5
CAPITOLO 1:ASPETTI TEORICI E PRATICI
DELLA CREATIVITA’
Nel presente capitolo saranno illustrati gli aspetti teorici della
creatività,in particolare verranno prese in esame le correnti più
importanti che hanno svolto ricerche significative in merito,come:
1)La corrente psicoanalitica,il cui maggior esponente è riconosciuto in
Freud seguito da Melanie Klein,Arieti,Kris e Kubie.
2)La psicologia umanistica,il cui fondatore principale è Maslow,
affiancato da Rogers che applicò i principi della psicologia umanistica
della psicoterapia.
3)La psicologia della Gestalt ha come rappresentanti principali
Wertheimer e Duncker che si focalizzano sull’uso del pensiero produttivo
in una situazione-problema.
4)La psicologia associazionistica presenta Mednick come uno degli stu-
diosi più importanti della creatività,seguito da Berlyne considerato un
neoassociazionista influenzato principalmente da Piaget.
5)Nel corso del capitolo è stato dato un ruolo particolare a Vjgoskij che si
mostra come lo psicologo sovietico più importante che ha affrontato
questo tema,relazionandolo alle principali tappe evolutive.
6)La prospettiva psicometrica illustra le ricerche di Guilford e
Cattell,grandi studiosi della personalità e della creatività.In questa
corrente ci sono state anche altre ricerche notevoli di Calvi,ma
soprattutto di Geztel e Jackson che si sono occupati di vari aspetti del
pensiero produttivo negli allievi di una scuola. Infine,Andreani e Orio
hanno svolto degli studi che hanno portato a conclusioni diverse rispetto
ad altri svolti precedentemente.
7)Nell’ultima parte del capitolo verranno illustrati gli elementi educativi e
i modelli operativi della creatività,volti a spiegare i vari aspetti del
pensiero produttivo e il suo sviluppo attraverso le varie tappe evolutive.
In particolare,è stato preso in considerazione Osborn che ha portato un
grande contributo allo studio del pensiero creativo attraverso la tecnica
del Brainstorming.
6
In questo modo,si è cercato di offrire una panoramica generale e
completa dell’argomento che sarà affrontato in modo più specifico nei
capitoli seguenti.
7
PARAGRAFO 1:LA CORRENTE PSICOANALITICA E
FREUD
L’esponente più caratteristico di questa corrente è sicuramente Sigmund
Freud che ha dato un importante contributo nello studio della creatività e
dell’umorismo.Egli definisce la creatività come uno scarico di energie
inconsce,socialmente inaccettabili se espresse nella loro forma
primaria,che premono,però,per manifestarsi.La persona creativa presenta
una maggior complessità psicologica rispetto a quella normale,perché si
trova ad affrontare dei conflitti inconsci che, invece,vengono rimossi
dalla persona adattata.La base della produttività creativa,secondo Freud,
risiede nel processo inconscio della sublimazione che rende utilizzabili
risorse energetiche censurate,giustificando anche la varietà e la
complessità dei tratti psicologici del pensiero creativo. Quindi,il processo
creativo è un’elaborazione delle fantasticherie inconsce,che il soggetto
normale sopprime,e si trova ad esempio nel gioco infantile,nel sogno e nel
motto di spirito.
Per Freud il processo creativo richiede,da una parte,l’azione del processo
secondario e dall’altra la presenza dell’inconscio e delle funzioni psichiche
e affronta questo tema in diverse opere,tra cui il “MOTTO DI
SPIRITO”(1)nel quale descrive le tecniche del motto di spirito,il loro
rapporto con il sogno e con la comicità.
Riguardo al primo aspetto,egli elenca diverse tecniche,come la
condensazione e il doppiosenso che sono dominate dalla tendenza al
risparmio;in seguito aggiunge a questo gruppo lo spostamento,inteso come
spostamento dell’accento psichico su un tema diverso da quello iniziale.
Dopo aver introdotto le tecniche principali,propone due concetti
importanti,ossia il motto di spirito innocuo e il motto di spirito
tendenzioso.Per quanto riguarda il primo,esso è fine a se stesso e ha un
effetto di piacere moderato,mentre il secondo si serve dell’intenzione.
Quest’ultimo può essere espresso attraverso 3 forme:
a)Denudante o osceno,dove si ha un linguaggio scurrile che mette in rilievo
fatti e rapporti sessuali ed è diretto soprattutto alle donne.
b)Aggressivo o ostile,dove si sfrutta ciò che il nemico ha di
ridicolo,corrompendo l’ascoltatore con il piacere che il motto gli procura.
8
c)Cinico,dove si attaccano soprattutto le norme morali,in particolare
l’istituzione del matrimonio.
Queste tre forme richiedono tre persone:
-chi fa il motto di spirito
-chi riceve l’aggressione ostile o sessuale
-la persona alla quale si mira a procurare piacere.
Quindi,secondo Freud, nel motto di spirito tendenzioso il piacere
scaturisce dal soddisfacimento di una tendenza,che sarebbe rimasta
insoddisfatta,e questo guadagno in piacere corrisponde al dispendio
psichico risparmiato.
In seguito,l’autore illustra tutto il percorso del motto di spirito,da ciò che
lo precede fino alla sua comparsa:
1)Nel bambino compare il gioco o scherzo,quando impara a usare le parole
e a intrecciare tra loro i pensieri.
Il gioco segue uno degli impulsi che spingono il bambino a esercitare le sue
capacità ed è il primo dei preliminari del motto di spirito.
A questo gioco si pone fine quando compare la critica che porta a
considerarlo privo di senso. L’ulteriore sviluppo verso il motto di spirito è
guidato da due sforzi:evitare la critica e sostituire la disposizione.
2)A questo punto vi è il secondo preliminare del motto di spirito, ossia lo
scherzo,nel quale si tratta di mantenere il guadagno di piacere del gioco e
di mettere da parte,allo stesso tempo,la critica che non lascerebbe
emergere il sentimento di piacere.Lo scopo è far cessare le inibizioni
interiori e riattivare le fonti di piacere rese da quelle inaccessibili,quindi
lo scherzo obbedisce alla tendenza di procurarsi piacere e ciò che
afferma non deve apparire insensato,ma con un
significato,trasformandosi cosi in motto di spirito.
Ciò che porta a coniare i motti di spirito innocui è l’impulso di mostrare la
propria intelligenza,mentre in quelli tendenziosi è l’esistenza di pulsioni
inibite,la cui repressione può essere eliminata.
Infatti,nessuno si accontenta di fare il motto di spirito per sé solo,ma ci
deve essere un’altra persona a cui poter comunicare ciò che si è
9
prodotto.Il problema è che questo destinatario può presentare condizioni
soggettive che possono rendere irraggiungibile lo scopo di suscitare
piacere,di conseguenza non ci devono essere elementi che provocano
sentimenti forti,di modo che questa persona possa collaborare con uno
scoppio di risata. Quindi,ci sono due tendenze che determinano la tecnica
del motto di spirito:
-quelle che rendono possibile la formazione del motto di spirito nella
persona che lo fa
-quelle destinate a garantire il massimo effetto di piacere possibile
nell’altra persona.
Nota 1:”Der Witz und seine Beziehung zum Umbewussten“Freud
S.,1905(it:Op.,V,1973)
PARAGRAFO 1.1:IL MOTTO DI SPIRITO,IL SOGNO E
L’INCONSCIO
Freud definisce il rapporto tra il processo onirico e motto di spirito in 3
punti principali:
-in entrambi vi è la condensazione,lo spostamento e la raffigurazione
-il motto di spirito è improvviso
-il motto di spirito si comporta in maniera particolare anche dal punto di
vista associativo,perché spesso non riusciamo a ricordarcene quando lo
vorremmo e altre volte si presenta improvvisamente.
Riguardo agli elementi comuni tra il motto di spirito e l’inconscio,l’autore
cita la condensazione che fa uso dello stesso materiale,inteso come
risparmio localizzato,e il piacere che il motto di spirito procura come
derivato da tale risparmio.Lo scopo dello spirito è di trarre dalle parole un
guadagno di piacere e simili condensazioni sorgono automaticamente
nell’inconscio durante i processi mentali.
Gli spostamenti del lavoro onirico dipendono dall’azione esercitata dalla
censura del pensiero cosciente e quindi,incontrando lo spostamento tra le
tecniche dello spirito,concludiamo che anche nella formazione del motto
di spirito interviene una forza inibente.
10
Invece,il modo in cui il lavoro dello spirito si procura il vecchio piacere del
gioco delle parole è diverso tra il motto di spirito e il sogno.
Nel lavoro onirico,questo compito è assolto con lo spostamento,in
particolare con tutte le forme di rappresentazione indiretta come la
sostituzione di un elemento scandaloso con uno indifferente che appaia
innocuo alla censura,mentre nel motto di spirito non ci sono
compromessi,ma una conservazione immutata del gioco con la parola o con
l’assurdo,limitandosi a scegliere casi in cui questo gioco o questo assurdo
appaiono ammissibili(scherzo) o significativi(motto di spirito),grazie
all’ambiguità delle parole.
Fra le tecniche comuni allo spirito e al sogno,troviamo la rappresen-
tazione mediante il contrario e il controsenso:la prima è uno dei mezzi più
efficaci dello spirito e non può sottrarsi all’attenzione cosciente.Riguardo
al secondo aspetto,parliamo dell’ironia che consiste nel dire il contrario di
quello che si vuole comunicare all’altro al quale,però,facciamo capire che
noi non intendiamo il contrario di ciò che diciamo. Dell’ironia si può fare
uso solo quando l’altro è preparato a sentire il contrario,di modo che non
manchi in lui la tendenza a contraddire. Riguardo,infine,altre differenze
tra il sogno e il motto di spirito,vi è ad esempio il fatto che il sogno è un
prodotto psichico asociale e rimane incomprensibile alla stessa persona e
può sussistere solo se camuffato,invece lo spirito è una manifestazione
psichica più sociale e mira al guadagno del piacere. Un’altra differenza
riguarda il fatto che il sogno è un desiderio e cerca di soddisfare i bisogni
indirettamente,cercando di far risparmiare dispiacere,mentre il motto di
spirito è un gioco e cerca di trarre un piccolo guadagno di piacere
dall’attività del nostro apparato psichico.
11
PARAGRAFO 1.2:IL MOTTO DI SPIRITO E LA COMICITA’
La forma di comicità più vicina allo spirito è l’ingenuità che emerge quando
l’individuo non tiene conto dell’inibizione,tuttavia Freud sottolinea anche
che l’ingenuo non possiede tale inibizione;questo tipo di comicità si trova
soprattutto nel bambino e nell’adulto incolto, costituendo il motto di
spirito ingenuo.La collocazione che lo studioso dà all’ingenuità è tra lo
spirito e la comicità:concorda con il motto nella forma e nel contenuto
senza che ci sia un secondo fine nelle parole e concorda la
comicità,perché il piacere che dà scaturisce dalla differenza di dispendio
ottenuta volendo capire l’altro.
I mezzi per rendere comiche le persone sono:
-l’imitazione che dà all’ascoltatore un piacere straordinario e rende
comico chi ne è oggetto
-la caricatura che è un’esagerazione dell’oggetto o persona
-lo smascheramento che è la parte pratica della caricatura e si rivolge
contro persone e oggetti che pretendono autorità.
Una volta utilizzati questi mezzi per suscitare l’aspetto comico della
persona,possono crearsi condizioni favorevoli e sfavorevoli:tra le
condizioni favorevoli per la nascita del piacere comico,vi è l’umore allegro
in cui si è disposti al “riso” e quando si ha l’intenzione di fare della
comicità,invece le condizioni sfavorevoli dipendono dal tipo di attività
psichica che vi è al momento nell’individuo.In particolare,sono sfavorevoli
tutte le forme del processo mentale che si allontanano dalla mimica
rappresentativa;la comicità è anche turbata dalla presenza di sentimenti
personali,quindi il senso del comico si riscontra nei casi di semi-
indifferenza.
Infine, Freud mette in rapporto la comicità con l’umorismo,definendo
quest’ultimo come un mezzo per procurarsi piacere nonostante gli affetti
dolorosi che lo disturbano,mentre chi non partecipa a tali affetti ride di
piacere comico e, a differenza della comicità,nell’umorismo posso
conservare per me il godimento senza comunicarlo agli altri.Nel
complesso,però,l’umorismo è più vicino alla comicità che allo spirito perché
con essa ha in comune la localizzazione psichica nel preconscio,mentre lo
spirito è costituito da un compromesso tra l’inconscio e il preconscio.
12
PARAGRAFO 2:MELANIE KLEIN
Un altro importante contributo alla creatività è stato dato da Melanie
Klein(2)che ha individuato un passaggio rilevante nell’infanzia,ossia quando
il bambino riconosce l’esistenza di oggetti e persone reali,riconducendo a
unità la serie di immagini frammentarie che costituiscono il mondo
mentale nei primi mesi di vita.Nella fantasia inconscia l’oggetto esterno
diventa lo scopo di incontrollabili impulsi che tendono a distruggerlo,ma
con ciò si distrugge anche l’oggetto interno e sorge una situazione
dinamica in cui si ritrovano il desiderio dell’oggetto amato,il rimorso della
propria aggressività distruttiva e la paura di questa distruttività.
Questa situazione è chiamata dalla Klein posizione depressiva e può
svilupparsi in modi diversi:se la fiducia nella capacità di ricostruire
l’oggetto è scarsa,l’oggetto buono interno ed esterno viene percepito
come perduto e il soggetto prova ansia,dalla quale si protegge con
meccanismi difensivi che formano un sistema nevrotico.Nel caso,invece,di
uno sviluppo equilibrato,il bambino è rassicurato nella ricostruzione della
componente buona della realtà,superando le ansie depressive. Dal rimorso
dato dalla distruzione aggressiva,vi è il bisogno di ricostruire che
costituirà la premessa dell’uso delle risorse inconsce in forma creativa.
Nota 2:”Oltre la creatività:l’educazione”,F.Larocca,La Scuola,Brescia 1983
13
PARAGRAFO 3:ARIETI
Secondo Arieti(3)la creatività non è spiegabile,come sosteneva Freud,in
base ai soli meccanismi del processo primario e secondario,ma attraverso
il processo terziario dato dall’interazione tra i primi 2 suddetti. Quindi,la
creatività si basa su meccanismi mentali arcaici congiunti a meccanismi
logici senza,però,che il processo primario diventi incontrollabile portando
alla malattia mentale.Arieti cita in proposito la schizofrenia dove
immagini,sentimenti e concetti,che nei processi mentali superiori sono
governati dal principio di realtà,ven-gono trasformate in cose
concrete.Ad esempio,l’astio nei confronti di un familiare che “avvelena” la
vita,diventa certezza persecutoria che avveleni materialmente il
cibo(concretizzazione del concetto).
Quindi,si può parlare di una paleologica del processo primario,dove
l’analogia e la somiglianza parziali diventano elementi sufficienti per
affermare l’identità e dove la facilità di scambio tra il concreto e
l’astratto,la somiglianza e l’identificazione,conduce a catene ideative
determinate da tendenze motivanti consce e inconsce.Di conseguen-
za,Arieti sostiene che la creatività appare come un rafforzamento di
procedimenti paleologici compiuti sotto la vigilanza della logica
secondaria,ossia chi crea una battuta di spirito vede una somiglianza tra
un’affermazione logica e una paleologica e quindi la battuta si basa sul
riconoscimento finale delle 2 affermazioni come simili e non
identiche,determinando la reazione divertita.
Nota 3:”La personalità creativa”,A.Pagnin e S.Vergine,La Nuova Italia,
Firenze 1977
14
PARAGRAFO 4:KRIS E KUBIE
L’indeterminatezza del modello psicoanalitico e kleiniano sulla relazione
tra componenti consce e inconsce nella produzione creativa,ha portato la
ricerca a spostarsi sullo studio soprattutto dell’Io. Mentre,per Freud,le
attività consce hanno il compito di mediare tra ambiente e inconscio,qui si
afferma un’importanza autonoma dell’Io,capace di operare sull’inconscio e
sull’ambiente.
A questo proposito,Kris(4)sostiene che non è l’inconscio che determina i
contenuti e le modalità dello sviluppo immaginativo di ogni attività
artistica,ma è l’Io che conserva un particolare controllo sul processo
primario.Secondo questo psicoanalista,l’artista presenta 2
caratteristiche:
1)la capacità di autoregolazione della regressione dell’inconscio,os-sia la
capacità di ottenere facile accesso al materiale inconscio,man- tenendo il
controllo su di esso
2)la capacità di controllo del processo primario,ossia la capacità di
effettuare spostamenti delle funzioni dell’Io dal livello secondario a
quello primario.
I soggetti creativi hanno una particolare mobilità funzionale dell’Io,in
grado di passare dall’attività di analisi ad attività espressive che
comportano un’aderenza con l’inconscio e trasformano le qualità più
primitive dell’energia psichica:è questo il processo della sublimazione che
assume il significato di funzione autonoma dell’Io e si realizza con lo
spostamento a un livello vicino dell’inconscio. Quindi,il
successo/insuccesso dell’attività creativa dipende dal grado in cui essa si
è resa indipendente dal conflitto inconscio.
Parallelamente a Kris,Kubie sottolinea l’importanza del sistema preconscio
nell’elaborazione creativa e ancora una volta si riprende un concetto
freudiano,”il preconscio”,che è inteso come intermediario tra processi
primari inconsci e secondari.
Nota 4:”La personalità creativa”,A.Pagnin e S.Vergine La Nuova
Italia,Firenze 1977
15
Kubie pone il preconscio in rapporto con la creatività,definita come
attività che utilizza le risorse preconsce con la loro caratteristica di
fluidità e concepisce il comportamento come risultato di un’interazione
tra il sistema conscio-inconscio-preconscio. Quest’ultimo presenta 2 tipi
di contenuti:alcuni provengono dall’esterno del soggetto,altri sono di
origine interna,come ad esempio i sentimenti;da una parte,questo
processo fornisce al soggetto vecchi dati uniti in nuove combinazioni
complesse o frammentate e dall’altra fornisce una prima rielaborazione
del pensare,del parlare e del fantasticare.Secondo Kubie,quando è
prevalente il processo inconscio,vi è una rigida univocità del prodotto che
deve rispettare precise relazioni tra unità concettuali e percettive
imposte dal sistema logico;quando è prevalente il processo inconscio,vi è
una rigidità del prodotto,ma con caratteri irrealistici perché i conflitti e
gli impulsi si esprimono nella loro simbologia;quando,infine,prevale il
processo preconscio si esce dalla rigidità a causa del variare delle
associazioni e dissociazioni del materiale immaginativo ed è questa la base
della creatività. Kubie,quindi,dà un ruolo importante nella determinazione
delle caratteristiche formali del prodotto creativo,ma considera le radici
della creatività preconsce,fluide nei contenuti e flessibili nelle
categorizzazioni.