4
Con il trascorrere del tempo si è trasformata, assecondando le esigenze dei
soggetti che la praticano. Costoro possono essere pescatori isolati od associati
ad altri pescatori, cooperative o consorzi di cooperative, oltre che piccole,
medie, grandi imprese che praticano la pesca d’altura. Queste ultime sono
organizzate secondo le diverse forme giuridiche della società marittima
3
.
Tale settore è proprio caratterizzato dalla coesistenza delle forme di esercizio
arcaiche con quelle modernissime, essendo la pesca esercitato in forme assai
diverse
4
.
necessità di ammortamento in tempi medio – lungo anche nell’ attività di lavorazione del pescato, date
tali problematiche, a partire dagli anni venti lo Stato si è interessato a forme di intervento che potessero
comportare un ausilio finanziario al settore. Si veda R. CARAPELLESE, Evoluzione e prospettive del
credito peschereccio in Italia, in Risparmio, Milano, 1988, p. 1137.
3
M. TONDO, voce I Crediti speciali, in Enciclopedia della Banca e della Borsa, Roma – Milano, 1967,
p. 575. Tuttavia le marinerie riflettono le caratteristiche di un settore ancora prettamente artigianale, dove
gli operatori svolgono la loro attività in condizioni difficili e rischiose, con esiti economici talvolta
incerti, www.fieradellapesca.it, Fiera internazionale della pesca, Ancona 23 – 26 maggio 2002.
4
Abbiamo il << pescatore isolato >>, il quale lavora con la sua barca o nollegiata, pesca con i suoi
arnesi, porta il pescato all’incettatore e nelle ore intermedie si occupa della manutenzione della barca e
degli arnesi. Mentre il << pescatore associato >>, fa in comune quello che da solo fa il singoli pescatore,
lavora con gli altri pescatori o membri della famiglia, avendo in comune barca ed attrezzi. In argomento
A. GIANNINI, I crediti speciali, Milano, 1960, p. 87. Accanto a queste diverse forme di esercizio, vi
sono anche i pescatori riuniti in cooperative, le quali delle volte possono essere riunite, a loro volta, in
consorzi, ovvero colonie di pescatori che cooperano in mare come in terra, adoperando barche
motorizzate e facendo spedizioni collettive. Si veda R. LABADESSA, I consorzi tra cooperative di
pescatori, in Rivista della cooperazione, 1956, Roma, p. 245. Numerosi sono anche i cosiddetti
<< pescatori occasionali >>, che non considerano la pesca come loro unica occupazione, ma anzi è da
loro considerata marginale rispetto ad altre attività. La ricerca di altre forme di guadagno è segno della
scarsa redditività e produttività, di tali imprese impiegate nel settore. Sul punto E. BECARDINELLI,
Realtà e prospettive della pesca italiana, in << informazioni marittime >>, Roma, 1966, p. 463 ss..
Soprattutto è interessante notare, come il più delle volte, il mestiere di pescatore è un lavoro che si
tramanda, sul punto www.meditterraneo.org, Piano didattico. In genere i pescatori sono figli o nipoti dei
pescatori, infatti esistono gruppi famigliari che si dedicano esclusivamente alla pesca, caratterizzati da un
livello di scolarizzazione molto basso. In molti casi la pesca è un processo empirico, che si basa sul
trasferimento di nozioni da una generazione all’ altra. Nell’ ambito del cosiddetto << programma fish –
net >>, è prevista l’istituzione di una rete elettronica tra i pescatori professionisti e le loro organizzazioni
per lo scambio dei dati, informazioni ed esperienze in tempo reale o meno. Tutto ciò è voluto per favorire
le conoscenza e la diffusione delle nuove tecnologie, www.agcipesca.it, Programma fish-net.
5
Per cui è necessario porre in essere un sistema di finanziamento che scoraggi
la formazione di attività marginali, negando, di conseguenza, i finanziamenti
agevolati, quando non si è capaci di dimostrare una capacità economico –
patrimoniale ed organizzativa, che li consenta di esercitare l’ attività
peschereccia.
Visto che il più delle volte tale operatore marginale, destina tali fondi a scopi
diversi a quelli dichiarati, senza, di conseguenza, consentire il miglioramento
di tale difficile comparto.
Settore peschereccio è un settore in cui sono necessari notevoli investimenti
in attrezzature
5
.
Essendo presenti nel settore diverse forme di esercizio, di conseguenza, le
esigenze di finanziamento della pesca sono diverse, asseconda della forme di
estrinsecazione dell’attività.
Per i pescatori riuniti in cooperative, ad esempio, abbiamo il credito alla
cooperazione.
Il credito alla pesca arriva attraverso la cooperazione, ambito in cui l’esigenza
5
Infatti, << armare >> una barca, significa porla in condizioni di navigare per pescare. La navigazione e
la pesca sono due momenti importanti, ma rappresentano parte di un’insieme di attività articolate,
comprendenti : impianti di refrigerazione, surgelazione e le attrezzature di un laboratorio che sia idoneo
alla trasformazione del prodotto pescato, in modo da essere destinato ai diversi usi una volta giunto a
terra. Alcuni autori, attuano una classificazione in : << attività peschereccia elementare >> ed
<< esercizio peschereccio moderno >>. L’ << attività peschereccia elementare >> comprende il
pescatore isolato, il quale, delle volte, noleggia la barca dall’acquirente del pescato. Infine abbiamo, l’
<< esercizio peschereccio moderno >>, realizzato da imprese di diversa dimensione, con natura giuridica
propria, adottando le diverse forme giuridiche della società marittima. Sul punto U. MAZZARINI,
Aspetti del finanziamento all’industria della pesca, in Rivista Bancaria, Milano, 1968, p. 448 ss.. Il
pescatore, in genere è dedito esclusivamente all’ attività di pesca. E’ assente dalle sedi decisionali che
riguardano le attività di pesca ed è quasi totalmente all’ oscuro dei cambiamenti normativi e di mercato
relativi al settore. Molto spesso le associazioni di categoria sono l’ unico strumento di informazione e
collegamento con il mondo esterno. La presenza di un’ associazione di categoria è talvolta subordinata
all’ esistenza di un gruppo organizzato di pescatori, come ad esempio la cooperativa,
www.meditterraneo.org, Piano didattico, cit.
6
di credito è maggiore
6
. Diversi sono i fattori utilizzati nella produzione ittica
quali : acqua, lavoro, capitale ed organizzazione
7
. La pesca marina è da
6
A. GIANNINI, I crediti speciali, cit., p. 87 ss.. Esigenze di credito sono minime o del tutto assenti, nel
pescatore isolato, cioè nella cosiddetta forma di esercizio arcaica. Diventano pressanti nelle imprese che
attuano la pesca d’ altura, essendo necessario a bordo, oltre che attrezzature per la pesca, anche impianti
di refrigerazione ed un laboratorio per la lavorazione del pescato. Notiamo come le esigenze di credito
sono varie in termini qualitativi e quantitativi, essendo anche la domanda del relativo credito sempre più
pressante ed in aumento. Invece, si registra uno sfasamento nei riguardi dell’offerta, dovuto alla
trasformazione in << Toto >> degli impianti, delle attrezzature di bordo ed a terra. Dal punto di vista
qualitativo, vi è una pressione della domanda sull’ offerta di credito peschereccio, dovuto all’aumento
delle esigenze finanziarie delle imprese di questo settore. Si veda U. MAZZARINI, Aspetti del
finanziamento all’ industria della pesca, cit., p. 450. Tutto ciò è dovuto a diversi fattori, tra di loro
collegati, come la necessità di creare forme di organizzazione complesse, che in tal modo riescano ad
adattarsi all’ aumento delle dimensioni aziendali e permettano gestioni più convenienti. Dovuto anche al
fatto, che in Italia il settore della pesca professionale è in continua evoluzione, www.fieradellapesca.it,
Fiera Internazionale della pesca, cit.. Abbisogna di strutture adeguate al mantenimento ed alla
riparazione dei natanti, anche la necessità di conservare il pescato in condizioni ottimali. A livello
giuridico, vi è un allineamento nel trattamento dei pescatori a quello dei marittimi, dovuto alla
costatazione che il pescatore si occupano della pesca, ma comunque è un marittimo allineamento che ha
anche interessato i loro compensi.
7
Quando utilizzato è il mare si parla di << pesca marittima >> o << mollischicoltura >>. Si parla di
<< pesca di acqua dolce >> od << interna >>, quando utilizzano fiumi, laghi, bacini montani, stagni.
Abbiamo la << vallicoltura >>, << troticoltura >>, << carpicoltura >> se ad essere utilizzati sono valli,
peschiere, ecc.. Importante è anche il fattore organizzazione, di fatto, nell’ azienda ittica, ch’è ad un
tempo azienda di produzione, di trasporto e mercantile, si dispiega l’ opera dell’ << imprenditore >>, che
organizza la pescagione, combinando nel modo più redditizio il fattore naturale con il lavoro ed il capitale
e ne assume i rischi, sia tecnici che economici. Sul punto M. TROISI, I fattori della produzione ittica, in
Credito peschereccio, Estratto dalla rassegna mensili Il Porto di Bari, Bari, 1956, p. 3 ss.. Vi sono autori
che classificano la pesca in << naturale >> ed << artificiale >>. La pesca << naturale >> e suddivisa in:
<< marittima >>, << di alto mare >> e << costiera >>, ed << di acqua dolce o interna >>. La pesca
<< artificiale >> è anche detta << di stagno >> ed ha per oggetto le acque raccolte artificialmente, chiuse
o chiudibili. Nell’ ambito del nostro ordinamento giuridico, viene definita << pesca marittima >> : <<
ogni attività diretta a catturare esemplari di specie, il cui ambiente naturale od abituale di vita siano le
acque sottoposte alla sovranità dell’ Italia e limitatamente ai cittadini italiani, il mare libero,
indipendentemente dai mezzi che sono adoperati e dal fine seguito>>, www.ramoge.org, Legislazione
dello Stato, disciplina della pesca marittima ( legge 17 febbraio 1982, n. 41 ); conferimento alle regioni
delle funzioni amministrative in materia di agricoltura e pesca e riorganizzazione dell’ Amministrazione
Centrale ( decreto legislativo 4 giugno 1997, n. 1433 ); Gennaio – febbraio 2002. Cfr. CONSIGLIO DI
STATO. Sezione VI, 18 aprile 78, n. 491, Capitaneria di porto Monfalcone c. Sanson, in Consiglio di
7
sempre un’ attività tradizionale, la fonte principale di reddito per gli abitanti
di molte regioni costiere e delle isole in particolare, allo stesso modo
importante, ma meno diffusa, è l’ attività di acquacoltura
8
.
Stato, 1978, I, 672; Foro amministrativo, 1978, I, 765: << Se è vero che l’ articolo 219 del codice della
navigazione, considera pesca marittima, oltre quella che si esercita nel mare, anche quella che si esercita
nelle acque interne, appartenenti al demanio marittimo, la legge 14 luglio 1965, n. 963 ed il decreto del
Presidente della Repubblica 2 ottobre 1968, n. 1639 hanno distinto la pesca che viene esercitata nelle
acque marittime, attribuendone la competenza al Ministero della Marina Mercantile, dalla pesca esercitata
nelle acque interne, ancorché facenti parte del demanio marittimo, attribuendone la competenza al
Ministero dell’ agricoltura e foreste; pertanto, la competenza del Ministero della Marina Mercantile non
trova applicazione per la pesca nelle lagune e nei bacini di acqua salmastra >>. Cfr. CASSAZIONE
CIVILE. Sez. I, 26 febbraio 1991 n. 2053, Amministrazione provinciale Venezia, c. Costantini, Giust.
civ. Mass. 1991, fasc. 2. Foro it. 1991, I,749: << PESCA. LS 14 luglio 1965 n. 963 art. 1 L.. LS 2
ottobre 1968 n. 1639 art. 1 D.P.R.. Ai sensi dell'art. 1 della legge n. 963 del 1965 e dell'art. 1 del
relativo regolamento di esecuzione approvato con d.P.R. n. 1639 del 1968, le lagune e i bacini di
acque salmastre, ancorche' in diretta comunicazione con il mare, sono da considerare acque interne,
agli effetti della distinzione fra pesca marittima e pesca interna e della corrispondente attribuzione
delle competenze amministrative al ministro della marina mercantile ovvero al ministero
dell'agricoltura e delle foreste (ora delle regioni), con la conseguenza che le lagune medesime sono
soggette, anche per quanto riguarda la vigilanza e le sanzioni, alla disciplina della pesca fluviale e lacuale
>>. Cfr. PRETURA MOLFETTA. 17 novembre 1988, De Nichilo c. De Candia, Dir. maritt. 1990, 171
(nota): << PESCA. Marittima. L'attivita' di pesca marittima riveste natura commerciale e non
industriale in quanto quest'ultima consta di una attivita' rivolta alla creazione di una realta' effettuale
nuova che non esiste e non potrebbe prodursi per la stessa via in "rerum natura". La pesca, di contro, si
esaurisce in una apprensione di cio' che gia' esiste ed e' gia', in modo perfetto, creato dalla natura. La
commerciabilita' dell'attivita' di pesca marittima puo' cogliersi, altresi', dall'elemento rappresentato
dall'esercizio della nave, atteso che la navigazione per la pesca marittima implica necessariamente
una attivita' di trasporto per acqua di persone e cose per un fine economico. La rilevanza del
trasporto incide, pertanto, in modo determinante per la collocazione della pesca marittima nella
prospettiva della commerciabilita' >>.
8
Viene considerata attività di << acquacoltura >> : << l’ insieme delle pratiche volte alla produzione di
animali in ambiente acquatico mediante il controllo parziale o totale, diretto o indiretto, del ciclo di
sviluppo degli organismi acquatici>>, www.agcipesca.it, Programma fish-net, cit.. Nell’ ambito del
<< Libro Verde >>, si sostiene che, se davvero si vuole rafforzare l’ attività di allevamento ittico, è
necessario mettere a punto strumenti di credito agevolato, a favore di produttori associati, altrimenti l’
attività di acquacoltura rischia di rimanere un privilegio di società di capitali. Queste sono le sole
attualmente capaci di sostenerne gli elevati costi, www.legapesca.it, Conferenza sul Libro Verde,
Bruxelles, 5 giugno 2001. Cfr. TRIBUNALE BOLOGNA. 15 febbraio 1995. Soc. Agrobiotec System. c.
Soc. Finanziaria padana. Riv. dir. agr. 1996,II, 168: << AGRICOLTURA. Sono soltanto propedeutiche
8
all'esercizio dell'acquacoltura (e ad esso esterne) attivita' di studio e di ricerca o di produzione di
servizi consistenti nella vendita di tecnologie acquisite mediante quelle attivita' a soggetti che
esercitano l'acquacoltura e materialmente applicano quelle metodologie al ciclo biologico di
produzione >>. Cfr. TRIBUNALE BOLOGNA. 15 febbraio 1995. Soc. Agrobiotec System c. Soc.
Finanziaria padana. Riv. dir. agr. 1996,II, 168: << AGRICOLTURA. Intanto puo' parlarsi di
"agrarieta'" di una attivita' in quanto la stessa si riferisca ad un ciclo biologico animale o vegetale; e cio'
vale anche con riferimento ad una attivita' di acquacoltura, ai sensi della legge che la disciplina come
attivita' di natura agricola >>. La Lega Pesca, da parte sua, sostiene da tempo la necessità dell’ istituzione
di un mega – dicastero, che possa finalmente appropriarsi di alcune competenze disperse nei vari
dicasteri, mediante la creazione di una Direzione Generale Pesca. Questa si dovrebbe occupare delle
attività in mare, ma anche delle acque interne, degli aspetti igienicosanitari, della commercializzazione,
trasformazione, controllo e qualità dei prodotti. Tale modifica istituzionale potrà servire a rilanciare un
settore che ha molte potenzialità, ma anche notevoli ritardi e carenze, www.regione.emilia-romagna.it, 8°
Assemblea Congressuale della Lega pesca, Febbraio / Aprile, 1993. Di certo la professionalità e la
competenza dei pescatori e di tante marinerie italiane, consentiranno di superare le attuali difficoltà,
www.legapesca.it, Dare un futuro alla pesca marittima. Cfr. CORTE COSTITUZIONALE. 14 luglio
2000, n. 284. Reg. Veneto. c. Pres. Cons. Giur. cost. 2000, p. 2199: << REGIONE. Trasferimento
funzioni statali. Costituzione Repubblica art. 3. Costituzione Repubblica art. 76. Costituzione
Repubblica art. 117. Costituzione Repubblica art. 118. Costituzione Repubblica art. 119. LS 17
febbraio 1998 n. 23 d.l. LS 5 marzo 1998 n. 60 d.lg. E' cessata la materia del contendere nel
giudizio di legittimita' costituzionale, in riferimento agli art. 3, 76, 117, 118 e 119 cost., del d.lg. 5 marzo
1998 n. 60 (Intervento sostitutivo del governo per la ripartizione di funzioni amministrative tra regioni ed
enti locali in materia di agricoltura e pesca, a norma dell'art. 4 comma 5 l. 15 marzo 1997 n. 59) che,
nell'esercizio della delega contenuta nell'art. 4 l. n. 59 del 1997, nell'ambito del processo di
conferimento di funzioni amministrative dello Stato alle regioni e agli enti locali, prevede l'intervento
sostitutivo del Governo, con decreto legislativo, al fine di ripartire le funzioni tra regioni ed enti locali,
nel caso in cui la regione non vi abbia provveduto entro il termine stabilito. La regione Veneto,
ricorrente, infatti, in un momento di poco successivo al 1 luglio 1998, data a decorrere dalla quale si
applicano (art. 3) le disposizioni del d.lg. impugnato, ha approvato la l. 10 luglio 1998 n. 23, con la
quale ha appunto disciplinato, come previsto dalla l. n. 59 del 1997, attribuzione, delega e sub-
delega agli enti locali delle funzioni ad essa conferite, individuando quelle riservate alla
competenza regionale; considerato che il d.lg. impugnato si applica "fino all'entrata in vigore di
ciascuna legge regionale", esso non puo' piu' trovare, ne' risulta abbia trovato, applicazione nella regione
ricorrente >>. Cfr. CORTE COSTITUZIONALE. 11 luglio 2000, ord. n. 265.Giur. cost. 2000, p. 2092:
<< REGIONE. Trasferimento funzioni statali. Costituzione Repubblica art. 70. Costituzione Repubblica
art. 76. Costituzione Repubblica art. 95. Costituzione Repubblica art. 117. LS 4 giugno 1997 n.
143 art. 1 d.lg. LS 4 giugno 1997 n. 143 art. 2 d.lg. LS 4 giugno 1997 n. 143 art. 3 d.lg. LS 4
giugno 1997 n. 143 art. 4 d.lg. LS 4 giugno 1997 n. 143 art. 5 d.lg. Deve ordinarsi la
restituzione al giudice "a quo" (Corte dei conti) degli atti relativi al giudizio di legittimita' costituzionale
degli art. 1, 2, 3, 4 e 5 d.lg. 4 giugno 1997 n. 143 (Conferimento alle regioni delle funzioni
9
Vi sono anche le Regioni che adottano Piani di sviluppo dell’ acquacoltura
9
.
E’ stato istituito il Ministero per le politiche agricole, che rappresenta un
punto di riferimento degli interessi nazionali in materia di politiche agricole,
forestali ed agroalimentari. Tale Ministero delle politiche agricole e forestali,
in seguito poi denominato Ministero, per l’ esercizio delle funzioni e dei
compiti che spettano allo stato in materia di agricoltura e foreste, caccia e
pesca è ripartito in diversi dipartimenti
10
. Detto Ministero, tenendo conto dei
programmi Statali o Regionali, anche riguardanti materie connesse, degli
indirizzi comunitari e degli impegni internazionali, adotta con un proprio
decreto il Piano Nazionale della Pesca di durata triennale. Tale Piano è
ripartito in tre parti: la prima riguarda l’attività in mare della pesca e lo
amministrative in materia di agricoltura e pesca e riorganizzazione dell'amministrazione centrale)
per un riesame della rilevanza alla luce dello "jus superveniens" >>.
9
La legge del 4 dicembre 1993, n. 491, aveva conferito le funzioni in materia di pesca ed aquacoltura, di
competenza del soppresso Ministero della Marina Mercantile, al Ministero delle risorse agricole,
alimentari e forestali, che si avvaleva della capitaneria di porto. Successivamente il decreto legislativo
143/97, ha abrogato la legge 491/93 ed ha soppresso il Ministero delle risorse agricole, alimentari e
forestali. Alcuni sostengono, come l’ onorevole Paolo Scarpa Bonazza Buora, che tale conferimento di
competenze alle Regioni, potrebbe comportare una dispersione delle competenze ed un allungamento dei
tempi di risposta alle varie istanze dei pescatori, di certo non essendo contrario al rinnovo della Pubblica
Amministrazione, www.federcoopesca.it, Abbiamo fatto un buon lavoro, Dicembre 2001- Gennaio 2002.
Le Regioni situate sul litorale che dipendono dalla pesca, sono in genere situate alla periferia dei
principali centri abitati dell’ Unione Europea, soffrendo di tutti gli inconvenienti di tale posizione, quale
insufficienza di infrastrutture e di collegamenti, www.europal.ue.int, Parlamento europeo.
10
Quali : dipartimento delle politiche di mercato e dipartimento dei prodotti agroalimentari e dei servizi.
Il dipartimento delle politiche di mercato ci interessa per la nostra trattazione, ha competenze in materia
di politiche di mercato in sede nazionale, comunitaria e internazionale, nel settore agricolo,
agroalimentari, della pesca e dell’ acquacoltura. Nell’ ambito del dipartimento vi è l’ ufficio Direzione
Generale per la Pesca e l’ Acquacoltura. E’ un ufficio di livello dirigenziale generale e si occupa della
trattazione, cura e rappresentanza degli interessi della pesca ed acquacoltura, in sede sia comunitaria che
internazionale. Si occupa anche della direzione generale ed coordinamento delle politiche relative all’
attività di pesca ed acquacoltura, in materia di gestione delle risorse ittiche, marine di interesse nazionale,
della importazione ed esportazione dei prodotti ittici, degli aiuti allo Stato in materia di pesca e di
acquacoltura, del Fondo per il credito peschereccio. Tale direzione si avvale, per l’esercizio delle sue
funzioni, della capitaneria di porto, www.comitatofao.it, decreto del Presidente della Repubblica del 28
marzo 2000, n. 450, regolamento di organizzazione del Ministero delle politiche agricole e forestali.
10
sviluppo dell’ aquacoltura, volto a mantenere un equilibrio tra lo sfruttamento
delle risorse e la loro disponibilità. La seconda parte ha per oggetto le
strutture a terra che sono collegate all’ esercizio della pesca. La terza ed
ultima parte, riguarda gli stanziamenti
11
. In tutti i settori produttivi ed ancor
più in quello della pesca, si pone il problema della produttività. Solo con una
radicale trasformazione nella nostra struttura peschereccia, creando una
moderna flotta oceanica, sarà allora possibile superare gli attuali squilibri tra
produzione interna e consumo di prodotti ittici, anche se nessun passo
positivo è stato compiuto dal Governo nei confronti delle cosiddette pesche
speciali
12
. Dovuto a determinate condizioni naturali, la lunghezza delle coste,
la vicinanza alle zone più pescose, alla densità di popolazione, e dovuto alle
attrezzature terminali, fanno sì che l’ Italia sia ad un posto di preminenza per
11
Tale Piano viene elaborato dal Comitato Nazionale per la conservazione e gestione delle risorse
biologiche del mare, sottoposto poi all’ esame del comitato permanente delle politiche agroalimentari e
forestali, poi approvato dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica ( CIPE ),
www.ramoge.org, Legislazione dello Stato, cit.. Nell’ ambito di tali piani triennali, viene anche promossa
l’ attività di comunicazione, necessaria per l’ affermazione di una corretta immagine del settore della
pesca e valorizzare il prodotto ittico nazionale. Sin dal 1994 è stata avviata una collaborazione tra la
Direzione Generale della pesca ed dell’ acquacoltura, la RAI e le Associazioni Nazionali della pesca per
la realizzazione di spazi televisivi con il marchio << Vivere il Mare >>, inseriti in programmi previsti dai
palinsesti Rai, come nelle trasmissioni << Linea Blu >> e << Sereno Variabile >>. Tutto ciò è stato
programmato in sede del V Piano Triennale della pesca ed acquacoltura 1997 – 99, www.pubit.it,
Direzione di pesca : un anno di attività, Agosto 2000.
12
Produttività che viene definita come << la misura dell’ economia dei mezzi o meglio, come la misura
della produzione per unità di fattore >>. Sul punto M. TROISI, Credito peschereccio, cit., p. 4 ss.. Per
incrementare la produttività sarebbe necessario rafforzare la flotta oceanica, infatti, nelle zone
raggiungibili per la pesca costiera, le risorse ittiche non sono sufficienti ad incrementare il prodotto
pescato, ma neanche a garantire gli attuali livelli. In argomento U. MAZZARINI, Aspetti del
finanziamento all’ industria della pesca, cit., p. 575. Strettamente legata alla produttività è la condizione
dei nostri mari. L’ Adriatico di certo è il mare più pescoso, sia per quantità che per qualità dei prodotti
ittici. Il Mediterraneo, nonostante le sue acque calde, dà una produzione ittica, inferiore rispetto al Mar
del Nord, che per vari fattori è più pescoso, anche se dà una pescagione meno variata, ma di maggior
quantità. Nel Mediterraneo si praticano anche le pesche speciali del corallo, delle spugne, del tonno, del
pesce spada, oltre che la viticoltura, la vallicoltura. La Lega Pesca da anni propone la definizione di un
apposito piano, nel pieno rispetto della compatibilità ambientali e di salvaguardia occupazionale, per lo
sviluppo delle attività di pesca, www.legapesca.it, Dare un futuro alla pesca marittima, cit..
11
la pesca nel Mediterraneo, anche per il numero di imbarcazioni e per lo
sfruttamento delle risorse ittiche, il nostro paese è secondo in Europa
13
. E’
stata messa a punto, dalla Comunità Europea, una strategia per l’ area del
Mediterraneo. Tale coinvolgimento in una politica della pesca del
Mediterraneo, ha solo per oggetto la normativa inerente ai mercati ed alle
strutture del settore, non riguardando la conservazione e la gestione delle
risorse
14
. La Comunità Europea ha attuato, da quasi 20 anni, una Politica
13
www.fieradellapesca.it, Fiera Internazionale della pesca, cit.. Le zone del Mediterraneo e del mare
Adriatico soprattutto, evidenziano una situazione molto incoraggiante, sono una delle poche aree marine
al livello mondiale che mostra un regolare incremento nelle produzioni, per la maggior parte delle risorse
di rilevante importanza, www.frdv.com, Una politica territoriale per lo sviluppo sostenibile per la filiera
della pesca : dai rapporti con le associazioni di categoria all’ adeguamento alle politiche europee. Nell’
ambito del << Libro Verde >> la parte riguardante il Mediterraneo è tra le più approssimative, per la
mancanza di dati scientifici, www.legapesca.it, Conferenza sul Libro Verde, Bruxelles, 5 giugno 2001,
cit.. In tale documento si sostiene che il Mediterraneo è vicino al collasso, invece, la situazione è
sicuramente meno preoccupante. Promuove la pesca responsabile, la tutela e bonifica delle aree protette,
la creazione di aree di nursery e di ripopolamento, razionalizzazione dei sistemi di pesca. Soprattutto
necessario è far emergere quelle che sono le specificità mediterranee e di dimostrare come la gestione
delle risorse in questo bacino devono tener conto di queste specificità, www.icofmed.org, Conferenza
internazionale sulla pesca nel Mediterraneo. E nello stesso tempo salvaguardando tale fragile ecosistema,
www.greenpeace.it, Pesca. Infatti, in tale bacino vi convivono sistemi di pesca diversissimi e spesso
incompatibili tra di loro. Necessario lo sviluppo di politiche di intervento settoriali, che fissino un
adeguato sistema di obbiettivi e sviluppino strategie ed azioni idonee a perseguirle,
www.federcoopesca.it, Ricerca CIRSPE – NOMISMA, Ottobre 2001. Peraltro il << Libro Verde >> della
Commissione Europea, lamenta l’ assenza di un adeguato supporto scientifico nella definizione di un
quadro interpretativo univoco e utile all’ impostazione delle politiche di settore, www.regione.emilia-
romagna.it, La pesca nel Mediterraneo, Ottobre 1991.
14
Questa esclusione è dovuta alle caratteristiche del Mediterraneo. Infatti, le acque nazionali, confinano
direttamente con quelle dei Paesi Terzi e quindi sono molto scarse le zone di pesca comunitaria. I
progressivi fenomeni di inquinamento e di degrado ambientale, unitamente alla limitatezza dei controlli
sullo sforzo di pesca esercitato dagli Stati membri della Comunità Europea e dei Paesi terzi, si colloca alla
base dell’ esigenza di una politica comune specificatamente per questo mare. Necessaria tale politica
comune, anche per poter superare l’ attuale periodo di crisi che il settore della pesca sta affrontando.
Questo sia dal punto di vista della redditività economica, dovuto agli scarsi introiti ed alla crisi
occupazionale, ma anche dal punto di vista della tutela dell’ ambiente, a causa dei danni provocati da una
pesca indiscriminata a diverse specie marine, www.dirittoambiente.it, La pesca e la tutela dell’ ambiente
marino, a cura della dottoressa Mariagrazia Chianura.
12
Comune della Pesca ( PCP ), che però non ha dato i risultati sperati, non
essendo anche ben conosciuta dai pescatori. A livello della politica delle
strutture cambiano i rapporti tra Regioni e l’ Unione Europea
15
. Malgrado i
15
Tale Politica Comune della Pesca ha fatto affluire grandi quantità di denaro, senza che questo servisse
a superare la crisi. Con la riforma dei fondi strutturali attuata dal Regolamento Cee n. 2052/88, i rapporti
con l’ Unione Europea sono basati sui principi della concertazione, del paternariato, della
programmazione, della sussidiarietà, che naturalmente trovano nelle Regioni gli attori principali anche
per dare corpo a quella politica di sviluppo integrato del territorio rurale, a cui si ispira, appunto, la
riforma dei fondi strutturali. Stiamo vivendo un momento innovativo della vita dell’ Europa, e questo
momento comporterà anche per gli stati che entreranno a far parte dell’ Unione Europea, un trasferimento
di molte competenze dallo Stato centrale, alle Regioni e alle province, www.frdv.com, Una politica
territoriale per lo sviluppo sostenibile per la filiera della pesca : dai rapporti con le associazioni di
categoria all’ adeguamento alle politiche europee, cit.. Anche in Italia quindi si è dovuti procedere ad
una riforma del sistema amministrativo, con un << doloroso >> e << difficile >> passaggio di
competenze, necessario per stare al passo con le politiche europee, www.consiglio.regione.veneto.it,
Consiglio regionale Veneto, settima legislatura, progetto di legge n. 66, Disposizioni generali per gli
interventi nel settore primario e lo sviluppo rurale. Cfr. CORTE GIUSTIZIA CE. 11 maggio 1999, n.
425. Albers e altro. Riv. dir. agr. 2000, II, 128 nota (COSTATO): << UNIONE EUROPEA. Ce,
agricoltura e pesca. Lo Stato membro che adotti una normativa tecnica in applicazione di quanto
stabilito da una direttiva comunitaria non e' tenuto a notificare la stessa, posto che con essa ha
rispettato gli obblighi che gli incombono >>. Cfr. CORTE COSTITUZIONALE. 23 marzo 1999, n. 85.
Pres. Cons. c. Reg. Abruzzo. Cons. Stato 1999, II, p. 381. Giur. cost. 1999, p. 856: << CREDITO
AGEVOLATO E FINANZIAMENTI PUBBLICI. TI 25 marzo 1957 art. 92 ROMA-CE. TI 25
marzo 1957 art. 93 ROMA-CE. La regola che impone l'obbligo di comunicare alla Commissione
europea i progetti di aiuti concessi dagli Stati a talune imprese e produzioni, bloccandone
l'attivazione prima della decisione finale, anche se derogata per gli aiuti di piccolo importo (cd.
"de minimis"), resta in vigore, secondo il combinato disposto degli art. 92 e 93 del trattato di Roma e
delle comunicazioni comunitarie 92/C-213/02 e 96/C-68/06, qualunque sia l'importo degli aiuti stessi,
allorche' esistano peculiari regolamentazioni comunitarie per speciali settori (fra i quali la
pesca) oggetto di programmi comunitari di interventi strutturali >>. Cfr. CORTE COSTITUZIONALE.
23 marzo 1999, n. 85. Pres. Cons. c. Reg. Abruzzo. Riv. dir. internaz. 1999, 846. Riv. it. dir. pubbl.
comunit. 1999, 917. Regioni 1999, 565 nota (GROPPI): << UNIONE EUROPEA. Ce, concorrenza, aiuti
di Stato. Costituzione Repubblica art. 10. Costituzione Repubblica art. 11. TI 25 marzo 1957 art.
92 ROMA-CE. TI 25 marzo 1957 art. 93 ROMA-CE. Poiche' e' sufficientemente chiaro che il
Presidente del Consiglio dei ministri intende censurare la delibera legislativa del consiglio regionale
dell'Abruzzo dell'11 giugno 1997 in tema di aiuti nel settore della pesca in relazione al parametro
della disposizione della Costituzione che, per consolidata giurisprudenza della Corte costituzionale,
offre copertura costituzionale al trattato Ce e piu' in generale al diritto comunitario, deve ritenersi
emendabile, attraverso una interpretazione non formalistica del ricorso, l'erronea indicazione in
13
cambiamenti nel settore della pesca nell’ ambito della Politica Comune della
Pesca, la cosiddetta << pesca costiera su piccola scala >>, presenta delle
debolezze strutturali, a cui si è cercato e si cerca di porre rimedio
16
. La
necessaria spinta propulsiva al settore ed all’ industria peschereccia è stata
data dalle agevolazioni creditizie. L’ erogazione del credito peschereccio e
stato agevolato dalla concessione del concorso statale nel pagamento degli
interessi, ma anche dall’ attivazione di un fondo Interbancario di Garanzia,
per la concessione di contributi a fondo perduto
17
. In seguito all’ attuazione
del regolamento 2792/99, relativo alle azioni strutturali per gli anni 2000 –
2006, è stato creato lo SFOP, cioè Strumento Finanziario di orientamento per
questo dell'art. 10 in luogo dell'art. 11 cost. Secondo quanto precisato dalla Commissione Ce, il divieto
di istituire aiuti alle imprese stabilito dall'art. 92 del trattato Ce trova una deroga per gli aiuti alle
piccole e medie imprese, ma non nei settori, quali la pesca, per i quali vi sono speciali
regolamentazioni comunitarie e pertanto si applica il procedimento di verifica previsto dall'art. 93 del
trattato Ce >>.
16
Queste debolezze hanno per oggetto la formazione professionale degli addetti, che necessita un
adattamento ai nuovi bisogni e le difficoltà di creare strutture di rappresentazione, www.agcipesca.it,
Programma fish-net, cit.. Nell’ ambito del VI Piano Nazionale, ci si è occupati della formazione
professionale degli addetti. Necessaria è l’organizzazione di corsi e spetta all’ Osservatorio Nazionale
della Pesca il compito di procedere alla sensibilizzazione nel settore sulle diverse problematiche e
soprattutto verso i giovani che siano disoccupati o che frequentino l’ ultima classe della scuola dell’
obbligo. Tutto ciò è volto a far conoscere le attività marinare e la possibilità di occupazione nel comparto,
oltre che di riqualificare chi già è occupato, www.iule.it, Al via il piano pesca, di Guido Magone.
Notevoli nel settore sono le energie umane occorrenti, facenti parte del fattore lavoro, necessarie per la
cattura e per il trasporto del pesce. Rilevanti sono gli investimenti necessari, oltre che in
immobilizzazioni, anche in scorte e capitale circolante; Queste esigenze si avvertono soprattutto nella
pesca d’ altura ed oceanica, causa anche la necessità di tempi di ammortamento medio – lunghi. Il fattore
capitale è costituito da quei beni strumentali necessari all’ attività di pesca e dal Fondo destinato al
pagamento dei salari. Passando dalla pesca cosiddetta artigianale, alle forme industriali, sono necessari
una manodopera meglio specializzata ed il capitale diventa un fattore molto importante. L’ utilizzo degli
agenti naturali è libero a tutti, oppure può essere oggetto di proprietà pubblica o privata. Sono i proprietari
delle acque che possono concedere il diritto di esercizio della pesca, quali lo Stato, enti o privati, anche
dietro la corresponsione di un canone. In argomento M. TROISI, Credito peschereccio, cit., p. 3 ss..
17
Tale intervento Statale è giustificato dall’ interesse pubblico, per un paese come l’ Italia, dotato di
grandi coste e valli, essendo poi un settore che riveste una notevole rilevanza economica. Sul punto R.
CARAPELLESE, Evoluzione e prospettive del credito peschereccio in Italia, cit., p. 1137.
14
la Pesca, è articolato in due documenti separati asseconda dell’ area
geografica di riferimento
18
.
18
Nell’ ambito dello SFOP, abbiamo le regioni Obbiettivo 1, dove le competenze regionali si esplicano
nell’ ambito dei programmi operativi regionali che nell’ insieme hanno dato vita al Programma di
Sviluppo del Mezzogiorno. Di competenza dell’ Amministrazione Centrale sono le misure relative alla
flotta ed all’ assistenza tecnica, predisposto dal Programma Operativo Nazionale. Mentre per le regioni
fuori Obbiettivo 1, si è proceduto alla redazione di un documento unico di programmazione, concertato
con le singole Amministrazioni regionali, riguardante la ripartizione di competenze tra il livello centrale e
regionale. Sono due programmi che devono essere approvati dalla Commissione Europea, diventando
così operativi. Programmi caratterizzati dalla concertazione con le Regioni e dalla semplificazione
amministrativa. In tal modo sono razionalizzati e potenziati i ruoli delle comunità nazionali e locali, nell’
attribuzione dei diversi aiuti comunitari. Quindi, ruolo di primo piano rivestono le Regioni e varie sono le
iniziative regionali, www.agricolturamagazine.it, Linee di programma di governo e www.sui.cnr.it,
Commissione, Invito a presentare proposte relative a progetti transazionali per le azioni innovative nel
settore della pesca per il 2002. Lo SFOP è stato creato dalla Comunità Europea per poter adattare meglio
i suoi aiuti a quelle che sono le esigenze del settore e delle zone dipendenti dalla pesca.
www.politicheagricole.it, Lo SFOP, Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca, 2000 – 2006.
Le finalità dello SFOP sono di contribuire al raggiungimento di un equilibrio sostenibile tra le risorse
ittiche e lo sfruttamento, rafforzare la competitività e lo sviluppo di imprese economicamente redditizie
nel settore della pesca, migliorare l’ approviggionamento del mercato e la valorizzazione dei prodotti ittici
e dell’ acquacoltura. Infine, promuovere il rilancio di zone dipendenti dalla pesca. In accordo con il V
Piano triennale della pesca ed acquacoltura ed anche dallo SFOP, in tale ultimo settore dell’ acquacoltura,
dovranno essere indirizzate iniziative volte allo sviluppo del settore, quali : studio, progettazione, ricerca
applicata e di sperimentazione, necessarie per aumentare la gamma delle specie e mettere a punto nuove
tecniche di allevamento, www.pesca.marche.it, La ricerca. Cfr. CORTE COSTITUZIONALE. 26 luglio
1995, n. 389. Reg. Sardegna. Riv. it. dir. pubbl. comunit. 1995,1449. Riv. giur. ambiente 1996, 647
nota (ARABIA): << PESCA. Credito peschereccio. In considerazione delle responsabilita' dello Stato
nelle relazioni comunitarie, delle esigenze unitarie e dell'interesse nazionale inerenti agli interventi
strutturali relativi allo strumento finanziario di orientamento della pesca (Sfop), istituito con
regolamento comunitario, si giustifica la designazione, da parte del Cipe, del Ministero delle risorse
agricole, alimentari e forestali come autorita' nazionale competente, ai sensi della normativa
comunitaria. Tuttavia, qualora i programmi operativi inerenti al Sfop coinvolgano competenze regionali,
il Ministero e' tenuto ad agire secondo criteri ispirati al principio di leale collaborazione con le regioni.
In particolare, se le regioni interessate sono dotate di competenza primaria in materia di pesca, come
e' il caso della Sardegna, il principio di leale collaborazione non puo' ritenersi soddisfatto dalla
semplice informazione o consultazione della Regione, ma occorre l'intesa con la stessa >>. Cfr.
CORTE COSTITUZIONALE. 26 luglio 1995, n. 389. Reg. Sardegna. c. Min. risorse agr.. Dir. trasporti
1997, 98 nota (COLOMBO): << SARDEGNA. Caccia e pesca. Non spetta allo Stato e, per esso, al
Ministero delle risorse agricole, alimentari e forestali, senza la preventiva intesa con la Regione
15
Anche il regolamento n. 1260/99
19
, recante disposizioni generali sui Fondi
strutturali, prevede che la commissione possa finanziare azioni innovative,
mediante lo SFOP. Le iniziative finanziabili dovranno presentare carattere
innovativo e contribuire all’ elaborazione di metodi e pratiche volte a
migliorare la qualità degli interventi nel settore ittico
20
. La riforma di tali
Fondi Strutturali è partita nel 1988, sono stati di conseguenza raggiunti
risultati di grande rilievo
21
. Nonostante tutto, le Autorità italiane sono
preoccupate del fatto che probabilmente aderiranno nuovi paesi, con un
conseguente aumento dell’ ambito di applicazione senza il necessario
Sardegna, predisporre ed attuare, con riferimento al territorio della stessa regione, i programmi
operativi e le altre forme d'intervento previste dai regolamenti comunitari in relazione allo strumento
finanziario di orientamento della pesca (s.f.o.p.). Va pertanto annullato il terzo capoverso della
deliberazione del Cipe del 13 aprile 1994, recante Proposta italiana relativa al documento unico di
programmazione 1994-99, elaborato ai sensi del regolamento Cee 2080/93 (Strumento finanziario di
orientamento della pesca) >>.
19
www.sui.cnr.it, Commissione, Invito a presentare proposte relative a progetti transazionali per le
azioni innovative nel settore della pesca per il 2002.
20
www.csimprese-ca.net, Azioni innovative nel settore della pesca. Le azioni dovranno, in particolare,
soddisfare determinati criteri, cioè avere caratteristiche spiccatamente transazionali o presentare interesse
per più Stati membri; essere finalizzate alla creazione di reti tra i soggetti del settore pesca e le Regioni
che dipendono dalla pesca e promuovere lo scambio di esperienze, buone prassi e di pratiche innovative,
www.ArchivioNews.nsf, Europa. Cfr. CONSIGLIO STATO a. gen.. 22 settembre 1994, n. 599. Min.
risorse agr.. Cons. Stato 1995,I,1301 (s.m.): << PESCA. Convenzioni e trattati internazionali. CE 24
giugno 1988 n. 2052. CE 19 dicembre 1988 n. 4253. Per quanto riguarda il segmento della pesca una
delle scelte operate in sede comunitaria per la politica generale del settore in parola si muove nella
direzione di un'ulteriore riduzione delle capacita' di cattura delle flotte pescherecce dell'Unione
europea, per riequilibrare il rapporto tra conservazione e gestione delle risorse ittiche (in rilevante
sofferenza, come e' stato rilevato da recenti ricerche biologiche), da un lato, e per assicurare uno
sfruttamento costante e razionale delle medesime, dall'altro; e', questa, una delle missioni dello
strumento finanziario di orientamento della pesca (il c.d. Sfop), istituito con reg. Cee n. 4253/88
(in applicazione del reg. n. 2052/88, relativo alle missioni dei fondi a finalita' strutturali), il cui
ambito di operativita' e' stato fortemente potenziato dalla recente normativa comunitaria sopra
richiamata; pertanto, e' necessario adeguare la normativa interna alle sopravvenute scelte in sede
comunitaria >>.
21
Soprattutto si va potenziando la cosiddetta << politica della coesione >>, rappresentando uno dei più
importanti aspetti della politica comunitaria per i prossimi anni, www.acquacoltura.com, Aquacoltura,
API informa, cit..
16
stanziamento di risorse aggiuntive. Si potrebbe anche avere una riduzione
delle zone ammissibili, rischiando l’ emarginazione di ampie aree e delle
relative popolazioni
22
.
Il Veneto è stata una delle prime regioni ad aver attivato i bandi di
partecipazione relativi al programma comunitario, SFOP, 2000 – 2006. E’
importante sostenere un settore come la pesca che potrebbe risolvere l’
annoso problema della disoccupazione e quindi creare nuovi posti di lavoro.
Tale settore per vari e complessi motivi, sia di carattere interno che
internazionale, attraversa una fase di notevole difficoltà, nonostante numerose
iniziative intraprese nel settore, sia a livello di Amministrazione Centrale che
regionale
23
.
Nell’ ambito del VI Piano Triennale della pesca ed aquacoltura, sono stati
individuati dei micro settori di intervento
24
. Oltre dei Piani Regionali e
Nazionali, importante è la Finanziaria per sostenere il settore
25
.
22
Quindi, tracciate le coordinate di riferimento per la programmazione delle azioni strutturali del settore,
spetta agli stati membri procedere alla definizione di quest’ ultima, con riferimento alle difficoltà e alle
caratteristiche che il settore manifesta nel loro territorio. Tale programmazione dovrà essere predisposta
in coerenza con le esigenze della pesca e dell’ acquacoltura presentano a livello regionale o locale,
tenendo quindi conto della loro specificità, www.regione.emilia-romagna.it, Alle soglie del 2000.
23
Tutto questo dovuto allo sviluppo disorganico ed incontrollato delle industrie della pesca, aggravato da
forme clientelari, nell’ ambito degli interventi pubblici ed all’ aumentare del grado di inquinamento delle
coste, rendono precario l’ equilibrio economico del settore, www.entipescamolfetta.it, VI Piano Triennale
della pesca ed acquacoltura.
24
I micro settori sono: realizzare strutture produttive in mare, modernizzare il settore, decentramento
amministrativo per le funzioni di competenza regionale, rafforzamento del ruolo delle associazioni di
produttori, potenziamento della produzione interna in un contesto di sostenibilità ambientale,
salvaguardia dei livelli occupazionali, potenziamento delle risorse del settore. Tenendo conto che le
risorse necessarie alla realizzazione di tali iniziative ci sono, tutto ora è lasciato alla realizzazione,
www.entipescamolfetta.it, VI Piano Triennale della pesca ed acquacoltura, cit..
25
La Finanziaria 2002 rappresenta un nuovo passo avanti nel sostegno a questo difficile settore. Viene
sottolineato dall’ onorevole Paolo Scarpa Bonazza Buora come per la realizzazione al meglio di tale
Finanziaria, vi sia la necessità di una collaborazione tra le organizzazioni di categoria, delle associazioni e
delle Regioni. Questo è secondo l’ onorevole un momento propizio, dovuto all’ impostazione politica del
Ministro Alemanno, e grazie alle opportunità di avvantaggiarsi di un Sottosegretariato delegato alla pesca
e all’ acquacoltura, www.federcoopesca.it, Abbiamo fatto un buon lavoro, cit..
17
Tale Finanziaria rappresenta lo strumento più idoneo per favorire la
modernizzazione del settore, anche se non ne rappresenta l’ unico strumento
utilizzabile. Bisogna soprattutto puntare, nell’ ambito di tale legislatura ad
una riforma organica che porti alla valorizzazione del settore, soprattutto
utilizzando le opportunità che ne derivano dall’ utilizzare un Sottosegretariato
alla Pesca.
Una massima attenzione è richiesta al Governo, anche se si è già riscontrato
un notevole impegno nei riguardi di tali tematiche. Un settore complesso e
diversificato come il comparto della pesca, notevolmente importante per il
nostro paese, necessita del massimo impegno ed interessamento, oltre che del
Governo, di tutti i soggetti coinvolti, pescatori, cooperative, ma anche enti ed
associazioni di categoria.