Introduzione
I canali disponibili per la creazione e l’implementazione di processi
innovativi in azienda sono diversi, e vanno dalla ricerca mediante divisioni interne
aziendali, allo sviluppo di accordi e collaborazioni con altre aziende, fino al
ricorso e all’acquisto di tecnologia già sviluppata da soggetti terzi. In tale contesto
assumono crescente importanza fattori localizzativi come la disponibilità di
informazioni per l’innovazione e le strutture di servizio per lo sviluppo della
competitività del sistema economico, cioè la creazione di una catena del valore sul
territorio. Tali strutture si stanno via via imponendo come nuovo canale per la
creazione e la diffusione di innovazione in azienda, ed il presente elaborato vuole
analizzare peculiarità, struttura e modalità operative di alcuni di questi soggetti, in
particolare le società o agenzie di brokeraggio tecnologico.
Il loro ruolo consiste infatti nel far interagire il mondo industriale con
quello della ricerca, dell’Università e dell’istruzione, operando come agenti di
trasferimento di conoscenze, know-how, tecnologia e capitale.
Una tale offerta di servizi e di competenze sembra adattarsi maggiormente
ad imprese che, dal punto di vista organizzativo e strutturale, risultano meno
complesse ed incapaci di svolgere da sole attività quali i progetti d’innovazione
tecnologica, tipicamente le PMI. La gestione di queste problematiche deve
necessariamente essere delegata a specifiche divisioni di R&S, che tuttavia sono
riscontrabili (per la rilevanza delle risorse aziendali assorbite) solo in imprese di
grandi dimensioni.
Per le imprese di minori dimensioni l’alternativa alla divisione R&S è
identificabile nel ricorso e nella collaborazione sinergica con soggetti in grado di
rispondere, con la giusta competenza e nel modo più efficiente possibile, ad
esigenze di carattere tecnologico ed a elevato contenuto innovativo.
Il continuo aumento di competitività si traduce infatti, anche per le PMI,
nella necessità di conseguire standard sempre più elevati e di fornire risposte
sempre più rapide ed efficaci alle richieste dei clienti locali ed internazionali.
E’ per queste motivazioni che l’elaborato, dopo un primo studio
dell’importante ruolo assunto dai soggetti svolgenti funzioni di intermediari
tecnologici e del contesto territoriale in cui si trovano ad operare, si sofferma ad
analizzare le fasi e l’evoluzione di un singolo progetto di promozione e diffusione
della cultura dell’innovazione rivolto alle PMI.
Introduzione
9
Obiettivo del presente studio è dunque quello di andare oltre, non
limitandosi alla semplice trattazione teorica di un fenomeno e delle sue
manifestazioni. Si è voluto verificare empiricamente la validità e la correttezza di
un approccio, osservandone l’impatto sul tessuto locale e la capacità di interagire e
collaborare con un sistema produttivo caratteristico e caratterizzante della
economia italiana, quello del distretto industriale. Queste aree-distretto sono
contraddistinte da un insieme di PMI, specializzate per fasi di lavorazione, che
operano in un rapporto di cooperazione ma anche di concorrenza, condividendo
cultura, professionalità, etiche e regole competitive.
Un approccio di questo tipo ha comportato una intensa collaborazione con
una società di brokeraggio tecnologico, il Centro di Ricerca e Innovazione
Tecnologica di Vignola (MO), iniziata nel febbraio 2002, grazie alla quale si è
potuto partecipare allo studio ed alla realizzazione di una indagine statistica sullo
stato tecnologico del settore meccanico in alcuni comuni della provincia di
Modena e di seguire le modalità di gestione ed erogazione di alcuni servizi tipici
del “broker”.
Le conoscenze e le molte informazioni acquisite attraverso questa
esperienza abbracciano gran parte delle problematiche connesse alla promozione
ed alla creazione di una rete connettiva tra industria e ricerca, con l’ausilio di
organismi di intermediazione in grado di alimentare senza dispersioni ed
inefficienze processi d’innovazione tecnologica.
Ed è proprio attingendo a queste conoscenze ed informazioni che si è potuto
verificare la validità dell’approccio seguito, inizialmente sostenuto solo da
contributi teorici o esperienze maturate in realtà non comparabili con quella
italiana.
Il primo capitolo analizza i sistemi territoriali, intesi come l’insieme di
relazioni e dinamiche che si sviluppano tra le attività di R&S, le strutture
industriali e gli attori istituzionali; il modo in cui tali relazioni contribuiscono alla
diffusione ed affermazione di una cultura imprenditoriale basata sull’innovazione
e sull’eccellenza tecnologica finalizzata alla creazione di un vantaggio competitivo
locale. La seconda parte del capitolo presenta i concetti e le terminologie basilari
per una corretta comprensione dell’elaborato, delineandone confini nozionistici ed
Introduzione
interpretativi, oltre ad analizzare nello specifico gli organismi e le strutture a
sostegno dell’imprenditorialità e dell’innovazione. La scarsità di risorse
bibliografiche e contributi su tali tematiche ha reso particolarmente complessa la
trattazione e l’inquadramento del fenomeno “trasferimento tecnologico”,
soprattutto per ciò che concerne il grado di avanguardia, l’approccio e le tipologie
di strutture presenti a livello nazionale.
Il secondo capitolo studia funzioni, profilo aziendale, struttura ed offerta di
servizi di un tipico organismo svolgente funzioni di intermediazione tecnologica
tra mondo della ricerca e tessuto industriale, l’agenzia di brokeraggio tecnologico
CRIT, attiva da alcuni anni sul territorio della provincia di Modena. L’analisi
prosegue con lo studio completo, dalle fasi “embrionali” di definizione degli
obiettivi e finalità, selezione dei partners, progettazione degli strumenti, fino alla
raccolta ed elaborazione dei risultati, di un progetto di ricerca denominato
“L’Innovazione Tecnologica nelle Terre di Castelli” - indagine sullo stato
tecnologico delle aziende del settore meccanico nei comuni di Castelnuovo R.,
Castelvetro, Savignano S.P., Spilamberto, Vignola e Marano S.P., e prime azioni a
sostegno della diffusione dell’innovazione - “.
I successivi due capitoli, il terzo ed il quarto, descrivono la parte sperimentale
dell’elaborato, ripercorrendo ogni fase del lungo e complesso processo di attuazione del
progetto “L’Innovazione Tecnologica nelle Terre di Castelli”. Si sono descritte
metodologie e scelte teoriche seguite per la creazione degli strumenti di rilevazione (il
questionario d’indagine), procedendo nel capitolo successivo ad analizzare le azioni
intraprese per la diffusione e l’affermazione, nel tessuto produttivo oggetto d’indagine,
di una sensibilità orientata all’innovazione quale motore di crescita e di creazione di
valore.
Nello specifico è stato illustrato il profilo aziendale personalizzato, frutto
dell’elaborazione statistica dei dati raccolti mediante questionario, ed in grado di fornire
spunti di riflessione sui punti di forza e debolezza della singola impresa, consentendo
valutazioni di benchmark con le performance di settore. Altra azione intrapresa a favore
delle imprese partecipanti all’indagine è stata l’erogazione, da parte del CRIT in
collaborazione con i partners del progetto, di un servizio di consulenza su di una
Introduzione
11
tematica tecnologica ritenuta critica per l’impresa, i cui risultati sono descritti nella
parte finale del quarto capitolo.
Si ottiene così una alternanza tra valutazioni teoriche ed aspetti pratici, in grado
di arricchire e confutare le tematiche trattate nella prima parte dello studio, con
l’esperienza maturata da incontri con le realtà aziendali e dalla ricerca sul campo.
Le valutazione e considerazioni conclusive, precedono la sezione finale nella
quale sono riportati, in allegato, un glossario ed il materiale elaborato nel corso del
progetto d’indagine (questionario e profilo aziendale personalizzato). Completano lo
studio la bibliografia e le risorse internet alle quali si è attinto durante la realizzazione
del presente lavoro.
Un particolare e sentito ringraziamento va all’ing. Antonio Rossi,
amministratore delegato del CRIT ed ai suoi collaboratori, il dott. Roberto Pelosi, l’ing.
Marco Baracchi, il dott. Michele Frascaroli e la signora Monica Verza. La piena e
costante disponibilità offerta ha contribuito a rendere questa importante esperienza
professionale anche un momento di crescita personale e di arricchimento sotto il profilo
umano.
Al prof. Maurizio Sobrero è indirizzata la mia gratitudine per aver seguito, con
competenza ed attenzione, il presente studio, contribuendo alla sua realizzazione.
Infine, un affettuoso pensiero è rivolto ai miei genitori, alla mia famiglia ed a
Barbara, che mai, in nessun momento, mi hanno fatto mancare il loro sostegno e la loro
fiducia.
CAPITOLO I
La competizione tra territori e le strutture a sostegno
dell’innovazione
1. Competizione e azioni a sostegno del vantaggio competitivo locale
Lo sviluppo socio-economico di un territorio e la sua competitività risultano
essere dinamiche sempre meno dipendenti da fattori di tipo tradizionale come la
disponibilità di materie prime, capitale e lavoro, lasciando spazio all’influenza
crescente da parte dei fattori connessi con l’introduzione di innovazioni nei sistemi
produttivi, nei servizi e nella società. Anche la posizione geografica e la tradizione
commerciale diventano via via meno rilevanti grazie anche alla globalizzazione
dell’economia e all’avvento delle nuove tecnologie; si assiste dunque ad un
allargamento dei confini competitivi, che da locali o nazionali diventano
internazionali.
“L’elemento chiave del successo competitivo di un territorio, ovvero la
capacità di controllare ed indirizzare l’innovazione tecnologica, non è più
raggiungibile dalla singola impresa, ma è, in misura sempre più crescente, il
prodotto di quella che è stata definita esternalità del sistema ossia lo sforzo
congiunto e mirato di tutti gli operatori economici, istituzionali e culturali di
un’area”
1
.
1.1 Il significato di competizione tra territori
Il confronto competitivo con altre aree geografiche costituisce una tra le
caratteristiche di maggior rilievo dei contemporanei modelli di sviluppo
1
P. Sancin, AREA Science Park, 1999, p.14.
LA COMPETIZIONE TRA TERRITORI E LE STRUTTURE A SOSTEGNO DELL’INNOVAZIONE
14
economico e sociale di un territorio. La necessità di sostenere tale confronto
comporta un radicale cambiamento nella gestione di un’area geografica; in
particolare, richiede al territorio di dotarsi di un certo insieme di condizioni che lo
rendano più vantaggioso delle aree concorrenti ai fini dell’attrazione di attività
esterne produttrici di ricchezza o dello sviluppo di quelle già esistenti all’interno.
Il problema dello sviluppo locale non riguarda più, dunque, solo ambiti territoriali
fortemente svantaggiati, ma diventa una questione che assume rilievo primario per
la generalità delle aree geografiche singolarmente considerate.
L’applicazione del concetto di competizione per descrivere il confronto tra
aree geografiche richiede molta cautela. La competizione territoriale può essere
intesa come l’azione posta in essere da determinati soggetti che agiscono
istituzionalmente nell’interesse del territorio cui appartengono (o di aree comprese
al suo interno) al fine di promuoverlo (in alternativa ad altre zone) come sede di
attività produttive.
Per comprendere correttamente il significato di “competizione” tra territori
è quindi opportuno specificare le due principali valenze che tale concetto assume
se riferito ai prodotti o ai servizi. Da un lato la competizione indica il confronto
per raggiungere una posizione di controllo sull’ambiente di riferimento e sul
mercato-obiettivo. Dall’altro, la competizione è centrata sulle risorse: le aziende
competono per acquisire le risorse distintive migliori dei concorrenti; la
disponibilità di queste risorse costituisce la condizione basilare per raggiungere
condizioni di sviluppo migliori degli altri concorrenti. E’ evidente come le due
prospettive siano piuttosto collegate: il raggiungimento di una posizione di
controllo sul mercato implica in molti casi anche un accesso alle risorse distintive
più efficaci di quelle disponibili ai concorrenti. Allo stesso modo, un miglior
controllo sulle risorse distintive costituisce la condizione essenziale per
raggiungere una posizione di vantaggio competitivo nel mercato. Il concetto di
competizione illustrato può essere riferito ai territori a condizione che risultino
accettabili due ipotesi: in primo luogo, il configurarsi di un mercato in cui diversi
territori cercano di raggiunger un primato; in secondo luogo, l’esistenza di risorse
relativamente scarse che innestate nel territorio ne attivano un processo di crescita
più brillante di quello vissuto dalle aree concorrenti non dotate di analoghe risorse.
La seconda ipotesi su cui poggia l’idea di competizione tra aree geografiche
Il ruolo delle società di brokeraggio tecnologico nei processi d’innovazione delle PMI
15
consiste nell’esistenza di determinate risorse, relativamente scarse, per le quali i
territori ritengano rilevante competere.
La possibilità di acquisire tali risorse al proprio interno consente al
territorio di rafforzare il suo peculiare processo di sviluppo e di migliorare
ulteriormente il proprio grado di competitività. Occorre precisare come le risorse
eventualmente messe a disposizione da unità produttive costituiscono un fattore di
sviluppo a condizione e nella misura in cui esse sono opportunamente
metabolizzate dal territorio. Questa condizione dipende a sua volta dalla capacità
che i vari attori locali hanno di attivare relazioni con l’impresa, attraverso le quali
individuare e fare proprie le risorse che questa mette a disposizione.
In sintesi, il valore che un insediamento genera a favore dell’area
geografica che lo ospita si articola in diverse componenti: in primo luogo, il valore
aggiunto economico, espresso in termini di quote di ricchezza prodotta
dall’insediamento e trasferita a soggetti locali (sottoforma di salari,stipendi, costi
per l’impiego di input produttivi di origine locale, imposte ecc..), comprensiva
delle esternalità positive nette generate dalla presenza dell’insediamento. In
secondo luogo, il valore intangibile della reputazione acquisita dal territorio in
seguito al fatto di essere stato scelto come sede dell’insediamento in questione. Le
conoscenze acquisite dai soggetti locali assumono contenuti eterogenei: le
competenze delle risorse umane locali; i modelli di gestione aziendale; le
caratteristiche dei mercati esteri; le conoscenze tecnologiche e le innovazioni.
Tutte le fonti di valore individuate, esercitano i loro effetti nella misura in
cui i soggetti riescono ad attuare una integrazione su diversi piani: organizzativo,
tecnologico, produttivo, del collegamento tra conoscenze globali e locali.
Si giunge dunque ad affermare che la competizione tra territori si svolge
contemporaneamente su due piani: quello dell’attrazione di nuove imprese e quello
del mantenimento e del rafforzamento del tessuto imprenditoriale di origine locale
attraverso l’attività di enti ed organismi in grado di assistere le imprese nei
processi di sviluppo ed innovazione.
LA COMPETIZIONE TRA TERRITORI E LE STRUTTURE A SOSTEGNO DELL’INNOVAZIONE
16
1.2 Le cause della competizione tra territori
La forte mobilità degli investimenti produttivi e finanziari è la ragione che
spiega in maniera più immediata la ragione per cui la competizione tra territori
tende ad essere sempre più intensa. Questa mobilità spinge un territorio a cercare
di essere più attrattivo degli altri non solo per essere scelto dagli investitori esterni,
ma anche per evitare che quelli locali decidano di collocare altrove le loro risorse
ed attività produttive. L’intensificarsi della competizione tra le aree geografiche
locali non deriva soltanto da fattori esogeni al territorio; è molto rilevante a
riguardo la tendenza alla crescente decentralizzazione amministrativa, fiscale e in
parte anche politica che si è manifestata in molti paesi occidentali.
Il manifestarsi di strategie competitive progettate e attuate a livello locale è
chiaramente favorito dal crescente grado di responsabilità che le autorità locali di
governo assumono nel processo di sviluppo economico del proprio territorio. I
singoli contesti geografici, e in particolare le aree urbane, sono chiamati ad agire
in una prospettiva sempre più imprenditoriale.
Ogni area urbana deve individuare il proprio spazio competitivo e definire
un certo insieme di misure volte ad attrarre al proprio interno quelle categorie di
utenti del territorio che ritiene più funzionali al proprio modello di crescita. In
questa prospettiva, deve essere rilevata anche la crescente consapevolezza che gli
stakeholders locali, pubblici e privati, manifestano circa la necessità di rafforzare
i fattori di competitività del proprio territorio; consapevolezza testimoniata dal
notevole e rapido fiorire di organizzazioni e agenzie finalizzate a gestire le
problematiche di competizione tra territori.
In sintesi, la maggior competizione tra territori risulta anche dal fatto che i
nuovi assetti istituzionali prevalenti in molti Stati hanno posto gli attori naturali di
questa competizione in grado di gestirne i meccanismi. I governi locali,
direttamente o più spesso attraverso organismi di propria emanazione, si trovano
nella condizione di poter progettare e realizzare un proprio modello per lo sviluppo
economico dell’area geografica di propria giurisdizione, e di poter gestire con
ampia autonomia il confronto con le aree geografiche concorrenti. Altre questioni
hanno rilievo per spiegare il fenomeno della competizione tra territori. La radicale
trasformazione della struttura di numerosi settori industriali costituisce una
ulteriore spiegazione del manifestarsi della concorrenza tra contesti geografici.
Il ruolo delle società di brokeraggio tecnologico nei processi d’innovazione delle PMI
17
L’innovazione tecnologica e strategica ha accelerato la maturazione di molti
settori, ha determinato lo sviluppo di nuove industrie e, soprattutto, ha causato
profonde alterazioni dei tradizionali confini tra i settori. Queste dinamiche hanno
impresso rilevanti cambiamenti nel posizionamento competitivo delle singole
imprese.
La trasformazione dei settori e delle imprese ha avuto un impatto
significativo sul territorio in tutti quei casi in cui questo era fortemente legato sul
piano economico, sociale e culturale ad un determinato settore o addirittura ad una
impresa.
In definitiva, il forte dinamismo che ha caratterizzato e caratterizza la
struttura e la competizione in molti settori si riflette sulle aree geografiche che
sono legate a tali settori o alle imprese, leader o sfidanti, che ne fanno parte. La
posizione di un territorio e il suo modello di sviluppo (in particolare quando sono
fortemente legati ad una certa struttura industriale) tendono evidentemente a
seguire il forte dinamismo attualmente in atto in gran parte dei settori produttivi.
1.3 I fattori critici di successo nella competizione tra territori
Il successo di un’area geografica nella competizione con altri territori
dipende dal valore che essa è in grado di offrire ai suoi utenti; questo valore è la
risultante di due condizioni basilari: il contenuto tangibile e intangibile dell’offerta
territoriale, e il modo in cui è costruita la relazione tra quest’ultima e la sua
domanda potenziale. La prima questione riguarda la progettazione e
l’implementazione del prodotto territorio; la seconda concerne la comunicazione e
la distribuzione dell’offerta territoriale nel mercato degli investimenti
internazionali.
A questo punto sembra maggiormente utile, anziché approfondire le
questioni sopra esposte, individuare i fattori che influenzano la capacità del
territorio di creare valore e di sviluppare i propri fattori di successo.
Il primo di questi fattori è definito dall’insieme di caratteristiche dell’area
geografica che hanno natura oggettiva; queste possono essere di tipo materiale,
come la posizione geografica, le caratteristiche morfologiche e climatiche; il
LA COMPETIZIONE TRA TERRITORI E LE STRUTTURE A SOSTEGNO DELL’INNOVAZIONE
18
patrimonio infrastrutturale, culturale e artistico; il livello e la distribuzione del
reddito degli attori locali; la qualità e l’estensione del tessuto produttivo; nel caso
delle città, è rilevante considerare anche la configurazione urbanistica. Oppure di
tipo immateriale, come il sistema di valori civici e sociali; l’intensità degli scambi,
economici e non, con altre aree geografiche; il livello di conoscenze detenuto
all’interno; la percezione goduta presso l’esterno.
L’insieme di questi elementi determina la configurazione dei fattori che
un’impresa prende in considerazione per valutare la localizzazione di un
investimento. Occorre sottolineare che tali fattori non devono essere considerati in
senso oggettivo, quanto nella prospettiva dell’impresa che costituisce la domanda
target dell’offerta territoriale. L’azienda, infatti, valuta le caratteristiche del
territorio in funzione delle esigenze del proprio investimento, degli stimoli
competitivi che deve affrontare nei diversi mercati e, più in generale, del proprio
modello di sviluppo.
Se, dunque, l’insieme delle condizioni oggettive dei fattori materiali e
immateriali che caratterizzano un luogo determinano il suo potenziale, il fattore
critico che incide sul successo del territorio è costituito dall’azione che determinati
attori locali pongono in essere per trasformare quel potenziale in effettive
condizioni di vantaggio rispetto ad altre aree. L’azione posta in essere dagli attori
locali può avere una duplice natura: può consistere in misure che creano o
migliorano i contenuti oggettivi del territorio; in alternativa, o allo stesso tempo,
può andare nella direzione della trasformazione dei dati oggettivi del territorio in
un sistema di offerta che risponda al meglio alle esigenze soggettive del tipo di
utenti che il territorio intende attrarre nel suo ambito.
Il primo tipo di azione ha contenuti abbastanza evidenti: si tratta, ad
esempio, della realizzazione di una determinata opera infrastrutturale; dello
sviluppo di certi servizi di natura pubblica; dell’adozione di una normativa per
favorire una certa dinamica economica; dell’investimento per lo sviluppo di
determinate risorse endogene.
Il secondo tipo di azione è volta a creare o sviluppare quelle relazioni tra gli
elementi tangibili e intangibili dell’area che ne determinano il valore
soggettivamente percepito dall’utente potenziale. Attraverso queste azioni, un
certo insieme di componenti del territorio sono trasformate in opportunità di
sviluppo per i soggetti utenti del territorio stesso. Un esempio a riguardo, è
Il ruolo delle società di brokeraggio tecnologico nei processi d’innovazione delle PMI
19
costituito dalla creazione di strutture ed entità con funzioni di collegamento tra i
centri di ricerca in un certo settore e le imprese locali.
Il rilievo delle due tipologie di intervento descritte varia in relazione alle
condizioni di partenza dell’area geografica in cui questo è attuato e del tipo di
competizione in cui l’area stessa è impegnata. Quanto maggiore è il grado di
sviluppo generalmente raggiunto dal territorio e quanto più complessa è la
competizione in cui esso è impegnato, tanto maggiore è il rilievo delle azioni del
secondo tipo.
1.4 Le politiche di sviluppo locale per la competitività del territorio
Le misure per migliorare la competitività non devono essere esclusivamente
orientate ad attrarre investimenti o a scoraggiare l’espansione produttiva delle
imprese locali; occorre che esse siano indirizzate da un lato, ad acquisire quegli
investimenti che sono coerenti con il modello di sviluppo economico adottato;
dall’altro, a rafforzare il tessuto produttivo endogeno, e quindi a favorirne uno
sviluppo coerente e costante.
A partire dagli anni ’90 le politiche di sviluppo locale hanno registrato
un’estensione e un rilievo crescenti, mostrando alcuni elementi di cambiamento
rispetto agli orientamenti seguiti in passato per quanto riguarda l’obiettivo di
miglioramento economico di un’area geografica. Del resto anche a livello europeo,
si è manifestata una crescente attenzione alle politiche volte a favorire lo sviluppo
locale, interpretato come un fondamentale terreno di sperimentazione delle
strategie comunitarie. I fondamentali elementi di cambiamento sono i seguenti:
1. Il progressivo abbandono delle forme tradizionali di intervento volte a
sostenere il rilancio di specifici settori produttivi o di singole imprese, a
favore di misure focalizzate sul rafforzamento delle condizioni del contesto
geografico;
2. La sempre più vasta delega di risorse finanziarie, potere di indirizzo
strategico e responsabilità operative dal governo centrale ai poteri locali:
comune, provincia, regione;
LA COMPETIZIONE TRA TERRITORI E LE STRUTTURE A SOSTEGNO DELL’INNOVAZIONE
20
3. La centralità della filosofia dello sviluppo locale basata sulla mobilitazione
e sul leveraging delle risorse economiche, territoriali e sociali di origine
endogena;
4. La costituzione di organismi specializzati, di natura pubblica o privata per
attuare attività strategiche ed operative specificatamente volte a migliorare
la competitività economica delle imprese costituenti il tessuto produttivo di
un territorio.
Le quattro tendenze rilevate convergono nel considerare il territorio come
perno centrale dell’iniziativa pubblica e privata. E’ il territorio l’oggetto primario
di tale iniziativa; è nel territorio che si individuano le risorse fondamentali
attraverso cui essa è concretamente posta in essere; è al territorio, cioè ai soggetti
che ne hanno la diretta autorità di governo, che si affida il compito di attuare
quell’iniziativa.
La centralità del contesto geografico considerato come entità a sé non deve
far tuttavia dimenticare che la competitività di un sistema locale non può risultare
solo dalle strategie sviluppate a livello locale o che riguardano direttamente i soli
fattori locali. L’efficacia e la stessa realizzabilità di gran parte degli investimenti
sul territorio è direttamente influenzata dal quadro generale definito dalle scelte di
livello nazionale che, in molti casi, riguardano in maniera solo indiretta gli
specifici problemi di competitività della singola area geografica. In primo luogo
perché le politiche economiche e industriali di carattere generale impattano
naturalmente sui singoli territori; in secondo luogo perché tali politiche
determinano l’inevitabile quadro istituzionale ed economico entro il quale debbono
essere progettati gli interventi a livello locale. Un esempio, tra i numerosi
possibili, può aiutare a comprendere l’influenza che le scelte di livello macro
hanno sull’efficacia delle strategie micro a livello locale. Infatti uno dei casi
comunemente considerati di maggior successo dello sviluppo locale, quello
dell’Irlanda, è spiegato fondamentalmente dal successo delle misure di
stabilizzazione macroeconomica, da alcune misure di politica fiscale e del lavoro,
dal potenziamento delle infrastrutture e dall’investimento in ricerca; tutte azioni
progettate e realizzate dal governo centrale.
Gli interventi di natura locale non possono non essere progettati e
implementati nell’ambito del quadro istituzionale e del modello di sviluppo
economico delineato a livello più generale. In questo ambito si colloca l’azione
Il ruolo delle società di brokeraggio tecnologico nei processi d’innovazione delle PMI
21
volta a superare due degli aspetti “ambientali” generalmente considerati
maggiormente problematici dalle imprese: la complessità delle procedure
amministrative cui occorre ottemperare nell’avvio e nello svolgimento dell’attività
d’impresa, e la scarsa efficienza degli attori pubblici che gestiscono tali procedure.
E’ noto che queste difficoltà limitano le opportunità di sviluppo delle aziende
locali e riducono la convenienza per quelle esterne ad insediarsi nel territorio in
questione. E’ utile precisare che questo problema, riguardando qualsiasi area
geografica, deve essere valutato in termini relativi, sulla base della gravità che
raggiunge in un territorio rispetto a quella che assume nelle aree concorrenti. Il
miglioramento, in termini di semplificazione, rapidità di gestione e certezza del
contesto amministrativo in cui si inserisce l’attività d’impresa costituisce, dunque,
una linea d’azione pubblica che ha notevole impatto sulla competitività di un
Paese. In Italia, dove il problema in questione rappresenta tradizionalmente uno
degli aspetti di maggior debolezza del territorio, l’innovazione dell’apparato e
delle procedure amministrative ha rappresentato in questi anni una delle misure di
maggior rilievo per ridare competitività al sistema.
In definitiva, l’analisi delle politiche pubbliche e private analizzate fino ad
ora, conduce ad alcune considerazioni conclusive di carattere generale. In primo
luogo, le politiche che intervengono nel contesto per rafforzarne le condizioni di
competitività sono piuttosto numerose e si svolgono a livelli diversi. Ne consegue
la necessità di un’azione di coordinamento che favorisca non solo la coerenza tra i
vari interventi, ma anche lo sfruttamento delle possibili sinergie. In secondo luogo,
si osserva che le misure pubbliche di programmazione e sviluppo del contesto
riguardano in maniera praticamente analoga sia gli investitori esteri, sia le imprese
di origine locale. Una terza considerazione riguarda le azioni di facilitazione che
comprendono oltre agli incentivi fiscali e finanziari, una serie di misure
differenziate in funzione del target: da un lato, quello costituito dalle imprese a
capitale esterno che possono venire sul territorio; dall’altro, quello delle aziende
locali che devono essere aiutate nel loro processo di sviluppo. Mentre gli incentivi
sono caratterizzati da limiti concettuali e pratici, la seconda categoria di misure
che comprende i servizi alle imprese e l’azione di accompagnamento hanno grande
importanza potenziale e influenzano in maniera spesso decisiva la competitività di
un territorio e del suo tessuto produttivo endogeno. Nell’ambito delle azioni volte
a “sviluppare il contesto” particolare rilievo, almeno potenziale, deve essere
LA COMPETIZIONE TRA TERRITORI E LE STRUTTURE A SOSTEGNO DELL’INNOVAZIONE
22
riconosciuto alle misure che rientrano nella programmazione negoziata per lo
sviluppo. L’importanza di questo strumento non sta tanto nel fatto che esso
rappresenta pur sempre una modalità per attrarre risorse finanziarie a beneficio del
territorio. Consiste soprattutto nella spinta che determina negli attori locali a
“collegarsi” in maniera sistematica per individuare e attuare gli interventi
migliorativi delle condizioni del territorio e, soprattutto, per connettere tali
interventi al fine di creare un sistema di offerta.
Programmazione negoziata per lo sviluppo, servizi alle imprese e azioni di
accompagnamento costituiscono dunque le tre fondamentali linee di azione che i
vari soggetti operanti sul territorio possono porre in essere in un contesto
territoriale che, avendo raggiunto un soddisfacente livello di sviluppo di base ( in
termini di dotazione infrastrutturale e di qualità dei servizi e dell’amministrazione
pubblica) intenda svolgere un ruolo primario nella dinamica competitiva che
caratterizza attualmente le aree geografiche.
Tabella 1.1 Interventi e politiche a favore delle imprese locali
PROGRAMMAZIONE E
SVILUPPO DEL CONTESTO
FACILITAZIONI
Aziende locali
• Innovazione amministrativa
• Programmazione negoziata
• Aree industriali dedicate, parchi tecnologici,
società di brokeraggio
• Politica del lavoro
• Privatizzazioni e istituzioni economiche
• Incentivi finanziari
• Incentivi fiscali
• Servizi all’impresa
1.5 La collaborazione Università-Industria per la realizzazione di progetti di
sviluppo del territorio
Le forme, i contenuti, i confini del rapporto collaborativo tra Università ed
Industria finalizzato all’aumento della competitività del territorio rappresentano
aspetti critici sui quali, da alcuni anni, si stanno confrontando imprenditori e
ricercatori sia nazionali che esteri. Allo scopo di meglio comprendere l’attuale
situazione e le possibili prospettive a medio termine è riportato di seguito un
contributo del preside di Ingegneria dell’Università degli Studi di Modena.