Maria Sabina Andreuzzi
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Negli anni Settanta gli enti pubblici, l’apparato militare e le grandi
aziende private dei paesi industrializzati utilizzano già ampiamente i
calcolatori elettronici.
In seguito al perfezionamento delle tecnologie ed alle nuove scoperte, il
technospeak si arricchisce di molti vocaboli, necessari per definire la
moltitudine di macchinari e per descrivere le diverse situazioni concernenti il
loro utilizzo.
Tuttavia la vera e propria rivoluzione culturale si può far risalire al
decennio successivo, al momento in cui nascono i Personal Computer.
Negli anni Ottanta gli elaboratori elettronici diventano piccoli, accessibili
e diffusi, entrano a far parte della vita quotidiana. Così il linguaggio tecnico
convenzionale, prima riservato ai ricercatori ed agli addetti ai lavori, si
diffonde fra gli appassionati.
Il PC entra a far parte non solo della vita privata, ma anche dell’economia,
della cultura, di ogni attività umana.
Nascono nuove professioni legate alla diffusione di questo strumento, e
così vengono ideati nuovi termini, che sappiano descrivere le nuove
situazioni.
Negli anni Novanta, la nascita di Internet e la diffusione di nuove forme di
telecomunicazione (come la telefonia mobile) determinano un’ulteriore
evoluzione della tecnologia, conseguentemente, le situazioni inedite da
descrivere si moltiplicano ed i vocaboli specialistici aumentano.
Attraverso la diffusione delle nuove tecnologie, il gergo tecnologico entra
definitivamente a far parte della vita quotidiana, assumendo così un valore
rilevante dal punto di vista sia linguistico sia sociologico.
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1.1 CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEL TECHNOSPEAK
Digitando oggi il termine technospeak nella rete di Internet, si trovano
centinaia di siti che si riferiscono all’argomento, fra essi alcuni forniscono una
definizione ricca di esempi del neologismo, come la seguente:
«Technospeak:
[1980’s: a blend of technology and Newspeak]. An informal term for a prose style
used by high-technology industries, their associated media, and the marketing and
publicity groups that surround them, as in: ‘LISA lookalike systems, such as VisiCorp’s
VisiOn software, require a massive 256K bytes of Random Access Memory and a 5
megabyte hard disc capable of storing five million characters of information’ (Observer, 7
Aug.1983); ‘Elegant, innovative and Inphone at its most ingenious, the Versatel features
press-button dialling incorporated in the sleek lines of the handset’ (Inphone Info, 1980s
ad, British Telecom); ‘Three modes of operation are provided: voice-activated-mode
(VOX), press to talk (PTT) and call. With the selector switch set on VOX, the Easy Talk will
automatically transmit whenever you talk’ (Motorcyclist, Feb. 1984). There are at least ten
identifying features: (1) The use of letter symbols, initialisms, and acronyms: K, PTT, LISA
(local integrated software architecture). (2) Number-and-letter groups: 256K. (3) Blends:
SELECTaCOM, Versatel. (4) Vogue usages: info, mega. (5) Compounds: lookalike,
pressbutton. (6) Fixed phrases: hard disc, Random Access. (7) Word-play: LISA lookalike,
Vision. (8) Novel orthography: SELECTaCOM, VisiCorp. (9) Heavy pre-modification:
Advanced Videotech, Bike-to-Bike Intercom, LISA lookalike systems. (10) A generally
dense presentation. The style invites parody: ‘Megaforce is a movie for mini-minds set at
maxi-gullibility and zero-taste’ (Montreal Gazette, 29 June 1982). See Acronym,
Agglomerese, Blend, Combining Form, Computerese, Interfix, Letter¹, Speak,
Technobabble, Vogue (Word). [Style, Technology, Word]. T.MCA.»
The oxford companion to the English Language, © Tom McArthur 1992.
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Già questa definizione chiarisce sostanzialmente quali siano le
caratteristiche principali del gergo informatico, il technospeak.
Un vocabolo, per essere giudicato appartenente al lessico tecnologico,
deve essere analizzato in primis, in relazione al suo significato.
È considerabile come pertinente al repertorio del technospeak ogni parola
che si riferisca all’informatica ed alle applicazioni tecnologiche di tale
scienza: il computer quindi, i suoi accessori e le sue componenti, Internet e
tutte le forme di telecomunicazione nate nell’era digitale.
Il glossario informatico si avvale innanzi tutto di neologismi, ossia di
parole inedite, ma contempla anche molti vocaboli già in uso, che però
accanto al loro significato tradizionale ne abbiano assunto uno ulteriore,
pertinente al settore delle nuove tecnologie.
Il gergo tecnologico si avvale, quindi, di vocaboli di uso comune,
reinterpretati con nuovi significati, e utilizza tutti i procedimenti che
consentono la creazione di neologismi, per dar vita ad una terminologia
sempre più particolareggiata ed esauriente, e capace di definire ogni nuovo
progresso, ogni nuova invenzione, ogni nuova applicazione dell’informatica.
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1.2 L’ORIGINE GEOGRAFICA E LINGUISTICA DEL TECHNOSPEAK.
Per quanto riguarda la collocazione spaziale del fenomeno, esso nasce
nell’area anglosassone, negli Stati Uniti d’America in particolare, e poi si
dirama in tutti i paesi maggiormente industrializzati.
Ciò condiziona naturalmente il linguaggio che da esso scaturisce: la
terminologia dell’informatica universalmente riconosciuta è prevalentemente
di idioma inglese.
L’attenzione che negli USA è stata riservata alle ricerche ed agli studi in
materia di informatica e telecomunicazioni ha prodotto risultati notevoli.
Ricerche analoghe sono state realizzate con ottimi risultati anche in altre
aree del mondo, si pensi all’Europa ed all’Estremo Oriente in particolare, ma
è negli Stati Uniti d’America che è avvenuta una fra le più sensazionali
realizzazioni degli ultimi decenni: la creazione della rete mondiale di
collegamento fra computer, in breve, l’invenzione di Internet.
Così la terminologia informatica anglosassone, si è imposta a livello
mondiale, aiutata anche dal ruolo di “lingua internazionale” che l’idioma
inglese ha assunto negli ultimi decenni.
Spesso i termini proposti in lingua inglese si sono dimostrati
particolarmente efficaci, semplici e facilmente memorizzabili, così da ciò,
oltre che dalla “paternità” della scoperta di questo nuovo mondo, deriva il
fatto che molti, se non tutti, fra i vocaboli coniati in lingua inglese per
descrivere questa nuova realtà, non siano stati sostituiti da altri, né tradotti,
nelle altre lingue, ma siano stati per la maggior parte adottati in campo
internazionale.
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Pertanto parlare di “technospeak” significa parlare in inglese. Lo studio di
questo nuovo gergo tratta principalmente di termini inglesi ed è
particolarmente opportuno studiarli con riferimento all’idioma di origine.
Certo, oggi il technospeak è un fenomeno mondiale, o quantomeno
“occidentale”, ed è facile trovare parole anche in altre lingue che possono
essere collocate all’interno di tale categoria.
Si pensi, nella nostra lingua, alla nascita di verbi come resettare,
formattare, chattare; tutti esempi, questi, di technospeak nostrano, nati da
termini di lingua inglese e poi modificati.
Per comprendere appieno il significato di tali lessici è, comunque,
necessario riferirsi all’etimologia, inglese, della parola da analizzare.
Oggi, quindi, la conoscenza e l’approfondimento di queste nuove
terminologie si rendono necessari per poter comunicare non soltanto con i
paesi di lingua anglosassone, del resto particolarmente influenti nel contesto
politico ed economico mondiale, ma diventa essenziale per utilizzare uno
strumento di estrema importanza e di prospettive quanto mai vaste quale è
quello della rete mondiale della comunicazione.
I vocaboli usati in questo settore sono per molti versi, complessi, oscuri e
soggetti a continui mutamenti, a raggiungere un livello di sempre maggiore
approfondimento e specificità.
E’ necessario, quindi, ma anche particolarmente interessante,
approfondirne i significati, le origini, gli sviluppi.
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Il gergo informatico nasce nel contesto di una lingua, quella inglese,
apparentemente semplice, scarna, essenziale, una lingua spesso ritenuta
“povera” per antonomasia.
Ad un’analisi più attenta invece si osserva come la lingua anglosassone
sia caratterizzata da un’estrema complessità, da una mutevolezza che rende
necessario un continuo confronto con le evoluzioni linguistiche, per poter
realmente comprendere la lingua per come essa viene effettivamente utilizzata
nel momento attuale.
Se tale mutevolezza e complessità si riscontrano generalmente nell’idioma
anglosassone, è ancor più evidente in un sottoinsieme di tale lessico, qual è lo
slang informatico.
Esso risente delle influenze del linguaggio scientifico, delle terminologie
giovanilistiche e in più dei continui cambiamenti imposti dal perfezionarsi
delle tecnologie.
Per poter utilizzare efficacemente i moderni strumenti di comunicazione,
e la Rete in particolare, è necessario confrontarsi con tale lessico complesso
ed ermetico.
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1.3 BREVE STORIA DEL COMPUTER E DI INTERNET
La complessa e oscura terminologia tecnologica riflette i percorsi che
hanno reso possibile lo sviluppo delle nuove forme di comunicazione.
Occorre quindi specificare le diverse tappe che hanno segnato i primi anni
di vita dei calcolatori elettronici e delle reti informatiche.
Gli studi riguardanti l’informatica vantano ormai quasi un secolo di vita.
Tali studi permisero la creazione di calcolatori capaci di contenere una
enorme quantità di dati e di compiere, con estrema rapidità ed esattezza,
complesse operazioni matematiche.
I primi computer erano, tuttavia, macchinari costosissimi e di grandi
dimensioni, ancora piuttosto rudimentali se paragonati a quelli che si
utilizzano attualmente.
Ancora negli anni Sessanta e Settanta soltanto i grandi enti pubblici,
l’esercito e poche colossali aziende private potevano permettersi di possedere
simili strumenti.
Col passare del tempo l’informatica fece passi da gigante e già nei primi
anni Ottanta furono messi in commercio calcolatori potenti e veloci, ma di
piccole dimensioni e, soprattutto, economicamente accessibili ad una vasta
scala della popolazione dei paesi sviluppati, era nato, così, il Personal
Computer.
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Questo evento segnò una svolta epocale all’interno delle società
occidentali: da allora il computer entrò a far parte della vita quotidiana di
milioni di persone, condizionandone le attività ed il comportamento.
Attualmente, ogni ente pubblico, ogni industria, ogni ufficio li utilizza per
rendere più efficiente il proprio lavoro, non averne sarebbe impensabile in una
moderna azienda, anche di piccolissime dimensioni.
Ogni archivio è stato trasferito anche su computer: la memoria di cui tali
macchine sono dotate, la rapidità con cui eseguono ogni tipo di comando sono
le caratteristiche che ne hanno determinato la fortuna.
La ricerca scientifica se ne serve abbondantemente, la medicina, la
statistica e così ogni ambito delle attività umane.
E, naturalmente, anche tutto il settore delle comunicazioni.
Poi, con l’avvento di Internet, è stato compiuto un secondo, decisivo,
passo, anch’esso altrettanto epocale: le migliaia di informazioni contenute in
ciascuno dei computer disseminati nel Pianeta sono state messe nella
condizione di appartenere ad un’unica, immensa banca dati, accessibile da
parte di chiunque entri nella rete.
Quella attuale può essere definita l’era delle comunicazioni globali: una
notizia, una fotografia, un dato può fare il giro del mondo in un secondo, ciò
ha cambiato il nostro mondo in modo profondo.
La storia della rete, tuttavia, così come la sua struttura, non è lineare ed
univoca come potrebbe apparentemente sembrare.
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Esistono diverse internet, diversi network, nati nel corso degli anni, e la
stessa rete che noi conosciamo, la Internet con la maiuscola, non è che un
sottoinsieme nel più generale ambito delle reti che collegano i diversi
calcolatori.
Internet nacque nei tardi anni Sessanta da un progetto del Dipartimento
della Difesa degli Stati Uniti. Tale progetto, che prese il nome di ARPAnet,
aveva come finalità principale quella di collegare tra loro computer utilizzati
per scopi militari: l'obiettivo era quello di costruire un network che potesse
sopravvivere anche quando una parte di esso non era funzionante.
Per capire appieno la filosofia del progetto, nato all’indomani del lancio
del satellite Sputnik, basti ricordare che si era in piena guerra fredda e che,
quindi, gli enti governativi statunitensi erano particolarmente interessati a
sviluppare delle tecnologie che potessero funzionare anche dopo un disastro
nucleare.
Ciò che doveva rendere possibile l'utilizzo della rete anche in presenza di
una simile eventualità, risiedeva nell'idea che un computer, per poter
comunicare con un altro, poteva seguire diverse strade.
Quando una di queste era ostacolata, era sempre possibile utilizzarne
un'altra per raggiungere il destinatario.
Si iniziarono, quindi, a studiare e sviluppare metodi di trasmissione dati e
strutture adatte allo scopo, per il quale furono "reclutati" alcuni tra i migliori
esperti in campo informatico dell'epoca, molti dei quali provenienti
dall'ambiente accademico.
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Il progetto era ambizioso e già il fatto che fosse il Dipartimento della
Difesa americano a "sponsorizzarlo", ci può far rendere conto dei mezzi e
delle risorse impiegate.
Mentre ARPAnet si sviluppava nella direzione sopra citata, una
interessante innovazione investì il mondo "elettronico": nacquero le reti di
computer su aree locali, le LAN.
Fanno parte di questa categoria quei network che si estendono su distanze
limitate.
Venne quindi a crearsi una nuova esigenza: ARPAnet doveva connettere,
oltre che singoli computer, anche reti LAN, il che voleva dire che ogni
computer connesso ad una rete locale poteva accedere ai servizi ARPAnet.
Allo stesso tempo, altre organizzazioni iniziarono a sfruttare tali strumenti
comunicazione dei loro network. Divenne così palese che se queste reti
potevano comunicare insieme, gli utenti su tali reti potevano parlare con
quelli su un'altra.
Tra le varie LAN nate negli anni '80, le più importanti furono senza
dubbio quelle della Fondazione Scientifica Nazionale (NSF). Questo ente del
governo americano, dopo avere realizzato dei centri di calcolo basati su
supercomputer, affrontò il problema di come collegare insieme queste risorse.
Inizialmente si tentò di usare la rete militare, ARPAnet, già esistente, ma, per
motivi burocratici ed amministrativi, il tentativo fallì.
A questo punto NSF decise di sviluppare una rete propria: NSFnet.
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I centri di calcolo furono così connessi tramite linea telefonica, e si
formarono reti regionali che permettevano l'allacciamento delle strutture
educative circostanti al centro più vicino.
Ognuno di questi era poi messo in comunicazione con gli altri centri di
supercalcolo: in questo modo qualsiasi computer della rete poteva comunicare
con un altro, purché fosse connesso alla rete.
La soluzione fu di successo ma, poiché gli utenti e le risorse crescevano,
essa di dimostrò efficace per un intervallo di tempo moderatamente basso.
Quando il traffico iniziò ad intensificarsi e, di conseguenza, le linee
telefoniche furono sovraccaricate, si comprese che si aveva bisogno di una
ristrutturazione della rete per permettere agli utenti di continuare ad usarla.
Nel 1987 le linee telefoniche furono sostituite con un modello di nuova
concezione, molto più veloce e affidabile.
Oltre a questo, un ottimo lavoro di test fu realizzato per garantire la
perfetta efficienza del network.
Una volta messo a disposizione un mezzo di comunicazione così potente,
gli utenti iniziarono a crescere vertiginosamente. Il fenomeno era dovuto al
fatto che, mentre inizialmente NSFnet (da qui in poi si può chiamarla
Internet) era dedicata puramente a ricercatori universitari ed enti governativi,
in seguito si fornì anche agli studenti degli ultimi anni di college la possibilità
di diventare suoi utenti.
Con l'aumento degli utenti aumentò, fortunatamente, di pari passo anche
lo sviluppo di nuove tecnologie che garantivano il perfetto funzionamento e la
perfetta efficacia della rete, ciò accadeva verso la metà degli anni Ottanta.
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La decisione di fornire il servizio anche ad università europee ed
extraeuropee rappresentò un ulteriore motivo di crescita di Internet.
Alla fine degli anni Ottanta il mondo universitario si trovò finalmente
collegato in una rete mondiale che permetteva a studenti di università situate
ai poli opposti del pianeta di mettere in comunicazione fra loro i propri
computer, ed i dati in essi inseriti, in tempo reale.
Nei primi anni Novanta, ARPAnet venne eliminata. Questo avvenne
sostanzialmente per due motivi.
Il primo era legato ai costi: la struttura iniziava ad essere troppo onerosa
per essere gestita dal ministero della difesa. Si pensò allora di cedere
ARPAnet a privati.
Tuttavia, per poter realizzare tale progetto, occorreva superare una
seconda limitazione: fino ad allora, gli utenti Internet non potevano essere
aziende o enti a carattere commerciale, poiché su NSFnet era proibito
qualsiasi traffico for profit.
Gli anni Novanta furono importanti anche per la nascita di quello che, di
fatto, è lo strumento più semplice ed utilizzato per la navigazione in Internet.
Nel 1990 presso il CERN, il centro di ricerca di fisica nucleare di Ginevra,
nacque un progetto per la condivisione di dati tra gli utenti.
I ricercatori informatici incaricati del progetto individuarono nell'ipertesto
la struttura più adatta a definire lo strumento e in Internet il mezzo più
adeguato per distribuire le informazioni.
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Nel 1992 centro nazionale statunitense per il supercalcolo realizzò il
primo browser per il Web, denominato Mosaic, e il primo sito cui connettersi.
In poco tempo i server e, quindi, le informazioni disponibili, iniziarono ad
aumentare.
Nel 1993 Tim Berners-Lee crea il World Wide Web, un sistema che
permette di semplificare l’esplorazione della Rete attraverso il browser: ossia
mediante quei programmi che consentono di sfogliare le pagine di Internet.
Altri browser uscirono sul mercato; in particolare Netscape della Netscape
Communications Corporation, che è attualmente il più utilizzato.
Una curiosità su quest'ultimo: si scrive Netscape ma si legge Mozilla. Ciò
è dovuto al fatto che inizialmente il browser aveva come logo il famoso
dinosauro dei cartoni animati giapponesi
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Fonte: [email protected].
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1.4 CONCLUSIONI
Se questa è, per sommi capi, la storia dell’informatica e delle sue
applicazioni, il linguaggio attraverso cui essa si esprime è il cosiddetto
technospeak, il linguaggio gergale dell’informatica.
Tale linguaggio comprende tutti i neologismi e tutti i modi di dire nati in
seguito all’invenzione della rete.
Sia, quindi, le parole più strettamente tecniche, sia quelle che si
riferiscono alle nuove situazioni, anche di tipo sociale ed economico, scaturite
dalla nascita del computer e di Internet.
Gli esempi di technospeak sono moltissimi: da mouse ad Internet café, da
modem a floppy disk, da hacker ad e-business.
Queste parole, e moltissime altre, prima della nascita e soprattutto della
diffusione del computer e della rete non esistevano.
Oggi, fanno parte del nostro quotidiano.