6
determinazione dei premi a fronte dei rischi assicurati. Quello che
maggiormente preme analizzare, però all’interno del lavoro, è il ruolo
del rischio di tasso di interesse come fattore prepotentemente incidente
sulla struttura patrimoniale dell’azienda ma anche sul suo risultato
economico di esercizio. Esso determina il mismatching di scadenza tra
impieghi e raccolta.
Obiettivo del terzo capitolo è quello di esaminare il bilancio
assicurativo alla luce delle Direttive comunitarie recepite dal legislatore
nazionale; si affronta il tema della “globalizzazione contabile”
attraverso i noti principi contabili internazionali IAS (International
Accounting Standards) poi ribattezzati IFRS (International Financial
Reporting Standards).
Col quarto e quinto capitolo viene esaminato il tema dell’Asset
Liability Management, ossia la gestione integrata dell’attivo e del
passivo. Si sottolinea l’importanza dell’ALM come strumento di
ottimizzazione della redditività dell’impresa di assicurazione entro
accettabili livelli di rischio. Sono poste sotto esame le tecniche di Gap
analysis e di Duration Gap analysis per coglierne le varie sfumature; lo
scopo è l’esposizione di tutte le possibili strategie adottabili
dall’impresa di assicurazione, nel rispetto dei propri obiettivi di politica
7
aziendale, avvalendosi dell’ausilio degli approcci di Asset Liability
Management.
Il sesto ed ultimo capitolo effettua una disamina delle operazioni di
hedging finanziario impiegate, dall’impresa di assicurazione, per la
copertura totale o parziale dei rischi presenti nella propria attività. Il
lavoro si propone di evidenziare i rimedi che il mercato è in grado di
offrire, in termini di strumenti di finanza derivata, per la copertura del
rischio di tasso di interesse, la cui rilevazione è alla base delle tecniche
di ALM.
8
Capitolo I
L’impresa di assicurazione: aspetti generali
1.1 Nota introduttiva
L’impresa di assicurazione può essere definita come quell’azienda di
produzione che svolge un’attività produttiva rappresentata dalla
sistematica assunzione di rischi, dietro pagamento di un corrispettivo
commisurato alla probabilità del verificarsi degli eventi a cui i rischi si
riferiscono
1
.
In detta impresa, proprio come in ogni altra, l’aspetto finanziario è
solo uno dei due aspetti caratteristici e complementari della gestione
aziendale unitamente a quello economico.
1
P.E. Cassandro, Le gestioni assicuratrici, Torino, 1968.
9
La manifestazione finanziaria emerge come componente originale di
ogni evento che coinvolge l’impresa rispetto alla manifestazione
economica che può dunque definirsi derivata; tuttavia, considerando il
nesso di causalità, è sempre l’aspetto economico alla base di una
rilevazione finanziaria
2
.
L’impresa di assicurazione è interessata da due profili di gestione:
quell’assicurativa e quella patrimoniale. Gli aspetti finanziari ed
economici rilevano, dunque, in entrambe le gestioni.
La gestione assicurativa si fonda sulla sistematica negoziazione delle
coperture dei rischi. A tale scopo, essa è chiamata a realizzare i processi
assicurativi
3
, attraverso cui, a fronte del conseguimento dei “premi”
4
,
s’impegna ad effettuare le prestazioni convenute (liquidazione dei
sinistri, pagamento di somme o rendite a favore dell’assicurato o di
terzi) al verificarsi del rischio al quale l’assicurato è esposto.
Strettamente legati ai processi assicurativi sono i processi
d’investimento
5
della gestione patrimoniale. Tali processi sono realizzati
dall’impresa di assicurazione per dare conveniente impiego alle risorse
incamerate attraverso la riscossione dei premi. Essi possono essere
2
M. Vincenzini, Manuale di gestione assicurativa Intermediazione, finanza e produzione, Cedam,
2003.
3
L. Selleri, Impresa di assicurazione e strategie di valore, Etas, 2003.
4
La raccolta premi deriva dalla stipula di una massa di contratti detti “polizze di assicurazione” da
cui origina la formazione del “portafoglio assicurativo”, bene immateriale tipico dell’impresa di
assicurazione.( P.E. Cassandro, Le gestioni assicuratrici, Torino, 1968).
5
L. Selleri, op. cit.
10
distinti in processi d’investimento finanziari (in azioni, obbligazioni,
futures, opzioni, swap) ed immobiliari (in beni immobili di differente
tipo). Attraverso la gestione finanziario-patrimoniale l’impresa,
dunque, ricerca impieghi adeguati per rendimento, liquidità e rischiosità.
Nel suo ambito si distingue una gestione ordinaria ed una straordinaria,
tramite la prima le compagnie cercano di incrementare nel tempo il
valore delle risorse disponibili dovute all’incasso anticipato dei premi
rispetto ai possibili costi futuri legati al verificarsi dell’evento
assicurato. La gestione straordinaria rappresenta la seconda
componente della gestione finanziario-patrimoniale ed ha per oggetto le
operazioni d’investimento e disinvestimento la cui importanza è legata
all’entità dei risultati conseguiti
6
.
La complementarietà delle due gestioni è, anche in questo caso,
innegabile. E’ proprio la componente patrimoniale la “garanzia di
solvibilità” degli impegni assunti attraverso l’attività tipica assicurativa.
La stessa definizione dell’ammontare del premio, prezzo del servizio
prestato, è strettamente collegata alla redditività degli investimenti oltre
che all’impiego di corretti criteri matematico-attuariali. Se ne può
dedurre che sarà proprio la variabile investimenti a determinare la
capacità competitiva dell’impresa ed il suo posizionamento sul mercato;
6
A. Di Mascio, Le imprese di assicurazione il nuovo modello di gestione, Egea, 2001.
11
quanto più efficientemente saranno investiti i fondi aziendali raccolti,
tanto migliori saranno i servizi assicurativi offerti e più solida sarà la
capacità di fronteggiare il rischio connesso all’attività tipica
dell’impresa in questione.
La gestione caratteristica dell’impresa di assicurazione risulta dalla
combinazione produttiva dei processi assicurativi e dei processi
d’investimento, atteso che, tramite la gestione integrata degli stessi, essa
mira alla produzione di valore nel tempo.
12
1.2 Aspetti finanziari della gestione d’impresa
L’impresa di assicurazione assume la struttura di società di capitali
secondo quanto disposto dalle disposizioni di legge
7
in materia di limiti
di capitale.
Essa gode di una caratteristica molto particolare, unica rispetto ad
ogni altra forma imprenditoriale, consistente nella “inversione del ciclo
produttivo”. In virtù di questo meccanismo l’impresa è in grado di
autoalimentarsi attraverso il congegno tecnico tipico dell’inversione
ricavi – costi.
Il capitale proprio svolge principalmente una funzione di garanzia
degli impegni assunti nei confronti degli assicurati e, conseguentemente,
di diffusione di un’immagine di solidità patrimoniale. Da quanto detto
deriva una seconda funzione propria della fase iniziale di attività: la
copertura degli eventuali scarti negativi tra la frequenza presunta e la
frequenza effettiva dei rischi assicurati; in tal caso il capitale proprio
svolge un ruolo di copertura di situazioni di deficit nell’equilibrio
finanziario dell’impresa
8
. A queste si aggiunge una terza funzione
sicuramente di minor respiro consistente nella sovvenzione degli
7
Decreti legislativi nn. 174 e 175 del 17 marzo 1995 in attuazione delle Direttive comunitarie di c.d.
terza generazione 92/96/CEE in materia di assicurazione diretta sulla vita e 92/49/CEE in materia di
assicurazione diretta diversa dall’assicurazione sulla vita.
8
M. Vincenzini, Manuale di gestione assicurativa, Padova, Cedam, 1999.
13
investimenti in strutture necessarie per lo svolgimento dell’attività
assicurativa.
Nella fase costitutiva la struttura patrimoniale risulta assai
elementare; le entrate finanziarie iniziali sono rappresentate
sostanzialmente dai versamenti sulle azioni sottoscritte, mentre le uscite
iniziali attengono le acquisizioni dei fattori tecnici di primo impianto.
L’attività produttiva tipica è generalmente assente in tale momento
gestionale.
Nella fase iniziale dell’attività finanziaria tipica, in conseguenza
dell’inversione del ciclo produttivo, la prima manifestazione finanziaria
emergente è un flusso di entrate che arricchisce l’attivo patrimoniale.
Tale flusso, che sottintende ricavi, è collegato alla raccolta premi
seguente la stipula di polizze assicurative presso il mercato. Solo in un
secondo momento si hanno manifestazioni finanziarie negative, le
uscite, legate ad indennizzi, rendite o capitali a copertura dei rischi
assicurati effettivamente verificatisi. Queste uscite misurano i costi della
gestione assicurativa.
La peculiarità di tale gestione, consistente nell’anticipazione dei
ricavi sui costi, si esprime, inoltre, nella totale assenza della voce
14
Capitale di credito nella struttura patrimoniale, salvo che in circostanze
anomale o patologiche
9
.
E’ evidente, a questo punto, che l’unica fonte di finanziamento
fisiologica all’impresa di assicurazione è l’“autofinanziamento
improprio”. Vale la pena ricordare che per autofinanziamento, in senso
lato, si intende il reimpiego degli utili nel processo produttivo aziendale;
generalmente, negli organismi imprenditoriali diversi da quelli
assicurativi, solo una parte di essi è impiegata all’interno dell’azienda,
dovendo, gli utili, servire anche alla copertura dei costi di esercizio.
Per ciò che attiene l’organismo assicurativo, in virtù dell’originalità
degli aspetti finanziario-economici del suo processo produttivo, che
dalle entrate (ricavi) muove verso le uscite (costi), l’autofinanziamento
non può che essere integrale. A tale forma di autofinanziamento
improprio si aggiunge comunque quello inteso in senso classico che si
sostanzia nella costituzione di fondi di riserva ( reimpiego di utili netti)
e di fondi rischi ( reimpiego di utili lordi). La forma legale di società di
capitali, caratteristica dell’impresa di assicurazione, impone, quindi, la
costituzione delle classiche riserve legali insieme alle altre riserve,
presenti normalmente nelle imprese, quali le riserve tacite ed occulte. E’
bene specificare che tali riserve hanno una mera funzione di
9
P.E. Cassandro, op. cit.
15
accrescimento della solidità patrimoniale, dunque, di rafforzamento
della capacità di garanzia dell’azienda e non di supporto al processo
produttivo.
Durante la gestione ordinaria, i movimenti finanziari si articoleranno
diversamente a seconda dei rami assicurativi esercitati (danni e/o vita) e
questo a causa dei diversi tempi di formazione del premio e generazione
delle relative riserve tecniche
10
; a ciò si devono aggiungere gli
investimenti patrimoniali la cui durata è direttamente proporzionale a
quella del contratto assicurativo stipulato.
Facendo una disamina delle principali entrate finanziarie, esse sono
connaturate a) alla riscossione dei premi corrispettivo per l’assunzione
diretta dei rischi b) ai redditi da investimento (interessi, affitti ecc.).
Analizzando le uscite, tali manifestazioni sono connesse a) al
pagamento delle somme assicurate a titolo di risarcimenti, capitali e
rendite b) ai costi amministrativi dell’azienda.
10
Le riserve tecniche nascono come accantonamento di quote dei premi incassati la cui competenza è
da rinviare parzialmente a esercizi futuri; esse trovano giustificazione nell’intervallo di tempo, di
solito abbastanza ampio, tra il momento di acquisizione del premio e quello di eventuale pagamento
della prestazione assicurativa.
16
Ai movimenti della gestione ordinaria si aggiungono quelli della
gestione straordinaria legati: a) alle operazioni di investimento e
disinvestimento patrimoniali; b) alla riassicurazione
11
.
1.3 L’equilibrio finanziario e la solvibilità
Le caratteristiche del rapporto che l’impresa di assicurazione avvia
con l’assicurato in sede di vendita dei prodotti assicurativi evidenziano
l’importanza della “solvibilità” della stessa. Questa caratteristica
riguarda la capacità dell’azienda di assolvere le obbligazioni assunte
verso gli assicurati ed è strettamente legata all’equilibrio economico-
finanziario da realizzare nel tempo in connessione allo svolgimento
della gestione.
La solvibilità dell’impresa di assicurazione dipende dalle riserve
tecniche, che devono risultare sempre di entità congrua in rapporto agli
11
Tecnica di gestione del rischio d’impresa con cui la compagnia cede ad altri la parte di rischio che
eccede il proprio < pieno di conservazione> cioè quella somma massima assicurata che l’azienda è
disposta ad accettare su ogni contratto in base alla sua struttura finanziaria, dopo la determinazione
della propria probabilità di rovina (riassicurazione passiva), ovvero quella tecnica attraverso cui
l’impresa assume una quota di rischio da altre imprese che a loro volta desiderano ridurre la propria
esposizione al rischio (riassicurazione attiva). A. Di Mascio op. cit.
17
impegni da assolvere, e dalla disponibilità di un patrimonio netto di
dimensioni adeguate a costituire un fattore di sicurezza.
La normativa del settore impone, a dette imprese, la disponibilità di
un “margine di solvibilità”, consistente essenzialmente nel patrimonio
netto, definito come eccedenza dei mezzi patrimoniali a disposizione
rispetto agli obblighi assunti.
E’ importante guardare a questo requisito in prospettiva dinamica
tenendo conto che tutti i valori del bilancio di esercizio sono soggetti a
variazioni casuali o sistematiche, influenti nella valutazione della
solvibilità dell’impresa; variazioni che riflettono sia i rischi assunti sia
gli investimenti realizzati. Di fatto, però, la valutazione è di tipo statico
poiché fondata sui dati di bilancio.
L’equilibrio finanziario attiene sia il problema della correlazione
esistente tra crediti e debiti in un determinato periodo, sia la situazione
della liquidità aziendale che si riferisce agli incassi ed ai pagamenti
intervenuti in un dato lasso di tempo.
Perché ci sia equilibrio non necessariamente deve esserci pareggio tra
crediti e debiti. Una buona capacità di produrre reddito è fondamentale,
invece, per rafforzare tale equilibrio. Ciò permetterà all’impresa,
migliorando il proprio feedback col mercato, di sostituire i debiti in
18
scadenza con nuovi debiti e di aumentare le sue capacità di
autofinanziamento.
Per ciò che riguarda la liquidità è indispensabile che, per ciascun
periodo, sussista il pareggio fra le somme da riscuotere e quelle da
pagare.
Il momento della stipula del contratto assicurativo coincide con la
condizione di equilibrio finanziario descritta dall’equivalenza
finanziaria. Il principio di equivalenza è rispettato quando il valore
attuale dei premi inerenti il contratto è pari al valore attuale delle somme
che l’azienda presumibilmente dovrà pagare. Da questo l’importanza di
una corretta determinazione dei premi.
L’equilibrio finanziario richiama l’equilibrio economico; entrambi
sono complementari e dipendenti dall’equivalenza finanziaria, dalla
gestione patrimoniale, nonché dai costi di esercizio, amministrativi,
finanziari.
Anche le operazioni di riassicurazione passiva, attraverso il
trasferimento di parte dei rischi assunti ad altre imprese, hanno
implicazioni con la capacità finanziaria dell’azienda. Esse permettono
di costituire un portafoglio meno esposto al rischio tecnico di scarti
negativi tra frequenza presunta e frequenza effettiva del rischio
19
assicurativo, con relativo alleggerimento dei vincoli di solvibilità
imposti dalla legge.
L’istituto della “coassicurazione” permette poi all’impresa di
ampliare la propria gestione tipica offrendo alla stessa la possibilità di
partecipare pro quota a grandi progetti assicurativi senza dover
sopportare interamente un rischio di elevata entità; attraverso tale
strumento, ogni impresa coinvolta risponderà del verificarsi del rischio
limitatamente alla propria quota di partecipazione all’operazione.