6
Convenzioni con i paesi ACP hanno proposto un modello di sviluppo
sostenibile, prima ancora che questo termine divenisse di uso comune.
La Convenzione di Lom� � stata poi il terreno di crescita di importanti
evoluzioni nei rapporti con i paesi in via di sviluppo, prima tra tutte la
crescente attenzione al rispetto dei diritti umani. Mentre all�interno del
WTO il dibattito � tutt�ora aperto sulla possibilit� di collegare il rispetto
dei diritti umani ai rapporti commerciali internazionali (la cosiddetta
clausola sociale), l�Unione Europea � gi� un passo avanti. � riuscita a
creare un modello giuridico per applicare, anche in ambito internazionale,
gli stessi principi fondamentali che reggono l�Unione al suo interno.
I limiti della Convenzione di Lom� sono stati molti, come ho cercato di
far emergere nel corso della mia analisi; tuttavia, a mio parere, il giudizio
globale su di essa deve essere positivo. La Convenzione di Lom� � stata la
dimostrazione di come il commercio possa essere funzionale allo sviluppo,
e di come attraverso questo tipo di relazione possano essere introdotte, nel
dialogo politico con i paesi interessati, tematiche importanti nelle relazioni
internazionali. La condizionalit� politica � nata facendo riferimento ai
principi democratici e ai diritti dell�uomo; si � poi allargata all�ambiente,
alle questioni di genere, ai diritti dei lavoratori e a numerosi altri temi.
Leggendo il testo della Convenzione di Cotonou, non � facile stabilire se
questa appartenga oggi all�ambito economico, a quello politico o a quello
sociale: la Convenzione � divenuta oggi un� entit� sui generis.
Nonostante queste caratteristiche, che ne fanno la rete di cooperazione
pi� avanzata fra quelle oggi esistenti, la Convenzione di Cotonou non �
conosciuta quanto meriterebbe e ci si potrebbe aspettare. I cittadini
europei vedono con grande favore gli aiuti ai paesi in via di sviluppo, ma
un recente sondaggio dell�Eurobarometro ha mostrato che solo un
europeo su dieci conosce l�esistenza della Convenzione di Cotonou, o di
quella di Lom�.
7
Anche dal punto di vista della ricerca bibliografica, non si � rivelato
facile reperire articoli o testi riguardo alla Convenzioni di Lom�, e in
particolare riguardo a quella pi� recente di Cotonou. � stata preziosa la
biblioteca dell�Istituto universitario di studi europei, oltre alle biblioteche
universitarie torinesi, anche se � stato necessario rintracciare alcune riviste
in biblioteche di altre citt� italiane. Dal momento che l�argomento trattato
si spinge fino al momento presente, molti documenti sono stati reperiti su
internet: una fonte amplissima di dati e informazioni � ovviamente il
portale della Commissione europea, come anche i siti delle maggiori
organizzazioni internazionali. Esistono alcuni studi incentrati su ambiti
specifici, ad esempio sull�evoluzione della tutela dei diritti umani o sugli
aspetti commerciali della cooperazione allo sviluppo, ma la scarsa
reperibilit� del materiale aumenta quando ci si avvicina agli anni pi�
recenti. Permane la sensazione che l�attenzione dedicata a un tema cos�
importante sia inferiore al dovuto; d�altronde � comprensibile la difficolt�
di seguire un processo in continua e rapida evoluzione come quello dei
rapporti UE-ACP in questi anni.
La Convenzione di Lom� ha infatti attraversato, nel corso del decennio
passato, un momento di profondo ripensamento: in pochi anni si sono
susseguiti la lunga vicenda legale di fronte agli organi di giudizio del
WTO, per l�assetto del mercato delle banane, che ho descritto nel capitolo
II; il Libro Verde della Commissione europea e il dibattito da esso
generato, presentati nel capitolo III; infine la firma della Convenzione di
Cotonou, al capitolo IV. Questo momento di trasformazione non si �
ancora fermato: le relazioni tra Europa e paesi ACP si evolvono nella
negoziazione, tutt�ora in corso, delle tante aree di libero scambio. Sulla
scena internazionale, si moltiplicano le iniziative indirizzate alle
problematiche dello sviluppo in generale, e ai paesi ACP in particolare.
L�iniziativa �Tutto tranne le armi�, il Doha Development Round, i
8
Millennium Development Goals sono rivelatori di una rinata attenzione
verso questo tema; delle prospettive future tratta il capitolo V.
Il risultato di quest�epoca di transizione, tutt�ora in corso, � una
struttura giuridica dalle notevoli potenzialit�. Se saranno ben sfruttate, la
Convenzione di Cotonou potr� diventare un modello esemplare nei
rapporti tra Nord e Sud del mondo, come fu Lom� negli anni settanta del
secolo scorso.
9
Capitolo I: La storia delle Convenzioni ACP
1. La nascita della cooperazione allo sviluppo della CEE
La storia delle Convenzioni tra l�Europa e i paesi ACP (paesi dell�Africa,
dei Carabi e del Pacifico) non comincia con la firma della nota
Convenzione di Lom� nel 1975, ma risale all�origine della Comunit�
Europea
1
stessa.
Infatti nel Trattato di Roma del 1957 erano gi� presenti alcune
disposizioni riguardanti le relazioni tra la Comunit� e le dipendenze
coloniali dei paesi firmatari: si trattava degli artt. 131-136, riuniti sotto il
titolo IV, �Associazione dei paesi e dei territori d�oltremare�. L�art. 131
enunciava i principi che avrebbero dovuto guidare i rapporti tra la
neonata Comunit� e i paesi associati, il cui elenco era inserito in allegato al
Trattato. L�obiettivo della cooperazione era quello di �promuovere lo
sviluppo economico e sociale dei paesi e territori e l'instaurazione di
strette relazioni economiche tra essi e la Comunit� nel suo insieme� (art.
131). Gli articoli successivi elencavano le disposizioni che avrebbero
regolato il commercio nell�area, per raggiungere una riduzione collettiva
delle barriere tariffarie e favorire gli investimenti nei paesi e territori
d�oltremare.
1
Nel corso di questa tesi far� pi� volte riferimento, necessariamente, alla Comunit�
Europea (CE). Con questo termine intendo riferirmi all�entit� politica nata con la firma
del Trattato di Roma del 1957, cos� come si � evoluta, allargata e come � cresciuta in
complessit� e funzioni negli anni successivi. In particolar modo, il Trattato di Maastricht
del 1992 ha ridisegnato la struttura della Comunit�, che da allora viene chiamata Unione
Europea (UE). Per semplicit�, e per evitare fastidiosi cambiamenti dell�espressione di
riferimento, utilizzer� il termine Comunit� Europea nei capitoli I e II per indicare in
maniera generale l�insieme degli stati partecipanti al progetto di unit� europea e delle
istituzioni comuni; con lo stesso significato utilizzer� il termine Unione Europea nei
capitoli III, IV e V.
10
Il criterio ordinatore dell�elenco di paesi e territori era ancora
improntato a una visione post-coloniale. Il primo raggruppamento
individuato nel Trattato di Roma era composto per lo pi� da ex colonie
francesi dell�Africa occidentale ed equatoriale. Proprio la Francia, che
all�epoca stava organizzando la gestione dei suoi ex possedimenti
coloniali, aveva preteso l�inserimento di questo insieme di articoli nel testo
dell�accordo, fino a farne una condicio sine qua non per la firma del Trattato
di Roma. Tale impostazione conteneva un�incoerenza di fondo: si cercava
di offrire una visione etica degli sforzi indirizzati a favorire lo sviluppo di
questi paesi, limitandone per� la portata agli stati che rappresentavano
interessi economici per alcuni paesi membri, la Francia sopra tutti.
L�incoerenza dell�impianto non era forse tanto evidente nel 1957, al
momento della stipulazione di queste disposizioni, quando il processo di
decolonizzazione non aveva ancora raggiunto il suo termine, ma lo
sarebbe divenuta in seguito. Negli anni successivi entrarono nella scena
internazionale molti nuovi attori statali tra i paesi emergenti, ma la
rilevanza della cooperazione allo sviluppo nell�ambito delle relazioni
esterne della Comunit� Europea non era ancora ben delineata.
L�incongruenza tra i valori di solidariet� globale enunciati e la selezione
effettiva dei paesi partecipanti alla struttura di cooperazione privilegiata
continuer� ad esistere per tutta la durata delle successive Convezioni. Da
ci� deriva una duplice contraddizione: non solo i criteri di selezione dei
paesi ACP furono storicamente determinati dai passati legami coloniali,
ma inoltre, una volta creato tale insieme, non furono stabiliti principi di
differenziazione interna. La cooperazione della Comunit� Europea con i
paesi in via di sviluppo, destinata ad accrescersi in maniera notevole,
porter� sempre al suo interno il peso di questa strana combinazione.
Tuttavia, questo gruppo di paesi notevolmente difforme al suo interno
riuscir� a darsi una collocazione unitaria, che non verr� meno neanche con
il progressivo crescere e differenziarsi del numero dei partecipanti
11
attraverso gli anni. Si troveranno a divedere gli stessi strumenti finanziari
e di cooperazione paesi che spaziano dall�Africa sub-sahariana agli stati
insulari del Pacifico, da Cuba al Sud Africa.
L�unit� del gruppo verr� messa in discussione relativamente tardi, a
met� anni novanta, nel momento in cui in Europa si aprir� il dibattito su
quanto possa essere efficace un approccio cos� indiscriminato, che
accomuna le realt� economiche, geografiche e politiche pi� disparate sotto
l�ampio ombrello della sua rete preferenziale di cooperazione. Gli stessi
paesi ACP si opporranno sempre alla riconsiderazione del criterio
unitario, timorosi di vedere svanire, assieme all�integrit� del gruppo, gran
parte del loro potere contrattuale.
I rapporti delineati nel quarto titolo del Trattato di Roma erano
finanziati da uno strumento non compreso nel bilancio comunitario, il
Fondo Europeo di Sviluppo per i paesi e territori d�oltremare (FES)
2
. Le
risorse necessarie a finanziare il Fondo venivano stanziate
individualmente dai singoli paesi europei, tramite un apposito accordo
internazionale definito dai rappresentanti degli stati membri nel Consiglio
europeo, e non dalla Comunit�. Lo stanziamento del primo FES
3
era di
2
Il Fondo Europeo per lo Sviluppo (FES) � lo strumento principale della cooperazione
con i paesi ACP. Esso era stato inizialmente creato per garantire assistenza tecnica e
finanziaria ai paesi africani all�epoca ancora colonizzati. Consiste in diversi strumenti
quali aiuti non rimborsabili, capitali a rischio e prestiti al settore privato. Il FES, a
differenza degli altri fondi europei come il pi� noto Fondo sociale europeo, non �
compreso nel bilancio comunitario approvato dal Parlamento, anche se in seguito alle
richieste del Parlamento, a partire dal 1993, � riservato al Fondo un titolo del bilancio
europeo. Il FES viene stanziato dai singoli stati membri nel Consiglio, per poi passare
attraverso il processo di ratifica presso i parlamenti nazionali. L�utilizzo del fondo � per�
gestito dalla Commissione e dalle altre istituzioni create nell�ambito del partenariato.
Nell�ottobre 2003 la Commissione Europea ha presentato una comunicazione al
Parlamento Europeo e al Consiglio, per raccomandare l�iscrizione del FES nel bilancio
dell�Unione Europea (COM/2003/590).
3
La numerazione dei FES pu� generare confusione, in quanto essa non coincide con la
numerazione delle Convenzioni di Lom�. Lo strumento del FES � stato infatti creato nel
1957, e da allora � sempre stato rinnovato con la firma di ogni convenzione. Prima del
1975 si erano gi� succeduti un accordo di associazione (1� FES) e due Convenzioni di
Yaound� (2� e 3� FES); quindi al momento della firma della prima Convenzione di Lom�
si era giunti al quarto FES.
12
569,4 milioni di euro
4
, versati in proporzione diversa dagli allora sei paesi
membri della Comunit�. Il FES sarebbe rimasto per tutta la durata delle
Convenzioni un elemento esterno al budget ufficiale della Comunit�, e
tale continua ad essere tuttora.
Il primo rapporto instaurato tra la Comunit� Europea e il gruppo dei
paesi d�oltremare in fase di formazione pu� essere descritto come un
sistema di associazione, basato sugli artt. 131-136 TCE. L�obiettivo
dell�associazione � di mantenere i rapporti con le dipendenze dei paesi
europei e di sostenerne lo sviluppo, assicurando loro una serie di diritti
relativi principalmente ai rapporti commerciali, anche se non equivalenti a
quelli garantiti agli stati membri veri e propri
5
. Allo stesso tempo i paesi e
territori d�oltremare possono mantenere la relazione preferenziale con il
paese a cui sono legati da vincoli particolari
6
. Il rapporto allora istituito
con i paesi e territori d�oltremare non era infatti ancora una convenzione
di cooperazione allo sviluppo: le concessioni tariffarie erano vicendevoli,
non essendo ancora stato introdotto il principio di non reciprocit�, e tali
sarebbero rimaste nelle successive convenzioni di Yaound�.
Mancava ancora la creazione di un assetto convenzionale che
includesse tutti i paesi membri nella stessa struttura di cooperazione. La
struttura prevedibile e stabile, infatti, sarebbe diventata uno degli elementi
caratterizzanti del rapporto della Comunit� Europea con questi paesi,
mentre i rapporti della Comunit� con le altre regioni del mondo si
svolgono sulla base di accordi bilaterali, come nel caso della cooperazione
con i paesi dell�Africa settentrionale, o sono comunque privi della
struttura robusta e istituzionalizzata propria della cooperazione con i
paesi ACP.
4
Fonte dei dati su tutti i FES: Commissione Europea, sul sito www.europa.eu.int.
5
Vedi art. 182 (ex 131) in Fausto Pocar (a cura di), Commentario breve ai Trattati della
Comunit� e dell�Unione Europea, Padova, CEDAM, 2001, pp. 681-682.
6
Fausto Pocar, Diritto dell�Unione e delle Comunit� europee, 7a ed, Milano, Giuffr�, 2002, p
80.
13
2. Le due Convenzioni di Yaound�
Una volta raggiunta l�indipendenza, i paesi africani e malgascio non
potevano pi� essere uniti alla Comunit� tramite i vecchi legami; era
necessario negoziare una convenzione con paesi indipendenti, e non pi�
con dipendenze coloniali. Nel Trattato, all�epoca, non era ancora prevista
nessuna disposizione che riguardasse distintamente la politica dello
sviluppo. La base giuridica per la Convenzione di Yaound� era
l�associazione prevista all�art. 238 del Trattato che istituisce la Comunit�
Europea (art. 310 dopo la nuova numerazione introdotta dal Trattato di
Amsterdam)
7
; tali accordi di associazione prevedono la reciprocit� degli
obblighi e dei diritti, secondo procedure particolari. Coprono tutte le
materie disciplinate dal Trattato, quindi l�ambito di azione
dell�associazione con i paesi ACP nasceva ampio ed era destinato ad
accrescersi con la Comunit� stessa.
La creazione di una convenzione che regolasse i rapporti tra i paesi
membri risale al 20 luglio 1963, con la firma della prima Convenzione di
Yaound�, dal nome dalla capitale del Camerun dove era stato firmato il
trattato istitutivo. Ne erano parte i sei paesi europei e 18 paesi
principalmente francofoni: Benin, Burkina Faso, Burundi, Camerun,
Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo, Costa d�Avorio, Gabon,
Madagascar, Mali, Mauritania, Niger, Ruanda, Senegal, Somalia, Togo,
Zaire. I paesi africani firmatari venivano indicati come paesi SAMA (Stati
africani e malgascio associati).
L�ambito di azione della Convenzione di Yaound� era concentrato
soprattutto sulla cooperazione economica e tecnica nel settore delle
7
�La Comunit� pu� concludere con uno o pi� stati o organizzazioni internazionali
accordi che istituiscono un�associazione caratterizzata da diritti ed obblighi reciproci, da
azioni in comune e da procedure particolari�, art. 310 (ex 238) TCE.
14
infrastrutture
8
. Si trattava di un aspetto fin troppo enfatizzato: l�esperienza
successiva avrebbe dimostrato che senza un approccio pi� ampio alla
cooperazione economica si riducevano le possibilit� di innescare il
processo di sviluppo. Per finanziare la nuova convenzione veniva
approntato il secondo FES, per l�equivalente di 730,4 milioni di euro.
Secondo molti critici la Convenzione non era altro che un�articolazione
della politica post-coloniale della Francia, che intendeva in tal modo
garantire la protezione dei suoi interessi anche all�interno del contesto
europeo. La Francia risultava infatti la nazione predominante nella
gestione e nel finanziamento della politica dello sviluppo dell�Europa. Le
accuse di neo colonialismo erano rinforzate dall�assenza, in questa prima
fase, del principio della non-reciprocit� economica: si ponevano sullo
stesso piano le economie sviluppate dell�Europa occidentale e i fragili
sistemi economici delle nazioni africane. Le concessioni tariffarie
concordate nell�ambito della Convenzione si applicavano infatti
indifferentemente a tutti i membri, compresi i paesi europei.
La Convenzione di Yaound� venne rinnovata nel 1969, per altri sei
anni, e finanziata dal terzo FES (per l�ammontare di 887,3 milioni di euro),
registrando anche l�ingresso di Kenia, Tanzania e Uganda.
3. Le Convenzioni di Lom�
3.1. La prima Convenzione e il nuovo ordine economico mondiale
L�ingresso della Gran Bretagna nella Comunit� nel 1972 segn� il
cambiamento pi� significativo per la politica di cooperazione dell�Europa.
8
Martin Holland, The European Union and the third world, Basingstoke, Palgrave, 2002, p
29.
15
Per trovare un�altra modifica di tale importanza bisogner� attendere la
firma dell�Accordo di Cotonou, nel 2000.
La Gran Bretagna portava nell�area economica europea l�eredit� dei
suoi vasti ex possedimenti coloniali, inquadrati nel Commonwealth, e il
desiderio di mantenere con essi un rapporto privilegiato anche nel mutato
contesto internazionale. Venne quasi subito scartata l�ipotesi di un
semplice rinnovo di Yaound�, e nacque cos� nel 1975 la prima
Convenzione di Lom�, che prendeva il nome dalla capitale del Togo dove
era stato firmato il trattato istitutivo, finanziata dall�equivalente di 3.053,3
milioni di euro del quarto FES.
La firma della Convenzione era stata preceduta dall�Accordo di
Georgetown del 6 giugno 1975, dove venne stabilito per la prima volta lo
status legale dei paesi ACP, ufficializzando l�utilizzo di tale acronimo per
indicare i partecipanti alla Convenzione di Lom�
9
. Il rapporto tra gli stati
membri doveva essere basato sulla solidariet� reciproca, la cooperazione
per raggiungere un avanzamento economico, sociale e culturale, e la
promozione della collaborazione tra paesi ACP e tra paesi in via di
sviluppo in generale, come si legge all�art. 2 dell�Accordo.
L�aumento dei paesi partecipanti alla Convenzione di Lom�, che ora
salivano a 46, a fronte dei nove membri della Comunit�, si rifletteva anche
in una diversificazione degli obiettivi. L�esperienza di Yaound� era stata
positiva per quel che concerneva la nascita e lo sviluppo della
consuetudine a utilizzare istituzioni comuni, nonch� sul piano
dell�abitudine a una continua contrattazione politica. La Convenzione di
Lom� fissava una struttura istituzionale che sarebbe rimasta in vigore per
9
Dominique David, �40 years of Europe-ACP relationship�, in ACP-EU partnership
agreement signed in Cotonou on 23 June 2000, supplement to The Courier, 2000, p 12 e
Kenneth Karl, �From Georgetown to Cotonou: the ACP group faces up to new
challenges�, in ACP-EU partnership agreement signed in Cotonou on 23 June 2000,
supplement to The Courier, 2000, p 22-23.
16
25 anni, e che non � stata alterata nemmeno dalla pi� recente riforma, che
ha portato alla nascita della nuova Convenzione di Cotonou.
Le istituzioni principali erano il Consiglio dei Ministri, il Comitato
degli Ambasciatori e l�Assemblea parlamentare paritetica.
Il Consiglio dei Ministri � formato da alcuni membri del Consiglio
europeo e della Commissione europea da una lato, e da un membro del
governo di ogni stato ACP dall�altro. La Presidenza del Consiglio va,
alternativamente, a un membro del Consiglio e un rappresentante di uno
stato ACP. Il Consiglio, riunendosi annualmente, prende all�unanimit�
decisioni vincolanti per le parti relativamente all�implementazione
dell�Accordo.
Il Comitato degli Ambasciatori, con competenze esecutive, � formato
dal rappresentante permanente di ogni stato della Comunit� Europea e da
un rappresentante della Commissione; gli ACP sono rappresentati dal
capo missione di ciascuno stato presso la Comunit�. Il Comitato degli
Ambasciatori affianca il Consiglio dei Ministri ACP-UE nelle riunioni e
nell�esecuzione delle sue decisioni; esegue i compiti assegnati dal
Consiglio; controlla l�implementazione degli accordi di cooperazione e il
progresso verso la realizzazione degli obiettivi del partenariato. Si riunisce
pi� di frequente del Consiglio, che in genere tiene un solo incontro
all�anno.
Infine l�Assemblea parlamentare � composta in numero uguale da
membri del Parlamento europeo e rappresentanti dei paesi ACP (in
origine i rappresentanti europei erano membri dei parlamenti nazionali,
fino alla creazione del Parlamento Europeo). I poteri dell�Assemblea erano
e rimangono tutt�oggi di semplice carattere consultivo. Nell�ambito dei
suoi poteri l�Assemblea pu� adottare risoluzioni e raccomandazioni rivolte
al Consiglio dei Ministri.
La nuova struttura di cooperazione concepita a Lom� si organizzava
intorno a due elementi fondamentali: la cooperazione economica e la
17
cooperazione allo sviluppo. La creazione di una struttura
istituzionalizzata, che abbracciava diverse materie e comprendeva
numerosi paesi, rendeva la Convenzione di Lom� un nuovo modello per
lo sviluppo delle relazioni tra Nord e Sud del mondo, basato sui principi
di solidariet� e uguaglianza fra i suoi membri.
Il principio di uguaglianza era infatti una delle novit� introdotte dalla
Convenzione di Lom�, caratterizzata a livello politico dall�affermazione
dell�indipendenza e responsabilit� di ogni stato ACP, detentore del diritto
e dovere di determinare i propri indirizzi politici ed economici, nel
rispetto della sovranit� nazionale e degli interessi reciproci tra i paesi
membri.
Era assente qualunque riferimento alla condizionalit� politica,
improponibile all�epoca: la validit� degli accordi non era cio� vincolata a
condizioni politiche interne ai paesi ACP. Gli anni settanta erano infatti
contraddistinti dalla guerra fredda e dal serrato confronto tra i due
blocchi. In parte la Convenzione di Lom� riusciva a inserirsi e superare
questo contrasto: tra i suoi firmatari vi erano stati appartenenti ad
entrambi gli schieramenti, nonch� al gruppo dei paesi non allineati. Si
usciva dunque dalla logica bipolare e di appartenenza alle opposte fazioni,
logica che spesso aveva portato a considerare le azioni di sostegno
economico ai paesi uscenti dalla decolonizzazione in un�ottica partigiana,
attenta a interessi geopolitici e strategici, piuttosto che alle esigenze dello
sviluppo. La Convenzione di Lom� riusciva dunque a districarsi in questo
contesto multiforme, ma l�argomento degli aspetti politici della
cooperazione era assolutamente intoccabile
10
.
La Convenzione di Lom� era stata negoziata in circostanze tali da
porre i paesi ACP in una posizione di parit� con la controparte europea.
Gli anni della nascita della Convenzione di Lom� avevano un retroterra di
10
Dominique David, �40 years of Europe-ACP relationship�, cit, p 12.
18
forti rivendicazioni da parte dei paesi usciti dal processo di
decolonizzazione: non a caso l�art. 2 dell�Accordo di Georgetown inserisce
tra gli obiettivi da perseguire, da parte paesi ACP nell�ambito della
Convenzione di Lom�, quello di �promuovere l�instaurazione di un nuovo
ordine economico mondiale�.
Parole che riecheggiano le posizioni prese dall�assemblea
dell�UNCTAD
11
nel corso degli anni sessanta, quando questo organismo
portava avanti le rivendicazioni dei paesi in via di sviluppo che venivano
raccolte nello slogan �Trade, not aid�. Questi paesi erano da un lato
costretti ad appoggiarsi agli aiuti economici per sostenere la propria
economia, ma dall�altro rivendicavano la possibilit� di utilizzare il
commercio internazionale come strumento di sviluppo. La risoluzione
1707 dell�Assemblea Generale delle Nazioni Unite, del 19 dicembre 1961,
definiva il commercio come �lo strumento principale dello sviluppo�.
Negli anni settanta il commercio, da solo, non era pi� ritenuto
sufficiente per perseguire lo sviluppo: il nuovo ordine economico
internazionale doveva basarsi sulle preferenze non reciproche a favore dei
paesi meno avanzati. Questo nuovo concetto delle preferenze
generalizzate verso i paesi in via di sviluppo veniva espresso dalla nota
�Carta dei diritti e dei doveri economici degli stati� del 1974
12
, dove
11
L�UNCTAD � la Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo
(United Nations Conference on Trade and Development). � stato creato a Ginevra nel
1964, con l�obiettivo di creare un forum mondiale dove discutere ed affrontare i problemi
del sotto-sviluppo. Negli anni sessanta il processo di decolonizzazione ha fatto s� che i
paesi in via di sviluppo divenissero la maggioranza nell�Assemblea Generale delle
Nazioni Unite, come anche nell�UNCTAD e in altre sedi. In quel contesto storico, proprio
l�UNCTAD ha rappresentato la sede del dibattito Nord-Sud per la creazione di un nuovo
ordine economico internazionale, pi� vicino alle esigenze dei paesi meno avanzati.
All�UNCTAD � nata l�idea di creare un sistema delle preferenze generalizzate (1968), �
stato identificato il gruppo dei paesi meno sviluppati, LDCs (1971) ed � stato proposto ai
paesi industrializzati l�obiettivo di arrivare a devolvere lo 0,7% del PIL ai paesi mano
avanzati (1970). Oggi l�UNCTAD lavora per creare un ambiente commerciale
internazionale pi� idoneo alle necessit� dello sviluppo; numerose informazioni
sull�UNCTAD e sulle sue attivit� sono disponili sul sito www.unctad.org.
12
Contenuta nella risoluzione dell�Assemblea Generale delle Nazioni Unite del
12.12.1974, n� 3281.
19
veniva introdotta una nuova filosofia secondo cui il liberismo negli scambi
Nord-Sud non sarebbe stato in grado di risolvere i problemi dello
sviluppo. Nel Preambolo della Carta l�Assemblea generale si dichiarava:
[�] Consciente de la n�cessite d��tablir et de maintenir un ordre
�conomique et social juste et �quitable par [�] l�instauration et la
promotion de relations �conomiques internationales qui tiennent
compte des diff�rences reconnues, sur le plain du d�veloppement,
entre les pays en voie de d�veloppement, ainsi que de leur besoins
particuliers [�].
I principi ivi enunciati tendevano a tutelare gli interessi dei paesi in via di
sviluppo anche nella sfera economica, un ambito regolato soltanto dalle
norme di natura convenzionale che si andavano formando in coerenza con
le dichiarazioni dell�Assemblea Generale, dell�UNCTAD e di altri organi
delle Nazioni Unite. Questi principi di carattere programmatico
cominciavano a ispirare tutta una rete di convenzioni di aiuti allo
sviluppo, che iniziavano a porre limiti alla assoluta libert� degli stati nel
regolare i propri rapporti economici
13
. Ispirandosi al principio del
trattamento preferenziale per i paesi in via di sviluppo, ovvero non
applicando la reciprocit� automatica delle preferenze e la clausola della
nazione pi� favorita, si abbandonava la finzione della parit� di tutti gli
stati partecipanti alla relazione commerciale che per lungo tempo aveva
dominato le relazioni economiche internazionali.
La pi� importante innovazione della Convenzione di Lom� rifletteva
questo stato delle cose: la Convenzione si sarebbe basata da allora in
avanti sul principio della non-reciprocit� per le preferenze accordate alle
13
Vedi Benedetto Conforti, Diritto Internazionale, 6a edizione, Napoli, Editoriale
Scientifica, 2002.