Introduzione
poter fornire l’accessibilità ad Internet a nuove classi di utenti, rimuovendo i
vincoli delle infrastrutture fisse. In questo scenario un utente che si trova in un
treno o in un pullman in movimento, deve essere in grado di poter consultare la
propria posta elettronica, scaricare informazioni dal Web, comunicare e, in
generale, di accedere ai servizi offerti da Internet.
Il processo di integrazione ha iniziato a muovere i primi significativi passi
con l’introduzione del protocollo WAP, grazie al quale si è cercato di accedere,
seppur in maniera limitata, ad Internet direttamente dal telefono cellulare. Una
significativa evoluzione del WAP è rappresentata dalla nascita di UMTS,
un’architettura di rete mobile interamente basata su IP ideata per supportare
anche le trasmissioni dei dati multimediali: audio e video.
In ambito residenziale e aziendale, il binomio wired-wireless, ha portato
alla nascita delle reti wireless a pacchetto per area locale (WLAN). Tale reti,
commercialmente definite come reti Wi-Fi, si basano sul ben noto standard IEEE
802.11 e sue estensioni. In una rete WLAN tutte le stazioni comunicano,
attraverso il medesimo canale radio, raggiungendo velocità di trasmissione
massima pari a 11 Mbps (IEEE 802.11b) e 54 Mbps (IEEE 802.11g/a), inoltre
con l’imminente standardizzazione del progetto IEEE 802.11n si potranno
raggiungere velocità fino ad almeno 100 Mbps. La condivisione del canale radio
introduce nuove problematiche principalmente dovute alla qualità del servizio.
Le attività di ricerca in questo settore hanno portato alla definizione di particolari
meccanismi che consentono di differenziare i metodi di accesso al mezzo, per
differenti classi di traffico.
Le reti WLAN non rappresentano l’unica soluzione wireless per
l’interconnettività ad Internet: attualmente molti investimenti sono orientati
anche verso le cosiddette WMAN (IEEE 802.16), ossia reti wireless a pacchetto
per area metropolitana, commercialmente note come Wi-MAX.
Le reti wireless conformi allo standard IEEE 802.16, operano nello spettro
10-60GHz, raggiungono velocità massime di 70 Mbps e coprono distanze, tra
stazione base e terminale, di massimo 50 Km. Inoltre in tali reti la comunicazione
2
Introduzione
tra le stazioni è di tipo Line-of-Sight (LoS), in cui le antenne delle stazioni
comunicanti devono essere visibili ovvero, non devono esserci ostacoli tra esse
ma un ampio “air tunnel” in cui viaggiano le onde elettromagnetiche trasmesse.
Nell’estensione IEEE 802.16a e nel recente standard IEEE 802.16-2004 lo
spettro di frequenze utilizzato è stato ridotto a 2-11 GHz, al fine di ridurre i costi
degli apparati per promuovere la diffusione della nuova tecnologia. Con tale
spettro di frequenze lo scenario considerato è Non Line-of-Sight (NLoS), in cui le
antenne delle stazioni trasmittenti e riceventi possono “non vedersi” e
comunicano attraverso onde elettromagnetiche che vengono riflesse tra gli
ostacoli presenti lungo il percorso che dalla stazione trasmittente porta alla
ricevente. Un’altra tipologia di reti WMAN è quella supportante la mobilità delle
stazioni, basata sullo standard IEEE 802.16e. Nello scenario di riferimento
considerato dal quest’ultima estensione si evidenzia la presenza di un nuovo tipo
di stazione noto come Mobile Subscriber Station (MSS). L’introduzione della
mobilità in una rete wireless apre nuove attività di ricerca atte a migliorare la
qualità di comunicazione, degradata dal fenomeno di handoff e dall’effetto
doppler.
Un obiettivo ambizioso nel campo dell’Information Technology è quello di
passare dalle attuali reti wireless (che forniscono accesso a singoli terminali) a
reti più complesse e scalabili: “reti di reti” wireless sul modello dell’architettura
di Internet, con architetture magliate e/o “multi-hop” composte da più link
wireless con livelli fisici eterogenei.
Dal momento che la maggior parte delle applicazioni di Internet (più del
90%) è TCP-based, è necessario proporre soluzioni specifiche ai problemi che il
protocollo TCP introduce sull’innovativa tecnologia wireless.
Il TCP è stato ideato e progettato per reti wired caratterizzate da bit error
rate (BER) molto bassi e con un processo di errori di tipo i.i.d. (indipendenti e
identicamente distribuiti). A tal proposito, il TCP associa ogni perdita di
pacchetto dati esclusivamente a fenomeni di congestione della rete e richiama i
noti meccanismi di controllo di congestione che producono una riduzione del
3
Introduzione
tasso di trasmissione. I link wireless, soprattutto quelli mobili, sono caratterizzati
da BER elevati e dalla presenza di errori a burst, pertanto è molto più probabile
che un pacchetto si perda a causa della forte variabilità del canale radio, piuttosto
che per effetto della congestione. In queste situazioni, il TCP non essendo in
grado di interpretare l’esatta causa della perdita del pacchetto, invocherà i
meccanismi di controllo di congestione e recupererà, in maniera inefficiente, le
perdite.
Il miglioramento delle prestazioni del protocollo TCP su reti wireless è un
argomento molto stimolante che sta portando alla definizione di soluzioni sempre
più interessanti. Attualmente le principali soluzioni presenti in letteratura
possono essere classificate in tre tipologie distinte: soluzioni end-to-end,
soluzioni split-connection e soluzioni Link-Layer. La prima tipologia consiste
nell’introduzione di modifiche da apportare direttamente al protocollo TCP degli
end-system, in modo tale da ottimizzare il suo comportamento tenendo in conto
la presenza di un link wireless.
L’approccio di tipo splitting-connection viola, in un certo senso, la
semantica end-to-end del protocollo TCP. Questo tipo di soluzione suddivide una
connessione TCP (end-to-end) in più connessioni, ognuna delle quali utilizzerà la
versione del TCP che meglio si comporta su quella particolare tratta.
L’idea alla base del terzo approccio è quello di recuperare le perdite i sul
solo link wireless a livello Data-Link, con l’obiettivo di schermare le perdite
introdotte dal canale wireless, in modo che esso appaia più affidabile ai livelli
superiori. Questo approccio introduce meccanismi di error recovery (ARQ) a
livello Data-Link che, attraverso l’uso di riscontri e ritrasmissioni, tentano di
recuperare le perdite.
Dal momento che il protocollo TCP è implementato su tutti gli end-system,
ogni sua modifica deve essere apportata su tutti gli host della rete Internet e ciò
comporta un intervento su milioni di terminali. Le tecniche split-connection
violano la semantica end-to-end e introducono un alto overhead dovuto
4
Introduzione
principalmente al buffering dei segmenti TCP nei nodi che separano le
connessioni.
Le soluzioni Data-Link, intervenendo ad un livello più basso dello stack
protocollare della rete Internet risultano più efficienti rispetto alle soluzioni
precedenti.
OBIETTIVO E DESCRIZIONE GENERALE DEL LAVORO DI TESI
L’obiettivo del presente lavoro di tesi è quello di definire un meccanismo
atto a migliorare le prestazioni del protocollo TCP su reti Wireless MAN
supportanti la mobilità, conformi allo standard IEEE 802.16e. Per conseguire
l’obiettivo preposto si è scelto un approccio di tipo Data-Link al fine di poter
lasciare inalterato il protocollo di trasporto end-to-end (TCP Reno).
Lo scenario considerato è illustrato in figura I.1
Stazione
fissa
Internet
Stazione
Mobile
WLAN IEEE 802.11WMAN IEEE 802.16e
A B C D E F G H SE LE C TE DON-L INE
Access
Point
Fig. I.1Scenario di riferimento
Lo scenario del presente lavoro di tesi prevede la presenza di autobus
cittadini (Mobile Subscriber Station, MSS) che viaggiano all’interno di un centro
urbano e che possono scambiare informazioni con delle stazioni fisse (Base
Station, BS) poste in vari punti del centro urbano stesso (architettura a celle).
All’interno di ciascun autobus è ospitata una rete wireless locale. Ogni WMAN è
5
Introduzione
gestita a livello Data-Link in base alle specifiche dello standard IEEE 802.16e,
mentre ogni WLAN è caratterizzata da un Data-Link basato su IEEE 802.11.
Per valutare le prestazioni del protocollo TCP si è considerato un traffico
dati di tipo FTP. Inoltre al fine dell’analisi delle prestazioni, si è supposto che il
delay e il congestion rate del tratto Internet sia nullo. In queste ipotesi, si è
focalizzata l’attenzione al link wireless BS-MSS, in cui un server FTP, sulla BS,
invia dati a un singolo client FTP rappresentato dalla stessa MSS.
Lo studio condotto durante lo svolgimento della tesi è stato articolato nelle
seguenti fasi:
• Studio delle problematiche legate all’uso del protocollo TCP in uno
scenario di rete che prevede l’utilizzo di link wireless mobili e analisi
delle principali soluzioni presenti in letteratura;
• Studio del livello Data-Link definito dallo standard IEEE 802.16 e
analisi accurata degli schemi ARQ previsti dallo standard IEEE
802.16;
• Definizione di un nuovo protocollo ARQ adattativo per reti Wireless
MAN mobili che ben si adatti alle caratteristiche correnti del canale
fisico. Il protocollo definito non modifica in nessun modo le
specifiche imposte dallo standard, ma combina, in maniera adattativa,
gli schemi proposti dallo standard e introduce dei meccanismi che
consentono di rilevare e recuperare, con tempestività, le perdite dei
dati.
• Implementazione nell’ambiente di simulazione Network Simulator
versione 2 (NS2) dello schema definito. In questa fase sono state
effettuate diverse campagne di simulazioni atte a misurare le
prestazioni del TCP, sia sui singoli schemi ARQ forniti dallo standard,
che sul protocollo definito. In particolare, le simulazioni sono state
effettuate considerando il traffico FTP e valutando il goodput
normalizzato come indice di performance;
6
Introduzione
• Analisi dei risultati ottenuti e confronto delle prestazioni del TCP, in
termini di goodput normalizzato, rispetto agli schemi ARQ
considerati.
STRUTTURA DEI CAPITOLI
La presente tesi è strutturata in cinque capitoli e un’appendice.
Il primo capitolo, dopo una breve descrizione delle caratteristiche dei link
wireless e dei disturbi dovuti alla mobilità delle stazioni che lo utilizzano,
analizza le problematiche del protocollo TCP su tali collegamenti. In fine sono
descritti i principali schemi proposti in letteratura atti a migliorare le prestazioni
del TCP.
Il secondo capitolo analizza in maniera dettagliata e rigorosa, il
meccanismo di error recovery definito dal nuovo standard IEEE 802.16-2004. In
questo capitolo si descrivono i quattro schemi ARQ forniti dallo standard e i
meccanismi di reset di connessione, richiamati nei casi di perdita di sincronismo
tra sender e receiver. Il capitolo termina con una serie di “open point” a cui lo
standard non fornisce dettagli.
Nel terzo capitolo sono forniti tutti i dettagli del protocollo ARQ definito,
analizzando e giustificando meticolosamente tutte le scelte effettuate sui singoli
open point. Inoltre analizza il completo funzionamento del protocollo, studiando
il comportamento dello stesso in alcuni scenari significativi.
Il quarto capitolo è dedicato al modello di simulazione implementato in
NS2 utilizzato per la fase di validazione della soluzione definita.
Nel quinto capitolo sono presentati e commentati i risultati prodotti dalle
simulazioni. Inoltre, il capitolo, descrive ciò che potrebbe rappresentare il
naturale proseguo del presente lavoro di tesi .
L’appendice A, dopo una breve panoramica dell’evoluzioni dello standard
IEEE 802.16, descrive le caratteristiche dello standard soffermandosi
principalmente sugli argomenti direttamente correlati con il lavoro di tesi.
7
Capitolo 1- TCP su Reti Wireless Supportanti la Mobilità
Capitolo 1
TCP su Reti Wireless Supportanti
la Mobilità
1.1 INTRODUZIONE
Le reti di trasmissione dati wireless stanno assumendo una notevole
importanza e il numero di utenze mobili che accede alla rete Internet usando le
reti wireless è in continuo aumento.
L’ambiente wireless è differente rispetto a quello delle reti fisse wired,
principalmente per le caratteristiche del canale fisico di comunicazione, che non
consente di avere delle performance ottimali con gli usuali protocolli di utilizzati
nella rete classica Internet (wired). In particolare vi sono numerosi fenomeni
come lo shadowing, la path loss, il multipath che causano perdita di dati. Se si
considera anche la mobilità dei terminali, vi si aggiungono altri fenomeni di
disturbo, derivanti dall’effetto doppler e dall’handoff, che causano un’ulteriore
perdita di dati producendo un drastico abbassamento delle prestazioni dell’intero
8
Capitolo 1- TCP su Reti Wireless Supportanti la Mobilità
sistema di comunicazione. Migliorare il servizio delle reti wireless è un lavoro
complesso limitato dalle risorse radio disponibili.
Molte applicazioni Internet, come, per esempio, World Wide Web (WWW),
File Transfer Protocol (FTP), e-mail, richiedono un trasporto affidabile dei dati,
in termini di consegna in ordine e senza errori. In generale, il servizio di
affidabilità è efficiente per le reti wired e inefficiente per quelle wireless.
Il Transmission Control Protocol (TCP) è il protocollo di livello di trasporto
più largamente usato per questo scopo, ma esso è stato progettato e ottimizzato
per operare efficientemente su reti wired. Essenzialmente il TCP è stato
realizzato per reti che utilizzano canali aventi un basso tasso d’errore, pertanto
assume che ogni perdita di pacchetto sia dovuta alla congestione della rete e non
ai fenomeni di disturbo del canale fisico. In questi casi, per recuperare le perdite,
utilizzerà i noti algoritmi di controllo di congestione che in uno scenario wireless
riducono le prestazioni del protocollo stesso.
Il presente capitolo è stato suddiviso in due parti. Nella prima parte
verranno analizzate le principali caratteristiche del canale fisico delle reti
WirelessMAN supportanti la mobilità, utilizzando il modello definito nel lavoro
di tesi [MINO03]. Nella seconda parte verranno illustrate le principali tecniche
adottate per migliorare le prestazioni del TCP su reti wireless.
1.2 CARATTERISTICHE GENERALI DEL CANALE WIRELESSMAN MOBILE
L’analisi delle prestazioni di un canale è fondamentale se si vogliono
definire dei meccanismi atti a migliorare le prestazioni di Internet e quindi la
QoS percepita dall’end-user.
I canali utilizzati dalle reti WirelessMAN possono essere classificati in due
categorie: canali di tipo Line-of-Sight (LoS) e canali di tipo Non Line-of-Sight
(NLoS). Il primo tipo di canale è adottato dalla prima versione dello standard
IEEE 802.16 in cui le antenne delle stazioni comunicanti devono essere visibili,
ovvero non devono esserci ostacoli tra esse ma un ampio “air tunnel” in cui
9
Capitolo 1- TCP su Reti Wireless Supportanti la Mobilità
viaggiano le onde elettromagnetiche trasmesse. Il canale di tipo NLoS è
utilizzato da tutte le reti WirelessMAN conformi agli standard IEEE 802.16a,
IEEE 802.16e e IEEE 802.16-2004, in cui le antenne delle stazioni trasmittenti e
riceventi possono “non vedersi” e comunicano attraverso onde elettromagnetiche
che vengono riflesse sugli ostacoli, presenti lungo il percorso che dalla stazione
trasmittente porta alla ricevente.
Sebbene il fenomeno della riflessione di onde elettromagnetiche può essere
visto come un aspetto positivo, in quanto permette la comunicazione tra due
stazioni nonostante la presenza di ostacoli, esso introduce dei disturbi che
degradano le prestazioni del canale. In particolare, le onde elettromagnetiche
riflesse subiscono altri fenomeni fisici, quali l’assorbimento di potenza da parte
degli ostacoli incontrati lungo il percorso, che tendono a ridurre la potenza
dell’onda stessa. Un altro aspetto che non può essere trascurato è la distanza
percorsa dalle onde elettromagnetiche che è la causa principale di abbassamento
della potenza (fenomeno della path loss).
La riflessione di un onda su un ostacolo genera, inoltre, un altro effetto
“collaterale” che porta alla produzione di altre onde elettromagnetiche
(diffrazione) a partire dall’onda originaria che si manifesta con un’ulteriore
abbassamento della potenza trasmissiva. Inoltre, se gli ostacoli tra sender e
receiver sono mobili (alberi in movimento ad esempio), il fenomeno della
riduzione di potenza delle onde riflesse è variabile nel tempo ed è denominato
shadowing. Lo shadowing si manifesta con oscillazioni lente e marcate della
potenza ricevuta.
In generale il fenomeno dell’abbassamento di potenza dovuta alla presenza
di agenti esterni alla comunicazione oppure alla mobilità di questi, è noto come
fading.
Se le varie onde riflesse da un’unica onda originaria (repliche) hanno
sufficiente potenza tale da consentire alle onde il raggiungimento della
destinazione, si ha un altro fenomeno di disturbo noto come multipath. Il
multipath può essere causato o dalla diffrazione oppure dalle particolari
10
Capitolo 1- TCP su Reti Wireless Supportanti la Mobilità
caratteristiche delle antenne del trasmittente. A tal proposito, se il trasmittente
utilizza antenne isotropiche o omnidirezionali, esso trasmetterà una stessa onda
elettromagnetica in tutte le direzioni. A causa delle riflessioni delle onde è
possibile che onde trasmesse, seppur in direzioni opposte, giungano alla stessa
destinazione, ed in generale in istanti diversi.
A causa dello sfasamento prodotto dal diverso ritardo acquisito, dalle onde
riflesse, nel percorrere il canale trasmissivo, il multipath è responsabile di un
particolare tipo di fading: multipath fading. L’eventuale somma distruttiva delle
onde ricevute provoca un abbassamento di potenza variabile nel tempo; la
variabilità con cui si manifesta tale variazione è legata, principalmente alla
velocità relativa tra gli agenti comunicanti e, in seconda analisi, a quella degli
ostacoli incontrati dalle repliche. Anche il multipath si manifesta attraverso
fluttuazioni della potenza ricevuta, ma contrariamente allo shadowing, le
oscillazioni sono rapide e contenute.
Nello scenario d’interesse, descritto dallo standard IEEE 802.16a (in cui si
suppone che gli enti comunicanti siano fissi), il multipath fading rappresenta il
disturbo principale del canale.
La trasmissione sul modello di canale previsto da IEEE 802.16e è resa
ancora più difficile a causa della mobilità delle MSS. La mobilità di questi
terminali genera l’effetto Doppler, in base al quale le onde elettromagnetiche
ricevute differiscono da quelle trasmesse perché il loro spettro risulta traslato di
una quantità f
D
, chiamata frequenza Doppler, legata alla velocità relativa v tra gli
enti comunicanti. Si dimostra che la massima frequenza Doppler associata ad una
trasmissione BS-MSS, con MSS in movimento a velocità v è pari a :
c
ff
D
ν
=
dove f indica la frequenza del segnale trasmesso e c la velocità della luce.
11
Capitolo 1- TCP su Reti Wireless Supportanti la Mobilità
L’effetto Doppler si manifesta attraverso un’accentuazione molto marcata
del multipath fading.
I fattori di disturbo descritti precedentemente possono subire fluttuazioni a
causa dei fenomeni atmosferici.
1.3 MODELLO DI CANALE ADOTTATO PER IEEE 802.16E
Il modello di canale di comunicazione adottato nel presente lavoro di tesi,
per lo studio delle performance del protocollo TCP su reti WirelessMAN è quello
descritto in [MINO03]. Tale modello è noto in letteratura scientifica come
Gilbert model (o Gilbert-Elliot model), e si basa sulle catene di Markov.
Con il Gilbert model il canale mobile descritto nello standard IEEE 802.16e
è modellato da una catena di Markov tempo discreto a due stati: GOOD e BAD.
Durante la permanenza nello stato GOOD si suppone che il canale consegni alla
destinazione le MAC PDU trasmesse in quel momento senza alterarle, mentre
nello stato BAD il canale altera le MAC PDU trasmesse in modo che alla
destinazione risultino corrotte. Un comportamento di questo tipo è abbastanza
frequente nei canali mobili. Il canale previsto per le reti WirelessMAN trattate,
infatti, alterna periodi in cui è possibile eseguire una corretta trasmissione delle
informazioni (perché caratterizzati da una ridotta influenza dello shadowing e un
meno accentuato effetto del multipath fading), a periodi in cui le informazioni
trasmesse vengono corrotte dal canale di comunicazione (a causa principalmente
di una forte riduzione della potenza ricevuta, conseguenza di shadowing e/o di un
accentuato effetto di multipath fading).
12
Capitolo 1- TCP su Reti Wireless Supportanti la Mobilità
GOOD
BAD
p
q
1-p
1-q
Fig. 1.1 Modello di canale Gilbert-Elliot
Per caratterizzare il modello di Gilbert è necessario definire le probabilità di
transizione tra i due stati, ovvero stabilire con quale probabilità il canale esegue
una transizione dallo stato di GOOD allo stato di BAD e viceversa.
Sulla base del modello di canale considerato, possiamo focalizzare
l’attenzione su quattro parametri fondamentali:
• p: probabilità di transizione dallo stato di GOOD allo stato di BAD;
• q: probabilità di transizione dallo stato di BAD allo stato di GOOD;
• FER (FEC Error Rate): probabilità d’errore sul blocco FEC
1
;
• MEBL (Mean Error Burst Length): lunghezza media dei burst di
blocchi FEC corrotti.
Dalla teoria probabilistica delle catene di Markov si ha:
q
qp
p
1
MEBL
FER
=
+
=
1
In questa analisi è analizzata la probabilità d’errore non sull’intera MAC PDU, ma su un singolo blocco
FEC di livello fisico costruito a partire dalla MAC PDU. Per i dettagli si veda l’appendice A.
13
Capitolo 1- TCP su Reti Wireless Supportanti la Mobilità
FER è anche definito come il tempo di permanenza del sistema, a regime,
nello stato di BAD.
Le probabilità di transizione dipendono da diversi fattori: caratteristiche di
livello fisico, natura dello scenario considerato, ipotesi di lavoro. Per quanto
riguarda il livello fisico, l’adozione di schemi di modulazione più robusti, come
per esempio il QPSK, con profondità di codifica (Code Ratio) alte, rendono il
canale più affidabile nei confronti dell’errore, e ciò comporta una riduzione della
probabilità di errore dallo stato di GOOD allo stato di BAD, quindi un aumento
del tempo di permanenza nello stato di GOOD. Anche la larghezza di banda
(BandWidth) influisce sulle probabilità di errore in maniera direttamente
proporzionale. La probabilità d’errore sui blocchi FEC è condizionata anche dalla
frequenza di posizionamento nello spettro: passando da frequenze minori a
frequenze maggiori tale probabilità subisce un aumento.
Altri fattori che influenzano le probabilità di transizione di un modello di
canale mobile, basato su catene di Markov, sono la distanza tra terminale fisso e
terminale mobile e la velocità alla quale quest’ultimo si muove. Distanze
maggiori accentuano i disturbi di fading in generale e portano ad aumenti della
probabilità d’errore. Alla stessa stregua, velocità elevate delle MSS aumentano la
frequenza Doppler delle onde elettromagnetiche trasmesse e contribuiscono ad
un ulteriore aumento della probabilità d’errore sui blocchi FEC.
Nel paragrafo seguente sono forniti alcuni risultati, ottenuti da diverse
campagne di simulazioni, che mostrano il comportamento del canale modellato,
in termini di probabilità d’errore e lunghezza media dei burst di blocchi FEC, per
reti WirelessMAN mobili – IEEE 802.16e.
1.4 PARAMETRI DEL CANALE DI COMUNICAZIONE
Per studiare le prestazioni dei protocolli dei livelli “alti” dello stack
protocollare di Internet, è necessario fissare i parametri del canale di
comunicazione. Inoltre, affinché tale analisi sia più esaustiva si devono studiare
14
Capitolo 1- TCP su Reti Wireless Supportanti la Mobilità
le performance dei protocolli in scenari diversi, ottenuti attraverso combinazioni
diverse dei parametri del canale di comunicazione.
Come è stato descritto nel paragrafo precedente, una volta fissate le
probabilità di transizione del modello di Gilbert-Elliot si ottengono una coppia di
valori, FER e MEBL, che descrivono il comportamento globale del canale di
comunicazione.
I valori delle probabilità di transizione sono stati ricavati da una serie di
campagne di simulazioni, ognuna delle quali caratterizzata da combinazioni di
parametri di livello fisico e di scenario. In particolare, i parametri di livello fisico
considerati sono: code ratio, la BandWidth e la frequenza, mentre lo schema di
modulazione utilizzato è il QPSK. Per quanto riguarda lo scenario considerato si
è supposto che la distanza tra terminale fisso (BS) e terminale mobile (MSS) sia
pari a 2 Km e la velocità della MSS sia di 50 Km/h.
Poiché lo standard suddivide il canale di comunicazione in due sottocanali
downlink e uplink, attraverso i quali viaggiano separatamente le informazioni da
BS a MSS e da MSS a BS rispettivamente, sono state effettuate delle campagne
di simulazioni differenziate al fine di studiare in maniera indipendente i due
sottocanali.
I valori ottenuti dalle campagne di simulazione, riportati nella tabella 1.1,
sono caratterizzati da un intervallo di confidenza al 95% ed un errore massimo
relativo pari al 6%.
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