5
who govern to elected body and thence to the public at large”
214
. La traduzione a
questo concetto è più semplice di quanto sembra: “L’accountability esiste dove
c’è una relazione gerarchica tra una parte che deve rendere conto all’altra delle
performance degli incarichi e delle funzioni conferite…I dirigenti sono tenuti a
rendere conto dei risultati a chi ha dato loro l’autorità che possiedono…”.
L’intero processo di cambiamento parte dalla considerazione della socialità
dell’azienda, che pone il problema di conciliare gli aspetti economici con quelli
sociali ed etici, superando le informazioni che sono tradizionalmente “svelate”
attraverso i rendiconti economico-finanziari (che riguardano la sfera reddituale e
patrimoniale dell’azienda), e introducendo l’importanza della dimensione sociale
dell’attività svolta da quest’ultima.
Lo sviluppo della rendicontazione sociale trova un terreno fertile nelle strutture
profit oriented, che indipendentemente dalla grandezza, instaurano con
l’ambiente che le circonda, una serie di rapporti piuttosto complessi. Oggi,
infatti, sebbene il profitto rimanga l’obiettivo principale da perseguire, il
management tiene in forte considerazione tutte le interazioni che coinvolgono
l’impresa, che non si limita più come un tempo ad occuparsi esclusivamente della
quantità e della qualità dei prodotti offerti, ma inizia a comprendere di avere dei
doveri, degli obblighi da rispettare verso l’ambiente, verso i propri dipendenti,
verso tutti gli interlocutori sociali (i cosiddetti stakeholder). Questo
atteggiamento responsabile, incarnato nel termine di “responsabilità sociale” (o
social accountability), viene ricondotto alla nuova consapevolezza che obiettivi
economici e sociali possano non solo convivere, ma addirittura consentire il
raggiungimento di traguardi economici più favorevoli.
214
OECD, Managing across levels of government, 1997. Cfr. GUARINI E., Ruolo dell’ente locale e
accountability: l’impatto sui sistemi di misurazione e controllo, in “Azienda Pubblica”, n. 6, 2000, pag.
716.
6
E’ per questo che alla fine degli anni ’70 iniziano le prime sperimentazioni di
rendicontazione sociale, che affiancando il bilancio economico tradizionale, si
identificano, in particolare, nella figura del bilancio sociale
215
.
L’avvio del procedimento si ha nel settore profit , anche se il mio interesse
riguarda l’introduzione della rendicontazione sociale i ambito pubblico; la logica
è la stessa del settore privato, ossia quello di una maggiore consapevolezza
dell’ente di realizzare attività che siano in grado di soddisfare i bisogni della
collettività. Il procedimento ha origine dalla richiesta di una maggiore
trasparenza e chiarezza nel procedimento di formazione e di applicazione delle
procedure amministrative, principi chiave nel processo di rinnovamento della
Pubblica Amministrazione.
Rendicontare l’aspetto sociale dell’attività significa gestire in maniera trasparente
il processo gestionale per favorire l’instaurazione di un rapporto duraturo con i
fruitori del servizio, che consenta loro di “sbirciare” dentro i processi realizzati
per comprenderne le caratteristiche, le motivazioni e le modalità di attuazione.
Anche se il termine “bilancio sociale” viene utilizzato in genere per indicare
qualsiasi documento di rendicontazione sociale, in realtà la Pubblica
Amministrazione sta sperimentando una serie di strumenti diversi tra loro, con i
quali va a comunicare con i cittadini: si parla così di enti che redigono il bilancio
sociale, altri che parlano di rapporti sociali, altri ancora che redigono bilanci
sociali di mandato e di programma, amministrazioni che presentano bilanci
ambientali, o ancora bilanci di genere, ecc.
Con questo lavoro si cerca di far luce sulla figura innovativa del bilancio sociale
di mandato, visto come “compagno” del bilancio sociale e che, riferito al periodo
quinquennale di governo locale, consente all’Amministrazione “uscente” di
rendere conto del proprio mandato alla collettività (e in particolar modo a tutti gli
stakeholder dell’ente locale) e in merito alle modalità di realizzazione degli
215
Come vedremo in seguito il primo esempio di bilancio sociale in Italia si ha nel 1978 ad opera della
Merloni Spa.
7
intenti contenuti nel programma amministrativo. Il fine è quello di permettere il
confronto con i cittadini sulle capacità che un’Amministrazione ha dimostrato
nello sviluppo e nel completamento degli obiettivi sui quali aveva ricevuto
inizialmente fiducia.
La struttura del lavoro può essere suddivisa in tre parti principali, ognuna delle
quali tende ad evidenziare in maniera approfondita un determinato aspetto:
nel primo capitolo si analizzano le premesse che stanno alla base della
rendicontazione sociale, lo sviluppo della responsabilità sociale, l’importanza
dell’etica nella gestione aziendale e l’incremento delle attese che gli stakeholder
ripongono nel mondo imprenditoriale, accennando all’evoluzione della
rendicontazione sociale nel mondo, prendendo in esame quattro diverse nazioni –
Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti
216
– ognuna caratterizzata da un
diverso approccio alla rendicontazione sociale, ma tutte ugualmente importanti
per lo sviluppo di questa nuova metodologia a livello mondiale. L’ultima parte
del primo capitolo fa riferimento al processo di rinnovamento che ha riguardato
la Pubblica Amministrazione, facendo emergere il nuovo ruolo degli Enti Locali,
toccati da due provvedimenti che rappresentano il nucleo del processo di
trasformazione, la legge 8 giugno 1990, n. 142 – ordinamento delle autonomie
locali e il decreto legislativo 25 febbraio 1995, n. 77 – ordinamento finanziario e
contabile degli enti locali. Il cambiamento subito ha riguardato non solo i
rapporti con l’apparato statale (con il decentramento amministrativo e il
federalismo fiscale, infatti, è aumentata l’autonomia gestionale e finanziaria) ma
soprattutto nei confronti della comunità territoriale, poiché l’avvicinamento ha
portato una responsabilità più forte nei loro confronti.
L’analisi della trasformazione avvenuta sia in Italia che all’estero, è necessaria
per introdurre il concetto di social accountability anche in ambito pubblico,
216
La scelta di queste quattro nazioni è legata alla presenza, nei Paesi in esame, del maggior numero di
ideologie, modelli, esperimenti legati alla nascita e allo sviluppo del bilancio sociale nel mondo.
8
fenomeno nuovo per Comuni e Province, ma che si è ormai saldamente insediata
nei contesti territoriali italiani, creando le basi per un utilizzo sempre più esteso e
consolidato degli strumenti di rendicontazione sociale.
Una panoramica molto dettagliata delle diverse forme viene data nel secondo
capitolo, dove si cerca di offrire un quadro più chiaro e completo possibile di
forme quali il bilancio ambientale, il bilancio partecipativo, il bilancio di genere,
puntando però la mia attenzione sul bilancio sociale, documento principale di
accountability, evidenziando sia le caratteristiche e la struttura, sia le
applicazioni in ambito pubblico.
Nel terzo capitolo la figura del bilancio di mandato costituisce il fulcro su cui
ruota tutto il contenuto dell’intero capitolo. Le caratteristiche, l’aspetto
informativo e quello normativo, la valenza strategica e le relazioni con il bilancio
sociale, caratterizzano la prima parte del capitolo, che prosegue poi con
un’analisi dei maggiori casi realizzati fino ad ora, considerando che le elezioni
appena trascorse nella maggior parte degli enti locali italiani, per il rinnovo dei
Consigli comunali e provinciali, hanno rappresentato il presupposto per la sua
realizzazione.
9
CAPITOLO 1
LA RENDICONTAZIONE SOCIALE NEL QUADRO EVOLUTIVO
DELL’ACCOUNTABILITY
Premessa
Lo scopo di questo primo capitolo è quello di introdurre il concetto di
rendicontazione sociale, attività ormai pienamente diffusa tra le aziende profit
oriented e, seppure ancora con un po’ di timidezza, anche tra le aziende
pubbliche, collocandola nel quadro generale dell’accountability, del “rendere
conto”.
Il rapporto tra l’azienda (in particolar modo in ambito pubblico) e il suo contesto
di riferimento è il fulcro di tutto il mio lavoro. Nel corso degli anni, infatti, il
contesto si è rinnovato, le aziende sono cambiate e quindi il rapporto tra di essi
non può rimanere lo stesso. Il bilancio, visto come il principale ponte tra
l’azienda e mercato nell’era dell’accountability diventa rendicontazione e la
rendicontazione in una società caratterizzata da informazione e comunicazione si
arricchisce di nuovi strumenti. Tra questi i cosiddetti report sociali, che
assumono denominazioni differenti ma che complessivamente portano l’azienda
a seguire un comportamento socialmente responsabile. Questo è quello che
conta, non tanto il diverso nome che questi assumono, sia esso bilancio sociale,
bilancio ambientale, bilancio di mandato, ecc.
La mia analisi parte dallo studio della rendicontazione sociale, analizzando il
contesto generale, le cause che ne hanno portato la diffusione ma soprattutto i
presupposti concettuali che ne rappresentano il quadro di riferimento.
10
1. La social accountability: la ricerca di una nuova legittimazione all’agire
Per poter introdurre l’argomento della social accountability, bisogna inserire
l’attività di accountability in un processo di cambiamento che parte dalla
considerazione dell’ aspetto sociale nella gestione dell’azienda, che alimentando
il dibattito economico in molti paesi, pone il problema di conciliare principi
economici ed etici e, in particolar modo, permette di evidenziare le potenzialità
strategiche di una gestione improntata alla socialità.
Nel linguaggio comune quando si parla di bilancio si fa riferimento alla “resa dei
conti” che l’impresa attua attraverso una dimostrazione a qualcuno (o a sé stessa)
di come ha operato per conseguire gli obiettivi che vengono indicati agli
interlocutori; tutto questo può essere espresso attraverso il termine di
accountability, che letteralmente significa responsabilità o l’essere spiegabile.
Se ci riferiamo ai bilanci aziendali il termine intende il dovere e la responsabilità
di spiegare e di giustificare, a chi ne ha diritto, che cosa si sta facendo per
rispettare gli impegni presi, sia sul piano economico-reddituale sia da altri punti
di vista (sociali, ambientali, etici, ecc.).
Fonte: HINNA L., I punti cardinali, in HINNA L. (a cura di), Il bilancio sociale, Il Sole 24 Ore, Milano,
2002, pag. 5.
ACCOUNTABILITY
Rendicontazione economica e non economica
Rendicontazione sociale
Strumenti di
rendicontazione:
"bilancio sociale"
Strumenti di
rendicontazione
economica:
“bilancio
d’esercizio”
11
Come sappiamo, l’impresa è inserita in una comunità economico-sociale da cui è
influenzata e sulla quale esercita influenza, sia offrendo beni e servizi necessari a
soddisfare i bisogni umani, sia ponendosi come centro di attrazione di lavoro e
capitale. Nella sua gestione sono quindi riscontrabili i tratti sia dell’economicità
che della socialità, cioè la creazione di benessere comune. I due concetti non
sempre coincidono, in quanto l’attività dell’impresa può produrre anche effetti di
segno negativo. Questa infatti, operando nel sistema sociale, deve tener conto
degli effetti che produce in quanto, dagli attori che operano in questo sistema,
dipende la sua legittimazione. Il compito dei dirigenti d’azienda è principalmente
quello di cercare di mantenere livelli accettabili di socialità, senza danneggiare
però l’economicità, poiché, come sappiamo, la condizione essenziale per la
sopravvivenza dell’impresa è l’equilibrio economico: i ricavi devono essere
superiori ai costi dei fattori produttivi acquisiti sul mercato. Di conseguenza la
prima responsabilità dell’impresa è di tipo economico, dato che, in mancanza di
un’autosufficienza economica durevole nel tempo, l’impresa non può
sopravvivere e quindi svolgere la sua funzione sociale. Il raggiungimento
dell’equilibrio si pone, quindi, come condizione indispensabile per qualsiasi
considerazione di equità sociale e di etica nel comportamento aziendale e in
particolare nella distribuzione della ricchezza creata tra i vari interlocutori.
L’azienda, infatti, nello svolgere la propria attività economica, svolge anche un
ruolo sociale, apportando un contributo allo sviluppo del sistema economico e
del sistema sociale. Ciò ovviamente non significa che gli obiettivi della socialità
coincidano con quelli dell’azienda, ma ipotizza solo una continua
interdipendenza tra i due tipi di interessi.
L’attività imprenditoriale, quindi, deve essere valutata non solo su aspetti
economici, ma deve anche analizzare le conseguenze prodotte sull’ambiente
interno ed esterno
217
.
217
MARZIANTONIO R., MARI L. M., Il bilancio sociale tra teoria e prassi, SEAN, Milano, pag. 7.
12
Se questa affermazione è oggi universalmente riconosciuta, così non era fino ad
alcuni anni fa, quando erano in molti a sostenere la coincidenza tra funzione
economica e funzione sociale dell’impresa, legate entrambe al risultato
economico: quanto più elevato era il reddito tanto più si riteneva che l’impresa
fosse riuscita ad assolverle entrambe
218
. L’evoluzione dell’economia e della
società, ha fatto in modo che cambiassero anche le aspettative nei confronti
dell’impresa.
Mentre in passato infatti si pensava che il perseguimento degli obiettivi
economici fosse sufficiente all’impresa, che si poneva come centro produttore di
ricchezza e di posti di lavoro, il miglioramento continuo delle condizioni di vita
dei cittadini, ha fatto sì che questi ultimi diventassero più sensibili a questioni di
ordine ambientale ed etico-sociali.
Un’ impresa deve quindi cercare il giusto equilibrio tra le due dimensioni,
tenendo conto che se essa risulta orientata esclusivamente all’economicità
trascurando gli effetti sociali prodotti dalla sua attività, rischia di essere
delegittimata agli occhi della società civile, compromettendo la sua stessa
esistenza nel sistema socio-economico; per contro, un orientamento
eccessivamente orientato alla socialità può far perdere di vista gli obiettivi
economici dai quali dipende la sua sopravvivenza.
Nel descrivere il nuovo atteggiamento dell’azienda nei confronti dell’esterno,
possiamo cercare di ripercorrere le tappe dei singoli orientamenti dell’impresa,
riferendoci allo schema seguente:
218
VERMIGLIO F., Il cantiere aperto del bilancio sociale, in “Rivista della cooperazione”, n. 1-2, 2000,
pag. 88.
13
Rendicontazione sociale
La managerialità introduce
nuovi strumenti
di gestione
Fonte: HINNA L., Bilancio sociale: i punti cardinali, in HINNA L. (a cura di), Il bilancio sociale, Il Sole
24 Ore, Milano, 2002, pag. 31.
Analizzando i diversi passaggi evolutivi, il primo stadio della scala è quello
“auto-referenziale”, nel quale l’impresa è orientata su se stessa; il secondo
orientamento è quello al prodotto, nel quale l’obiettivo dell’impresa è “fare di
più”, ma a costi decrescenti; si punta l’attenzione sulla produttività,
sull’economicità e sulla domanda da soddisfare (siamo in una situazione di
eccesso della domanda sull’offerta); le cose cambiano quando si passa ad un
eccesso dell’offerta sulla domanda: le imprese utilizzano il marketing come
strumento per battere la concorrenza e restare sul mercato, occupando la
posizione di chi è costretto ad uscire.
ETICA E SOCIALITA’
QUALITA’
CONTROLLO
DIMENSIONE
AUTO REFERENZIALITA’
PRODOTTO
MERCATO
FINANZA
GLOBALITA’
14
Qui è importante vendere bene i prodotti, non solo produrli in maniera efficiente;
in questa fase inizia ad assumere importanza la soddisfazione dei bisogni e delle
richieste del cliente; il passaggio successivo è l’orientamento alla finanza: questo
nuovo atteggiamento si inserisce a seguito dello shock petrolifero e monetario
degli anni ’70: la crisi che si forma porta le imprese ad attuare una gestione
finanziaria che sia in grado di risollevare le sorti del paese, attraverso l’utilizzo di
strumenti quali la ricerca della leva finanziaria più favorevole, la capacità di
indebitamento, ecc.; l’orientamento alla globalità considerando come
interlocutore l’intero territorio mondiale, vede la necessità di raggiungere una
“dimensione ottimale” come presupposto per rimanere in un mercato ormai
globalizzato; problemi relativi alla gestione delle strutture periferiche e delle
strutture a rete hanno portato ad un nuovo orientamento, chiamato “orientamento
al controllo”: la dimensione aziendale è inversamente proporzionale al tasso di
flessibilità e direttamente proporzionale alle esigenze di controllo. L’obiettivo in
questo ambito è quello di raggiungere l’economicità, l’efficienza e la produttività
dell’impresa, orientando le scelte direzionali.
E’ importante però che l’impresa si interessi della qualità dei prodotti, operando
in un contesto di aspettative sempre crescenti e sempre più esigenti. Il passaggio
dall’orientamento alla qualità a quello dell’ “etica e della socialità” è molto
breve.
Orientarsi all’etica significa predisporre strumenti di rendicontazione e di
comunicazione di natura etico-sociale che siano in grado di garantire la
trasparenza e il consenso per il raggiungimento della legittimazione sul mercato.
Inoltre, i casi di Chernobyl e del buco dell’ozono hanno portato all’esplosione
della questione ambientale ed ecologica; le organizzazioni sindacali, la stampa e
l’opinione pubblica in genere hanno messo a dura prova il modello della
centralità dell’impresa, domandandosi se sia giusto che l’impresa basi le sue
azioni solo sul raggiungimento di maggiori profitti per gli azionisti.
15
Si chiede all’impresa qualcosa di più, attraverso la gestione di un’attività che crei
sì prodotti buoni, con il raggiungimento di un giusto profitto, ma consideri anche
gli interessi della collettività, nel rispetto dei valori fondamentali della persona
umana, che sono sostenuti dai diritti inalienabili
219
: nasce quindi la
rendicontazione sociale.
L’introduzione della rendicontazione di tipo sociale si realizza nel momento in
cui si evidenziano i limiti portati dal bilancio d’esercizio, in seguito
all’applicazione del principio della competenza, enunciato nel Codice Civile
all’articolo 2423 bis n. 3, che recita “si deve tener conto dei proventi e degli oneri
di competenza dell’esercizio, indipendentemente dalla data di incasso e di
pagamento”.
Il bilancio che aveva l’obiettivo di contabilizzare i fatti interni del passato, passa
a contabilizzare i fatti incerti del futuro, evidenziando numerosi problemi, legati
al rapportarsi con questi ultimi. Nasce quindi l’esigenza di contabilizzare un
elemento nuovo e soprattutto totalmente qualitativo: la fiducia.
In passato l’impresa otteneva fiducia attraverso i suoi risultati economici:
l’ultima riga del conto economico scalare (“the bottom line”) contabilizzava
indirettamente anche la fiducia, senza la quale l’impresa non poteva operare sul
mercato.
Questo approccio lascia il posto ad un nuovo modo di vedere il rapporto tra
l’impresa e mercato, il cosiddetto “triple bottom line”, secondo il quale la
misurazione dei risultati deve avvenire non solo sulla base dei criteri economici,
ma anche di quelli ambientali e sociali.
219
Questi diritti fondamentali sono il diritto all’informazione completa ed esauriente; diritto alla qualità
dei prodotti e alla qualità della vita; diritto alla dignità della persona, cioè alla tutela e al rispetto della sua
identità culturale e della sua integrità fisica, e quindi diritto all’integrità dell’habitat nel cui ambito l’uomo
si propone e cerca di realizzarsi.
16
La “fiducia” non è solo un elemento tangibile dell’attivo patrimoniale ma è, a sua
volta, una sommatoria di elementi intangibili, tra cui gli atteggiamenti, l’etica e
l’onestà: tutti questi elementi determinano il successo dell’impresa contribuendo
positivamente alla ricchezza che l’impresa genera, anche se nessuna porzione di
tale contributo viene contabilizzata né misurata.
Si apre un nuovo obiettivo per le imprese: ottenere e gestire la fiducia e il
consenso sia all’esterno che all’interno dell’azienda, mediante il raggiungimento
di valori che sappiano compattare i vari livelli organizzativi: componenti
fondamentali che non sono rappresentati nel bilancio.
La rendicontazione sociale nasce proprio come tentativo di superare i limiti di
quella economica, sostituendo alla “one bottom line” (economica) “la triple
bottom line” (economica, ambientale, sociale). L’innovazione portata dalla
rendicontazione sociale può essere chiarita analizzando lo schema che segue, nel
quale dal cosiddetto triangolo del valore (valore per l’azionista, valore per i
dipendenti e valori per la stessa impresa) si passa al “quadrilatero del valore”,
dove il quarto vertice è costituito dal valore per la società civile
220
. La
rendicontazione sociale si pone quindi come tentativo di misurare ciò che le
rendicontazione tradizionali non riescono a rilevare: il valore creato
dall’investimento in responsabilità sociale.
220
Il valore per la società civile è qualitativamente diverso dagli altri tre, essendo di medio-lungo
periodo, in contrapposizione con gli altri che sono valori di breve periodo. Cfr. HINNA L., Le fasi e le
valenze del processo di rendicontazione sociale, in HINNA L. (a cura di), Il bilancio sociale, Il Sole 24
Ore, Milano, 2002, pag. 73.
17
Fonte: HINNA L., Le fasi e le valenze del processo di rendicontazione sociale, in HINNA L. (a cura di),
Il bilancio sociale, Il Sole 24 Ore, Milano, 2002, pag. 69.
Il presupposto per parlare di rendicontazione/contabilità sociale sta nel
considerare i cosiddetti costi sociali realizzati nell’attività d’impresa, come ad
esempio l’inquinamento dell’aria e dell’acqua derivante dallo scarico di rifiuti,
con effetti nocivi alla salute umana, ma soprattutto i rapporti con le classi sociali,
oneri che, fino a qualche anno fa non venivano considerati nella formulazione dei
giudizi di convenienza
221
. L’impresa che decide di seguire un comportamento
improntato alla socialità, ha bisogno di predisporre una contabilità sociale, con
documenti che illustrino le azioni realizzate dall’impresa e che permettano nello
stesso momento di valutare il sociale attraverso l’uso di specifici indicatori.
221
MARZIANTONIO R., MARI L.M., Il bilancio sociale tra teoria e prassi, SEAN, Milano, pag. 16-20.
DALLA RESPONSABILITA' ECONOMICA ALLA RESPONSABILITA’
SOCIALE
Azionisti
Società
Azionisti
Valore per responsabi
lità
economic
a
responsabil
ità sociale
Impresa DipendentiImpresa Dipendenti
Dalla rendicontazione economica alla rendicontazione sociale
One bottom
line
Triple
bottom line
18
La predisposizione di una contabilità economico-sociale è quindi indispensabile
per promuovere l’immagine dell’impresa nell’ambiente, per rispondere alle
richieste degli interlocutori aziendali, per diffondere all’esterno le informazioni
d’impresa improntate alla socialità; ma è anche necessario considerare il carattere
oneroso del procedimento, dato che i fatti da analizzare sono tra loro eterogenei e
non permettono una modalità di misurazione uni o bidimensionale. Per realizzare
gli obiettivi previsti sono stati creati una molteplicità di strumenti informativi:
- l’elenco delle spese sociali, ossia l’indicazione dei costi che si sostengono
attraverso iniziative volontarie dell’azienda per andare incontro ai bisogni
sociali;
- l’inventario delle azioni socialmente rilevanti, che permette una difesa
documentata dell’impresa; nell’inventario sono indicati non soltanto i costi
sostenuti per le azioni socialmente rilevanti, come si ha nell’elenco delle
spese sociali, ma sono date ulteriori informazioni attraverso l’uso di
indicatori, statistiche, dati di spesa, considerazioni verbali, ecc. Rispetto
alle spese sociali questo tipo di strumento riesce a dare un’informazione
più ampia riguardante l’attività dell’azienda;
- l’analisi per programmi, nella quale si individuano gli obiettivi
dell’impresa, con l’indicazione e la valutazione dei risultati raggiunti; si
mettono in relazione i dati e le informazioni con la valutazione del grado di
raggiungimento di determinati obiettivi espressi in termini di efficienza e
di efficacia. Questo tipo di strumento svolge una funzione prettamente
interna, poiché permette di analizzare se i progetti strategici di natura etico-
sociale sono stati realizzati (riflettendo anche sulle modalità di
attuazione)
222
;
222
L’analisi dei programmi può generare informazioni anche per i dipendenti e i loro sindacati riguardo
all’attuazione di progetti aziendali a loro indirizzati, creando un maggiore dialogo sulle politiche
aziendali.