4
influenza e potere nella società arabo-islamica di quel periodo tale da fare invidia persino ad
Eleonora D’Aquitania.
4
Per una maggiore chiarezza, diventa necessario fare alcune brevi precisazioni.
L’avvento dell’Islam ha migliorato di molto la condizione della donna rispetto a quella che
era in precedenza. Ad esempio nella società tribale preislamica era diffusa l’abominevole
usanza di seppellire viva la femmina, soprattutto quando questa era secondogenita e nasceva
all’interno di una tribù povera.
L’islam vieta in modo categorico tale pratica e ordina all’uomo
di sorridere davanti alla nascita di un figlio, maschio o femmina che sia.
5
La donna nell’ Islam è pari all’uomo in quanto soggetto di fede. In quanto al suo essere
soggetto di diritto, l’argomento è più complesso di quanto si creda e come già accennato non
è l’obiettivo del mio lavoro.
La seconda precisazione che è necessario menzionare riguarda il ruolo e il significato degli
schiavi all’interno della società di quel periodo.
Il trattamento degli schiavi nell’Islam pare fosse singolare nella storia d’allora, poiché essi
venivano considerati al pari di qualsiasi essere umano.
Si legge: “chi ammazzava uno schiavo era punito con la morte. I Musulmani non solo presero
a liberare tutti i loro schiavi, ma chi ne aveva l’opportunità, come ad esempio il Califfo Abu
Bakr
6
, li comperava proprio per liberarli. Secondo il Corano chi liberava gli schiavi scontava
molti peccati. Inoltre la liberazione era obbligatoria quando richiesta dallo schiavo stesso.”
7
In Europa la liberazione degli schiavi avveniva, come noto, cinque secoli dopo.
Schiava anch’essa, poi liberata per i suoi meriti, la protagonista di questa mia tesi, Shajarat al-
Durr, immerge la testa nel mondo del sapere del suo tempo, godendo di diritto del fatto che la
conoscenza, nell’Islam, é un obbligo per ogni musulmano, maschio o femmina.
Da abile conversatrice, intelligente e bellissima concubina, Shajarat al-Durr, diventa moglie di
uno dei sultani della dinastia Ayyūbide e riesce ad ascendere al trono d’Egitto e a far
accrescere l’importanza dei Mamelucchi, la stirpe di schiavi da cui anch’essa discendeva,
all’interno del regno.
4
Eleonora D’Aquitania 1122-1204, regina di Francia e poi d’Inghilterra nel XII sec .Conosciuta per il suo
temperamento ardente ed impulsivo. Owen, D.D.R.: Eleanor of Aquitaine (Queen & Legend), Blackwell, 1993
5
Amīn Dwīdār, Suwar min Hayāt al-Rasūl (Immagine della vita del Profeta), Cairo, Dār-al-ma‘ārif, 1978, p.
112. Cfr. inoltre La sura dell’Ape, versetti: 57-59 in Alessandro Bausani, Il Corano, Firenze, Sansoni
editore,1978, pp. 194-195.
6
È il noto primo Califfo dopo la morte del profeta Muhammad, governò dal 632 al 634 D.C.
7
Ahmad Khairàt, Markaz al-mar‘ah fi-l-Islàm, Cairo, Dàr al- Ma‘àrif, 3a Ed., 1983, pp. 27-30.
5
SCELTA DEL LIBRO DA TRADURRE
Devo dire che sicuramente molto ha influito, nella decisione di tradurre questo testo, il
viaggio studio di tre mesi che ho effettuato alla fine dell’anno appena trascorso in Giordania.
Il viaggio-studio era organizzato dalla professoressa Lucy Ladikoff.
Ho sempre pensato che per conoscere una lingua non basti soltanto impararne il corretto uso
della grammatica o studiarne a memoria la storia e le tradizioni, così come la letteratura ed i
principali capolavori, per quanto edificante e costruttivo possa essere. Vivere una lingua sul
posto è un’esperienza di tutt altro genere…. Come dicono gli arabi, ogni lingua è un
uomo…..kullu lisanin insan
L’impatto, ammetto, non è stato dei più facili. Più volte è stata forte la tentazione di mollare
tutto, cedere davanti all’evidenza che le nostre culture sono davvero distanti e che lo sono
soprattutto per una donna che vi si avvicina cosciente di quante libertà, a cui normalmente è
abituata, le sono qui invece impassibilmente negate.
Per fortuna non ero sola, avevo al mio fianco gli altri compagni di corso, affascinati come
me da quella cultura che avevamo sempre e soltanto ammirato dalle pagine dei libri studiati
nel corso degli anni.
Inoltre, sul luogo qualcosa è scattato. Forse l’orgoglio personale voleva dare prova di sé e
dimostrare di poter adattarsi a vivere in una condizione difficile e molto diversa dalla propria.
In fondo questa cultura, che più volte e per diversi motivi mi aveva affascinata, aveva fatto
nascere in me una curiosità che ormai era tempo di soddisfare.
Già prima di partire alla volta della Giordania la Professoressa Ladikoff mi aveva suggerito
questo testo: “Una figura cara a tutte le donne arabe, sentivo la sua storia recitata alla radio
nelle notti di Ramadan”. Mi disse lei stessa.
Una volta sul posto ho capito quanto questa figura femminile fosse cara all’immaginario
collettivo della cultura araba.
Per questo Shajarat al-Durr, la protagonista del libro, ha catturato così tanto la mia attenzione
e mi ha dato spunto per farla conoscere ad altri. Il tutto attraverso un testo che la riguarda,
anche se narrato in toni romanzati. Ho tradotto il libro per intero, tranne per pochi passi che
la Professoressa ha ritenuto ripetitivi
8
.
8
Il libro fa parte di una collana dedicata a figure storiche romanzate della cultura araba. Il presente volume è a
cura di:
6
La sua storia dimostra come sia stata in grado di accentrare il potere nelle proprie mani e,
soprattutto, di acquistare la benevolenza dei propri sudditi.
Dottor ‘Izz al-Dīn Isma‘īl; Dottor Ahmad Kamāl Zakī; Dott.ssa Nabīlah Ibràhīm; Poeta Salah-al-Sabbūr; Poeta
Mu‘ìn Bseisū; Professor Farūk Khurshīd; Professor ‘Abd al Mun‘im Shumays; Professor Fādil al-Sibā‘ī;
Professor Ahmad Sa‘īd Muhammādiyah; Professor Khalīl Hindawi. Beirut, Dar al-Awdah, 1975.
7
CONTESTUALIZZAZIONE STORICA
Shajarat al-Durr
9
è una delle poche figure femminili rilevanti nella storia del governo
islamico. All’interno di esso questa ambiziosa donna, partendo dalla posizione sociale di
schiava, è riuscita ad arrivare al titolo di sultana del regno d’ Egitto, anche se per un breve
periodo, e all’interno di esso ha svolto numerosi ruoli, influenzando intensamente il sistema
di corte in cui ha vissuto.
Il periodo storico di cui si parla è quello della dinastia Ayyūbide. Gli Ayyūbidi succedettero
nel 1170 D.C. ai Fatimidi e governarono l’Egitto, la Siria, Mesopotamia e Arabia Meridionale
fino alla prima metà del XIII secolo.
10
Il fondatore della dinastia fu Salah al-Dìn al-Ayyūbi, meglio conosciuto in Occidente con il
nome di Saladino, comandante militare di origine curda che assunse il controllo dell’Egitto
dopo la morte dell’ultimo califfo Fatimida nel 1171 D.C.
“Il Saladino fu uno dei più grandi condottieri della storia araba, non solo per la sua grandezza
in campo militare, ma anche per la sua umanità e grandezza d’animo. Egli seppe distinguersi
dai monarchi della sua epoca perché fu capace di restare umile tra gli umili anche quando
consapevole di essere il più potente fra i potenti. E’ risaputo il suo disprezzo per il lusso e le
comodità, tanto che spontaneamente rinunciò ai favolosi palazzi dei Califfi per stabilirsi in
residenze decisamente più modeste […] Quando i Crociati attaccarono l’Egitto e bruciarono
parte del Cairo, il Saladino la fortificò e costruì la Cittadella importando la sua idea di città,
decisamente lontana da quella che era stata fino ad allora sotto i Fatimidi. Egli volle una città
protetta da solide mura e ben difesa, ma non ristretta alle soli classi ricche; aprì così le porte
alla popolazione e lasciò che la gente si insediasse attorno alla città reale.
Fece inoltre costruire cinque “madrasa” (scuole), una moschea, alcuni ospedali ed introdusse i
Mamelucchi
11
, schiavi Turchi provenienti dalla regione del Mar Nero.
12
9
Shajarat al-Durr è menzionata come figura che ebbe un’ importanza storica nell’epoca ayyūbide in:
Enciclopedia dell’Islam, Ed. Brill 2000 p. 176; Amin Maalouf, Le crociate viste dagli arabi, Torino, edizioni
S.E.I., 1995 p. 260-261 ; Philip Hitti, Storia degli arabi, Firenze, La nuova Italia Editrice, 1966, p. 752.
Tutti i summenzionati testi non riportano la sua data di nascita, mentre si hanno fonti certe per quello che
riguarda la data della morte: 1257.
10
Fatimidi: dinastia musulmana che regnò in Africa settentrionale nel X secolo e successivamente in Egitto dal
973 al 1171. Il nome della dinastia deriva da quello di Fātima, figlia di Maometto e moglie del quarto califfo
‘Alī, cugino del Profeta. Cfr. La Grande Enciclopedia Peruzzo Larousse, Peruzzo editore, Milano, 1984.
8
Il Saladino non restò molto a lungo al potere, il suo regno durò fino al 1193 D.C. In seguito
alla sua scomparsa l’impero fu smembrato e diviso tra i tre figli più grandi: uno si impossessò
dell’Egitto, un altro di Damasco e il terzo della Mesopotamia. Fortunatamente gli altri
numerosi figli erano troppo piccoli per poter rivendicare altri possedimenti. Il Saladino
lasciava però anche due fratelli e numerosi nipoti e fu solo dopo nove anni di combattimenti
che il regno si sarebbe nuovamente unito sotto ad un unico capo: il fratello al-Adil
13
. Costui
non possedeva il carisma e la strategia del fratello, ma era comunque un bravo
amministratore; tentò di portare aventi le lotte contro i Crociati e sotto di lui il popolo visse un
periodo di pace e serenità […]
Nel 1218 D.C. alla notizia della presa della città di Damietta
14
morì per un attacco di cuore.
Ad assumere le redini del comando fu il figlio al-Kamil
15
, nipote del Saladino, che portò
avanti la quinta crociata. Questo sovrano strinse una profonda amicizia con l’imperatore
d’Occidente Federico II
16
, caratterizzata da una sincerità e una stima reciproca […]
A causa di una serie di equivoci e di ritardi d’azione i due si trovarono opposti nella lotta per
il possedimento di Gerusalemme. Riuscirono a raggiungere un accordo, senza dover
combattere, con il quale l’imperatore prese il possesso della Città Santa e al-Kamil venne
11
In arabo: al-Mamālīk è il plurale di mamlūk che significa “posseduto”. I Mamelucchi erano una stirpe
musulmana di origine turca, raccolta dai sultani ayyūbidi d'Egitto per formare milizie a loro devote. Divenuti in
breve tempo una potenza militare e politica, estremamente compatti e determinati, i Mamelucchi si
impadronirono progressivamente dell’Egitto, e mantennero il controllo della regione fino all’arrivo dei
dominatori ottomani, nel XVI secolo. A Gerusalemme, i sultani mamelucchi diedero un grandioso impulso al
rinnovamento architettonico e urbanistico della città; sotto la loro amministrazione la Città Santa fiorì come
centro di pellegrinaggio e luogo d’incontro tra carovane di mercanti provenienti dai più lontani punti dell’Europa
e del Medio Oriente.
Tra i sultani mamelucchi più degni di menzione figurano: Qutuz (1259-1260), che nel suo brevissimo regno
fermò i mongoli nella battaglia di Ain Gialut in Siria (1260); Baybars (1260-1277), che annientò gli ultimi
possedimenti crociati nel vicino Oriente; e Qalawun (1279-1290), che impose il dominio egiziano sull'intera
Siria. Il loro ultimo sultano, Tuman bey, fu messo a morte dagli ottomani, che nel 1517 occuparono l'Egitto.
Anche sotto gli ottomani i mamelucchi mantennero comunque buona parte del loro potere fino a condizionare
l'operato dei pascià rappresentanti della Sublime porta. Alla fine del XVIII secolo opposero accanita resistenza
all'invasione francese, ma, sconfitti da Napoleone alle Piramidi, furono sterminati nel 1811 dal nuovo signore
dell'Egitto, Mehmet 'Alî. La Grande Enciclopedia Peruzzo Larousse, Peruzzo editore, Milano, 1984
12
Sarà proprio da questa classe sociale che Shajarat al-Durr inizierà la sua ascesa al trono, come vedremo nel
testo tradotto.
13
Al-Adil: 1200-1218. Fratello di Saladino, diviene sultano dell’Egitto e della Siria. Nel 1208 accorda privilegi
commerciali a Venezia che firma trattati simili anche con gli Ayyūbidi di Aleppo. Dopo la sua morte l’impero
ayyūbide si frantuma. La pietra nera, Younis Tawfiq, Ananke, Torino, 2001, p. 72.
14
In italiano è Damietta, in arabo è Dimiāt, importante porto sulla costa orientale del mediterraneo egiziano.
15
Sultano ayyūbide d’Egitto, Muhammad al-Kamil, nipote (figlio del fratello al-Adil I°) del noto Saldino ossia
Salàh al-Din al- Ayyūbì. Cfr. tabella della Dinastia degli Ayyubidi p. 84. Cfr. Philip Hitti, Storia degli arabi,
Firenze, La nuova Italia Editrice, 1966, p. 751
16
Federico II di Hohenstaufen: 1194-1250. Proclamato re di Sicilia all’età di tre anni, Federico fu allevato alla
corte di Palermo sotto la tutela di Papa Innocenzo III. Nel 1212 l’imperatore Ottone IV cerca di conquistare la
Sicilia e il Papa patrocina la candidatura del suo pupillo al trono di Germania. Due anni più tardi Federico era
padrone dell’intera Germania. Nel 1128 si imbarcò per la Terra Santa, ma invece di conquistarla a viva forza,
egli negoziò con il sultano ayyūbide al-Kamil ed ottenne da lui la cessione di Gerusalemme, Nazareth e
Betlemme. La Grande Enciclopedia Peruzzo Larousse, Peruzzo editore, Milano, 1984.
9
accusato di tradimento. Il destino della Città Santa prese una direzione ancora diversa quando
venne invasa nel 1244 dagli uomini della nuova minaccia in Oriente: i Mongoli
17
. Federico
non si interessò di questa causa, ma decise di avvisare comunque il figlio di al-Kamil, signore
d’Egitto dal 1238, dell’imminente arrivo del re di Francia Luigi IX
18
.”
Il resto delle notizie storiche, che per chiarezza introduco qui in modo sommario, sono state
ricavate dal testo stesso.
Il detto sultano era Sālih Najm al-Din al-Ayyūbi
19
, a cui si deve l’ampliamento delle forze
Mamelucche all’interno del corpo militare d’Egitto. E fu proprio tra gli schiavi Mamelucchi
che questo Sultano acquistò per il suo harem la schiava, poi concubina e in seguito moglie e
futura regnante Shajarat al-Durr.
Fu grazie al sultano al Sālih Najm al-Din e a sua moglie che i Mamelucchi divennero una
forza indispensabile in quel periodo e una parte fondamentale della storia d’Egitto. Il Cairo
allora si riempì sempre di più di soldati ed emiri appartenenti a questa classe sociale.
Nel 1248 D.C. il sultano venne catturato da suo cugino Al-Nasir, che regnava in Giordania e
Shajarat al-Durr, per amore e fedeltà, seguì il marito fino alla fortezza di al-Karak in cui era
rinchiuso e qui diede alla luce il loro figlio al-Khalil. Un anno dopo il sultano venne rilasciato
e insieme ritornarono verso il Cairo, dove Shajarat al-Dur venne designata moglie del sultano
al Sālih Najm al-Din al-Ayyūbi.
In quel periodo intanto i Crociati stavano portando avanti la loro campagna sulla foce del
fiume Nilo grazie alle guarnigioni dei Franchi sotto la guida di Luigi IX e stavano aspettando
la giusta occasione per poter prendere possesso del Cairo. Infatti il re francese non si diresse
immediatamente verso le coste egiziane, ma si insediò a Cipro cercando di concludere
un’alleanza con i Mongoli per accerchiare il mondo arabo.
17
Tribù nomadi asiatiche provenienti dalle steppe della Mongolia e della Manciuria, che nel XIII secolo
crearono un impero esteso dal Mar Baltico all’Oceano pacifico. Cfr. Enciclopedia Storica, a cura di Massimo L.
Salvadori, con la collaborazione di Francesco Tuccari, Bologna, Zanichelli editore, 2000.
18
Luigi IX: 1214-1270. Divenuto re a 12 anni, Luigi IX viene proclamato maggiorenne soltanto nel 1234. Fino a
quel momento la reggenza è affidata alla regina madre, Bianca di Castiglia ( 1188-1252). Nel Dicembre 1244
Luigi IX organizza la settima crociata. La spedizione, iniziata felicemente con la presa di Damietta, si conclude
con la cattura del re, che recupera la libertà solo a prezzo della restituzione di questa città e del pagamento di un
forte riscatto. La Grande Enciclopedia Peruzzo Larousse, Peruzzo editore, Milano, 1984.
19
1206-1249. Ultimo grande sultano degli Ayyūbidi. E’ stato il creatore del corpo dei Mamelucchi al-Bahri,
che hanno avuto un ruolo chiave nella formazione del regime seguente. Nel 1228 venne proclamato sultano
d’Egitto.
10
La giusta occasione sembrò presentarsi quando il 23 Novembre 1249 D.C. il sultano morì a
causa di una forte febbre. I Franchi
20
ottennero un successo decisivo: Damietta cadde e la sua
caduta seminò sgomento nel mondo arabo, lasciando trapelare l’indebolimento dei successori
del Saladino. Dopo questa conquista i Franchi lasciarono Damietta per dirigersi verso al-
Mansura
21
. Shajarat al-Durr decise però, grazie all’aiuto di Fakhr al-Dīn, capo della guardia
Mamelucca e di Jamāl al-Dīn, capo degli eunuchi al servizio del sultano, di tenere nascosta la
notizia della morte del sultano e di prendere in mano le decisioni del regno d’Egitto. Riuscì a
mantenere il segreto per un tempo sufficientemente lungo da far arrivare in patria il figlio più
grande del sultano, Turān Shāh, avuto dalla prima moglie del suo defunto marito, il quale salì
al potere il 19 Febbraio del 1250 D.C.
Le forze Mamelucche riuscirono a sconfiggere le truppe di Luigi IX nel Febbraio del 1250
D.C. a Mansura e a catturare il re francese e i suoi uomini. Luigi IX decise allora di negoziare
e scrisse a Turān Shāh, appena giunto in Egitto, che era disposto a restituire Damietta in
cambio di Gerusalemme. Ormai era troppo tardi per accettare queste condizioni. Centinaia di
navi franche erano state catturate e centinaia di squadroni battuti; Luigi IX venne catturato ed
imprigionato ad al-Mansūra.
Nonostante questa vittoria Turān Shāh era prossimo alla caduta poiché i Mamelucchi,
principali fautori della vittoria sui Franchi nell’assedio del Cairo, volevano poter assumere un
ruolo determinante nel governo del paese. Il sovrano voleva però approfittare del prestigio
riacquistato per mettere i propri uomini agli incarichi di responsabilità.
Tre settimane più tardi un gruppo di Mamelucchi guidati dall’ufficiale turco Baybars
22
decise
di passare all’attacco e il 2 Maggio 1250 D.C. facendo scoppiare una rivolta. Turān Shāh fu
ucciso senza pietà.
20
Gli Arabi con il termine Franchi indicano tutte le popolazioni provenienti dall’Europa. Cfr. Vocabolario arabo-
Italiano, Roma, Istituto per l’Oriente, 1993. In Occidente invece il termine Franchi indica l’insieme delle tribù
germaniche che diede il nome alla Gallia Romana dopo averla conquistata, nel V e VI sec. D.C. La Grande
Enciclopedia Peruzzo Larousse vol. VIII Milano, 1984.
21
Città situata sulle rive del Nilo, fondata nel 1120 D.C. dal sultano al-Kamil. Il suo nome significa “La
Vittoriosa”.
22
Baybars: 1223- 1277 Quarto sultano mamelucco . Schiavo turco d'origine, entrò nell'esercito egiziano
distinguendosi per doti di comando nella battaglia di El-Mansūra (1250), che portò alla vittoria contro i crociati e
alla cattura di Luigi IX di Francia. Salì al trono nel 1260 in seguito a una congiura di palazzo che aveva
provocato la morte del sovrano legittimo. Riorganizzò la struttura statale e rinnovò l'unità di comando del tempo
di Saladino. Passò circa metà dei suoi diciassette anni di regno lontano dal Cairo, impegnato in campagne
militari contro Mongoli e ismailiti, contro la setta degli Assassini e soprattutto contro i crociati che da lui furono
sconfitti, tra il 1265 e il 1271, in 21 battaglie; in seguito alla sua azione il Principato di Antiochia cessò di
esistere e il Regno di Gerusalemme fu ridotto a una stretta fascia costiera. Enciclopedia storica Zanichelli
Editore, Bologna, 2000, p. 147.