Introduzione
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Essendo, quello della Tv digitale Terrestre un campo ancora
sperimentale, molti sono i dubbi che ruotano attorno all’argomento,
sia da un punto di vista prettamente tecnologico, sia da un punto
di vista sociale.
Uno dei primi aspetti ad emergere, è il potenziale di novità che i
new media e la piattaforma digitale terrestre in particolare,
oppongono agli schemi tradizionali della comunicazione di massa: i
nuovi dispositivi tecnologici sono in grado infatti di superare la
comunicazione monodirezionale e diffusiva dei mass media
attraverso la multimedialità, l'ipertestualità e soprattutto
l'interattività, che permette di assegnare al soggetto coinvolto nella
relazione uomo-macchina un ruolo nuovo, più attivo, in grado di
orientare lo svolgimento dell'interazione in relazione ai propri
obiettivi.
In questo ultimo periodo, si sente sempre più spesso parlare di
rivoluzione digitale terrestre, ed ormai tutti i mezzi di comunicazione
ci informano della nascita di una Tv innovativa che dissolverà il mix
di contenuti della televisione generalista ed introdurrà la
settorializzazione dei contenuti.
Il futuro della televisione si chiama quindi, Digitale Terrestre,
portare l'essenza del computer, il sistema binario, anche sul piccolo
schermo. Entro pochi anni tutti i cittadini italiani diranno addio al
proprio televisione o, quanto meno, lo affiancheranno a un piccolo
Introduzione
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apparecchio in grado di ricevere il segnale digitale: un segnale che
permetterà di moltiplicare gli attuali canali nazionali e di creare una
comunicazione a due vie, unendo le grandi potenzialità di Internet
con la naturale semplicità della TV. I cittadini avranno una Tv
interattiva, con cui riusciranno facilmente a comunicare
diventando, ancora di più, parte attiva nella costruzione dei
palinsesti. Uno dei lati più interessanti della Tv digitale terrestre, è
infatti la realizzazione di nuovi servizi, che fino ad oggi, erano
improponibili o difficilmente trasportabili sulla tv analogica: i
contenuti interattivi, la guida ai programmi ed in particolare il
Televideo Interattivo.
Quando nel 1984 la RAI, diede il via alla trasmissione di Televideo,
lo standard tecnico del teletext era stato creato da un decennio
ed era già operante in Gran Bretagna senza aver subito nel tempo,
modifiche di rilievo. A distanza di altri venti anni, Televideo resta
tecnologicamente uguale a se stesso, nonostante tutti gli
sconvolgimenti intercorsi nel panorama della comunicazione e
dell’informazione, e continua comunque, benché basato su
meccanismi di funzionamento che potrebbero essere definiti
obsoleti, ad incontrare l’attenzione e l’approvazione del pubblico. È
solo una delle tante contraddizioni che riguardano questo mezzo di
comunicazione: trascurato da esperti e analisti ma consultato da
circa 23 milioni di utenti in Italia, sottovalutato nel suo impatto
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informativo ma al tempo stesso giudicato affidabile e credibile,
antidiluviano nella grafica e nel metodo di trasmissione, eppure in
grado di proporre modelli comunicativi di successo.
Solo ultimamente il Televideo sta godendo di rinnovata
attenzione, grazie alla comparsa di nuovi strumenti tecnologici
come appunto, il Televideo Interattivo trasmesso su piattaforma
digitale terrestre. Il nuovo Televideo ha poco a che vedere con il
Televideo analogico. Infatti, grazie all’elevato livello di simulazione
di ambienti ipertestuali che la potenzialità di questo mezzo può
realizzare, l’utente può cominciare a familiarizzare con le nuove
modalità di fruizione del mezzo televisivo. Inoltre, la grande
innovazione, da sempre ambita e ricercata, è l’interattività. Il
televideo digitale, infatti, seppur con qualche riserva e
miglioramento da attuare nel corso degli anni, potrà permettere un
dialogo bidirezionale concreto.
La televisione digitale terrestre potrà essere usata dalle
Amministrazioni Pubbliche per sviluppare una serie di servizi che
saranno accessibili a tutta la popolazione, come ad esempio: servizi
di informazione alla cittadinanza, servizi televisivi, servizi anagrafici,
servizi turistici, accesso a biblioteche, musei, teatri, aree
archeologiche, informazioni per gli anziani, per i disabili, per le
imprese, per gli immigrati, iniziative tematiche, indirizzi utili; servizi
tributari, comunali e statali; servizi interattivi, come richiesta di
Introduzione
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opinioni e sondaggi; servizi di t-commerce come trasporto, gas,
acqua e luce; servizi sanitari come teleprenotazione, visite mediche
e controllo medico a distanza e inoltre la formazione, cioè l’e-
learning. I servizi potranno essere veicolati attraverso questo
televideo evoluto, il «Super Teletext», che unisce immagini, grafica e
testo, navigabile attraverso le frecce, i pulsanti e i numeri del
telecomando.
La riflessione sociale si è interrogata sulle novità di questi
paradigmi comunicativi non solo rispetto alla comunicazione di
massa ma anche nei confronti dell'interazione classica, cioè quella
in cui più soggetti entrano in relazione tra loro condividendo una
stessa collocazione spazio-temporale. Inoltre, e questo è l'aspetto
più interessante ai fini di questa trattazione, la comunicazione
attraverso i nuovi media, in particolare attraverso un mezzo come
quello televisivo, sembra portare con sé caratteristiche
«democratiche» che, se non possono essere associate ad essi in
maniera deterministica, emergono come una potenzialità ulteriore
legata a questo tipo di tecnologia.
Dal punto di vista sociologico comunque ciò che conta è che la
televisione digitale terrestre, venga utilizzata come strumento per
superare limiti soggettivi e sociali e per rivalutare la posizione e il
peso del soggetto nel suo rapporto con il macrosistema.
Introduzione
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È questa la sfida principale per i progettisti tecnici e sociali del
presente e del futuro, fare in modo che lo sviluppo della società
dell'informazione sia orientato verso scenari più democratici e fare
in modo che le diseguaglianze sociali che ogni nuova tecnologia
porta inevitabilmente con sé siano attenuate.
Questo nuovo scenario tecnologico si insedia quindi, in un
contesto sociale, che negli ultimi tempi, inevitabilmente e
irrimediabilmente sta cambiando. L’intero sistema comunicativo,
infatti, è attraversato da una forte spinta alla personalizzazione, non
solo dei consumi, ma della produzione. Una personalizzazione
sorretta da una forte miniaturizzazione dei mezzi produttivi e da una
estesa connettività. Questa tendenza porta soggetti, che prima
erano solo fruitori di comunicazione centrale a diventare
direttamente produttori, veri e proprio editori. Il broadcasting
industriale, possente e costoso, si sta diluendo in forme sempre più
piccole e accessibili. La trasformazione in atto, sta modificando il
nuovo sistema dei media, che sta passando dalla TV di massa alla
massa delle TV. L’intero sistema televisivo si sta scomponendo: il
contenitore TV ormai prescinde sempre più dai grandi apparati,
stanno crescendo infatti, in modo sempre più vertiginoso
community e business-tv. Sempre più i soggetti sociali si
autorappresentano nel mondo dei media.
Introduzione
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La Tv Digitale Terrestre sta accelerando la nascita di queste mille
Tv di nicchia, proprio perché cambia in modo radicale il rapporto
fra produzione e consumo. Il digitale terrestre permette con la
stessa antenna di poter ricevere, sostituendo il televisore o solo
dotandolo di un set top box, otto volte i canali che si ricevono in
analogico. In Italia arriveremo almeno a 140 canali. Passando così
da un’economia della scarsità ad una fase dell’abbondanza, dove
tutti si dovranno riclassificare in base alla propria capacità di
produrre.
Questo nuovo panorama sociale ricorda senza dubbio gli anni
’70. Anni in cui in Italia, ci fu la nascita caotica delle mille radio
locali. Ed è proprio la spinta delle prime radio locali che impose
allora, un nuovo modello di accesso al mercato. Un modello basato
sui bassi costi di produzione e distribuzione del segnale radiofonico,
e sulla prima segmentazione sociale, che reclamò spazi diversi e
specialistici nella comunicazione. Il fenomeno di quegli anni non fu
decifrato per tempo, né venne tradotto in termini prettamente
sociali, ma servì solo a difendere ancora di più i grandi apparati
della RAI.
Oggi, assistiamo ad un fenomeno analogo, sul terreno della
televisione. Sulla spinta propulsiva dei molti soggetti che hanno
volontà di comunicare autonomamente, nascono le TV
indipendenti. Aziende, enti pubblici, enti territoriali, centri servizi
Introduzione
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scoprono che fare televisione oggi è possibile, non costoso ed
efficace. Anche la Pubblica Amministrazione, tramite la propria
web-tv TelePA, ha scoperto che fare televisione è facile e
costruttivo.
Già prima della Funzione Pubblica non erano mancati i segnali di
un cambiamento del tradizionale mercato televisivo. Infatti, decine
di aziende, fra cui grandi nomi come Enel, Eni, Fiat, Banca Intesa e
numerosi Enti locali e territoriali, fra cui comuni come Siena, e
Pesaro, alcune Regioni rilevanti, come Piemonte, Campania,
Veneto, Trentino, Marche, da tempo hanno cominciato a dotarsi di
propri canali audiovisivi. Si tratta di veri e propri canali multimediali,
che vengono distribuiti via satellite o via web, diretti o a utenze
specifiche, come i dipendenti di un grande gruppo industriale, o
alla clientela di una grande banca, o ancora all’utenza turistica di
un comune. Canali che offrono un palinsesto mirato, composto da
un’informazione settoriale, integrata da inserti più specifici,
sull’azienda o il territorio che genera il canale. Non siamo certo
davanti a prodotti da grandi audience. Anzi questo modo di
fruizione è del tutto diverso. Si tratta di prodotti di contatto, adatti
ad una consultazione più frequente nell’arco della giornata, ma
molto breve a livello di tempo. Restano pur sempre prodotti che
entrano nella dieta mediatica di migliaia e migliaia di persone
educandole ad un approccio diverso con il mezzo televisivo.
Introduzione
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Soprattutto se, tramite quei brevi punti di contatto si distribuiscono
contenuti e servizi ad alto valore aggiunto. Ed è proprio questo il
caso della Pubblica Amministrazione.
Oggetto di questa tesi, è appunto, indagare e riflettere su come,
i nuovi servizi messi a disposizione dalla tecnologia, in particolare la
Televisione Digitale Terrestre, possano integrarsi con il modo di
comunicare degli Enti Pubblici. E come, la Pubblica
Amministrazione stessa, potrebbe usufruire dei new media ed in
particolare del Televideo Interattivo, per distribuire informazioni al
cittadino sulla vita dell’Ente e del territorio per renderlo sempre più
un soggetto di partecipazione attiva.
Su questa ottica, l’ultima parte di questo lavoro, presenta un
progetto sperimentale sulla realizzazione di un Televideo Interattivo,
come possibile proposta per il concretizzarsi del governo
elettronico, tramite un ulteriore mezzo di comunicazione e cioè la tv
digitale terrestre e il suo telecomando.
Istituzioni e tecnologia: un accostamento possibile
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1. Istituzioni e tecnologia: un accostamento
possibile
1.1. La comunicazione pubblica
Data l'infinità di temi che tocca il termine «comunicazione
pubblica», non è oggetto di questo capitolo esaurire i vari significati
e modi in cui si attua e si teorizza, bensì seguire le tracce di chi si è
già mosso in questa direzione, cogliendo i concetti e le distinzioni
che più interessano per definire la comunicazione pubblica
istituzionale e la pubblica amministrazione nell'ottica di questa tesi.
Per questo motivo verrà tralasciata completamente (se non per
qualche accenno) tutta la comunicazione pubblica prodotta da
enti non pubblici o semi pubblici.
Sono state date molte definizioni di comunicazione pubblica, ma
quella che più si accorda al taglio di questo lavoro e quella usata
da Mancini: «Si definisce come pubblica quella comunicazione che
Istituzioni e tecnologia: un accostamento possibile
13
ha per oggetto gli affari d’interesse generale, quelli che in inglese
vengono definiti public affairs, […] deriva dagli oggetti ai quali si
applica e non dai soggetti che la praticano
1
».
Gli «affari d’interesse generale» sono quelli che riguardano
l’intera comunità e che producono effetti, innanzitutto sulle
interazioni tra i diversi sottosistemi sociali nei quali essa si articola,
quindi sulle sfere private della vita dei singoli. La comunicazione
pubblica include allora la comunicazione degli enti governativi,
delle diverse articolazioni dello stato, delle istituzioni complesse,
pubbliche, private e semi pubbliche, finalizzate in maniera
sistematica ad uno scopo e che agiscono in un campo di
pertinenza che non è quello del profitto o degli interessi
esclusivamente privati, bensì quello delle funzioni socialmente
rilevanti. La comunicazione pubblica comprende l'ambito degli atti
normativi e delle iniziative atte a favorire il rapporto tra cittadini ed
istituzioni, nonché la promozione delle iniziative e dei servizi offerti
2
.
1
Mancini P., Manuale di comunicazione pubblica, Bari, Laterza, 1996, p. X.
2
Cfr. Gallino L., Dizionario di Sociologia, UTET, 1993.
Istituzioni e tecnologia: un accostamento possibile
14
1.2. Le tipologie della comunicazione pubblica
La comunicazione pubblica comprende un vasto campo di
messaggi, che si differenziano a seconda delle funzioni che
compiono (servire, informare, integrare, sensibilizzare, semplificare,
ecc.), dei soggetti emittenti (istituzioni, aziende, mass media, partiti
politici) e dei contenuti che trasmette (atti normativi, notizie,
informazioni sulle attività dell’ente emittente). È chiaro che il campo
è quanto mai vasto, per avere quindi un'idea precisa delle
articolazioni della comunicazione pubblica, bisogna fare uno sforzo
di catalogazione. Questo serve soprattutto per ritagliare il concetto
di comunicazione istituzionale dall'ambito più esteso della
comunicazione pubblica. In altre parole, il mio scopo non è tanto
quello d'illustrare in modo esauriente le varie tipologie della
comunicazione pubblica, bensì quello di delimitare il contesto
all'interno del quale le istituzioni dello Stato esplicano la propria
attività comunicativa.
Fermo restando che non esiste un accordo generalizzato circa
un criterio univoco per la classificazione, alcuni autori prediligono
una classificazione per oggetti, altri per contenuti ed altri ancora
per funzioni, ma in modo a volte implicito, a volte esplicito, nessuno
di loro esclude completamente l'influenza degli altri fattori.
Istituzioni e tecnologia: un accostamento possibile
15
1.2.1. Classificazione per funzioni
Secondo Paolo Mancini, per rispondere alle esigenze sollevate
della differenziazione dei sistemi, la comunicazione pubblica svolge
compiti fondamentali d’integrazione sociale, sia in senso funzionale
che simbolico. Si distingue quindi fra forme di comunicazione
orizzontale, che mettono in contatto diversi sistemi sociali tra loro, e
forme di comunicazione verticali, che consentono la
comunicazione tra le istituzioni e il pubblico dei cittadini.
La comunicazione funzionale è finalizzata a stabilire e a rendere
noto l’ambito dei compiti assunti da ciascun sistema sociale sia nei
confronti degli altri sistemi sia nei confronti dei possibili interessati e
assume funzioni ordinatrici della complessità sociale. Nel caso delle
istituzioni, è una comunicazione destinata a determinare il campo
funzionale dell’istituzione distinguendola ed integrandola con le
altre istituzioni (integrazione funzionale orizzontale), e con i fruitori
dei prodotti/servizi (integrazione funzionale verticale). La
comunicazione funzionale comprende le attività destinate a
veicolare nozioni e conoscenze; attività previste da specifiche
norme (comunicazione normativa), finalizzate a rendere note
attività e decisioni, a migliorare il rapporto con il cittadino e la
funzionalità dei servizi; attività di carattere preventivo e di carattere
consultivo.
Istituzioni e tecnologia: un accostamento possibile
16
E’ il processo di differenziazione funzionale unitamente alla nuova
situazione di competizione ciò che rende difficile distinguere tra
comunicazione ed informazione.
La comunicazione funzionale, come le altre, risente della
accresciuta complessità del sociale, se prima si era in una
situazione di «indistinzione funzionale
3
», adesso progressivamente si
differenzia l’attività d’informazione (veicolare nozioni e
conoscenze) dalla comunicazione (sostenere il punto di vista di
determinati attori sociali).
Inoltre, a proposito della comunicazione funzionale, non bisogna
trascurare il fatto che l’informazione migliore è veicolata dalla
qualità del prodotto offerto, il quale concorre anche alla
promozione dell’immagine dell’istituzione.
L'immagine dell'istituzione è veicolata da una comunicazione di
diversa funzione, si tratta della comunicazione con funzioni
d’integrazione simbolica. Questo tipo di comunicazione è destinata
alla circolazione di valori e di simboli d'interesse generale e
contribuisce a determinare l’immaginario che caratterizza ciascuna
comunità. Il suo scopo principale è rafforzare l’identità
dell’istituzione che la produce e veicolare i valori che la
distinguono. Interviene anche in ambiti controversi che
3
Mancini P., Manuale di…, op. cit., p. 101.
Istituzioni e tecnologia: un accostamento possibile
17
contribuiscono a creare un dibattito all’interno della società. Nella
comunicazione d’integrazione simbolica rientrano attività destinate
a promuovere atteggiamenti e comportamenti, e quindi, in alcuni
casi, a rendere più produttiva l’attività dell’ente. E’, per eccellenza,
una comunicazione mirata a migliorare l’immagine del
comunicatore, quindi anche tutta la comunicazione politica è
comunicazione d’integrazione simbolica. Quando all’interno di una
istituzione la comunicazione d’integrazione simbolica è mirata a
migliorare l’immagine non della istituzione stessa bensì delle persone
che la compongono per volontà politica, l’identità politica si
sovrappone all’identità amministrativa.
Lo strumento principale di cui si servono le istituzioni per
promuovere la propria immagine sono «le campagne». «Una
campagna di informazione/comunicazione costituisce l’insieme
coordinato ed organico di iniziative intraprese, all’interno di un
ambito di tempo determinato, attraverso diversi strumenti di
comunicazione per raggiungere un medesimo obiettivo informativo
e/o comunicativo
4
».
Questa classificazione è di grande valore teorico, perché è
l'unica che distingue in modo netto due ambiti ben distinti
dell'attività di comunicazione di una istituzione. Un ambito razionale
4
Ivi, p. 103.