2
Plutarco, continua: gli arconti prima contavano i voti. Se il numero dei voti era inferiore
a 6.000, l’ostrakophoria non era valida. Allora, suddividendoli per nome, essi
proclamavano che colui che aveva ricevuto più voti veniva esiliato per dieci anni,
riscuotendo comunque le entrate dei suoi possedimenti.
Diodoro, continua: colui che riceveva più voti era esiliato per dieci anni.
Polluce, continua: colui che riceveva 6.000 voti era esiliato.
Le differenze fra le fonti non sono molte: se la decisione di indire l’ostrakophoria
venisse presa durante la sesta pritania oppure entro l’ottava
3
; se venisse
transennata tutta l’Agorà oppure solo una parte e di che materiale fossero gli
sbarramenti
4
. Solo due discrepanze sono importanti: se il numero di 6.000 voti
fosse un quorum oppure una pluralità richiesta per l’ostracismo; se l’esilio durasse
dieci o cinque anni. Su questi problemi si è discusso a lungo, ma l’evidenza delle
fonti e dei ritrovamenti archeologici fa ormai propendere gran parte degli studiosi,
a considerare i 6.000 voti come un quorum e la durata dell’esilio pari a dieci anni
5
.
La procedura sembra essere stata questa: ogni anno durante la sesta pritania, che
cadeva nella stagione invernale, si votava se indire un’ostrakophoria. Non
venivano fatti nomi, il problema veniva posto solo in termini generali. Qualora la
votazione fosse stata positiva, l’ostrakophoria veniva indetta durante l’ottava
pritania, che capitava all’inizio della primavera. Una porzione dell’Agorà, forse
quella di fronte alla Stoà Basileios
6
, veniva suddivisa tramite transenne in dieci
porzioni, tante quante erano le tribù. Venivano lasciati solo dieci ingressi
attraverso i quali gli Ateniesi, divisi appunto per tribù, entravano a depositare il
loro voto. I nove arconti e la boulé erano riuniti e presiedevano la votazione. I
magistrati delle tribù e dei dêmoi controllavano all’entrata l’effettiva appartenenza
alla tribù di ciascun votante. Probabilmente gli Ateniesi dovevano rimanere
all’interno dell’Agorà fino al termine delle operazioni di voto. Alla fine i
magistrati provvedevano allo spoglio dei voti e colui che raggiungeva i 6.000 voti
richiesti veniva esiliato per dieci anni. Il condannato però durante questi dieci anni
manteneva tutti i suoi diritti civili, le sue proprietà e quindi anche i guadagni.
Inoltre la famiglia non risentiva in alcun modo della condanna.
3
Jacoby nel suo commento a Philochoros, 328 F 30 (FGH IIIB, i, p. 310) suggerisce che la
discordanza sia imputabile ai copisti successivi. Nell’originale Filocoro avrebbe scritto: “dopo aver
votato nella sesta pritania se indire un’ostrakophoria, se il voto era risultato positivo, durante
l’ottava pritania l’Agorà veniva...”.
4
P. WYCHERLEY, JHS 75 (1955), p. 117-8.
5
Vedi O. W. REINMUTH in RE, s.v. ostrakismos, cols. 1678-1680; F. JACOBY (FGH IIIB) per
Filocoro F 30; R. THOMSEN, p. 66-7, nota 23; E. VANDERPOOL in Semple Lectures II, p. 217-8; P.
J. RHODES, p. 270. Ma se la testimonianza sull’ostracismo di età bizantina pubblicata da Keaney e
Raubitschek (AJP 93 [1972], p. 87-91) deve essere accettata, la questione sul numero dei voti deve
essere ridiscussa.
6
La zona sembra essere legata all’orchestra arcaica: F. KOLB, Agora and Theater, Volks- und
Festversammlung, Berlino 1981, p. 53-7; B.M.LAVELLE, “A note on Perischoinisma”, RF 10,
1982, p. 129-39.
3
Hignett
7
, basandosi in particolare sulla testimonianza di Plutarco
8
, propone
un’altra lettura delle fonti: era possibile essere ostracizzati con un numero minimo
di voti, a patto di raggiungere un totale di 6.000 votanti. Egli racconta che gli
ostraka non erano estratti dalle urne fino a quando non fossero stati contati, per
verificare se era stato raggiunto il numero minimo di 6.000 votanti. Hignett
sostiene questa ipotesi facendo un parallelo con la leggi επ′ ανδρι e con l’αδεια
9
.
Le fonti che parlano di queste leggi riportano infatti:
“...εαν µη εξακισχιλιοις δοξη... ”.
L’evidenza archeologica contribuisce a mantenere la questione ancora sospesa.
Per ogni ostrakophoria c’erano infatti molti voti dispersi: sono tanti i personaggi
contro i quali ci sono soltanto uno o due ostraka. La rosa dei candidati poteva
essere così ampia solo se i voti necessari per l’esilio potevano essere anche esigui.
Filocoro
10
precisa che gli Ateniesi dovevano entrare portando l’ostrakon
capovolto: questo doveva essere un modo per controllare che ciascuno portasse
con sé un solo voto. Gli ostraka presentano in effetti forme e dimensioni tali da
rendere necessaria una certa cautela: poteva essere facile, con la mano chiusa,
nascondere un coccio di piccole dimensioni, al di sotto di un altro più grande
11
.
Gli ostraka confermano inoltre che non c’era nessuna disposizione per le
procedure da seguire prima della votazione
12
. La grande varietà di tipologie
presentata dai frammenti di ceramica usati per i voti, dimostra che gli ostraka
erano preparati individualmente, ma che c’erano delle eccezioni. La questione è
stata sollevata da D. J. Phillips e M. Lang
13
. Alcuni cocci venivano preparati in
precedenza, così come testimoniano i 190 ostraka di Temistocle ritrovati sul lato
nord dell’Acropoli
14
, e i cocci, dipinti e cotti successivamente, contro Kallixenos
15
e contro Menon
16
. I 190 ostraka di Temistocle furono iscritti da pochi incisori
17
;
Mabel Lang è stata in grado di riconoscere un gruppo di sette cocci contro
Kallixenos incisi dalla stessa mano
18
; un altro incisore è quello che dipinse con
inchiostro nero gli ostraka di Kallias Didymiou: questa ipotesi, suggerita da M.
Lang e da E. Vanderpool per gli ostraka dell’Agorà, trova ora conferma in due
cocci provenienti dal Ceramico
19
. Probabilmente però
7
C. A. HIGNETT, Hist.Athen.Const., p. 134-36.
8
Plut. Arist. VII 6.
9
Cfr. M. J. BOMER, CP VIII (1913), p. 223-5 e BOMER-SMITH, p. 194-5.
10
Philochoros FGH 328 F 30.
11
S. BRENNE, Ostraka and the Process of Ostrakophoria, Athens 1994, p. 21.
12
E. VANDERPOOL, Semple Lectures II, p. 219-27.
13
D. J. PHILLIPS, ZPE 83 (1990), p. 133-6; M. LANG, Agora XXV, p. 161.
14
O. BRONEER, Hesperia 7 (1928), p. 228-43; M. LANG, Agora XXV, p. 142-58.
15
A. STAMIRES- E. VANDERPOOL, Hesperia 19 (1950), p. 379-80; M. LANG, Agora XXV, p. 78.
16
F. WILLEMSEN, AD XXIII (1968), p. 29.
17
M. LANG, Agora XXV, p. 161 fig. 30.
18
Ibid.
19
E. VANDERPOOL, Semple Lectures II, p. 240, fig. 57; M. LANG, Agora XXV, p. 65, n° 311, fig.
11. Gli ostraka di Kallias Didymiou del Ceramico non sono pubblicati.
4
altri due ostraka sono stati dipinti da un altro individuo perché, pur essendo uguale
l’inchiostro, le lettere sono più alte e più sottili
20
. C’erano incisori che a
pagamento preparavano i cocci con i nomi dei personaggi politici più in vista e dei
candidati più probabili: i gruppi politici molto presto devono aver scoperto che
poteva essere utile avere un certo numero di cocci già pronti con il nome del loro
oppositore, per il giorno della votazione da consegnare a quanti non avevano
potuto provvedere personalmente. Era quindi possibile, in questo modo, pilotare la
votazione: è abbastanza ovvio che all’interno di una comunità politica
relativamente ristretta come quella ateniese, potessero a livello informale circolare
dei nomi e l’azione di gruppi di pressione politica potesse influenzare le scelte
21
.
D’altra parte l’intervallo fra la sesta e l’ottava pritania poteva servire per la
propaganda. Il deposito del Ceramico apre una nuova prospettiva: ci sono ostraka
contro diversi personaggi, iscritti dalla stessa mano
22
; cocci contigui incisi da
votanti differenti
23
. Escludendo che all’ingresso dell’Agorà si vendessero cocci
non iscritti, si può facilmente supporre che un frammento troppo grande per essere
usato, venisse spezzato poco prima della votazione e distribuito ad altri votanti.
Ciò sembra dimostrare che una parte della popolazione non era organizzata in
gruppi politici e che molto spesso le motivazioni erano più personali che politiche
.
20
Ostraka non pubblicati.
21
G. DAVERIO ROCCHI, Città-Stato e stati federali della Grecia classica, Milano 1993, p. 280-1.
22
Si tratta degli ostraka di Megakles e di Aristeides Xsenophilou.
23
Sono gli ostraka di Hippokrates Anaxileo, contigui a quelli di Temistocle.
5
Datazione
Molto più controversa è la questione sulla data di introduzione dell’ostracismo e
sull’autore di tale legge. Tralasciando le fonti più tarde e non attendibili che
attribuiscono la legge a Teseo, ad Achille Lysonos e a Hippias
24
, un confronto fra
le testimonianze risalenti al IV secolo chiarirà i punti controversi.
Arpocrazione, s.v. Ιππαρχος: riguardo a quest’uomo Androzione, nel secondo libro, dice
che era parente del tiranno Pisistrato e che fu il primo ostracizzato, quando la legge
sull’ostracismo fu applicata per la prima volta a causa dei sospetti che gravavano su
quanti circondavano Pisistrato, dal momento che egli servì la tirannia come strategòs e
uomo politico di primo piano.
Diodoro, 11.55 (a proposito di Temistocle): ...presentandolo come candidato
all’ostracismo, legge che era stata istituita ad Atene dopo l’abolizione dei tiranni affiliati
a Pisistrato.
Aristotele, AthPol 22.1,3: perciò le leggi di Solone decaddero e non furono più usate e
Clistene, rivolgendosi al popolo, introdusse altri leggi, fra le quali la legge
sull’ostracismo...(3). Dodici anni dopo l’introduzione della legge, avendo vinto a
Maratona sotto l’arcontato di Phainippos, dopo due anni, quando il popolo fu
nuovamente fiducioso, gli Ateniesi ricorsero per la prima volta alla legge
dell’ostracismo, che era stata approvata per i sospetti che gravavano su quanti avevano
grande potere, da quando Pisistrato, come capo della fazione popolare e strategòs, istituì
la sua tirannide.
Filocoro (FGH IIIB, 328 F 30): solo Hyperbolos fu ostracizzato senza essere un uomo
politico di spicco, più per mancanza di carattere che per effettivi sospetti di tirannia
25
;
dopo di lui la legge, che era stata presentata da Clistene, dopo l’abbattimento dei tiranni
per eliminare anche i loro alleati, fu abrogata.
La maggior parte delle fonti concorda nell’attribuire a Clistene l’introduzione
della legge
26
. L’unico dato contrastante è la testimonianza di Arpocrazione che,
rifacendosi ad Androzione (FGrH 324), parla dell’ostracismo di Hipparchos nel
488/7, dicendo:
“...του περι τον οστρακισµον νοµου τοτε πρωτον τεθεντος... ”. Comunque
somiglianze lessicali e altre considerazioni ci portano a supporre che Androzione
fu la fonte dell’AthPol 22 e di Filocoro (FGrH 328) F 30, testimonianze che
24
Thomsen ha dimostrato con chiarezza l’inattendibilità di queste fonti (OO, p.12-6).
25
Cfr. Thuc. VIII 73.3.
26
Altre fonti che ricordano la paternità clistenica: Eliano VH xiii 24; il codice bizantino Vat. Gr.
1144,222.
6
attribuiscono la legge a Clistene. Questo fatto fa pensare che molto probabilmente
anche Androzione sostenesse la paternità clistenica della legge.
Le posizioni in discussione sono quindi due: quella sostenuta da Androzione
(riportata da Arpocrazione) che colloca l’introduzione dell’ostracismo nei primi
anni 80 del V secolo, e quella di Aristotele (e altri) che attribuisce la legge a
Clistene.
27
.
La pubblicazione di MS Vat. Gr. 1144,222 ¯ da parte di Keaney e Raubitschek
28
ha complicato però ulteriormente la questione. Infatti in questa fonte si dice che la
legge, introdotta da Clistene, prevedeva inizialmente un voto da parte della boulé,
e che erano richiesti 200 voti per ostracizzare qualcuno, mentre, in una seconda
fase, quando fu il dêmos a votare, questi divennero 6.000. Tuttavia le nostre fonti
non sembrano conoscere questi passaggi suggeriti dal codice vaticano. Le
interpretazioni del frammento possono essere tre: la legge, presentata ed
approvata prima del 508/7, dava i poteri al Consiglio dei 400, la procedura passò
poi ai 500 e ancora, dal 501/0, al dêmos; la legge prerogativa dei 400 fu alterata in
favore del dêmos dopo il 508/7; la procedura in mano al Consiglio dei 400 caduta
in disuso dopo il 508/7, fu ripresa e modificata più tardi.
Longo
29
ha correttamente intuito che la boulé citata dalla fonte era il Consiglio dei
400: il numero di 200 voti sembra infatti riferirsi ad esso piuttosto che
all’Assemblea dei 500. Conseguentemente si deduce che l’introduzione della
legge debba essere precedente all’istituzione da parte di Clistene, dell’Assemblea
dei 500. Longo, come anche Keaney, ha proposto il 510 a.C. e, per il passaggio dei
poteri sulla procedura dell’ostracismo al dêmos, il 501/0 quando furono ridefiniti i
poteri della boulé e del dêmos e fu istituito il giuramento per i bouleuti. Qualora
la legge avesse attraversato due diverse fasi di sviluppo, è possibile che ci siano
state allora due “prime” vittime: Clistene, che Eliano, H.V. 13.24 ricorda quale
vittima della sua stessa legge (per la prima fase), e Hipparchos che secondo
Aristotele, AthPol 22.3, fu il primo ostracizzato (nella seconda fase)
30
.
27
G. V. SUMNER, BICS 11 (1964), p. 79-86; K. J. DOVER, CR 13 (1963), p. 256-7. Cfr. Jacoby su
Androzione 324 F 6 (FGH IIIB, i, p. 120): “there is always the possibility of a citation being
curtailed in a lexicon repeatedly abbreviated.” Sebbene Jacoby ammetta la possibilità che
Androzione dati l’introduzione dell’ostracismo al 488/7 a.C., considerando la legge parte del
processo di democratizzazione, continua (p. 124): “our tradition does not allow of making a final
decision between the dates of Androtion and Aristotle, but if anybody can determine the source of
Aelian (H.V. 13.24 that Kleisthenes was the first victim of his law) he may be able to solve the
riddle.” R. THOMSEN, OO, p. 12-60. P. J. RHODES, A Commentary on the Aristotelian Athenaion
Politeia, Oxford 1981, p.267-69.
28
J. J. KEANEY-A. E. RAUBITSCHEK, AJP 93 (1972), p. 87-91:
“Κλεισθενης τον εξοστρακισµου νοµον ες Αθηνας εισηνεγκεν.ην δε τοιουτος την βουλη
ν τινων ηµερων σκεψαµενην επιγραφειν εθος <ην> εις οστρακα οντινα δεοι των πολιτων φ
υγαδευθηναι και ταυτα ριπτειν εις το του βουλευτηριου περιφραγµα.οτω δε αν υπερ διακο
σια γενηται τα οστρακα,φευγειν ετη δεκα,τα εκεινου καρπουµενον.υστερον δε τω δηµω εδ
οξε νοµοθετησαι υπερ εξακισχιλια γινεσθαι τα οστρακα του φυγαδευθηναι µελλοντος. ”
29
C. P. LONGO, Historia 29 (1980), p. 257-281.
30
P. J. BICKNELL, Gnomon 46 (1974), p. 818-9.
7
Rimangono ancora molte perplessità sull’autenticità di questa fonte: ci si chiede
infatti quali siano le fonti di questo autore e perché esse non siano giunte fino a
noi; ci sono poi dei problemi di integrazione che portano ad una certa confusione
interpretativa. Inoltre di questa prima fase dell’ostracismo sembra non esserci
evidenza archeologica
31
. L’interpretazione del codex data dalla Longo elimina
molte delle ipotesi, difficilmente dimostrabili, che alcuni studiosi avevano
avanzato circa la paternità dell’istituzione: basti citare Hignett
32
che ha proposto
Temistocle o Aristeides e i loro alleati.
La paternità clistenica della legge sull’ostracismo è stata però rifiutata da molti
studiosi perché questa istituzione sembra essere troppo complessa per essere stata
ideata e proposta da un’unica persona
33
. Recentemente Marr e Worswick
34
hanno
analizzato tutte le implicazioni storiche dell’ostracismo, a loro parere trascurate
dagli studiosi a favore della sola analisi delle fonti, per far emergere le esigenze
che portarono alla formulazione di questa arma politica. Il programma di riforme
promulgato da Clistene era a carattere popolare, e non fu possibile al suo rivale,
l’arconte Isagora, bloccarlo. Egli si risolse allora a cercare l’intervento armato
dell’amico Kleomenes. Fallito anche questo tentativo, Isagora andò in esilio
permanente con Kleomenes: Clistene, ormai ritornato saldamente al potere non
aveva alcun bisogno dell’ostracismo. Secondo Marr e Worswick l’ostracismo, o
la formula di esso che noi conosciamo, fu istituito subito dopo la battaglia di
Maratona nel 490, per punire dapprima i rei di tradimento, e in particolare i
colpevoli di medismo, successivamente invece divenne un’arma contro gli uomini
troppo ambiziosi.
31
R. DEVELIN, Antichthon 11 (1977), p. 10-16; Antichthon 19 (1985), p. 7-15.
32
C. HIGNETT, Hist. Ath. Const., p. 98.
33
A. R. HANDS, JHS 79 (1959), p. 69-79.
34
J. L. MARR- H. WORSWICK, Ostraka III (1994), p. 285-90.
8
II
Le campagne di Scavo
Sulla base della testimonianza di Plutarco
1
, sappiamo che l’Agorà era il luogo in
cui si svolgevano le votazioni delle ostrakophorie: essa dista solo 500 metri dalla
porta Nord - ovest della città, attraverso la quale i voti utilizzati dovevano passare
per essere poi interrati al di fuori delle mura.
Il primo ostrakon, con il nome di Megakles, figlio di Hippokrates, del demo
d'Alopece, fu trovato nella Colmata Persiana sull’Acropoli e pubblicato da
Benndorf
2
, nel 1870. Nel 1887 un secondo ostrakon, anch’esso proveniente dalla
Colmata Persiana, fu pubblicato da Studniczka
3
: esso riporta il nome di
Xantippos, figlio di Hariphron. Sempre contro Xantippos è il terzo ostrakon,
trovato lungo la strada che portava al Pireo, pubblicato nel 1891 da Kavvadias
4
.
Al 1897 risale il sensazionale ritrovamento di un ostrakon contro Temistocle, del
demo di Phrearrioi, pubblicato da Zahn
5
.
Il primo grande deposito di ostraka, comprendente non meno di 43 cocci, fu
dissotterrato nel 1913 durante gli scavi tedeschi nell’antico quartiere del
Ceramico
6
e, nel 1932, nella stessa area, ci fu un nuovo ritrovamento, questa volta
di 155 ostraka
7
. Nel frattempo, come risultato degli scavi
americani all’Agorà, iniziati nel 1931, erano stati
scoperti consistenti depositi
8
nonché singoli ostraka: in tutto 1.145 ostraka
9
. In un
1
Plut. Arist. 7.
2
O. BENNDORF, Griechische und sicilische Vasenbilder (1870), p. 50= I G I² 908,1. A.
BRÜCKNER, MDAI(A) XL (1915), p. 5.
3
F. STUDNICZKA, Jb. Arch. Inst. II (1887), p. 161= I G I² 909,1. A. BRÜCKNER, MDAI(A) XL
(1915), p. 6.
4
P. KAVVADIAS, AD VII (1891), p. 21= I G I² 909,2. A. BRÜCKNER, MDAI(A) XL (1915), p. 6.
5
R. ZAHN, MDAI (A) XXII (1897), p. 345 ff.
6
A. BRÜCKNER, MDAI (A) XL (1915), p. 7 ff. Gli scavi al Ceramico erano iniziati nel 1863
dall’Hetaireia Archaiologike; nel 1910 gli scavi erano stati invece affidati dal Ministero all Cultura
greco all’Istituto Archeologico Tedesco.
7
W. PEEK, Kerameikos III, p. 51 ff.
8
E. VANDERPOOL, Semple Lect. II (1972), p. 4. Deposito A: pozzo nella zona fra l’Hephaisteion e
la Stoa di Zeus Eleutherios; Deposito C: materiale di riempimento di un pozzo databile al secondo
quarto del V secolo; Deposito D: fra il materiale di costruzione di un edificio a sud della Tholos
nell’Agora; Deposito E: nei pressi dell’Hephaisteion; Depositi F-K: tutti questi gruppi
comprendono gli stessi personaggi.
9
M. LANG, The Athenian Agora XXV: Ostraka, Princeton (1990).
9
deposito particolare, sul lato nord dell’Acropoli, furono scoperto 190 ostraka
inutilizzati contro Temistocle
10
.
Nel 1966 il Professor Franz Willemsen
11
, direttore dell’Istituto Archeologico
Tedesco ad Atene, pubblicò 59 ostraka ritrovati durante gli scavi tedeschi al
Ceramico nell’anno precedente. Mentre era in corso la pubblicazione di questi
primi ostraka, venne però alla luce il nucleo centrale del deposito. Come risultato
della campagna di scavo dell’inverno 1966/7 al Ceramico, Willemsen fu in grado
di pubblicare una lista con più di 4.600 ostraka
12
. Una lista provvisoria di tutti gli
ostraka ritrovati al Ceramico fu pubblicata da Thomsen
13
nel 1972. La lista
definitiva però è stata pubblicata solo nel 1991 da Willemsen e Brenne: si tratta di
ben 8.653 ostraka.
L’area extramuraria del Ceramico ha quindi restituito, nel corso dei decenni, un
numero rilevante di ostraka, provenienti da un contesto archeologico che ha
conosciuto trasformazioni e rimaneggiamenti. Accanto ai primitivi ritrovamenti,
localizzabili in prossimità del Tritopatreion e del Pompeion, altri se ne sono
aggiunti ben più cospicui nell’area delimitata dalla Via Sacra e dal dromos che
conduce all’Accademia. Vediamo nel dettaglio le diverse aree di scavo.
10
O. BRONEER, Hesperia VII (1938), p. 228 ff.
11
F. WILLEMSEN, MDAI (A) LXXX (1965), p. 100 ff.
12
F. WILLEMSEN, AD XXIII (1968), p. 24 ff. Pubblicazioni preliminari: M. ERVIN, A.J.A. LXXI
(1967), p. 295; G. DAUX, B.C.H. XCII (1968), p. 732 f; Arch. Anz. (1969), p. 8.
13
R. THOMSEN, OO, p. 79 ff.
10
a.1913/4
Gli scavi furono effettuati nell’area compresa fra la porta Nord - ovest della città
che conduceva ad Eleusi e le strade che, attraverso il letto del fiume Eridano, a
sinistra dei Bagni, si dipartono da questa: quella che prosegue fino ad Eleusi e
quella che attraversa la zona del Cimitero della città.
Un’altra zona di scavo era invece a destra del letto del fiume, davanti al Dypilon,
fra la strada che si dirige al Pireo e le mura della città.
Gli ostraka (Temistocle, Kleippides, Andocide, figlio di Leagoras, Eucharides e
Teisandros Epiluko) furono trovati durante gli scavi lungo il bordo nord della
strada che attraversava il Cimitero fuori le mura. L’ostrakon di Damon, invece, è
stato trovato all’altezza del secondo e terzo Horos della strada del Ceramico
14
.
b.1965
La zona interessata dagli scavi fu quella fra le pareti del Pompeion e la parete sud
del Dypilon: si lavorò in tutta l’area appena fuori l’ingresso della città
15
.
Gli ostraka sono stati ritrovati sparsi in diversi siti: all’interno del Pompeion
(Hippokles); nel magazzino (Temistocle e Theotimos); nel cortile (Hippokrates
Alkmeonidou); nei pressi della strada che si dirigeva a sud (Cimone); nel distretto
di Lysimachides (Kallixenos Aristonymos); nella zona davanti il Dypilon
(Megakles, Menon, il frammento contro -ias, Kallixenos); fra il materiale di
riempimento (Kleippides, Tucidide e Megakles). Altri ostraka di Cimone vennero
scoperti invece lungo una via laterale della strada che attraversava il Ceramico.
L’ostrakon di Philokydes fu trovato in una fossa, a tre metri da un sarcofago di
marmo. A sud - est, accanto ad un muro di blocchi di pietra, sono stati rinvenuti
altri ostraka di Menon e l’ostrakon di Menon Lemnios.
Gli ostraka di Aristide, Agasias e altri ancora di Menon, erano nella zona sud dello
scavo.
14
A. BRÜCKNER, MDAI(A) XL (1915), p. 1-26.
15
F. WILLEMSEN, MDAI(A) 80 (1965), p. 100.
11
c.1966
La campagna di scavo al Ceramico del 1966 interessò la zona compresa fra le
rovine del Dipylon, il lato nord - ovest del cortile del Pompeion e la Cloaca
16
.
Durante un primo esame è venuto alla luce, nei pressi del canale di scolo in
mattoni, di età ellenistica, il frammento di una statua in
bronzo: un arto anteriore di un cavallo. Probabilmente si tratta di una porzione di
una statua di cavaliere oppure di un gruppo statuario, innalzato nelle vicinanze.
Una seconda indagine fu compiuta nella zona fra le due strade che attraversavano
il Ceramico. Si volevano studiare i resti di una lunga costruzione venuta alla luce,
a nord del canale di scolo, negli anni 30, ma non ancora studiata a fondo.
Qui è stato scavato un muro fatto di blocchi rettangolari di pietra,
sopra il quale è stata rilevata una porzione di parete con sezione minore.
Quest’ultima è formata da ciottoli, mattoni ed era rivestita da uno strato di creta
come intonaco. Sono visibili le tracce di successivi restauri.
Fu scoperto allora un altro muro, forse il proseguimento del precedente: il
ritrovamento fu importante per chiarire la planimetria dell’edificio.
Qui, vicino all’angolo destro, si estendeva uno stato di fine sabbia scura
entro la quale sono stati trovati i primi ostraka: erano compresi nel livello
superiore dello strato di sabbia. Nel rapporto di scavo Willemsen non indica con
precisione quali personaggi siano riportati su questi ostraka.
Quattro o cinque metri a sud-ovest di questo primo gruppo, affiorò l’orlo di un
grande pithos, sepolto e riempito di terra. E’ un
vaso di grandi dimensioni del quale sono state liberati dalla terra l’orlo e le spalle.
L’orlo si trovava a livello del letto dell’Eridano. Si discute ancora sulla
funzione di questo pithos.
Dopo il ritrovamento del vaso, lo scavo proseguì nell’avvallamento del terreno
accanto ad esso. La zona, colmata con sabbia granulosa, può essere sia un braccio
del fiume, sia un altro alveo dell’Eridano. Qui si innalzava un edificio: 12
parallelepipedi di pietra, disposti in due serie e una parete di ciottoli e blocchi di
pietra, a formare un rettangolo. Accanto alla parete
di pietra, in un angolo fra questa e il letto del fiume, venne alla luce un ostrakon di
Leagros (vedi n° 75, 3).
A nord-ovest invece, si estendeva uno spesso strato di ciottoli sopra un altro strato
di creta. I ciottoli probabilmente sono, o gli scarti della costruzione dell’edificio, o
il risultato della corrosione del tempo. Sotto lo strato di pietrisco si trova della
terra che è stata portata dalla corrente del fiume: ad una profondità di 75 cm è
venuto alla luce il piede destro di un cavaliere di marmo, d'età arcaica.
16
F. WILLEMSEN, AD XXIII (1968), p. 24-32.
12
Lo stesso tipo di materiale, ciottoli e creta, è servito per riempire sia il pithos sia
un pozzo scoperto successivamente a nord - ovest.
Il vaso è stato sotterrato ad una profondità maggiore rispetto al livello cui appartiene
l’imbocco del pozzo, tuttavia Willemsen considerò il pozzo più antico rispetto al
pithos, per via dello strato di terra che il ricopriva. Si tratta, infatti, dello stesso
tipo di sabbia, fine e scura, trovata nei pressi dell’edificio: entrambi quindi, il
pozzo e la costruzione, devono essere datati sulla base della datazione stratigrafica
di questo strato di sabbia. Essa contiene frammenti di ceramica databili fino al 400
a. C. Willemsen datò il pozzo e l’edificio agli anni 50 del V secolo. Nello strato di
terra sopra l’imboccatura del pozzo, fu trovato un ostrakon di Temistocle.
Mentre scavavano nella zona fra l’imboccatura del pozzo e il pithos, gli operai
s'imbatterono in grosso deposito di ostraka, il deposito centrale.
Gli ostraka più tardi, i più numerosi, sono quelli di Megakles e di Temistocle, e
appartengono, secondo Willemsen, all’ostrakophoria del 487/6 a.C. I più recenti
invece, sono quelli contro Tucidide, figlio di Melesias e Kleippides, figlio di
Deinios. Fra i personaggi che ricorrono su questi ostraka più frequentemente e che
rivestono una certa importanza, ci sono Menon, Cimone e Kallias Kratios.
Fra questi ostraka, rilevante è la presenza di due cocci, uno per Menon e uno di
Temistocle, sui quali l’iscrizione è stata dipinta e non graffita.
Secondo gli archeologi tedeschi
17
, questo gran deposito è formato da due diversi
strati: quello superiore è formato dagli ostraka usati dopo la metà del V sec. a.C.;
lo strato inferiore invece sarebbe composto da ostraka utilizzati sia prima del 480
a. C., sia negli anni successivi. Si formulò l’ipotesi che alcuni di questi ostraka
fossero stati interrati un decennio dopo le votazioni in cui furono utilizzati e
quindi la successione in cui essi si presentarono non fosse quella cronologica
reale. Gli ostraka del secondo livello sono cioè mescolati e non è possibile,
sempre secondo Willemsen, stabilire una cronologia precisa.
Lewis
18
, seguito da Williams
19
e da Bicknell
20
, ha proposto una lettura diversa. La
sua ipotesi è strettamente connessa alla tesi di un secondo ostracismo di Megakles
e all’identificazione di Menon con l’arconte citato dalle fonti per l’anno 473/2 a.C.
Basandosi sulla testimonianza di Lisia (14.39) egli ipotizza un duplice ostracismo
per Megakles, e che gli ostraka del Ceramico siano da mettere in relazione con il
secondo ostracismo, che egli colloca negli anni 70 del V secolo. Di conseguenza
l’intero deposito avrebbe una datazione più bassa: il primo strato apparterrebbe
agli anni 70 del V secolo, quello superiore agli anni successivi.
17
F. WILLEMSEN, AD XXIII (1968), p. 24 e ff.
18
M. D. LEWIS, ZPE 14 (1971), p. 1-4.
19
G. M. E., WILLIAMS, ZPE 31 (1978), p. 103-113.
20
P. J. BICKNELL, AC 44 (1975), p. 172-175.
13
d.1967
Nel 1967 la campagna di scavo proseguì, sempre fuori dalle mura della città,
nella zona a est del primo deposito di ostraka, per continuare nello spazio
compreso fra, a nord - est, il terreno di scavo della campagna dell’inverno del
1913/4
21
, e, a nord - ovest, gli scavi di K. Gebauer del 1936
22
Il ritrovamento più recente fu una porzione di una canale di età ellenistica
costruito in mattoni che corre nella stessa direzione delle mura della città.
Lo strato di terra che lo ricopriva conteneva una certa quantità di
frammenti di ceramica. Il canale prosegue fino ad incontrare il muro perimetrale
di una piccola costruzione rettangolare, dalle fondamenta di pietra, la cui pianta,
aperta a nord - est, è quella di un naiskos di età arcaica.
A nord - ovest di questo edificio, venne alla luce un altro muro in pietra accanto
al quale è stata individuata una fossa colmata con materiale ceramico di scarto di
tarda età. Gli archeologi tedeschi hanno ipotizzato che si tratti
dell’officina di un vasaio, attivo in età ellenistica. A nord di questa costruzione,
davanti al Dypilon, era già stata scoperta, durante gli scavi del 1936, un’altra
officina sempre di età ellenistica
23
.
Nelle vicinanze del naiskos furono scoperti, in uno strato di sabbia, altri ostraka,
contro Hagnon, Tucidide, figlio di Melesias e la maggior parte contro Kleippides.
Fra questi è stato trovato anche il primo frammento di ostrakon contro Kydrokles
Timokratous, venuto alla luce fuori dalle mura della città.
I frammenti di ceramica ritrovati in questo scavo sono tutti databili fra il IV e il III
secolo a.C., tranne i reperti provenienti dall’officina di età ellenistica.
I cocci del grande deposito del Ceramico sarebbero giunti in sito come materiale
di riempimento nella fase di sistemazione dell’area delimitata dalla Via Sacra e
dal dromos, paludosa e inutilizzabile nell’età pretemistoclea. Con la costruzione
delle mura temistoclee (479-478 a.C.) si sarebbe avviata invece un’attività di
trasformazione del Ceramico esterno e in particolare si sarebbe deviato il corso
dell’Eridano costringendolo entro un attrezzato canale di scorrimento e
prosciugandone il vecchio letto.
21
AA 1915, p. 120 Abb. 7; A. BRÜCKNER, MDAI(A) 40 (1915), p. 7-12.
22
AA 1936, p. 210 Abb. 21. La zona interessata dagli scavi era la fascia attorno alla strada che
portava all’Accademia
23
Le officine di vasai che sono state scoperte al Ceramico, sono in tutto, tre. La prima, di età
paleocristiana, venne alla luce già nel 1873 (Πρακτικα [1873], p. 18), a sinistra della porta che
conduceva ad Eleusi.