5
l’iter legislativo, gli obiettivi e le finalità che tale legge si propone
di raggiungere. I principali temi affrontati riguardano più
dettagliatamente il nuovo sistema del collocamento pubblico e
privato con la realizzazione della borsa continua nazionale del
lavoro; le nuove figure di contratto atipiche in particolare: il lavoro
ripartito, a chiamata, occasionale accessorio, in affitto, e a progetto;
il riordino dei contratti a contenuto formativo cioè il contratto di
apprendistato, il contratto di inserimento, e i tirocini estivi di
orientamento. Infine sono stati messi in evidenza gli effetti che la
legge Biagi ha avuto sul mercato del lavoro a due anni dell’entrata
in vigore della stessa.
Nel secondo capitolo abbiamo analizzato nello specifico una
particolare forma di contratto atipico ovvero il lavoro part-time,
seguendo l’evoluzione che nel tempo tale forma di lavoro ha avuto
mettendo in evidenza la normativa comunitaria 97/81/CE e le
peculiarità della legge Biagi in materia messe a confronto con la
vecchia disciplina in particolare con i decreti legislativi n. 61/2000
e 100/2001. Sono stati analizzati, quindi, i dati riguardanti
l’incremento a livello nazionale ed europeo di tale figura di
6
contratto di lavoro atipico. Nel terzo capitolo, infine, si è messo a
fuoco la nuova disciplina dell’orario di lavoro regolata dal decreto
legislativo n. 66/2003 in tema di orario settimanale, riposo, pause e
ferie e lavoro straordinario. Si è dato, poi, risalto alla disciplina del
lavoro notturno con particolare riferimento al decreto legislativo n.
532/1999 e alle novità introdotte dal decreto legislativo n. 66/2003;
alle principali regole vigenti in materia di lavoro notturno in alcuni
paesi europei; al lavoro notturno per le donne e alle cause che
questo può provocare e i dati sul lavoro notturno presenti nel
territorio nazionale e europeo.
7
Capitolo I:
La riforma del mercato del lavoro: Legge Biagi
I.1 Evoluzione del mercato del lavoro in Italia dagli anni 60’ ad
oggi
A partire dagli anni 60’, il legislatore ha mirato a tutelare la
stabilità e la continuità del posto di lavoro. In questa ottica sono
state poste regole ben precise che limitano il ricorso da parte delle
imprese a prestazioni di lavoro di carattere discontinuo e
temporaneo. Le esigenze di tutela del prestatore di lavoro
subordinato si sono tradotte prima nella legge 23/10/1960 n. 1369,
che vieta l’intermediazione e l’interposizione di manodopera, e poi
nella legge 18/04/1962 n. 230, che limita i casi di ricorso al lavoro a
termine
1
. Il sistema posto dalle due leggi è entrato però presto in
crisi, le esigenze di mercato e la richiesta di flessibilità hanno
1
L. M. Dentici, Il Rapporto di lavoro: flessibilità in entrata e percorsi formativi, in Garilli-
Bellavista, La flessibilità nel mercato del lavoro,Milano, Franco Angeli Editore, 2002, pp. 71-
91.
8
portato negli anni 70’ e 80’ ad un estensione delle ipotesi di ricorso
al lavoro a tempo determinato.
La tappa significativa dell’estensione delle ipotesi di ricorso al
lavoro a tempo determinato è stata eseguita in tempi molto recenti
ovvero con l’emanazione della legge 24/04/1997 n. 196 (il
cosiddetto Pacchetto Treu) che rivoluziona i principi della legge n.
1369/1960, dettando la disciplina del lavoro interinale e con
<<l’obiettivo di introdurre forme di flessibilità controllata e
negoziata mediante l’intervento della contrattazione collettiva>>
2
.
Le principali novità, sulle forme di contratto di lavoro atipico,
introdotte dal Pacchetto Treu riguardano:
- lavoro interinale o temporaneo;
- contratti di formazione e lavoro (cfl);
- contratti di apprendistato;
- lavoro a tempo determinato;
- collaborazioni coordinate e continuative (co.co.co.);
- lavori socialmente utili;
- progetto Excelsior;
2
L.M. Dentici, Il rapporto di lavoro: flessibilità in entrata e percorsi formativi, in Garilli-
Bellavista, op. cit. p. 72.
9
A tutto questo si deve aggiungere il decreto legislativo n. 469
(legge Bassanini), emanato dal governo nel 1997 che ha modificato
radicalmente il precedente sistema di collocamento. Le principali
novità introdotte dalla legge Bassanini sono:
- scomparsa dei libretti di lavoro e delle liste di collocamento
sostituiti rispettivamente: da una scheda contenente, oltre i dati
dell’elenco anagrafico, le informazioni relative all’esperienza
formativa e professionale e alla disponibilità dei lavoratori; e da un
elenco anagrafico valido per tutto il territorio nazionale;
- istituzione dei centri per l’impiego cui spetta il compito di
effettuare, periodicamente, interviste a coloro che si trovano in stato
di disoccupazione e fornire proposte di reinserimento lavorativo, di
formazione e qualificazione professionale;
- istituzione del sistema informativo lavoro (sil) ovvero
un’articolata rete informatica pubblica che svolge compiti di
coordinamento delle informazioni su domanda e offerta di lavoro;
3
3
Giusi Giannola, Appunti dalle lezioni di modelli statistici del mercato del lavorio, anno
accademico 2002/2003.
10
Il mercato del lavoro, infine, è stato oggetto, oggi, di una nuova
riforma: la legge 14/02/2003 n. 30 (legge Biagi) e il decreto
legislativo di attuazione 10/09/20003 n. 276, con lo scopo di
attivare strumenti ed azioni finalizzate al raggiungimento di un
mercato del lavoro trasparente ed efficiente.
11
I.2 Tappe, linee guida e obiettivi della riforma
La legge Biagi ha modificato sostanzialmente la
regolamentazione del mercato del lavoro in Italia. Le tappe che
hanno portato alla definizione di questa legge sono riassumibili nei
seguenti punti:
- 3 ottobre 2001
Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Roberto Maroni,
presenta il libro bianco sul mercato del lavoro;
- 15 novembre 2001
Il governo approva il disegno di legge per la riforma del mercato
del lavoro;
- 31 maggio 2002
Il governo trasferisce, durante l’iter parlamentare del
provvedimento, una parte della delega (riforma art. 18) in un
disegno di legge a parte;
- 5 luglio 2002
Viene firmato il patto per l’Italia tra governo e parti sociali;
- 25 settembre 2002
12
Il senato dà il via libera al disegno di legge delega;
- 30 ottobre 2002
Il disegno di legge viene modificato dalla camera e torna in
discussione al senato;
- 5 febbraio 2003
Il parlamento approva definitivamente il provvedimento di riforma;
- 26 febbraio 2003
La legge Biagi è pubblicata sulla gazzetta ufficiale;
- 13 marzo 2003
La legge entra in vigore;
- 6 giugno 2003
Il governo approva il decreto legislativo di attuazione della riforma
Biagi;
- 10 settembre 2003
Il decreto viene pubblicato sulla gazzetta ufficiale;
L’iter parlamentare che ha condotto alla legge di riforma è stato
relativamente breve, se pensiamo e consideriamo i tempi medi di
gestazione di una legge in Italia.
13
Il prof. Marco Biagi intende realizzare con la sua legge di riforma
<<un sistema efficace e coerente di strumenti intesi a garantire
trasparenza ed efficienza al mercato del lavoro e a migliorare le
capacità di inserimento professionale dei disoccupati e di quanti
sono in cerca di prima occupazione, con particolare riguardo alle
donne e ai giovani>>
4
.
Gli obiettivi di questa riforma si ispirano alle indicazioni delineate
a livello comunitario ed in particolar modo: alla messa in atto di una
strategia coordinata volta a contrastare i fattori di debolezza
strutturale della nostra economia (disoccupazione giovanile e di
lunga durata ecc...); l’introduzione di forme di flessibilità regolata
in modo da bilanciare le esigenze delle imprese; l’introduzione di
nuove tipologie di contratto utili ad adattare l’organizzazione del
lavoro ai mutamenti dell’economia ed allargare la partecipazione al
mercato del lavoro ai soggetti a rischio di esclusione sociale; il
perseguimento di politiche del lavoro efficaci e moderne,
soprattutto nelle aree del Mezzogiorno; l’affermazione di un
maggior ruolo delle organizzazioni di tutela e rappresentanza con
4
Legge 14 febbraio 2003 n. 30, art. 1,comma 1.
14
particolare attenzione alle forme bilaterali, in funzione della
gestione di attività utili alle politiche per l’occupazione.
I.3 Principali novità introdotte dalla legge Biagi
Da alcuni dati sul mercato del lavoro italiano
5
emerge che: in
Italia lavora regolarmente solo un cittadino su due tra i 15 e 65 anni
e solo il 42% delle donne, le percentuali più basse in Europa; sono
disoccupate 9 persone su 100 e molto grave è la situazione di
giovani, donne e over 45. I giovani italiani partecipano ad attività
formative meno dei coetanei europei; il lavoro nero e irregolare è
due o tre volte superiore alla media europea; il mercato del lavoro
italiano registra il più alto differenziale territoriale (nord-sud) in
termini di occupazione e, infine, accanto al gruppo di lavoratori
protetti da forte tutela (occupati nelle pubbliche amministrazioni e
nella imprese di grandi dimensioni), ci sono gruppi con tutele
moderate (lavoratori atipici e occupati nelle piccole imprese) e
gruppi senza alcuna tutela (disoccupati e lavoratori in nero).
5
www.jobtel.it, Il mercato del lavoro italiano,anno 2003.
15
Allo scopo di migliorare questi dati e di creare un nuovo modello
di organizzazione del lavoro il più flessibile ma non per questo
privo di tutele, la legge Biagi ha introdotto le seguenti novità:
- fine del monopolio del collocamento pubblico, che ha portato il
mercato del lavoro a un punto inefficiente ed apertura dell’attività
di intermediazione tra la domanda e l’offerta di lavoro ai privati;
- istituzione della borsa continua nazionale del lavoro;
- introduzione nell’ordinamento italiano di nuove figure di contratti
atipici flessibili: lavoro a chiamata o intermittente (job on call),
lavoro ripartito o a coppia (job sharing), lavoro in affitto o contratto
di intermediazione (staff leasing), lavoro a progetto (che
sostituiscono i co.co.co.),
- riordino dei contratti a contenuto formativo, cioè ai vecchi
contratti di formazione e lavoro (cfl) si sostituiscono i contratti di
inserimento, il nuovo contratto di apprendistato e i tirocini estivi di
orientamento con finalità formative;
L’idea di fondo della legge è quindi quella di mettere le aziende
nelle condizioni di assumere senza oneri eccessivi e allo stesso
tempo di semplificare l’ingresso nel mercato del lavoro delle fasce
16
più deboli, cosicché da favorire l’aumento dell’occupazione per
centrare gli obiettivi posti dall’Unione Europea (che ha fissato la
meta di un tasso di occupazione al 70% entro il 2010) e soprattutto
per risolvere gli squilibri territoriali che gravano sul mercato
italiano.
6
Nei prossimi paragrafi, vedremo, singolarmente gli aspetti
peculiari e le caratteristiche delle principali novità introdotte dalla
legge Biagi e dal decreto legislativo di attuazione.
6
Dario Banfi, Serena Uccello, Il nuovo collocamento privato in Le guide di affari privati,
anno 2004.