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2. secondo poi, in quanto la Repubblica federale di Germania
è la principale nazione di provenienza di turisti nel mondo
(secondo le classifiche sulla produzione di turismo stilate
dall’Organizzazione Mondiale del Turismo e dal World
Travel & Tourism Council la Germania, con una spesa
complessiva di 270 miliardi di dollari Usa, è superata
soltanto dagli Stati Uniti e dal Giappone e detiene una
quota di mercato pari a ca. il 7% della domanda mondiale
di viaggi).
3. Ancora, ci sembra significativo indagare in che modo una
repubblica a struttura federata come la Germania, abbia
affrontato la divisione di competenze tra i vari livelli
(nazionale, statale e comunale) all’interno di un territorio
tanto vasto e tanto diverso.
4. Infine, analizzando come, quanto e perché viaggiano i
tedeschi potrebbe essere utile a scoprire le ragioni della
perdita di competitività della nostra offerta turistica sui
mercati internazionali (nel 1996-1997 l’Italia deteneva il
primato europeo per afflusso turistico – nel 2003 risulta
invece terza fra i paesi dell’UE per quota di mercato sul
turismo mondiale (5.6%) preceduta da Francia (10%) e
Spagna (7,2%)).
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Per quanto riguarda le competenze in materia di turismo nella
Repubblica federale di Germania, poiché la materia non compare
all’interno della GRUNDGESETZ, la carta costituzionale, la
cosiddetta Legge Fondamentale tedesca, né come materia
oggetto di competenza esclusiva della Federazione, né come
competenza concorrente, per esclusione, sono i Länder a
disporre delle competenze essenziali in materia di turismo.
Secondo l’articolo 30 infatti “l'esercizio delle competenze statali
spetta ai Länder, salvo che la Legge Fondamentale non disponga
altrimenti, salvo quindi, che la materia non ricada nelle
competenze della Federazione,.
La stessa cosa avviene in Italia dove, nella nuova formulazione
dell’articolo 117 della Costituzione Italiana determinata dalle
modifiche al titolo V, il turismo è stato escluso dalle materie di
competenza (sia esclusiva che concorrente) dello stato
attribuendola come materia non espressamente riservata alla
legislazione dello stato alla potestà legislativa delle regioni. Nel
vecchio enunciato dell’art. 117 invece il turismo compariva tra le
materie per cui le Regioni avevano il potere di emanare norme
legislative nei limiti dei principi fondamentali dello stato.
Tuttavia, a differenza di quanto avviene per l’Italia, nella
Repubblica federale di Germania, lo stato centrale, pur senza
possedere una competenza autentica in questo campo, è
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comunque molto attivo in questioni riguardanti il turismo. Con
una tendenza avviata negli anni ‘80 e parallela alla crescita
economica del settore, è notevolmente aumentato l’interesse e il
campo d’intervento della Federazione, soprattutto si è
intensificata l’azione di supervisione e coordinamento degli
interventi dei Länder e delle associazioni al vertice del turismo.
Poiché alla Federazione è assegnato dall’art. 91a della
Grundgesetz il compito di creare le condizioni per lo sviluppo
economico unitario del paese, in considerazione dell’ incidenza
del turismo sullo sviluppo economico, questo rientra tra le
attività di cui la Federazione deve poter disporre al fine di
esercitare al meglio le proprie funzioni di miglioramento della
struttura economica e sociale.
La Corte Costituzionale Federale in una sentenza del 1969, ha
riconosciuto la possibilità al Bund di accaparrarsi competenze
non scritte nella Costituzione nei casi, in cui secondo la “natura
delle cose”, determinate funzioni purché ad “evidente carattere
sovrarregionale”, non possano essere esercitate in maniera
efficace da un solo stato.
D’altra parte, l’accaparramento di fatto delle competenze in
materia di turismo da parte della Federazione non ha finora
condotto ad opposizioni da parte dei Länder. Soprattutto perché
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l’intervento, consiste nella partecipazione finanziaria, in una
forma o nell’altra.
Proprio nell’ambito delle misure di finanziamento della
Federazione, la situazione giuridica è poco chiara. Qui il governo
federale rimanda al cosiddetto accordo di “ricomposizione
fondiaria”
del 1971, un progetto di accordo amministrativo mai
sottoscritto dai Länder in cui il governo federale e i governi dei
vari stati fissavano un elenco di settori che il Bund può finanziare
sebbene non esista per questi una previsione costituzionale.
Anche se la convenzione è rimasta in forma di progetto,
rappresenta ugualmente un importante filo conduttore nella
prassi politica. Il riferimento al “quasi” accordo consente alla
Federazione di intraprendere il finanziamento, da sola o in
collaborazione con gli stati, di settori di competenza elencati nel
progetto.
D’altronde anche gli incentivi di cui usufruisce il settore turismo
sono quelli rivolti alle medie imprese e rivolti genericamente
all’economia. Al di la del programma di implementazione delle
prestazioni nel turismo (Leistungssteigerung im
Fremdenverkehrsgewerbe) che sovvenziona attività di
consulenza, d’informazione e d’aggiornamento per specialisti e
manager non esistono incentivi pubblici specifici per il turismo.
Le industrie turistiche attingono o al programma d’impegno
congiunto per il miglioramento della struttura economica
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regionale (GA Verbesserung der regionalen
Wirtschaftsstruktur) o ai fondi ERP per lo sviluppo economico
che derivano dal piano Marshall, il piano di ricostruzione attuato
in Europa dopo la seconda guerra mondiale con l’aiuto degli Stati
Uniti.
Poiché il turismo, contribuisce in maniera determinante alle
entrate dello stato, all’occupazione, allo sviluppo regionale,
(incide infatti per circa l’11% sul PIL del paese e dà lavoro a circa
4 milioni di persone), ad ogni livello della politica federale e
statale il turismo rientra nel più ampio settore dell’economia.
Quindi all’interno dello stato centrale responsabile per il settore
turismo è il Ministero per l’Economia e il Lavoro (BMWA –
Bundesministerium für Wirtschaft und Arbeit) in particolare
la sezione turismo Referat Tourismuspolitik. Questo definisce
gli obiettivi delle politiche per il turismo, rappresenta gli interessi
della Germania presso gli organismi internazionali, concorre allo
sviluppo del turismo negli stati della ex-DDR.
Per le attività di promozione estera e interna delle località
turistiche tedesche si avvale in misura significativa della
Deutsche Zentrale für Tourismus un ente finanziato per
l’85% con mezzi della Federazione e corrispondente al nostro
ENIT. (nel 2003 23.5 milioni di euro sul bilancio complessivo di
32.8 milioni di euro).
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All’interno del Parlamento tedesco la competenza per le questioni
concernenti il turismo spetta alla commissione permanente
Ausschuß für Tourismus assieme ad agricoltura e
poste/telecomunicazioni le uniche commissioni ad occuparsi di
una sola branca dell’economia.
Grande importanza rivestono sulla scena politica del turismo, le
organizzazioni al vertice che rappresentano il settore privato.
In Germania nel settore dei viaggi come in quello della ricettività,
il trend dominante è quello della concentrazione ed
industrializzazione delle imprese. Catene alberghiere,
franchising, grandi gruppi e industrie provenienti o meno dal
settore turistico detengono la maggior quota del mercato.
Sono numerosissime le associazioni di categoria che popolano il
settore a livello federale e soprattutto statale, cui fanno capo
organizzazioni al vertice a composizione mista o privata che
rappresentano gli interessi dell’industria del turismo presso le
istituzioni pubbliche statali, federali e dell’Unione Europea e che
hanno un grande peso politico.
In base al principio di sussidiarietà la Federazione non interviene
se non dove non funziona l’autoregolazione degli interessati e in
alcuni casi addirittura promuove l’organizzazione autonoma di
gruppi di interesse, come nel caso della “Bundesverband der
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Deutschen Tourismuswirtschaft” che in quanto
organizzazione di coordinamento delle organizzazioni
dell’economia del turismo affronta la frammentazione delle
rappresentanze di interessi nel settore che a livello statale e
comunale crea invece caos di attori e sovrapposizione di sfere
d’interesse.
A livello federale, all’interno del Ministero dell’Economia è
addirittura istituito comitato “Beirat für Fragen des
Tourismus” per il coordinamento degli interessi pubblici e
privati in materia di turismo, formato da rappresentanti al vertice
delle imprese e delle associazioni nel settore del turismo e dei
trasporti, da delegati dei comuni, dei sindacati e dei media. La
sezione, che svolge funzioni di supporto e consulenza per il
Ministero, si prefigge di fornire una visione generale ed un
indirizzo omogeneo all’interno del governo. Presso i Länder tale
comitato è assente nei ministeri.
La concertazione tra stato centrale e Länder è garantita invece,
dalla commissione Bund-Länder-Ausschuß Tourismus.
Questa si riunisce 2 volte l’anno sotto la presidenza del Ministro
federale per l’Economia ed è rappresentata dai Ministeri statali
dell’economia. É la sede in cui avviene lo scambio di informazioni
e l’armonizzazione delle attività e dei progetti dei 16 Länder per
confluire in una politica omogenea a livello centrale. In questa
sede viene predisposta la necessaria documentazione per le
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decisioni che vengono poi adottate nella conferenza dei ministri
dell’economia Wirtschaftsministerkonferenz degli stati cui il
ministro federale partecipa soltanto come ospite. Le decisioni
della conferenza hanno efficacia vincolante soltanto se prese
all’unanimità.
Accanto alla commissione per il coordinamento tra Federazione e
stati in materia di turismo, è operativa una commissione “Bund-
Länder-Ausschuß-Ost”. Qui vengono discussi i problemi
particolari degli stati dell’Est per poi cooperare con la
commissione BLA Tourismus e il Ministero Federale per
l’Economia e il Lavoro.
Meno marcata è invece, la collaborazione tra la commissione
turismo del Parlamento “Ausschuß für Tourismus” e le relative
commissioni dei parlamenti statali. Qui esistono soltanto relazioni
puramente informali.
In Italia con la nuova legge n. 135 del 2001 di riforma della
legislazione nazionale del turismo ci si avvicina, almeno nelle
intenzioni del legislatore, alla Tourismpolitik tedesca. Per la
prima volta infatti in ambito turistico viene affermato il principio
di sussidiarietà ovvero la volontà di rendere stabile e funzionale
la collaborazione tra pubblico e privato con l’istituzione dei
sistemi turistici locali. Per la prima volta si delinea nella legge un
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approccio più economico del turismo che va oltre gli aspetti
culturali e sociali. La legge afferma infatti "il ruolo strategico del
turismo per lo sviluppo economico e occupazionale del Paese nel
contesto internazionale e dell'Unione europea. La legge dimostra
senz’altro un allargamento dell’accezione impresa turistica e una
volontà di imprenditorialità nel settore. L'art. 7 della legge n.
135, infatti, prevede l'estensione alle imprese turistiche delle
agevolazioni, sovvenzioni ed incentivi previsti per l'industria.
Tuttavia mentre nel nostro paese si tratta soltanto di una
formulazione legislativa che oltretutto nella pratica è stata
recepita soltanto da poche regioni (tra cui per prima la regione
Marche) e del tutto ignorata da altre, nella Repubblica federale di
Germania invece tutto questo è materia consolidata.
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Per quanto riguarda l’analisi della domanda turistica tedesca in
prospettiva della perdita di competitività del turismo italiano
occorre osservare che per i tedeschi viaggi e vacanze vengono
considerati un bene di prima necessità, viaggiano anche
indipendentemente dalle contingenze socioeconomiche.
La vocazione turistica dei tedeschi è stata finora supportata da
un’economia salda e da un alto livello di reddito, nonché da
un’organizzazione del lavoro che permette ai tedeschi di
usufruire di una elevata quantità di tempo libero (Le 37 ore e
mezzo settimanali rappresentano uno degli orari lavorativi più
contenuti a livello europeo; alle 6 settimane di ferie si
aggiungono in un anno 10 giorni di festività pubbliche, il diritto
ad una settimana di “Bildungsurlaub” vacanza per aggiornamenti
e studio) e fino a 6 settimane di assenza dal lavoro per cure
termali).
Ma ora che la situazione economica non è più così rosea i
tedeschi sono più attenti al portafoglio. Non rinunciano ai viaggi
ma si accorciano i periodi di vacanza. Nel 2004 hanno speso 940
€ a persona per la vacanza all’estero e quasi la metà per la
vacanza in patria.
Dunque uno dei motivi principali della perdita di attrattività del
nostro paese nei confronti dei viaggiatori tedeschi risulta
consistere proprio nella scarso rapporto qualità prezzo. Ovvero
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strutture troppo obsolete, per turisti comunque esigenti a prezzi
troppo elevati.