5
50/1992, attuativo della direttiva CEE 85/577; ovvero la difesa del
consumatore da metodi aggressivi di vendita perseguiti con le nuove
tecnologie che consentono ai consumatori di fare acquisti
prescindendo dalla presenza fisica del fornitore nonché dalle richieste
di pagamento di merci non ordinate così come sancito dal D.LGS. 22
maggio 1999 n.185.
In particolare, la normativa in questione è andata ad inserirsi in un più
ampio contesto legislativo finalizzato ad istituire un sistema di tutela
del consumatore nella prospettiva di quell’ampia serie di interventi
normativi di matrice comunitaria in cui la figura del consumatore,
soggetto asseritamente “debole” del mercato, assume rilievo in
un’ottica nella quale il fornitore non possa profittare del fatto che il
consumatore non ha potuto, prima di effettuare l’ordine, controllare de
visu bene che intende acquistare o conoscere con sufficiente
precisione la qualità del bene o del servizio, o conoscere in dettaglio le
condizioni contrattuali a cui si espone.
Inoltre, ciò che merita di essere posto in rilievo in queste
considerazioni finali, è che il punto di vista del consumatore finale
viene assunto non solo allo specifico fine di rafforzare la tutela di
questo particolare acquirente di beni e di servizi, ma anche a
reintrodurre, per tale via, regole generali volte a disciplinare l’attività
degli operatori economici sì da assicurare effettività alla concorrenza
tra le imprese.
Internet, quindi, come precedentemente affermato, rappresenta
oltremodo una rivoluzione di tipo culturale in cui l’annullamento delle
distanze tra i vari interlocutori ha reso possibile la realizzazione di
operazioni che in altri tempi sarebbe stato difficile porre in essere.
6
L’applicazione della direttiva 2000/31/CE che circoscrive il proprio
ambito di applicazione, in linea con i principi comunitari di
sussidiarietà e proporzionalità, a quei profili del commercio
elettronico che avrebbero ostacolato, in assenza di una idonea
armonizzazione, il buon funzionamento del mercato interno, ha
introdotto taluni principi di base, allo scopo di favorire lo sviluppo
delle attività negoziali in rete e di rafforzare la fiducia degli utenti di
Internet stabilendo, altresì, con precisione gli obblighi, i diritti e le
responsabilità delle parti coinvolte nel processo di informazione –
conoscenza, di acquisto e di erogazione dei “servizi della società
dell’informazione”, cioè delle “attività economiche svolte on line”
mediante la connessione di accesso alla rete globale Internet e la
presenza stabile in essa degli operatori economici per mezzo di un
sito web.
La scelta di indirizzare questo lavoro verso l’analisi di taluni aspetti
della New Economy, è legata all’importanza del ruolo che essi
rivestono nel mercato e per il mercato.
La New Economy rappresenta il più rivoluzionario sistema di
informazione mai sperimentato all’interno della rete commerciale.
E’ nota l’importanza dell’informazione a livello aziendale.
L’uso dei più recenti metodi informatici consente l’accelerazione della
creazione del valore economico attraverso la produzione e l'uso
dell'informazione, ossia attraverso la differenza tra il valore d'uso
dell'informazione prodotta ed il suo costo. Viviamo in un mondo
information - intensive, dove la capacità di generare e diffondere la
conoscenza "fa differenza".
In questo quadro, abbiamo ritenuto opportuno analizzare come
strumento di attuazione della New Economy il fenomeno del
7
commercio elettronico e della tutela del consumatore all’interno del
mondo telematico.
Il lavoro si articola in 4 capitoli :
1. La nascita e le origini storiche della new economy.
2. La disciplina comunitaria e nazionale in materia di commercio
elettronico.
3. I contratti telematici.
4. La tutela del consumatore nella disciplina comunitaria e nazionale
Attraverso questi capitoli verrà analizzato lo scenario attuale
dell’economia mondiale e i fenomeni che lo caratterizzano, vale a dire
la nascita della new economy e i suoi tratti distintivi, con particolare
riferimento alla definizione di commercio elettronico ed all’analisi dei
vari tipi di e-commerce.
Il secondo capitolo si occupa in via più specifica della normativa
nazionale e comunitaria in materia di commercio elettronico, con
riferimento alla direttiva comunitaria 2000/31/CE ed al D.LGS.
70/2003 di attuazione della suddetta direttiva in ambito nazionale.
Nel terzo capitolo ci soffermeremo sui contratti telematici stipulati dal
consumatore con riferimento alla disciplina civilistica dettata dal
nostro codice e con la relativa applicazione anche ai contratti stipulati
dal consumatore in rete (trattative, perfezionamento del contratto
ecc..).
Il lavoro si conclude con l’analisi del quadro normativo organico
posto a tutela del consumatore, in ambito comunitario e nazionale, con
riferimento al D.LGS. 50/1992 sulla vendita fuori dai locali
commerciali, al D.LGS. 185/1999 sulla protezione dei consumatori in
materia di contratti a distanza ed alle clausole vessatorie nei contratti
dei consumatori e al D.LGS. 70/2003 il cui obiettivo fondamentale è
8
quello di favorire la libera circolazione e lo sviluppo delle attività
economiche on-line. Quest’ ultimo, in particolare, disciplina con
precisione gli obblighi, i diritti e le responsabilità delle parti
coinvolte nel processo di informazione – conoscenza, di acquisto e
di erogazione dei “servizi della società dell’informazione”, cioè delle
“attività economiche svolte on line” mediante la connessione di
accesso alla rete globale Internet e la presenza stabile in essa degli
operatori economici per mezzo di un sito web.
9
CAPITOLO I
LA NEW ECONOMY E LA GLOBALIZZAZIONE
1.1 NASCITA E RADICI STORICHE DELLA NEW ECONOMY.
Lo sconvolgimento apportato dalla new economy
1
al sistema
produttivo occidentale è paragonabile, secondo molti Autori, solo ai
cambiamenti avvenuti ad inizio Novecento con la seconda rivoluzione
industriale
2
.
La dimensione globale della nuova economia è legata alla
straordinaria diffusione delle tecnologie informatiche e delle reti di
telecomunicazione. “La new economy può essere definita come una
forma di scambio economico che sfrutta le enormi potenzialità delle
information and communication technologies sviluppando dei
peculiari meccanismi di processo
3
”
Il termine new economy allude simbolicamente ad un fenomeno di
matrice statunitense, paese che, per primo e meglio degli altri, ha
1
Sulla new economy si rimanda a: RAMPINI F., 2000, “New economy: una rivoluzione in
corso.”, Laterza, Bari.
2
Infatti nacque l’industria pesante caratterizzata da un’assenza di flessibilità, da una produzione
che mira a sfruttare le economie di scala ed ha come risultato finale prodotti “pesanti”, importanti,
che impiega un’ingente quantità di materie prime. Si tratta di una produzione completamente
supply-driven, in altre parole non soggetta ai dettami della domanda di beni, ma alla capacità
dell’industria di produrne una certa quantità, lavora per fasi successive, con assoluta linearità e
quindi su tempi lunghi.
3
RUSSO P., 2000, “New economy, new human kind”, Rivista il Mulino, n. 5 , Il Mulino,
Bologna.
1.1 Nascita e radici storiche della new economy. 1.2 Lo scenario di riferimento della new
economy: la globalizzazione. 1.3 I caratteri della globalizzazione. 1.4 Lo spostamento del
centro di gravità nella produzione mondiale. 1.5 Nuovo rapporto tra Stato e impresa. La fine
dello Stato – Nazione. 1.6 Le ICT ed il funzionamento dei mercati. 1.7 Il commercio
elettronico: origine storica, definizione e tipi. 1.8 Il commercio elettronico business to
business; business to consumer; intra business; administration to community.
10
intrapreso il cammino verso una nuova frontiera caratterizzata da
eccezionale sviluppo economico. La new economy, può essere
definita quale prodotto di un nuovo mondo di comunicazione
chiamato internet e della diffusione planetaria delle tecnologie
dell'informazione.
Sebbene è solo dal 1996 che è entrato nel corrente uso, il termine new
economy viene usato per indicare questa nuova realtà, i cui
presupposti vanno cercati in America, precisamente nella California
degli anni ’60.
Il fenomeno ha attraversato tre fasi distinte cronologicamente.
Negli anni sessanta e settanta le aziende californiane divennero le
prime produttrici al mondo di hardware (unità funzionale del
computer), vale a dire delle componenti strutturali dei computers.
Dalla produzione dei microprocessori le aziende californiane
passarono poi a produrre i computer stessi, in concorrenza con la IBM
della East Coast statunitense.
4
Nella seconda fase vennero sviluppati e commercializzati su larga
scala i softwares (programmi con istruzioni operative per elaborazioni
informatiche). Di questo settore la Microsoft di Seattle divenne ben
presto regina incontrastata. Una caratteristica della seconda fase è la
redditvità marginale crescente che accompagnava la
commercializzazione dei softwares: benchè la ricerca per sviluppare
un nuovo software sia costosa, ma una volta che il prodotto si sarà
affermato sul mercato fabbricarne copie in gran quantità potrà costare
pochissimo.
4
RUSSO P., in op cit.
11
La premessa della terza fase si trova già nella prima e seconda fase.
Ufficialmente si fa risalire l’idea di connettere in rete i computer al
sistema Arianet, (1969), sistema di connessione e dialogo tra due o
più computers voluto e sviluppato dal Pentagono.
Bisogna però attendere gli anni ottanta perché alcune università
inizino ad usufruire delle potenzialità di ARIANET per scambiare tra
loro informazioni scientifiche. Quanto alla possibilità di reperire nella
rete esattamente le informazioni desiderate. Nei primi anni Novanta
uno scienziato inglese, Tim Berners-Lee, inventò il sistema WWW
(World Wide Web) che permette tuttora di muoversi all’interno Rete
seguendo precise gerarchie d’informazioni. Il primo browser
(programma di software collegato ad Internet che consente la
navigazione nella Rete per la consultazione di dati o di file)
commerciale risale al 1994, la Netscape mise gli acquirenti in grado di
muoversi e “navigare” da un sito all’altro semplicemente “cliccando”
l’indirizzo Internet di ogni sito.
Aveva così inizio la terza ondata del fenomeno.
Tre sono le qualità che contraddistinguono il fenomeno:
interconnessione, velocità, immaterialità.
5
Le ICT (informations and comunications technologies) permettono a
milioni di utenti, privati o aziende che siano, di trovarsi nello stesso
non-luogo al medesimo istante. Nell’economia digitale vengono
ribaltati i due parametri di spazio e tempo nel loro aspetto più
profondo. La Rete ha portato il valore dello spazio a zero:
l’interconnessione permette al lontano di divenire vicino e alla
periferia di divenire centro. Il tempo si trasforma in un oggetto in
grado di espandersi o contrarsi a seconda delle situazioni e degli usi.
5
NEW ECONOMY, 02.03.2001, supplemento de “Il Sole24Ore”.
12
Paradossalmente essere più veloci, agire con la massima rapidità in un
arco temporale che si estende al massimo, aumenta l’incidenza dei
“tempi morti” sul sistema.
La velocità e la qualità sono percepite dalle imprese come fattori
critici di successo nella nuova economia, esse sono il valore aggiunto
al prodotto. Esiste però anche un altro aspetto della velocità, la
necessità di innovare continuamente, fattore questo ritenuto
indispensabile per guidare la creazione di ricchezza nel lungo termine.
Nella new economy di notevole importanza è anche l’aspetto
finanziario.
In questo quadro, infatti, il nuovo volto del commercio, che sfrutta
appieno le potenzialità della rete, è il commercio elettronico (e-
commerce). Si tratta di una forma di scambio commerciale che,
avvenendo in Rete, non incontra limitazioni fisiche o geografiche di
sorta, amplificando in misura esponenziale le potenzialità di
circolazione di un bene. I beni scambiati sono stati inizialmente,
soprattutto, gli “information goods” ossia tutti quei beni che possono
essere espressi in forma digitale come, ad esempio, i film, la musica,
le quotazioni azionarie, le notizie, i softwares e le pagine web.
Mentre il commercio “business to consumer” (BtoC) incontra ancora
qualche ostacolo, soprattutto in Europa, per la sua affermazione,
all’interno degli scambi commerciali ascrivibili alla new economy,
elevata incidenza hanno, viceversa, gli scambi “business to business”
(BtoB). Si tratta di scambi che non sono orientati all’acquirente finale
del prodotto, ma che vedono protagoniste le aziende collocate a uno
dei tanti livelli intermedi della lunga catena produttiva che porta al
prodotto stesso. È un aumento non solo in termini di volume delle
transazioni, ma un modello di BtoB sostanzialmente differente rispetto
13
al precedente. Siamo in presenza di motore delle transazioni proprio
differente. A causa del maggior flusso d’informazione tra i venditori,
le imprese incontrano vantaggi crescenti quali una generale
compressione dei costi di transazione, un approvvigionamento più
rapido ed efficiente.
Il BtoC incontra tuttora barriere alla diffusione nella velocità
d’accesso, nella diffusione dei computers, nel costo dei collegamenti.
Manca inoltre in molti Paesi una legislazione atta a tutelare la privacy
e a scongiurare la possibilità di frodi.
La risorsa critica dell’economia digitale è l’informazione. Tre
elementi guidano l’utilizzo dell’informazione:
- capacità di averne accesso;
- capacità di assimilarla;
- capacità di agire sulla base delle informazioni ricevute.
La categoria dell’accesso è senza dubbio una delle più efficaci per
leggere la realtà sociale della new economy.
6
L’influenza che la new
economy ha avuto, in meno di un decennio, nella società non è stato
meno profonda dei cambiamenti apportati al sistema economico. La
categoria dell’accesso spiega perché se nell’epoca della “old
economy” l’aspirazione degli individui era il possesso, nell’epoca
odierna essi aspirerebbero invece alla fruizione. Obiettivo
dell’acquirente verrebbe ad essere quindi la prestazione garantita del
bene e non il possesso. Poiché nell’era di internet il governo perderà
sempre più il suo ruolo di collettore d’informazioni per i cittadini,
sostituito dai mass media e dalla rete, dovrà trasformarsi da
distributore a regolatore e facilitatore dello scambio informativo.
6
CHIARABRANDO M., TASSARA G, TERRACINA S.,2000, “Parlare globale – guida
ragionata ai linguaggi dell’impresa”, Sperling & Kupfer Editori.
14
Soltanto con una popolazione istruita, le informazioni potranno essere
sfruttate, scambiate, valorizzate in modo da creare un bacino mondiale
di vera conoscenza.
7
Le capacità di assimilare e di gestire le informazioni ricevute fanno
riferimento ad un aspetto che contraddistingue la new economy.
Accanto alla maggiore importanza che le tecnologie dell’informazione
hanno assunto, le informazioni stesse necessitano di competenze
specifiche per essere sfruttate in tutto il loro potenziale. Il “capitale
intellettuale”, è sempre più una risorsa critica per le imprese al pari del
capitale. Si è creato un divario tra quei Paesi in cui i cittadini hanno
ricevuto un’istruzione elevata e completa che li ha messi in grado di
interagire globalmente. Storicamente le competenze tecnologiche
erano detenute soltanto da un pugno di nazioni che poi le esportavano,
ma d’ora in avanti non sarà più vero. Questo significa che le società
più potenti dell’economia digitale saranno quelle con il numero
maggiore di “utenti delle informazioni” istruiti, vale a dire quelle che
hanno investito sull’istruzione di grado superiore ed universitaria a
forte connotazione tecnologica.
7
Cfr. ALDRICH e MASERA, 2002, “Il mercato digitale – strategie e modelli per dominare la
nuova economia”, Il sole 24 Ore, Milano, traduzione dal testo inglese “Mastering the Digital
Market Place”, 1999, A. T. KEARNEY.
15
1.2 LO SCENARIO DI RIFERIMENTO DELLA NEW ECONOMY: LA
GLOBALIZZAZIONE.
L’avvento di internet e l’affermarsi della new economy rappresentano
le caratteristiche salienti della società che si sta affermando e che
viene definita come la società dell’informazione, ossia una società
basata sull’utilizzo di tecnologie dell’informazione e della
comunicazione che riesce ad instaurare una nuova gestione dei
rapporti tra le istituzioni, i cittadini, le imprese, la politica e
l’economia. Queste tecnologie hanno ormai assunto i termini di una
vera e propria rivoluzione tecnologica, che per la sua importanza e il
suo impatto può essere paragonata all’invenzione della stampa nel XV
secolo e dei mezzi di comunicazione di massa tra il XIX e il XX
secolo; ma mentre queste ultime hanno richiesto cinquecento anni per
essere realizzate e per manifestare i loro effetti, la rivoluzione della
comunicazione elettronica si manifesta in un periodo di tempo molto
ridotto.
Il mercato mondiale dell’Ict-Informationanl and Comunication
Technologies, stimato nel 1998 in 1445 miliardi di ECU, è cresciuto
notevolmente e rapidamente negli ultimi anni, e soprattutto, nel corso
degli ultimi due anni il mercato europeo sta rapidamente riducendo il
distacco con gli Stati Uniti. Infatti come rivelano i dati del rapporto
Eito-European Information Technology Observatory (ed.2001), il
mercato europeo dell’Ict rappresenta con il 30%, quasi un terzo del
mercato mondiale e si avvicina alla quota di mercato americano del
36%. L’investimento dell’Europa nelle nuove tecnologie ed in
16
particolare la diffusione di internet sono il fondamento per la
realizzazione della cosiddetta Information Society.
8
Lo sviluppo di internet consente di intravedere un mondo nel quale il
costo dell’informazione tende a ridursi se non ad annullarsi, e la
conoscenza, bene primario della nuova società, diviene accessibile a
tutti. Si è visto come internet offra la possibilità al consumatore di
costruirsi percorsi personalizzati per le sue scelte. Per le imprese
internet rappresenta la globalizzazione del mercato. È in questo
contesto che internet è stato definito come “autostrada
dell’informazione”. Caratteristica prioritaria delle autostrade
dell’informazione è il fatto di non rappresentare un unico sistema di
trasporto, ma la combinazione flessibile e mutevole di molteplici
forme di comunicazione digitale ad alta velocità, dalle tradizionali
linee telefoniche alle reti radiotelevisive e satellitari, alle reti di
computer. Come i sistemi di comunicazione introdotti verso la metà
del secolo scorso, (reti ferroviarie, telegrafo, navigazione a vapore)
hanno reso possibile il movimento delle merci e dei messaggi
originando la produzione di massa, così le autostrade
dell’informazione generano cambiamenti di vasta portata
sull’economia e sulla società.
Globalizzazione dei mercati e sviluppo dell’ICT rappresentano
dunque le premesse di riferimento della new economy.
9
8
WRISTON W. B., 2000, “La tecnologia della libertà”, in Biblioteca della Libertà, XXXV,
n.155.
9
RAMPINI F., in op. cit..
17
1.3 I CARATTERI DELLA GLOBALIZZAZIONE.
Analizziamo ora quali sono le novità apportate dal fenomeno della
globalizzazione.
La prima novità è sicuramente il fatto che l’integrazione economica
influisce direttamente, e più di prima, sulle decisioni delle imprese,
nell’organizzazione della produzione e nell’utilizzo del lavoro. Infatti,
il volume dei beni e servizi scambiati, la facilità e la velocità dello
scambio di informazioni, il ruolo dominante della finanza, il peso
delle aspettative dei detentori di titolo di stato e di azioni, non hanno
precedenti.
La seconda novità è di natura tecnica: tutto ciò che si scambia tende
ad essere scambiato su scala mondiale.
La terza novità è la competizione fra stati. Il livello di integrazione fra
stati pone tutti i paesi di fronte allo stesso dilemma: da un lato, i
pericoli della globalizzazione pongono l’accento sulla necessità di
estesi sistemi di sicurezza sociale, ma nello steso tempo l’accresciuta
globalizzazione restringe i poteri degli stati nazionali. Nel regime
globale la competizione influenza ogni scelta macroeconomica, dai
salari all’imposizione fiscale, dalle politiche ambientali all’efficienza
della pubblica amministrazione.
La quarta e ultima novità è rappresentata dall’innovazione tecnologica
che interagisce con le forze della globalizzazione modificando
radicalmente le condizioni macroeconomiche. I prezzi di beni e servizi
hi-tech sono calati drasticamente, si ha una tendenza alla moderazione
salariale in quanto i lavoratori temono la conseguente riduzione di
18
posti di lavoro o il trasferimento della produzione in altri paesi, e la
concorrenza induce le imprese a limitare gli aumenti dei prezzi.
10
Fondamentale è stato il ruolo delle istituzioni internazionali che hanno
costruito le condizioni della globalizzazione . Tali istituzioni, dal G7
al FMI, dall’OCSE (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo
economici) al WTO (world trade organization) alle Banche regionali
di sviluppo, hanno infatti, a livello internazionale, liberalizzato la
finanza e il commercio di beni e servizi; aperto le frontiere valutarie;
introdotto una maggiore flessibilità dei salari e delle norme di lavoro,
che hanno sicuramente contribuito ad alimentare la globalizzazione.
10
RUSSO P., in op. cit.