8
Il primo nome usato per indicare l’Albania è quello di “Illiria”
3
.
Solo dopo in età successiva gli illiri sono chiamati “albanòi”
4
. La
dominazione romana, durata oltre cinquecento anni, vide il fiorire in
Albania di numerose colonie, che crearono un’efficiente rete stradale e
favorirono i traffici commerciali dell’Occidente con l’Oriente. La via
Appia, che da Roma portava a Brindisi trovava quasi la sua
continuazione di là dall’Adriatico, a Durazzo, dove cominciava la via
Egnatia che, attraversando la Traccia arrivava fino a Costantinopoli.
Durante il dominio romano, almeno sino al 395 d.c. occorsero nella
regione dei reiterati abusi di carattere fiscale, che spinsero gli Illiri a
ribellarsi contro l’autorità romana
5
. Nel 395 d.c. dopo la divisione
dell’Impero, il territorio illirico fu assegnato a Bisanzio, sede
dell’Impero dell’Oriente.
Nel frattempo iniziavano le incursioni dei Visigonti, poi nel 595, i
Serbi invasero il nord dell’Albania per stabilirsi definitivamente nella
regione nel 625. Con loro cominciò un periodo di slavizzazione dei
popoli balcanici, che durò sino al 1360.
3
Illyricum durante l’epoca imperiale di Roma.
4
Per l’esistenza di una montagna detta Albanus mons, denominazione poi scomparsa per secoli
e poi ripresa nell’XI secolo da Michele Attaliota.
5
Questa autorità ha organizzato una serie di spedizioni contro gli illiri che sono rimasti famosi,
come quelle di Asinio Pollione(40-39 a.c.) e di Ottaviano (35-33 a.c.). In seguito a ciò l’Albania
divenne una provincia romana, prima senatoriale e poi imperiale.
9
È proprio in questo periodo che deriva una lotta contro i serbi, la
quale è terminato con la loro sconfitta nella zona del Kosovo nel 1389.
Con l’espulsione dei serbi comincia in Albania la lenta e
inarrestabile penetrazione turca, contrastata dai veneziani già negli
ultimi anni del XIV sec. Venezia ottiene così Durazzo, Kruja, Valona
e Butrinto e nel giro di pochi anni conquista quasi tutto il territorio
albanese, nonostante il minaccioso incalzare dei turchi.
1.1.2 Giorgio Castriota Scanderbeg e la dominazione turca.
In questa lotta di resistenza, durata quasi un secolo, emerge l’eroica
figura di Giorgio Castriota Scanderbeg
6
(1405-1468). Grazie
all’appoggio del Papa, del Re di Napoli e dei veneziani egli riesce a
fronteggiare i turchi per venticinque anni e ad alleare contro di loro i
Principi albanesi. Il congresso, convocato il 1° Marzo 1444 a Lezha
7
,
assume un alto valore storico per la scoperta di una coscienza
nazionale.
6
Il suo vero nome è Gjergj Kastrioti, figlio minore del principe della principata Kastriota, Gjon
Kastrioti. Egli è stato ottenuto in ostaggio dall’esercito ottomano. I turchi gli hanno cambiato il
nome in Skender e lo hanno addestrato per diventare uno stratego militare. In virtù della sua
intelligenza e della sua bravura nelle prime spedizioni nei Balcani e in Asia i turchi gli concedono
il titolo “Bej”. Ma nonostante che fosse in servizio dei turchi egli non aveva mai dimenticato la sua
patria e da qualche tempo preparava un piano per trovare il momento opportuno per abbandonare
la Turchia ed affiancarsi nell’esercito albanese per combattere il nemico comune, i turchi. Il 28
novembre 1443 egli si proclama Principe della principata Kastriota con capitale Kruja.
7
Si tratta della cosiddetta “Lega dei Popoli Albanesi ad Alessio (Lezhe), guidata da
Skenderbeu comprendente i territori di: Kosovo, Metohia, Novi Bazar, Diber, Ohrid, Gianina e
Arta, con la morte di Skenderbeu il 1468 finisce anche la Lega di Alessio.
10
Scanderbeg forma una Lega Antiturca e un embrione di Stato
centralizzato con una propria bandiera, il cui disegno, un’aquila nera
bicipite in campo rosso, si ritroverà nel vessillo del futuro Stato
albanese. La morte di Scanderbeg rappresentò una grave perdita, non
solo per l’Albania ma anche per la Chiesa cattolica, che vedeva in lui
il simbolo della lotta contro l’invasione ottomana.
La dominazione turca, cominciata nel 1479 e finitosi nel 1912
bloccò ogni forma di progresso civile ed economico dell’Albania
8
. Nel
diciottesimo secolo l’opposizione al dominio turco si rafforzò. Il
sogno dell’indipendenza sembrò realizzarsi tra il Settecento ed
l’Ottocento con Ali Tepelena
9
, che riuscì per breve tempo a sganciare
l’Albania dal potere d’Istambul non solo per il riconoscimento
internazionale dell’Inghilterra, ma anche per l’aiuto promesso da
Napoleone, che aveva annesso la vicina Corfù alla Francia. Questi
tentativi però, pur riscuotendo successi durante una lotta durata dal
1788 al 1822 furono soffocati dalla “Sublime Porta”
10
.
Trascorse l’Ottocento, mentre nei Balcani le ambiziose mire russe e
austriache si scontravano con quelle dei turchi, verso la fine del
8
Durante questo arco di tempo come conseguenza del dominio ottomano, molti albanesi per
sottrarsi all’oppressione turca e all’islamizzazione forzata, attraversarono l’Adriatico per stabilirsi
in Calabria, Puglia e Sicilia dove costituirono le comunità italo- albanesi che ancora oggi esistono.
Fonte Storia dell’Albania/Enciclopedia storica, Tirana.
9
Ali Tepelena assediato nel suo castello di Janina, fu ucciso nel febbraio 1822.
10
Cosi era chiamato il governo di Istambul.
11
secolo, un Accordo
11
austro-russo previde la formazione di uno Stato
indipendente col nome di “Principato d’Albania”. Attraverso varie
rivolte antiturche, che durarono fino allo scoppio delle Guerre
Balcaniche, si andò formando un’identità nazionale albanese.
1.1.3 Lo Stato del 1912 e l’arrivo di Principe Wied.
Il 28 novembre 1912, in un’Assemblea riunita a Valona, ottantatre
delegati musulmani e cristiani proclamarono l’Indipendenza
dell’Albania
12
dopo cinquecento anni di dominio turco, ed elessero
Presidente provvisorio del nuovo Stato albanese Ismail Qemal Vlora
13
.
Il cammino del paese verso l’indipendenza era stato accelerato dalla
Prima Guerra Balcanica, che aveva indebolito l’Impero Ottomano e lo
aveva costretto a rinunciare a vasti domini nei Balcani. L’Italia era
interessata all’indipendenza d’Albania per frenare nella Penisola
11
Accordo austro-russo del 1897
12
L’idea di costruire uno Stato nazionale albanese risale a poco tempo prima del
riconoscimento di un protettorato internazionale (1912), stabilito in seguito allo scoppio della
Prima Guerra Balcanica e al timore che serbi, montenegrini e bulgari potessero penetrare e
occupare il territorio albanese. Significativamente, l’evento decisivo che portò alla nascita del
primo Stato albanese fu la Prima Guerra Balcanica, con la sconfitta dell’Impero ottomano.
Riunitisi a Valona, numerosi delegati provenienti dal sud del paese proclamarono l’indipendenza
eleggendo Ismail Qemali capo dello stato.
13
In realtà Ismail Qemali è stato il primo Primo Ministro albanese, svolgente al tempo stesso
anche il ruolo del Presidente. Egli si può considerare il Primo Ministro più anziano, eletto a 71
anni. È rimasto in carica per 13 mesi ed è stato allontanato dopo un conflitto con la Commissione
Internazionale. Dopo l’allontanamento dall’incarico I.Qemali ha emigrato in Italia e morì in
Perugina nel 27 gennaio 1919.
12
Balcanica le mire serbe e greche. Nel 1913 la Conferenza degli
Ambasciatori sanzionò così la creazione di uno Stato autonomo
14
.
L’organizzazione dello Stato albanese, dalla Conferenza degli
Ambasciatori prevedeva la presenza di una Commissione
Internazionale composto di sette membri di cui soltanto un albanese.
La Commissione doveva elaborare lo Statuto organico dell’Albania,
sciogliere le autorità locali esistenti, creare un Governo definitivo e
vigilare sulla formazione delle forze incaricate del mantenimento
dell’ordine pubblico.
Non essendo però riconosciuto il Governo di Valona, diretto da
Ismail Qemali, come Governo legittimo di tutto l’Albania, fu posto
anch’essa sotto la tutela della Commissione Internazionale di
Controllo dei Sei Grandi Potenze.
14
Inizialmente la Conferenza degli Ambasciatori che si aprì a Londra nel 1912 esamino il
problema albanese sotto tre aspetti principali:
lo Statuto internazionale dell’Albania
l’organizzazione del nuovo Stato
delimitazione delle sue frontiere.
Il nuovo Stato la cui nascita fu favorita dalle grandi potenze europee soltanto per equilibrare i
paesi slavi della regione, ha dovuto però rinunciare a quasi metà del territorio abitato da albanesi: a
Nord, Kosovo e Macedonia sud-occidentale; a Sud, Epiro meridionale- pur compensato dall’Epiro
settentrionale- a forte presenza ellenica. Vedi Paolo Biscaretti di Ruffia, Repubblica Popolare
Socialista d’Albania, Milano 1985.
13
Il passaggio formale dei poteri dal Governo provvisorio di Valona
15
alla Commissione Internazionale fu firmato il 22 gennaio 1914, in
vista dell’arrivo del Principe designato, Wilhelm Wied, un
aristocratico tedesco che sbarcò a Durazzo nel marzo del 1914.
La capitale fu stabilita a Durazzo e il Principe esercita il potere
16
per
il breve arco di sei mesi, attraverso un governo di proprietari terrieri e
d’ex funzionari ottomani e sotto l’egida della Commissione
Internazionale di Controllo.
Il Principe parte nel settembre ma senza abdicare fatto però che
comporta la conseguenza che costituzionalmente il paese era ancora
un Principato.
15
Il Governo d’Ismail Qemali non ebbe mai il controllo totale del territorio albanese; un
feudatario albanese, Esat Toptani, controllava una parte dell’Albania centrale con un “Senato”
insediato a Durazzo. Di fatto l’autorità del governo si limitava al triangolo Valona, Berati,
Lushnja.
16
Si parla in questo periodo della c.d. 1° Monarchia d’Albania (07/03/1914-aut.1915), tuttavia
egli regnò per poco tempo e allo scoppio della II Guerra mondiale, l’Albania si trasforma in un
gran campo di battaglia. Nel 1920 l’indipendenza del paese fu confermata dalle Grandi Potenze,
ma solo nell’22, con il ritiro dei greci, il paese recuperò i confini assegnati prima della guerra.
14
1.1.4 Il Congresso di Lushnja e la fine dell’esperimento
parlamentare.
Nel Congresso di Lushnja del 21 gennaio 1920 si mise fine ai
cedimenti del Governo provvisorio di Durazzo ed è stato creato un
Governo diretto da Sulejman Delvina, stabilito nella capitale fissato
per la prima volta a Tirana ed un Consiglio Nazionale di trentasette
membri con funzioni legislative fino alle elezioni successive.
Nel primo dopo guerra la Conferenza degli Ambasciatori affidò
l’Albania all’Italia, attribuendo al contempo ad essa il ruolo
particolare della potenza protettrice.
L’uomo forte del nuovo Governo era Ahmet Zogu, che deteneva il
potere effettivo come Ministro degli Interni. Nelle elezioni dell’aprile
1921 si formano per la prima volta nel Consiglio Nazionale due
gruppi principali, che anche se assunsero denominazione partiti erano
più che altro dei meri raggruppamenti sociali cosi:
¾ i proprietari terrieri conservatori, l’alto clero e i capi tribali
del nord si raggrupparono nel Partito Progressista guidata da
Ahmet Zogu.
¾ i riformatori liberali nel Partito Popolare con Fan Noli, un
vescovo cristiano ortodosso, come figura di grande spicco.
15
Si è parlato inoltre in quel periodo del cosiddetto “Statuto
Allargato” di Lushnja, il quale non era altro che la consacrazione del
Regime Parlamentare e la proclamazione per la prima volta nella
storia del paese dei Diritti Fondamentali dei Cittadini.
Dopo due colpi di Stato da parte di Zogu, entrambe fallite fu
nominato un nuovo Governo largamente dominato dai latifondisti che
posero un loro esponente, Verlaci, alla testa del medesimo. Ma si
trattò di un Governo di breve durata, ostacolato dalle opposte
pressioni dei zoghisti e dei riformatori democratici. Furono
quest’ultimi a prendere il potere il 16 giugno 1924
17
con il Governo
democratico rivoluzionario di Fan Noli, che resto in carica fino al
dicembre del 1924, quando cadde ad opera d’Ahmet Zogu. Con il
ritorno di Zogu al potere ebbe fine il breve esperimento del governo
parlamentare, al posto del quale fu instaurato un regime autoritario e
personale.
17
Si è parlato allora della famosa Rivoluzione di giugno che ha portato al potere i riformatori
democratici. Fonte Storia d’Albania.
16
1.2 Lo Statuto principale del Regno d’Albania del 1928.
1.2.1 Lo Statuto, il principio fondamentale e i diritti.
Le caratteristiche dello statuto sono:
¾ un breve preambolo
¾ uno Statuto lungo
¾ i diritti dei cittadini sono indicati nel titolo sesto.
Lo Statuto è composto di dieci titoli, suddivisi rispettivamente in
capitoli e articoli ed inizia con il preambolo che dichiara:
“ La nazione albanese libera ed orgogliosa, con tante speranze di
felicità per il futuro, con il gran desiderio e l’immensa vivacità per
l’eterno rafforzamento dell’unione nazionale e per la sicurezza dello
sviluppo pacifico della patria e del bene comune del popolo,
rispettando inoltre le tradizioni storiche della nazione, le quali senza
dubbio assicurano alla futura generazione un proseguimento
meritevole, nella seconda riunione costituzionale dell’1 dicembre
1928 decide e delibera questo Statuto”.
Il principio fondamentale è quello democratico, perché tutti i poteri
statali sorgono dal popolo.
17
Essi sono esercitati secondo i principi e le regole indicati in questo
Statuto. Inoltre l’Albania è indipendente, indivisibile e la sua integrità
territoriale è inviolabile.
Lo Statuto nel titolo sesto contempla i Diritti dei Cittadini. Tale
titolo è fondato sul principio contenuto nell’art. 191 secondo il quale:
“Ad ogni albanese all’atto della nascita è riconosciuta e garantita
la libertà. In Albania gli esseri umani non si possono né vendere né
comprare. Qualsiasi persona comprata o schiava una volta entrata in
Albania acquista la libertà”.
La libertà è un diritto naturale per qualsiasi individuo e trova un
limite solo nel rispetto delle leggi (art. 192). Tutti i cittadini albanesi
sono uguali davanti alla legge e senza distinzione godono i diritti
politici e civili (art. 194).
Gli altri diritti contemplati nello Statuto sono:
¾ libertà di domicilio l’art. 196 dispone che non è permessa
nessuna violazione del domicilio se non nei casi consentiti dal giudice;
¾ libertà di parola, di stampa e di pensiero;
¾ libertà d’associazione;
¾ libertà e segretezza della corrispondenza.
18
L’art. 205 proibisce qualsiasi tipo di tortura. È interessante
sottolineare però che l’articolo 5 delle Disposizioni Generali recita che
l’Albania non ha una religione ufficiale, personalmente Zogu era
indifferente alla religione. L’obiettivo era quello di porre le Comunità
religiose sotto il controllo dello Stato e al tempo stesso nessuno poteva
utilizzare la religione per scopi politici. Sotto il regime zoghista
formalmente la separazione tra Stato e Chiesa era assoluta.
Infine nello Statuto è prevista anche una norma che si riferisce alla
possibilità di controllo e di revisione dello Statuto, contenuta nell’art.
224 del titolo VIII secondo il quale gli organi competenti in materia
sono il Re ed il Parlamento.
19
1.2.2 La forma di Stato.
La forma di stato è liberale
18
, dove si afferma il valore della persona
come soggetto in se e che agisce in una sfera intangibile. Tale stato
offre una gamma di garanzie a tutti proprio perché c’è l’uguaglianza
giuridica.
Il Re infatti aveva inteso procedere ad un rinnovamento giuridico e
all’instaurazione di uno stato di diritto, dove le leggi fossero rispettate
da tutti -tranne lui- in eguale misura. L’amministrazione fu uniformata
e unificata a tutto vantaggio degli organi centrali di Governo di
Tirana. Inoltre la riforma degli ordinamenti giuridici costituisce un
aspetto altrettanto significativo della condotta politica di Zogu.
Tutta la legislazione albanese era stata riformata dal Re tra il 1928 e
i 1932, con l’introduzione dei codici civili e penali ispirati a modelli
occidentali (soprattutto quello francese e quello italiano).
18
Secondo la dottrina questa forma di stato è chiamato anche stato di diritto, essa si colloca per
la prima volta in Gran Bretagna alla fine del 600, in Francia viene nel 1791 con la rivoluzione, in
Italia dobbiamo aspettare la costituzione dell’impero del 1871. Lo stato liberale realizza la
separazione tra stato e società civile ed abbiamo la distinzione tra sfera pubblica e sfera privata. La
sfera pubblica ha per oggetto il mantenimento dell’ordine, mentre la sfera privata esplica i poteri
economici. Gli elementi caratteristici dello stato liberale sono:
ξ la borghesia è la base sociale,
ξ la legittimazione del potere è dato non più dalla forza ma dalla rappresentanza. Si
vieta in questo periodo il mandato imperativo, dunque gli eletti rappresentano l’intera
nazione e non quelli che gli hanno eletto.
ξ separazione dei poteri.
L’origine della separazione dei poteri si basa sulla volontà della borghesia di spezzare
l’assolutismo del Monarca.
Infine abbiamo anche la presenza del principio di legalità, il quale afferma che la legge
rappresenta la fonte dell’attività amministrativa.
20
Non si parla di suffragio universale, caratteristica dello Stato
liberale espressa nell’art. 16, il quale dispone che: “per ogni 15.000
persone e per ogni gruppo con più di 7.500 persone è eletto un
deputato”. Un’ altro caratteristica dello Stato liberale si trova nella
separazione dei poteri: si parla di potere esecutivo, legislativo e
giudiziario.
1.2.3 Il Re.
Il Re degli albanesi è sua Maestà Zogu I
19
, proveniente dalla
famosa famiglia Zogu (l’art. 50). Ahmet Zogu
20
arriva all’apice della
sua carriera politica nel 1920, l’anno in cui garantisce lo svolgimento
dei lavori del Congresso di Lushnja, in seguito del quale è eletto
Ministro degli Interni del Governo Delvina.
19
Una volta al potere Zogu ha cercato di instaurare una certa stabilità interna del Paese. Si
trattò però di una stabilità indubbiamente imperfetta, se commisurata alla frequenza delle crisi
interne e delle minacce esterne cui il dittatoriale governo di Zogu dovette far fronte. Tuttavia fu un
equilibrio davvero senza precedenti, se messo in confronto con i travagliati primi anni
dell’indipendenza albanese. Del resto il problema della stabilità interna del paese, considerato
tutt’uno con quello del consolidamento del regime e della difesa del proprio personale potere, fu
costantemente al centro delle preoccupazioni e dell’azione di Zogu. Vedi R. M. della Rocca,
“Nazione e religione in Albania, 1920-1944, Bologna, 1990.
20
Ahmet Zogu fu il Primo Ministro più giovane nella storia dell’Albania, aveva solo 27 anni
quando fu eletto. Nel 1924, durante la Rivoluzione di Giugno, apparve nell’arena politica una
nuova figura Fan Noli, che militava nello schieramento dei democratici conservatori. Nel corso
della valanga rivoluzionaria Noli cacciò Zogu, il quale si rifugiò in Iugoslavia. Noli stabilì l’ordine
nel paese ed assunse la carica di Primo Ministro per un periodo di sei mesi. A dicembre Zogu con
l’aiuto degli iugoslavi (ai quali aveva promesso territori situati nel Nord dell’Albania) rientra in
Patria e ricopre di nuova la carica di Primo Ministro; Noli fuggì allora in Italia. Estratto dalla
Storia dell’Albania a cura di Prof. Myzafer Kurti, Prof. Petrika Thengjilli, Tirane, Natura, 2002.
21
La sua successiva carica politica fu quella di Primo Ministro e in
seguito quella di Presidente dell’Albania
21
.
Nel 1928 l’Assemblea Nazionale
22
, la quale si trasformerà in
Parlamento monocamerale, composto di cinquantasette membri, lo
proclama Re degli albanesi.
Secondo l’art. 51 dello Statuto l’eredità del trono spetta al
primogenito maschio del Re e si trasmette da generazioni a
generazioni sempre agli eredi maschi. L’erede conquista il diritto al
trono al compimento del diciottesimo anno di vita (art. 54). In caso di
morte del Re o di perdita dei diritti dell’eredità succede al trono uno
dei cugini del Re fino al sesto grado di parentela. Se anche in questo
caso il trono rimane vacante le competenze reali sono esercitate dal
Consiglio dei Ministri (art. 53). Nel caso di dimissioni o di morte del
Re, il Parlamento è convocato entro dieci giorni per eleggere il Re
21
In particolare l’istituzionalizzazione del Regime di Zogu avvenne con la riconvocazione dei
resti dell’Assemblea costituente eletta nel 1923 che nel breve tempo dal 19 gennaio al 31 gennaio
del 1925 proclamò la Repubblica d’Albania (22 gennaio 1925) ed elesse Ahmet Zogu Presidente
della Repubblica stessa. Si parla della Prima Repubblica d’Albania. Il successivo 2 marzo Zogu
varò lo “Statuto Repubblicano” (diversamente conosciuto come nuova Costituzione) che diede al
Presidente eletto per sette anni una preminenza assoluta rispetto ad un Senato (composto di 18
membri) e ad una Camera dei Deputati (composta di 57 membri) eletti con il suffragio censitario.
Vedi P.Biscaretti di Ruffia, Repubblica popolare socialista d’Albania, Milano 1985.
22
Nel 1928, Zogu procedette ad una modifica costituzionale. Così una riunione congiunta del
Consiglio Supremo e del Consiglio Nazionale convocato nel giugno per la revisione dello Statuto
Repubblicano auspicò l’indizione delle elezioni per la nuova Assemblea Costituente, che si tenne
in tutto fretta a metà agosto in modo di instaurare la Monarchia e proclamare il Presidente della
Repubblica in carica Re degli Albanesi, con il nome di Zogu I il 1 settembre 1928. La nuova
costituzione abolì il Consiglio Suprema (il Senato) e introdusse un Assemblea Nazionale elettiva
ed un Governo nominato dal Re al quale spettava l’ultima parola per la promulgazione delle leggi
richiedendosi la sanzione regia per la loro formazione. Inoltre tra il 1929 e il 1932 si riformava
l’amministrazione con la suddivisione del territorio in prefetture e sottoprefetture sul modello
francese e italiano con la facoltà del Governo di nominare gli alti funzionari degli enti locali. Op.
cit.