6
Nonostante ciò, ritroviamo somiglianze fra i due autori, ad esempio la
definizione di livello esterno acritico ed interno
3
data da Miceli,
corrispondono rispettivamente alla Musique de fosse - empatique
4
e
alla Musique d’écran
5
per Chion. Si ritiene allora che i due approcci
differiscano per la posizione nei confronti del valore dato alla musica
per film o ai suoni-rumori, nel senso che Miceli pone maggior
attenzione alla prima, inoltre aggiunge un terzo livello, il livello
mediato, e dà valore al Leitmotiv, mentre Chion conferisce valore a
tutto ciò che è suono.
E’ proprio il livello meta-diegetico, che Cristina Cano inserisce
nella funzione discorsiva
6
, un punto di contatto tra Sergio Miceli e la
studiosa.
A differenza di Miceli e Chion la musicologa propone un’analisi del
sonoro nel cinema in riferimento ad un modello pragmatico
7
.
Nel film The Company sarà la macro-funzione comunicativa a
risaltare rispetto alle altre (motorio-affettiva e di socializzazione), e di
conseguenza l’aspetto simbolico e semantico.
Il seguente lavoro si articola in quattro capitoli.
Il primo introduce il film The company, non solo attraverso una
sinossi, ma anche con l’esposizione delle caratteristiche e della storia
dei balletti (viene presentato il Joffrey Ballet ed alcune figure
3
Cfr. cap 4
4
“Partecipa direttamente alle emozioni dei personaggi, vibra in simpatia con essi”
M. CHION, Le son au Cinéma, cit. pp.122-123, citati in Miceli Sergio, Musica e cinema nella
cultura del novecento, Sansoni, Milano, 2000, pag. 379
5
La sorgente è “al presente e nel luogo dell’azione”.
Ibidem, Op cit. pag. 379
6
Cfr. cap. 3
7
Si fa riferimento alla pragmatica, che, insieme alla semantica e alla sintattica, è una delle tre
aree appartenenti alla semiotica, quindi allo studio degli effetti pragmatici, come processi di
scambio e comunicazione, basandosi sul fatto che la comunicazione influenza il
comportamento umano (questo concetto contraddistingue appunto la definizione di
“pragmatico”)
7
importanti, quali Nikolais e Van Dyke Parks), inoltre approfondisce il
rapporto di Altman con la musica in relazione ad altri film del regista.
Il secondo tratta l’analisi dal punto di vista di Michel Chion, del
quale si prenderanno in esame solo alcuni elementi teorici. Verranno
osservate in particolare due scene, tenendo conto della sua
metodologia, relativamente a questa vi sarà una catalogazione degli
elementi sonori dominanti (voce, musica, rumore), saranno
determinati i sincroni ed avverrà una comparazione di suono e
immagine. Si procederà quindi con l’analisi narrativa, che risulta
importante sul piano narrativo in relazione a ciò che vedo e sento.
Nel terzo capitolo sarà il modello pragmatico di Cristina Cano a
permettere l’approfondimento della componente sonora, in particolare
dal punto di vista dell’influenza che la musica ha sul comportamento,
sulle emozioni. In questo caso la scena prescelta dà spunto a
riflessioni sulle tematiche dualistiche altmaniane.
Il quarto capitolo invece conduce l’analisi sonora attraverso lo
schema dei tre livelli miceliani, quindi, partendo dal concetto di
diegesi, la musica viene esaminata più in generale sia nel film che nel
particolare nella scena presa come esempio.
8
Capitolo 1 - The Company
1.1. Introduzione
Si ritiene che The Company non si possa definire del tutto un
film “a più voci”
8
, come ad esempio America Oggi (1993), indicato
dalla critica come opera corale. Nonostante si narrino più vicende
personali, tutto sembra focalizzarsi sulla figura di Ry. Né tanto meno
un documentario sulla danza. L’intreccio è distribuito in modo
frammentario e si pone come un intermezzo tra i balletti. Per questa
ragione il film risulta non sufficientemente narrativo e, nello stesso
tempo, non abbastanza sperimentale per essere definito un film
“puramente visivo” (basato totalmente sulle immagini).
The Company di Altman appare come un'opera sfuggente e
proprio per questo si ricollega alla precedente produzione
altmaniana.
9
La storia, volutamente lenta, anche se si presenta con
alcuni momenti alti di «cinema di poesia»
10
stenta a decollare. La
trama appare quasi assente e i protagonisti cessano d’essere tali,
infatti, durante la visione, lo spettatore prende atto che la
8
Per film a più voci si intende un film che non ha un solo protagonista, ma più personaggi,
corale.
9
La prima rottura infatti attuata da Altman nei confronti del tessuto Hollywodiano è quella fatta
sui generi. Durante la sua carriera Altman affronta ogni forma di cinema e tecnicamente è in
grado di rendere al meglio ognuna di esse, ma allo stesso tempo stravolge ogni struttura: dal
poliziesco al triller, dalla commedia al western. Realizza film di fantascienza spaziale (Conto alla
rovescia), di fantascienza socio-orrifica (Anche gli uccelli uccidono), di triller psicologici (Quel
freddo giorno nel parco e Images), di guerra (M.A.S.H.), western (I compari), un noir (Il lungo
addio), un gangster film (Gang), una commedia (California poker), un musical (Nashville), un
jazz-film (Kansas city), ecc. Ma, secondo Emanuela Martini, “nessuno di questi corrisponde, se
non minimamente al genere cui in superficie si richiama”
EMANUELA MARTINI, Il lungo addio, l’America di Robert Altman, Lindau, Torino 2000, pag 45
10
Termine coniato da Pierpaolo Pasolini in PIERPAOLO PASOLINI, Empirismo eretico, Garzanti
1972. Pasolini ha cercato un’osmosi fra cinema e poesia, tentando una ri-fondazione di un
nuovo linguaggio con sperimentazioni linguistiche.
9
protagonista in assoluto è la Danza; le immagini ed i suoni sono il
punto focale del film.
Da qui si capisce l’importanza dell’analisi sonora del film.
Le due componenti, Musica e Immagine cinematografica, sono
coadiuvate da una terza forma artistica: la Danza, unione di cinesi e
musica. Viene così a crearsi una sorta di triangolo: nel quale in alcuni
momenti il sonoro genera il gesto, in altri il gesto genera l’immagine,
in altri ancora è l’immagine a generare il sonoro. Un esempio di
questo ultimo caso lo troviamo nel balletto The Blue Snake, nel quale
la coreografia viene realizzata, in modo anomalo, prima delle
musiche.
Inoltre c’è da considerare anche un altro elemento: il modo in
cui Altman propone la danza come arte figurativa in relazione al
cinema. Il fatto che la macchina da presa inquadri anche le quinte,
ma non in modo “ordinato e tradizionale”
11
, bensì violento, crudo,
caotico, ha dato tridimensionalità alla danza, sia in senso spaziale che
psicologico, rivelandone ogni aspetto, come manifesta lo stesso
Altman: «… ruotando intorno ai ballerini, posizionando la macchina da
presa sopra e sotto di loro. Il risultato è mostrare ciò che il pubblico
normalmente non vede»
12
.
Nonostante la presenza dominante della danza, il film non può
essere considerato un Musical
13
, né un film opera
14
.
Non ci sono inoltre affinità con altri film di danza. Come riporta la
giornalista Lietta Tornabuoni:
11
Per tradizionale si intendono tutte quelle convenzioni tecniche tipiche del documentario, del
musical e del film tematico sulla danza.
12
http://www.35mm.it/articoli/articolo.jsp?idArticolo=28158
13
Combinazione specifica di musica, di canti e di coreografia, articolate da una forma di
racconto, icona di questo genere sono i film di Fred Astaire e Ginger Rogers
14
Riduzione cinematografica di opere liriche o sinfoniche, come ad esempio, Il flauto magico
(1975) di Ingmar Bergman
10
'The Company' di Robert Altman non somiglia ad altri film di
danza e di grande successo: non al classico melodramma 'Scarpette
rosse' (1948) di Michael Powell ed Emeric Pressburger, nè allo
psicodramma 'A Chorus Line' (1985) di Richard Attenborough tratto dal
musical di Dante-Kirkwood, nè a 'Saranno famosi' (1980) di Alan Parker
che dette origine alla fortunata serie televisiva su sogni, lotte, fallimenti
di aspiranti ballerini e neppure ad 'Amici', il programma televisivo di
Canale 5 che mette alla prova ragazze e ragazzi che vogliono cantare o
danzare. (...)
15
Proprio per questo possiamo dire che Robert Altman ha rappresentato
un nuovo modo di fare cinema sulla danza.
Per comprendere il film di Altman è utile riflettere sul modo di
fare cinema e su ciò che De Bernardinis definisce allegoria Altaniana e
che l’autore inserisce nell’ottica della riscrittura
16
. Ma, si ritiene, che
nella stessa ottica possa essere inquadrato anche il concetto di
improvvisazione
17
e quello di documentario
18
cari all’autore. Il
soggiorno degli attori sul set, voluto dal regista, risponde infatti da un
lato alla volontà documentaristica, dall’altro a quella di riscrittura
mediante l’improvvisazione: ad Altman spetta solo il compito di
riprendere e di riflettere sul procedimento
19
.
15
LIETTA TORNABUONI, La Stampa, 27 marzo 2004
16
Flavio De Bernardinis introduce Altman e lo definisce come il cineasta che più di ogni altro si
avvale di questa logica e che sfrutta a pieno il mezzo cinematografico. “L’allegoria è un’opera di
riscrittura: il cinema, […], è arte allegorica poiché riscrive il mondo servendosi di immagini
concrete in successione”
FLAVIO DE BERNADINIS, Robert Altman, Editrice Il Castoro, Roma 1995, pag. 10
17
Altman stravolge le sceneggiature e ne risulta che la scrittura dei testi altmaniani “sembra
continuare ininterrotta anche durante le riprese”. Agli stessi attori viene richiesta
l’improvvisazione di dialoghi, come ad esempio alla protagonista di Images, ma soprattutto in
The Company ai ballerini è richiesto di non recitare ma di vivere ciò che essi sono nella realtà.
EMANUELA MARTINI, Il lungo addio, l’America di Robert Altman, Lindau, Torino 2000, pag 46
18
Il documentario si avvale di un lungo soggiorno sul set, che ritroviamo anche in The
Company, Barbara Turner insieme a Neve Campbell hanno vissuto insieme alla compagnia per
due anni.
19
Come lui stesso afferma: “Il mio compito non è quello di creare un’opera d’arte, ma solo di
rifletterne il procedimento”
FLAVIO DE BERNADINIS, Robert Altman, Editrice Il Castoro, Roma 1995, pag. 12
11
L’allegoria Altmaniana si nota soprattutto nella simbologia
utilizzata
20
. Nel film in questione, ad esempio, la vita della
protagonista Ry riflette l’esistenza di ogni qualsiasi ballerina, è
simbolo di una vita fatta di sacrificio, di rinunce, di dolori dopo un
balletto, di doppio lavoro per mantenersi, di condivisione di
appartamenti sovraffollati, di sconfitte, ma anche di quotidianità.
Inoltre, nonostante i personaggi vengano visti da vicino, nella loro
interiorità, sono di fatto anonimi e hanno il compito di rappresentare
la realtà, di appunto “ri-scriverla”.
La frammentarietà, l’imperfezione dell’intreccio, l’incertezza
della struttura narrativa fanno parte della dimensione allegorica, così
come l’uso di alcune tecniche di montaggio: l’overlapping
21
, il
montaggio alternato
22
e l’uso dello zoom
23
.
20
Riconosciamo la dimensione simbolica nei film di Altman, ad esempio Streemers rappresenta
“il senso stesso della violenza e delle sue emanazioni”, Buffalo Bill è simbolo dell’America,
“sedentaria, pigra, in continuio falso movimento, come il più rappresentativo dei suoi
frontiersmen”.
DAVIDE D’ALTO, Robert Altman. Dal teatro al cinema, Ed. Falsopiano, Alessandria 2001,
pagg.118, 149, 110
21
Gianni Rodolino definisce Overlapping la sovrapposizione indifferenziata di voci, suoni e
rumori. Egli distingue un overlapping dialogue ed un overlapping editing. In particolare, in The
Company, l’overlapping può avvertirsi nei dialoghi, overlapping dialogue, ad esempio nel
chiacchiericcio che si sovrappone alla voce centrale durante le prove, ma anche nella scena del
temporale, alla quale si farà riferimento in seguito, dove il dialogo del pubblico e di mister A. si
sovrappongono alla colonna sonora. Oppure si può avvertire l’overlapping editing, definito da
Rodolino e Tomasi, come “un particolare effetto di montaggio dove la parte finale dell'azione
rappresentata in un piano viene nuovamente mostrata in quello successivo.” quando la scena
finale del balletto Light rain si ritrova nel video del balletto My funny Valentine, durante le prove
con Lar Lubovitch.
GIANNI RODOLINO, DARIO TOMASI, Manuale del Film, Utet, Torino 1995, pagg.155, 203
22
“Il montaggio alternato : alterna inquadrature di due o più eventi che si svolgono in luoghi
diversi ma, di solito, simultaneamente e che sono destinati a convergere in uno stesso spazio”.
Il montaggio alternato è una tecnica utilizzata da Altman per evidenziare il personaggio. In The
Company, dopo lo spettacolo del passo a due My funny Valentine, Ry è a casa sua e viene
inquadrata in alternanza ad un ballerino che si sta esercitando da solo, dopo che tutti sono
andati via dalla scena. Si alternano le inquadrature dei due.
GIANNI RODOLINO, DARIO TOMASI, Manuale del Film, Utet, Torino 1195, pag.155
23
“Lo zoom ristabilisce un rapporto tra piano e sfondo, sospingendo in avanti il primo piano di
cui si dà l’impressione che è decisamente lì. Io voglio creare la sensazione che vi sia qualche
cosa che accade fuori dall’inquadratura, ossia che la vita continua all’intorno”
FLAVIO DE BERNADINIS, Robert Altman, Editrice Il Castoro, Roma 1995, pag. 35
12
1.2. Sinossi del film
The Company di Robert Altman, USA 2003, esce in Italia il 26
Marzo 2004 (durata: 112 minuti). Documenta le vicende di una
compagnia, la Joffrey Ballet di Chicago, seguendone gli spettacoli, le
prove e il vivere quotidiano, nel corso di una stagione.
Il film si apre con una voce fuori campo, che attira l’attenzione
dello spettatore, e lo introduce al primo balletto, Tensile Involvement.
Immediatamente dopo viene presentata la personalità principale della
storia, Ry, la quale ha appena scoperto che il fidanzato Frankie l’ha
tradita con un’altra ballerina della compagnia, Noel.
Ry, interpretata da Neve Campbell, riesce a diventare prima ballerina
nel balletto My funny Valentine, grazie all’infortunio di Maia, secondo
un cliquè consolidato, ma nonostante la gioia del debutto ed il
successo, è ancora scoraggiata dal peso delle difficoltà da affrontare,
dal lavoro notturno che deve svolgere per mantenersi, dalla
situazione familiare che non le dà la stabilità necessaria ad
fronteggiare gli ostacoli. Tutto ciò sino all’arrivo di Josh (James
Franco), figura che non rientra nel suo habitat quotidiano, non è un
ballerino, bensì un cuoco. Le fanno da contorno i familiari, in
particolare la madre, chiacchierona ed eccentrica, che, con un fare
tipico dell’ambiente melodrammatico, incoraggia la figlia a proseguire
la sua carriera.
Intorno a Ry ruotano altri personaggi di rilievo come ad
esempio lo stravagante Mister A. (Malcom McDowell), direttore della
compagnia, che impartisce forti pressioni, fisiche e psicologiche, sui
ballerini. Figura carismatica e guida insostituibile, ama e si cura dei
suoi allievi, li rimprovera, insegna loro con singolare capacità
comunicativa a lavorare sodo, ad esprimersi attraverso il ballo.
13
Diventa anche personaggio comico, quando in contrasto con i suoi
allievi, “fugge” velocemente fuori scena fingendo improvvisi impegni…
Ma nei momenti di maggior intensità è anche uomo di grande
umanità, sempre preoccupato per i suoi ballerini: durante le prove
quando teme che inciampino, o durante il temporale quando si
preoccupa che non scivolino, o quando ricorda, indirettamente, gli
artisti scomparsi a causa dell’AIDS, o quando ancora ricerca i fondi
per la sopravvivenza della compagnia. Dovrebbe rappresentare il
direttore artistico Alberto Antonelli, personaggio ispirato a Gerald
Arpino, fondatore nel 1956 insieme a Robert Joffrey della compagnia.
Le figure che ruotano intorno a Ry naturalmente sono i ballerini
del Joffrey Ballet, come ad esempio Alec, di carattere forte e
determinato, al quale si contrappone invece il fragile Justin che sarà
escluso dal balletto finale The Blue Snake; il giovane principiante
John, che come Ry, non ha vita facile: senza casa e quindi costretto
a trovare quotidianamente un luogo ove passare la notte. Poi c’è
Deborah, la ballerina più anziana della compagnia (43 anni) che è un
punto di riferimento, sia per i più giovani allievi, che tendono ad
emularla, sia per il direttivo che ne prende in considerazione pareri e
critiche, ma che si dimostra spesso contraria alle innovazioni
apportate ai ballerini nel momento in cui vengono riproposti e ripresi.
Chiude il film e la stagione, il balletto The blue snake, che,
attraverso applausi, acclamazioni dei ballerini e l’infortunio di Ry, che
viene sostituita a sua volta da un’altra ballerina, ci riconduce in
maniera ciclica all’inizio del film.
Sostanzialmente le maglie dell’intreccio sono stereotipi:
infortunio, lavoro notturno, ballerini squattrinati che dormono per
terra, come se il regista avesse voluto tessere innanzitutto
un’antitrama.