2
rizza, legato all’esperienza diretta di Rogers che, membro attivo del BBPR, uno dei
primi studi italiani di architettura funzionalista, peraltro noto sia in Italia che
all’estero, era e teneva ad essere - come afferma egli stesso - “un architetto che...
scrive ma essenzialmente progetta e si verifica nel cantiere”
1
. Rogers, infatti, ela-
bora le proprie riflessioni teorico-critiche, venate di questioni estetico-filosofiche,
in rapporto alla progettualità architettonica e in funzione di una progettazione e,
in generale, di un “fare architettonico” solidamente consapevole, tanto tecnica-
mente quanto culturalmente.
A tale scopo si è provveduto dapprincipio al non facile reperimento degli
scritti, numerosi e sparsi, del nostro autore sino a coprire la quasi totalità della
produzione rogersiana, poi ad un loro accurato esame condotto, inizialmente, se-
guendo un ordine cronologico, successivamente secondo un criterio tematico. At-
traverso questo lavoro si è potuto constatare che il pensiero rogersiano, sebbene
espresso frammentariamente in una moltitudine di articoli e di testi, non è affatto
frammentario di per sé ma, all’opposto, profondamente unitario, omogeneo e coe-
rente. Più precisamente, risulta caratterizzato da alcuni temi e concetti fondamen-
tali che lo percorrono dall’inizio alla fine e che vanno progressivamente elaboran-
dosi ed ispessendosi teoricamente in modo da acquisire colleganze sempre più
strette e giungendo a formare, negli scritti della maturità, una visione unitaria e
organica. La delineazione di questo percorso costituisce il centro di interesse del
presente studio che si articola in due parti: la prima, concernente per l’appunto le
tematiche degli scritti rogersiani del periodo prebellico e dell’immediato dopo-
guerra; la seconda, riguardante la riflessione teorico-critica matura (anni Cinquan-
ta e Sessanta).
1
Nell’introduzione a Esperienza dell’architettura (Einaudi, Torino 1958), Rogers afferma: “Non sono
un filosofo, non sono un letterato, sono un architetto che legge i testi (ed i poeti), scrive ma essen-
zialmente progetta e si verifica nel cantiere. Le esperienze, tutte quante, ho tentato di tradurre in
architettura, come la parte intrinseca della mia esistenza. Perfino i viaggi - continuo a farne - sono
materiale da costruzione” (pp. 21-22).
3
Per una maggiore consapevolezza e correttezza nella valutazione del pen-
siero rogersiano, anche in considerazione del punto di vista sintetico e
dell’approccio, per così dire, empirico che lo contraddistinguono, si è ritenuto op-
portuno iniziare la “parte prima” con la ricostruzione della vita di Rogers in rela-
zione al suo contesto storico e culturale. Per questo fine ci si è soprattutto serviti di
testimonianze scritte e orali - queste ultime gentilmente rilasciate alla sottoscritta
sotto forma di interviste da persone che lo hanno conosciuto o che hanno collabo-
rato con lui - poi ricomposte, come le tessere di un mosaico, in un quadro
d’insieme, storicamente fondato.
Infine, poiché le posizioni teorico-critiche proprie della riflessione rogersia-
na sull’architettura scaturiscono e si sviluppano attraverso un costante e serrato
confronto con l’insegnamento dei maestri del Movimento Moderno, di cui Rogers
si ritiene un continuatore, si è considerato indispensabile, per una maggiore chia-
rezza e completezza di contenuto, aprire la presente trattazione con una breve in-
troduzione storica sulle origini e i caratteri principali del Movimento
dell’Architettura Moderna.
*****
Sono molto riconoscente al Prof. Elio Franzini per avermi dato l’opportunità di conoscere
il Dott. Gianmario Andreani - redazione Domus -, il quale mi ha concesso di fotocopiare
“in loco” l’intera serie degli editoriali pubblicati da Rogers su Domus e Casabella-continuità
e che, per questo e per le gentilezze usatemi, ringrazio vivamente. Vorrei inoltre esprime-
re la mia gratitudine al Prof. Arch. Ernesto D’Alfonso e al Dott. Arch. Antonella Contin,
anch’essi contattati attraverso il mio Relatore, per avermi imprestato gli inediti delle le-
zioni di Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti degli anni accademici 1952-’53, ‘53-
’54, ‘54-’55, ‘56-’57 (Cartella E. N. R. - Archivio E. Li Calzi), tenute da Rogers alla Facoltà
di Architettura del Politecnico di Milano. Ringrazio poi sentitamente il Prof. Arch. Augu-
sto Rossari per avermi spontaneamente offerto e messo a disposizione le lezioni inedite,
4
custodite nel suo archivio personale, di Storia dell’architettura moderna - Corso di Storia
dell’arte e storia e stili dell’architettura IB (Centro di documentazione ingegneria civile,
architettura, pianificazione territoriale) dell’anno accademico 1964-’65, anch’esse tenute
da Rogers presso il Politecnico di Milano. Inoltre ringrazio affettuosamente il Dott. Arch.
Arialdo Latocca e sua figlia, il Dott. Arch. Angela, per avermi fornito alcuni libri ed artico-
li di Rogers e tutti i membri dello Studio Latocca per l’amicizia e la disponibilità che mi
hanno sempre dimostrato.
Ringrazio il Prof. Arch. Lodovico Belgiojoso e suo figlio, il Prof. Arch. Alberico, per le in-
terviste concessemi, per il materiale che mi hanno fornito e per avermi messo in contatto
con il Prof. Arch. Matilde Baffa e con suo marito, Arch. Ugo Rivolta, entrambi generosi di
notizie utili, e, in particolare, per avermi permesso di conoscere la Dott.ssa Julia Banfi che
mi ha dispensato una preziosa messe di informazioni, consentendomi inoltre di incontra-
re il Prof. Raffaele De Grada, al quale sono grata per la cortese disponibilità, e il Dott.
Arch. Luca Molinari, con il quale ho avuto un interessante scambio di idee. Vorrei infine
esprimere la mia gratitudine al Prof. Arch. Epifanio Li Calzi per la premura con la quale
mi ha ricevuto e la sollecitudine con cui ha risposto alle mie domande.
* * * * *
5
BREVE INTRODUZIONE STORICA
AL MOVIMENTO DELL’ARCHITETTURA MODERNA.
INTRODUZIONE
Con l’espressione “Movimento Moderno” si è soliti indicare quel complesso
di idee e teorie, di esperienze e opere che ha caratterizzato l’architettura a partire
dal periodo a cavallo tra il primo conflitto mondiale e il primo dopoguerra; per es-
sere precisi si può individuarne l’inizio nel 1919, anno di fondazione del Bauhaus
da parte di Walter Gropius a Weimar
1
. Non si tratta di una pura e semplice data
convenzionale facilmente sostituibile con altre a causa del fondamentale ruolo cul-
turale assunto all’epoca dall’istituzione gropiusiana.
Il Bauhaus
2
nacque dalla fusione dell’Accademia d’Arte e della Scuola di
Arti Applicate di Weimar di cui era stato direttore dal 1902 fino allo scoppio della
prima guerra mondiale Henri van de Velde; si venne pertanto a configurare come
un istituto di arti e mestieri con l’intento di superare sia lo storicismo e la rigidità
degli stili accademici che la limitatezza e la inadeguatezza delle pratiche artigiana-
li. In esso confluirono sin dall’inizio molti importanti esponenti delle Avanguardie
artistiche come gli espressionisti Lyonel Feininger e Oskar Schlemmer, Wassily
Kandinskij e Paul Klee del “Blaue Reiter”, Johannes Itten, Marcel Breuer e in se-
guito Laszlò Moholy-Nagy, influenzato dal Neoplasticismo e dal Costruttivismo
russo; inoltre dal 1925, anno in cui la scuola venne trasferita da Weimar a Dessau,
si stampò al suo interno una collana di brevi monografie, i Bauhausbücher, affidati
sia ai docenti più prestigiosi che a importanti personalità come Malevic, protago-
nista dell’astrattismo russo e, in particolare, del Suprematismo, Theo van Doe-
1
Cfr. L. Benevolo, Storia dell’architettura moderna, Laterza, Bari,1964, vol. I, p. 9; inoltre voce “Mo-
vimento moderno” in La nuova enciclopedia dell’arte Garzanti, Garzanti, Milano, 1992, p. 583.
2
Cfr. voce “Bauhaus” in La nuova enciclopedia dell’arte Garzanti cit.,pp.83-85.
6
sburg e Piet Mondrian, fondatori del Neoplasticismo e, per un certo periodo, col-
laboratori di Gropius, e a molti altri. Tutto questo, unitamente alla pubblicazione
della rivista bauhaus dal 1926, mostrava la vitalità intellettuale del Bauhaus e la
volontà del suo fondatore di farne il centro della cultura contemporanea.
Le problematiche che Gropius e la sua scuola affrontarono sul piano
dell’impegno concreto all’interno della realtà dell’epoca riguardavano principal-
mente il ruolo dell’arte e dell’architettura nella società industrializzata. La que-
stione era particolarmente delicata se si pensa alle difficili condizioni storiche, se-
gnate dalla crisi europea del primo dopoguerra e nella fattispecie in Germania dal-
le tensioni legate alla repubblica di Weimar, in cui Gropius si trovava ad operare e
alla conseguente responsabilità socio-politica che un programma del genere com-
portava. Si può affermare che la precisazione del rapporto tra arte e industria co-
stituisse il nucleo dal quale si svilupparono la riflessione ed i risultati del Movi-
mento Moderno. Tale rapporto andava ben al di là delle mere questioni tecniche
perchè riguardava le modalità di utilizzo dei nuovi materiali e le possibilità offerte
alle tecniche costruttive dai prodotti industriali e dai componenti edilizi in serie in
relazione alle caratteristiche funzionali ed estetiche dell’edificio e soprattutto
dell’alloggio a basso costo per i ceti meno abbienti; tutto ciò implicava la conside-
razione dell’organizzazione dei rapporti produttivi, dell’assetto della società che
da essi trae la sua configurazione e della strutturazione della città che ne è lo spec-
chio.
Se la vastità e la ricchezza di queste problematiche emersero con tutta la lo-
ro forza negli anni 1919-’20 e vennero sviluppate nei decenni successivi, bisogna
rilevare che esse, con le dovute differenze, erano presenti e furono affrontate an-
che nel secolo scorso. E’ pertanto utile accennarvi per sommi capi per comprende-
re la genesi del Movimento Moderno.
7
Si ritiene inoltre opportuno precisare che nel capitolo seguente si tratterà di
artisti e di esperienze culturali il cui valore autonomo è indubbio nonostante che,
per le nostre finalità, vengano letti in funzione della comprensione del contesto
storico da cui è sorto il Movimento Moderno. Il fatto che siano qui presentati in
qualità di precursori non significa che li si consideri artisticamente incompleti ri-
spetto agli esponenti del Movimento Moderno stesso; del resto è ormai storiografi-
camente superata una esposizione in termini di pionieri e di eroi.