in quanto costituiscono i primi tentavi seri di t-Government;
particolare attenzione sarà rivolta ai numerosi ed economicamente rilevanti progetti avviati
nella regione Toscana (tra i più importanti il DTToscana, il progetto DTTSiena, e il DìLucca,
che hanno avuto come enti coordinatori rispettivamente la regione Toscana, il Comune di
Siena, ed il Comune di Lucca) che dimostra come amministrazioni e imprese del nostro
territorio assegnino un così grande valore strategico alla televisione digitale terrestre. Uno
sforzo, quello della nostra regione che si inserisce in una più ampia politica comunitaria e
nazionale di avanzamento della Società dell’Informazione, che sfrutta la convergenza fra tutti i
media digitali, dal cellulare, al personal computer, alla stessa televisione una volta liberata
quest’ultima dal suo “fardello” analogico.
I progetti intrapresi dalle Amministrazioni (Regione, Province, Comuni) ed imprese private,
in qualità di fornitori di contenuto, in collaborazione con le emittenti locali, in qualità di
operatori di rete, ed i fornitori di servizi interattivi o di servizi di accesso condizionato sono
finalizzati a trasformare la televisione digitale terrestre in un reale contributo verso una Società
dell’Informazione senza esclusi, ove l’informazione è un bisogno fondamentale e la tecnologia
è il mezzo per scambiare, conservare e creare l’informazione. E’ questa la sfida principale per i
progettisti tecnici e sociali del presente e del futuro, fare in modo che lo sviluppo della Società
dell’Informazione sia orientato verso scenari più democratici e fare in modo che le
disuguaglianze sociali che ogni nuova tecnologia porta inevitabilmente con sé siano attenuate.
Fare entrare le tecnologie nella quotidianità della gente
Lavorare col pc pagare con la carta di credito,
CURIOSITà ABBATTIMENTO DEGLI OSTACOLI SOCIETà DELL’INFORMAZIONE
TV DIGITALE TERRESTRE NON è INTERNET: quantità di informazione erogabile,
utenza meno attenta quella televisiva, la possibilità di navigazione è inficiata dall’uso di un
telecomando che non è tastiera, la tecnologia è in fase di perfezionamento, l’utenza di internet è
un sottoinsieme di quella tv.
Souzione concreta per fronteggiare il digital divide unendo Internet e la diffusione della tv.
A livello Europeo è stata intrapresa da anni una politica di regolamentazione e
standardizzazione che ha riguardato anche il trasporto del segnale interattio