6
di vino veronese, e se Romeo si fosse chiamato Alì, cosa sarebbe potuto
succedere nella tranquilla città scaligera?
È proprio questo che si cercherà di indagare nel corso di questo
lavoro, certo, non quello che sarebbe successo ai tempi di Shakespeare,
sicuramente per Giulietta e Alì una tragedia di proporzioni inimmaginabili.
E ai giorni nostri?
La prima parte di questo lavoro si occupa di spiegare il fenomeno
delle coppie miste in termini generali per scoprire cosa rende una coppia
mista in base al concetto di differenza, qual è il legame tra immigrazione e
coppie miste e infine cercare di capire quali sono le tipologie di queste
unioni e che tipi di matrimoni poi vengono celebrati, con uno sguardo alla
realtà italiana.
La seconda parte del lavoro entra in modo più specifico
nell’argomento coppia mista andando ad analizzare in particolare la coppia
italo-musulamana spiegando il perché di questa scelta per poi raccontare
cosa succede quando ci si sposa. Ma per poter toccare in modo più vero e
reale le dinamiche di questa tipologia di unione si è scelto di partire da
interviste profonde effettuate proprio a coppie formate da una Giulietta tutta
italiana e da un Alì tutto arabo. Perché solo partendo da loro, dal loro
vissuto, dalla loro quotidianità, si può veramente capire cosa succede
quando due mondi così diversi si incontrano e poter così sviluppare
riflessioni sui diversi modi di vivere questa esperienza
7
PARTE PRIMA
LA COPPIA MISTA
8
CAPITOLO 1
LE COPPIE MISTE
1.1 Premessa
È evidente come nelle nostre città, nei nostri quartieri, nel nostro
quotidiano, si stia affermando sempre di più il fenomeno del
‘multiculturalismo’, grazie anche alla maggiore mobilità della popolazione.
Questa nuova realtà multiculturale, fortemente presente nella società
contemporanea, porta alla la costituzione di gruppi sociali con diverse
lingue, religioni, tradizioni e culture. In questi gruppi sociali, di
conseguenza, vanno a crearsi dei legami tra individui. Queste relazioni
possono essere di vario tipo, ad esempio rapporti che coinvolgono la
professione, ma anche rapporti di tipo sentimentale, andando così a creare
quelle che vengono definite le cosidette ‘coppie miste’. Le unioni e i
matrimoni interetnici costituiscono l’esempio più manifesto di
comunicazione tra gruppi. Le unioni miste sono una prova dell’integrazione
degli immigrati nella società che li accoglie e sono un primo passo verso
una totale assimilazione. Il moltiplicarsi di queste unioni serve, non soltanto
a testimoniare che l’integrazione è sempre più profonda, ma anche a creare
un ponte tra generazioni di persone culturalmente differenti.
9
1.2 Che cosa rende una coppia “mista”? Il concetto di differenza
Prima di tutto è necessario fare un chiarimento sull’aggettivo ‘misto’:
in un matrimonio, ad esempio, l’aggettivo misto indica la presenza dei due
sessi ma, in questo caso, è tautologico. E’ chiaro dunque che l’attenzione è
rivolta ad altri tipi di differenze all’interno della coppia.
Sembrerebbe, quindi, che la differenza non sia solo un qualcosa di astratto
ma un concetto ben più concreto.
In una interessante ricerca del Comune di Reggio Emilia
2
viene fornita una
considerazione importante sulle differenze:
Le differenze che rendono misto un rapporto di coppia non sono univoche o
perenni, ma variabili e contingenti , perché culturalmente definite. Per
esempio, in passato potevano essere valutati ‘misti’ quei matrimoni fra
persone di differente ceto o professione (perché l’identità individuale era in
primo luogo definita sulla base di appartenenza alla nobiltà piuttosto che alla
borghesia); al contrario , nel senso comune delle odierne società occidentali
sono forse le differenze di ‘colore’, di etnia o di religione ad individuare la
mixitè matrimoniale. Quindi, a seconda, delle epoche storiche o delle aree
geografiche, una medesima caratteristica identitaria può far considerare una
stessa coppia ‘eterogama’ o ‘mista’’.
Riflettendo su questo concetto si può quindi sostenere che le
differenze non sono tanto differenze significative in sé stesse, ma piuttosto
sono differenze che derivano dalla relazione con la società, perciò a livello
collettivo; quindi la definizione di ciò che è misto o non lo è, è affidata ai
gruppi sociali. Di fatto, oggi, nelle società moderne, i più importanti tra
questi soggetti sono gli stati, le chiese e le comunità religiose, e infine,
2
COPPIE MISTE A REGGIO EMILIA, fonte: http://iis.comune.re.it/osservatorio-
famiglie/strumenti7/0100.html
10
l’opinione pubblica. I principi per definire la differenza variano dunque a
seconda dei soggetti sociali. Il criterio di definizione di diversità per lo stato
laico diventa quindi la nazionalità e la cittadinanza come elemento di
identificazione della coppia mista. Perciò diventano miste le coppie in cui
uno dei due proviene da uno stato differente o coppie dove entrambi
provengono da diversi paesi. Nel caso invece che l’istituzione di riferimento
sia la Chiesa il criterio di riferimento chiaramente cambia. La nazionalità
non è dunque così importante e quello che fa una coppia “mista” è
l’appartenenza a una religione, ad una fede. Perciò si può affermare che, ad
esempio, per la Chiesa cattolica un matrimonio misto è un matrimonio tra
una cristiana e uno scintoista pur essendo entrambi italiani e non invece un
matrimonio tra un italiano e una cinese se entrambi sono della stessa
professione religiosa.
E poi vi è la società e l’opinione pubblica che vanno a definire le
differenze. I criteri in questo caso diventano più numerosi ma anche più
confusi e mutevoli e spesso sono dettate dalle regole delle famiglie di
origine. E’ infatti frequente che le famiglie di origine cerchino di sostenere
le proprie regole matrimoniali e, non a caso, le discriminazioni più forti
provengono dalle famiglie d’origine dei partner. Questo tipo di
atteggiamento è importante perché, dal punto di vista sociologico, misura in
qualche modo il livello di accettazione delle unioni miste da parte della
società
3
. Per esemplificare il tutto e sciogliere evidenti ‘nodi’, si preferisce
adottare il punto di vista di M. Bordogna
4
:
3
Cfr. GRITTI R., Le unioni miste nel mercato globale delle identità, in “La critica sociologica”,
n.149,S.I.A.R.E.S, Roma, primavera 2004, pp. 44-50
4
BORDOGNA M. (a cura di), introduzione, in “ Legami familiari e immigrazione”, L’Harmattan
Italia, Torino, 1996, p. 9
11
Matrimoni o unioni miste, cioè quel legame che si crea fra un individuo
autoctono e un individuo straniero, cioè l’incontro tra due culture, in un
contesto di migrazione >… ≅ I matrimoni misti, più corretta sarebbe la
definizione di matrimonio biculturale, ma preferiamo il termine misto perché
più esemplificativo della mescolanza che avviene a tutti i livelli con questa
unione, mostrano come cambiano i modi di fare famiglia in emigrazione e
quali forme assume l’interazione e il confronto con l’altro.
In conclusione possiamo affermare che l’unione mista o il matrimonio
misto ha come elemento fondamentale la ‘mixitè’. In ogni caso la mixitè è
caratteristica di tutte le coppie in quanto ogni individuo che forma la coppia
proviene da una realtà diversa dall’altro. Nelle coppie miste però alle
differenze ‘fisiologiche’ di un rapporto se ne aggiungono delle altre,
sicuramente più evidenti e rilevanti dal punto di vista sociologico. Queste
differenze possono essere considerate fonte di difficoltà legali, sociali,
culturali
5
.
Come ultima definizione di unioni miste possiamo considerare quella
di Di Sciullo L.
6
:
Unioni fra individui appartenenti a contesti culturali differenti, in virtù di
un’esperienza migratoria internazionale che abbia interessato almeno uno dei
due partner.
5
Cfr. RIZZO A., Il corano in camera da letto, Datanews,Roma, 2002, p. 12
6
DI SCIULLO L., I matrimoni misti nel panorama italiano, in “La critica sociologica”,
n.149,S.I.A.R.E.S,Roma, primavera 2004, p. 84
12
1.3 Diffusione del matrimonio misto: un salto nel passato
Per comprendere a fondo il fenomeno ‘coppia mista’ è interessante
dare anche una collocazione di tipo storico-sociologica. Questo breve
sguardo alla storia relativamente ai matrimoni misti può far capire come
essi siano un fenomeno già in atto nel passato e non caratteristica assoluta
della società attuale. Sicuramente la globalizzazione ha reso più facile
l’unione tra individui appartenenti a due realtà diverse ma si può dire per
certo che questa esisteva già molto tempo prima. E a proposito di
globalizzazione è interessante la definizione di Gritti R.
7
:
La globalizzazione ha insomma come effetto non secondario la creazione di
una sorta di mercato (globale) delle identità.
Ma anche prima che globalizzazione ‘invadesse’ la società attuale creando
questa sorta di ‘mercato globale delle identità’ i matrimoni misti si
celebravano già da tempo e svolgevano una funzione storica importante.
L’obiettivo di difendere la propria identità collettiva è propria di tutte
le comunità e società. Una della strategie è proprio l’attuazione di
meccanismi atti a facilitare le unioni endogamiche e svantaggiare e
sfavorire (se non proibire) quelle esogamiche. In questo modo la famiglia,
la religione, il potere politico, si prendevano carico di regolare in modo
rigido le unioni matrimoniali difendendo la moralità comune. C’è da dire
che nonostante ci fosse questa regolamentazione, individui che
appartenevano a due realtà culturali e di ceto sociale differente, da sempre
davano vita a relazioni e unioni sentimentali, compreso il matrimonio.
7
GRITTI R., Le unioni miste nel mercato globale delle identità, in “La critica sociologica”,
n.149,S.I.A.R.E.S, primavera 2004, p. 41
13
Le coppie miste, dunque, sono sempre esistite nonostante il divieto
sociale. Anzi, questo divieto, a volte, è stato frutto di ispirazione, ad
esempio, per letterati, artisti, filosofi; basti pensare a Otello, il Moro di
Venezia, personaggio del dramma shakespeariano, coinvolto in una
tormentata storia d’amore con Desdemona.
In Europa, però, a partire dal basso medioevo e fino a tempi recenti,
alcuni tipi di matrimoni misti erano tollerati, se non addirittura incoraggiati.
Questi erano i matrimoni dinastici misti la cui funzione era di dare vita a
nuove alleanze. In questo modo, evidentemente, differenze culturali,
etniche e magari religiose venivano superate in nome dello stato. Questi
matrimoni sono stati preziosi per gli stati europei risultando comunque un
mezzo pacifico, assieme alla diplomazia, per gestire la politica estera degli
stati europei
8
.
Anche Allievi S.
9
ci fa notare che
Il fenomeno delle coppie miste, e di una mixitè su base religiosa, non è certo
una novità storica recente. Se ne sono sempre avute, a seconda dei casi come
regola o come eccezione ovunque ci fosse un terreno (anzi un territorio) di
convivenza comune tra popoli di religione differente e, lo ricordiamo,
nell’antichità le due cose andavano spesso di pari passo: popolo e religione
erano, in un certo senso, sinonimi.
In ogni caso, nonostante la diffusione anche in tempi passati di
matrimoni misti, nella società attuale questi ultimi sono sempre meno dei
matrimoni endogamici, nonostante il loro continuo aumento.
8
Per queste notizie storiche cfr. GRITTI R., Le unioni miste nel mercato globale delle identità, in
“La critica sociologica”, n.149,S.I.A.R.E.S, primavera 2004, pp 42-43
9
ALLIEVI S., Il ruolo della religione nelle famiglie miste, in TOGNETTI BORDOGNA M. (a
cura di), Legami familiari e immigrazione: i matrimoni misti, L’Harmattan Italia, Torino, 1996, p.
112
14
Ancora Allievi S.
10
sottolinea:
Nonostante l’aumento del numero di coppie miste, va tuttavia rilevato che la
tendenza maggioritaria è tuttora quella dell’endogamia, e questo sia per
quanto riguarda i paesi di accoglienza, che le stesse comunità immigrate, tra
le quali per esempio l’esogamia tra stranieri di diversa etnia è pochissimo
diffusa.
1.4 Immigrazione e coppia mista
Nell’ultima quindicina d’anni l’immigrazione ha coinvolto in modo
profondo e indelebile l’Italia.
In merito al fenomeno dell’immigrazione vanno considerati e tenuti
presenti i seguenti aspetti:
o L’immigrazione in Italia è, ed è stato, un fenomeno
estremamente rapido. Dal 1981 al 1994, ad esempio, gli
immigrati in Italia sono aumentati di 800.000 unità. Nel 2001
gli immigrati diventano 1.700.000 (2,9% della popolazione
residente), per poi raggiungere nel 2003 il numero di
2.400.000 (4% sul totale della popolazione), grazie anche alla
regolarizzazione.
o Questi numeri ci rendono evidente come la popolazione
immigrata in Italia non possa essere ignorata e sottovalutata e
che, anzi, vada considerata come parte integrante del nostro
paese adottando delle politiche regolamentazione,
accoglienza, integrazione.
o La tipologia di immigrazione è cambiata: non è più
10
ALLIEVI S., Musulmani d’occidente. Tendenze dell’islam europeo, Carocci, Roma, 2002, p. 92
15
temporanea e di solo tipo lavorativo ma si è trasformata in
una immigrazione stabile e di ‘popolamento’.
o In Italia c’è un forte pluralismo etnico, linguistico e religioso
per quello che riguarda l’immigrazione. C’è una realtà più
globale, gli immigrati non arrivano più solamente da poche
realtà ben definite. L’assenza di una comunità egemone fa sì
che tutti gli immigrati possano trovare insieme una loro
condivisione di valori relativamente al paese in cui si trovano
e con la lingua italiana in comune, che diventa l’unica
possibilità di comunicazione verbale, sembra un’ottima
possibilità di integrazione
11
.
Il contenuto di quest’ultimo punto è evidente. Sempre di più nel nostro
quotidiano ci rendiamo conto che non possiamo fare finta che
l’immigrazione non esista. Un’ulteriore conferma ci viene data anche da
Crespi G.
12
:
Le nuove immigrazioni che animano il paesaggio italiano introducono
elementi dinamici nella nostra cultura che non può più pensare di aver a che
fare con una classe in transito e deve comprendere di aver di fronte soggetti
che si vanno stabilizzando per diventare componenti permanenti del nostro
Paese. Il fenomeno migratorio tende a perdere i contorni dell’emergenza. In
un quadro simile i matrimoni misti diventano un’occasione di
comunicazione tra culture diverse.
Per questo l’unione mista non va considerata come qualcosa di troppo
11
questi quattro aspetti sono stati individuati da GRITTI R., Le unioni miste nel mercato globale
delle identità, in “La critica sociologica”, n.149,S.I.A.R.E.S, primavera 2004, pp 49-50
12
CRESPI G., Il matrimonio e il diritto di famiglia nel Maghreb, guida sociale e giuridica,
Fondazione Cariplo I.S.M.U. Presidenza del Consiglio dei Ministri Ufficio del Ministro per la
solidarietà sociale, 1997, p. 7
16
estraneo a noi, come un qualcosa di vagamente esotico, bensì come un dato
di fatto concreto.
Alla base dell’unione mista ci sono molteplici fattori: flussi migratori,
continui scambi turistici, commerciali, comunicativi, soggiorni di studio.
Ma è proprio sui flussi migratori, di cui si è già fatto un quadro esaustivo,
su cui si deve concentrare l’attenzione. Esiste un legame molto forte tra
immigrazione e coppia mista: senza dubbio l’immigrazione sta diventando
sempre più un fatto strutturale, una componente sociale che lentamente
continua a modificare gli scenari linguistici, etnici, culturali e religiosi delle
nostre città e la coppia interetnica si inserisce perfettamente in questi nuovi
scenari
13
. Uomini e donne accolti in Italia e provenienti da paesi stranieri,
non si limitano a lavorare ma vivono anche dei momenti importanti di
socializzazione, uno di questi può essere, appunto, una relazione
sentimentale con un individuo autoctono. La nuova relazione crea così un
forte elemento di stabilizzazione nel nuovo territorio. L’unione mista
diventa quindi simbolo assoluto dell’integrazione dell’individuo straniero
nella società ospitante. Questo concetto è messo in luce anche da
Terranova-Cecchini R.
14
:
Una posizione importante è occupata dall’evento migratorio presente nella
vita di uno dei due coniugi. Il disagio del trapianto in un’altra società può
sfociare nella perdita d’identità culturale e in una faticosa costruzione
d’identificazione nella comunità ospitante. Il matrimonio con un indigeno di
questa comunità può significare un aiuto identificatorio
13
Cfr. VITTORI M., Famiglia e intercultura, Editrice missionaria Italiana, Bologna, 2003, p.33
14
TERRANOVA-CECCHINI R., Crisi dell’incontro etnico di coppia, in TOGNETTI
BORDOGNA M. (a cura di), Legami familiari e immigrazione: i matrimoni misti, L’Harmattan
Italia, Torino, 2001, p. 147