del cambiamento, che si è potuto constatare nel tempo, in
alcuni comportamenti legati alle modalità di divertimento
presso i giovani.
Ormai fumare una “ canna ” alle superiori è diventato un
fattore socio - culturale che investe la stragrande maggioranza
delle persone e ciò che una volta era per la cannabis ora sta
riguardando altre sostanze più pericolose come l’ Mdma
(ecstasy) e la cocaina.
Negli ultimi anni l’avvento di nuove droghe di natura sintetica,
in aggiunta a quelle naturali, nonché le politiche di promozione
presentate dalle organizzazioni criminali, hanno indotto una
grande quantità di giovani a sperimentare queste sostanze e
purtroppo alcuni di questi, forse i più deboli, non sono riusciti o
non riescono a trovare alternative al loro stato di dipendenza;
basti pensare che dal 1990 ad oggi vi è stato un incremento
medio annuo del 16 % nel consumo di A.T.S. a livello
mondiale.
Queste “ nuove droghe ” destano grande preoccupazione
presso i media a causa dei loro effetti devastanti sull’apparato
nervoso, inoltre la produzione di queste sostanze è di difficile
individuazione data la grande flessibilità che contraddistingue i
luoghi e i mezzi di produzione.
Il già citato abbassamento dell’età d’iniziazione è un fattore
che si rivela sempre più allarmante e che richiede un
intervento rapido ed efficace per tutelare i soggetti più a
rischio.
La risposta della comunità internazionale a questi problemi si è
basata esclusivamente su politiche di repressione che oltre a
disegnare i tossicodipendenti alla stregua di criminali non ha
portato a risultati; la produzione e il consumo di stupefacenti è
infatti sempre in aumento.
Contro l’adozione di tali politiche si pongono invece coloro che
auspicano una politica antiproibizionista e di “ riduzione del
danno ”: vi sono varie sfaccettature di tali politiche, ma
l’elemento che sembra unirle tutte è dato dal rispetto delle
diversità e dell’individuo tossicodipendente che non viene più
visto come un criminale bensì come un malato al quale bisogna
trovare una cura specifica.
Nell’affrontare questo vasto argomento si sono redatti cinque
capitoli strutturati come di seguito.
Per poter capire più a fondo le motivazioni del fenomeno nel
primo capitolo l’interesse si è innanzi tutto concentrato sulle
ragioni che possono spingere un soggetto ad utilizzare tali
sostanze; successivamente, affinché avere a disposizione una
panoramica delle sostanze in questione, si è brevemente
descritto le peculiarità delle principali sostanze psicotrope
concludendo con un’analisi dei dati sulla domanda e l’offerta di
stupefacenti nel mondo e in Italia, per dare un’idea della
portata del fenomeno.
Il passo successivo è stato quello d’identificare la struttura di
mercato delle sostanze stupefacenti principali; questo per
meglio comprendere soprattutto l’influenza del prezzo sulla
domanda e gli eventuali effetti di politiche alternative.
Nel capitolo secondo si presenta dunque un’elaborazione
personale della struttura di mercato delle principali droghe; gli
elementi di discussione, come già anticipato, sono
rappresentati dalla situazione attuale di mercato e dagli effetti
della variazione del prezzo sulla domanda, in modo tale da
poter prefigurare un’ipotesi di legalizzazione delle sostanze ad
ora illecite.
Dopo questa analisi si è ritenuto opportuno andare ad
analizzare le ideologie contrapposte in riferimento alle politiche
da applicare al problema droga, in quanto questa
contrapposizione ha assunto negli anni una sempre maggior
importanza nel definire le politiche in materia dei vari stati.
Nel terzo capitolo si fa dunque riferimento al dibattito tra le
due differenti posizioni teoriche rappresentate dal
proibizionismo e dall’antiproibizionismo; si è focalizzata
l’attenzione sui risultati prodotti fin qui dalle politiche
proibizioniste e gli eventuali effetti benevoli propugnati dagli
antiproibizionisti nel caso si applicassero politiche più tolleranti.
In seguito si è voluto dare enfasi alla situazione politica
internazionale vigente per illustrare anche l’iter legislativo con
il quale si è arrivati alla odierna “ guerra alla droga ” per poi
poterla contrapporre ad esempi di politica alternativa ed
affinché verificare l’effettiva efficacia o meno di queste ultime.
Così il quarto capitolo tratta della situazione legislativa
internazionale vigente e di due paesi che hanno adottato, pur
nel rispetto dei trattati O.N.U., politiche alternative incentrate
sulla tutela dell’individuo; innanzi tutto si fa riferimento alle
principali Convenzioni Internazionali sottoscritte dai membri
delle Nazioni Unite e al loro rapporto con i principi base della
Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Il passo successivo è rappresentato dall’analisi della “ riduzione
del danno” ovvero la principale e più realistica politica
alternativa a disposizione degli stati; più in particolare, come
detto, si affrontano due casi di implementazione di tale
approccio che sono rappresentati dalle politiche in materia
approntate da Olanda e Svizzera: nel primo caso in termini di
una legalizzazione di fatto che opera dal 1976, nel secondo
caso per ipotizzare quelli che possono essere i futuri sviluppi
delle politiche europee dato i confortanti risultati di tale
politica; entrambe le sezioni sono corredate di dati inerenti i
due fenomeni.
L’ultimo passo è stato quello di analizzare le nuove risoluzioni
delle Nazioni Unite per realizzare se in esse vi fosse un
cambiamento di tendenza.
Nel quinto ed ultimo capitolo si analizzano infatti le ultime
direttive dell’O.N.U. scaturite dalla Sessione Speciale del
giugno 1998; successivamente si fa riferimento alle critiche
ricevute e alla tendenza opposta, in termini di politica sociale
effettivamente adottata, dei paesi europei.
Tramite le conclusioni tratte da questa esperienza si è cercato
di evidenziare quelli che potrebbero essere gli eventuali
sviluppi per il futuro.
CAPITOLO 1°
Il fenomeno droga: domanda ed offerta
negli anni recenti.
1.1 Caratteristiche del consumatore moderno: Cenni
storici sull’uso di stupefacenti – Primo contatto con la droga –
Percezione del drogato nella società moderna – Gli
stupefacenti come adattogeni – Dati del IV rapporto ASPER sui
motivi più frequenti che portano i giovani ad utilizzare le
droghe – Fattori che inducono al consumo di stupefacenti:
fattori costitutivi personali, interpersonali e socio - culturali.
1.1.1 Fattori costitutivi personali: Teorie ed interpretazioni.
1.1.2 Fattori interpersonali: Teorie ed interpretazioni.
1.1.3 Fattori socio - culturali: Teorie ed interpretazioni.
1.1.4 Eroinomani e cocainomani: Il consumatore di eroina:
teorie e modelli di avvicinamento alla droga.
1.1.4.1 Studio di I. Betsos su quaranta cocainomani
dell’area milanese:
Chi sono, come consumano.
1.2 Segmentazione del mercato: Definizione di droga –
Classificazione delle droghe
1.2.1 Droghe pesanti: Eroina, cocaina, ATS ed allucinogeni:
tipologia, assunzione, sensazioni, consumatore, ultime
tendenze e dati inerenti il consumo.
1.2.2 Droghe leggere: Derivati della cannabis: tipologia,
assunzione, sensazioni, consumatore, dati inerenti il consumo.
1.3 Offerta illecita: Regioni di produzione e maggiori
produttori di sostanze derivate da coltivazioni – Itinerario del
traffico: dalle coltivazioni al dettaglio – Dati sui costi delle
varie droghe in Italia – Discorso a parte per gli ATS: Sintesi
attraverso i precursori, dati di trend.
1.4 Il fenomeno droga in Italia: Dati e statistiche sui
consumatori.
CAPITOLO 1°
Il fenomeno droga: domanda ed offerta
negli anni recenti.
1.1 Caratteristiche del consumatore moderno.
L’uomo ha utilizzato sin dall’antichità sostanze che potevano
agire sulla psiche, attribuendo a queste una connotazione
divina a causa dello stato che inducevano nel consumatore;
queste sostanze, avevano un impiego sociale ben definito e
correlato a pratiche mediche e a rituali religiosi.
“ Gli scienziati concordano generalmente che l’uso di piante
psicoattive risale alla preistoria; nel corso della ricerca del cibo
durante i primi periodi nomadi della sua esistenza, l’uomo ha
certamente incontrato alcune piante che erano velenose, altre
che erano utili come nutrimento, altre ancora che producevano
effetti bizzarri ed inconsueti di alterazione della coscienza.
In questo ultimo gruppo vi erano quelle che
contemporaneamente sedavano e davano sollievo dal dolore.
In sostanza l’uomo poteva essere liberato dalle sue ambasce
terrene da queste piante psicoattive.(...) Laddove e qualora lo
uomo primitivo trovò una pianta psicoattiva, egli la inserì nel
contesto delle sue credenze magiche e religiose, spesso
venerandola e presentandola simbolicamente in molti aspetti
della sua arte. Era ovvio che la pianta era imbevuta di spirito
divino: doveva quindi essere riservata per riti magico religiosi.
” (Emboden ,1979 pag. 14)
Mille anni orsono i marinai greci e ciprioti vendevano semi di
papavero ai faraoni e utilizzavano questo commercio per
affermare la loro supremazia marittima, mentre la burocrazia
dei faraoni custodiva gelosamente il segreto della loro
utilizzazione; un altro ruolo mitico importante era giocato dalla
cannabis per la setta dei Hachichiyyin dall’XI al XIII secolo
nonché il ruolo della foglia di coca presso le caste nobiliari e
religiose dell’impero inca.
È da sottolineare poi l’importanza economica delle cosiddette
guerre dell’oppio, a metà del XIX secolo. (A. Labrousse, 1997
pp 5-14)
Possiamo dunque affermare che l’utilizzo e il commercio di
sostanze psicoattive è sempre stato legato, nel passato, a fini
rituali e geopolitici.
Quest’ uso tradizionale è andato via via scemando con il
passare del tempo, soprattutto nell’ultimo secolo, dove,
stimolati dagli alti profitti, le organizzazioni criminali hanno
preso il controllo della produzione e della distribuzione,
stimolandone un utilizzo incondizionato e degenerato.
Negli anni ’60, in concomitanza della rivoluzione sessuale e
culturale che proponeva modelli di vita in antitesi con quelli
proposti dalla società moderna, si introduce l’utilizzo delle
droghe come forma di protesta verso un contesto nel quale
non ci sentiva più in sintonia.
Dagli anni ’70 in poi il consumo di droga presenta un trend
sempre maggiore fino ad arrivare agli attuali livelli d’allarme.
Qualsiasi ragazzo, giorno d’oggi, viene a contatto con coetanei
che fanno uso di stupefacenti, soprattutto persone che fumano
cannabis e che usano amfetamine.
Non è un luogo di emarginazione dove si svolge questo
contatto, bensì questo avviene nei luoghi più comuni e
privilegiati di crescita del mondo adolescenziale: nella scuola
(in particolare quelle superiori), nelle discoteche, nei parchi
pubblici, in alcune feste private e ai concerti.
Quindi qualsiasi ragazzo di oggi, sia che ne faccia uso sia che
non ne faccia, acquisisce una certa familiarità col pianeta
droga.
Il coetaneo che fa uso di stupefacenti non viene generalmente
emarginato, anzi può risultare una persona con la quale ci sia
molta sintonia di gruppo, e non c’è niente di strano in questo;
è importante però, che non si crei un meccanismo di
identificazione con il coetaneo che propone un certo modello; il
problema è dato dal fatto che gli adolescenti, generalmente,
hanno mille curiosità, interessi, voglia di conoscere, di
approfondire e bisogno di fare esperienze sempre nuove e
stimolanti, il che li porta frequentemente a sperimentare
questo genere di sostanze.
(Reality Magazine, C. della Luna, 1998)
Le interpretazioni più ricorrenti tendono ad identificare il
tossicodipendente con una persona debole che non riesce
rispondere in maniera costruttiva ai problemi che la vita
quotidianamente propone e che per di più (soprattutto in
riferimento agli eroinomani) può rappresentare un pericolo per
la società in quanto si macchia di reati per procurarsi i fondi
per l’acquisto delle sostanze; in via generale si può affermare
che questa definizione può essere realistica ma i più recenti
studi hanno portato alla luce una catena di motivazioni
eterogenee che inducono al consumo di droghe.
Queste motivazioni sono tanto eterogenee quanto complesse
ed è dunque impossibile tracciare un identikit preciso ed
omogeneo del tossicodipendente.
Oggi, infatti, l’uso di differenti droghe e estremamente diffuso
a tutti i livelli sociali e diversi autori concordano nel
considerare questo fenomeno come multicausale, inserito in
un contesto generale ed articolato delle problematiche
adolescenziali, dato che è proprio questa la categoria più a
rischio. (Reality Magazine, C. della Luna, 1998)
La figura del drogato moderno è ben diversa da quella degli
anni della contestazione; oggi il tossicodipendente è integrato
nella società (con eccezione degli eroinomani) ed usa la droga
per meglio adattarsi al contesto sociale.
R. K. Siegel definisce gli stupefacenti come adattogeni:
“Tecnicamente, un adattogeno è una sostanza che aiuta la
gente ad adattarsi alle alterazioni delle situazioni fisiche o
psicologiche (...). Così, se il corpo o la mente sono stanchi, un
adattogeno ne risolleva il funzionamento. Di converso, se si è
troppo eccitati, un’altro adattogeno può smorzare l’agitazione.”
(R. K. Siegel, 1989, pag. 331)
Il IV Rapporto A.S.P.E.R. riporta quelli che, secondo
un’indagine effettuata su di un campione di 2500 giovani di
tutte le regioni italiane in età compresa tra i 15 e i 25 anni,
risultano essere i motivi più frequenti che portano i giovani a
far uso di sostanze stupefacenti.
* Curiosità per gli effetti e le sensazioni che provocano alcool e
droga;
* Voglia di trasgredire;
* Senso di onnipotenza (non mi fa niente, smetto quando
voglio);
* Insicurezza e debolezza del carattere;
* Solitudine, frustrazione, noia, senso di inadeguatezza e di
abbandono;
* Fuga dai problemi personali, familiari o scolastici;
* Imitazione degli altri;
* Senso di appartenenza al gruppo;
* Sensazione di autonomia e d’indipendenza;
* Sfida ai genitori ed al mondo degli adulti in generale;
* Evitare il dolore mentale. (IV Rapporto A.S.P.E.R., 1998,
pag. 89)
Più in particolare, in un significativo contributo su dipendenze
e tossicodipendenze, A. Cicogni e V. Lampronti (1997)
traducono una tabella messa a punto da K.L. Kumpfer e M.S.
Hopkins, i fattori di rischio che possono indurre disagio in età
adolescenziale e che quindi indirettamente possono agevolare
la domanda di stupefacenti.
1) Fattori nell’ambiente familiare.
- Conflitti familiari;
- Stile di discipline incoerente;
- Rifiuto da parte dei genitori;
- Mancanza di supervisione adulta;
- Mancanza di rituali familiari (pasti in comune, festività,
compleanni, ecc.);
- Accudimento e comunicazione familiare scarsi;
- Abuso fisico sessuale;
- Genitori e/o fratelli che usano alcol o altre droghe;
2) Fattori nell’ambiente scolastico.
- Mancanza di legami scolastici;
- Cattivo clima scolastico;
- Mancanza di occasioni di coinvolgimento;
- Mancanza di gratificazioni e riconoscimenti;
- Norme rigide e spiacevoli;
3) Fattori nell’ambiente comunitario.
- Scarsi legami nella comunità;
- Mancanza di occasioni di coinvolgimento di giovani;
- Dintorni disorganizzati e privi di leadership;
- Aree con alta criminalità e uso di droghe;
- Povertà e mancanza di opportunità di lavoro;
- Legami con gruppi antisociali. (A. Cicogni - V. Lampronti,
1997)
Secondo questi autori le situazioni sopra citate andrebbero ad
incidere sulla predisposizione di un soggetto verso l’assunzione
di droghe.
Come gia sottolineato vi sembra essere un forte legame tra i
fattori che inducono disagio nell’età adolescenziale e i motivi di
spinta verso il consumo.
Le teorie che cercano di spiegare l’uso di sostanze psicoattive
variano in molti campi, dalla genetica alla neurobiologia e alla
psicanalisi.
I motivi che spingono all’utilizzo di stupefacenti possono
essere ricondotti a tre principali categorie: a) fattori
costituzionali personali b) fattori interpersonali c) fattori socio
- culturali. (World drug report, 1997 pag. 46)