vita di Bateson è ricordato da Margaret Mead, la sua prima moglie, nel passo
successivo, dove descrive la particolarità del modo di procedere del pensiero di Bateson,
che si dimostra essere un’eccellente parafrasi del lavoro che si svolge all’interno di un
gruppo creativo:
La particolare qualità della mente di Gregory Bateson è il modo col quale egli distilla
idee dall’interazione con altre persone, i quali possono a turno distillare ancora, è dura da
descrivere [leadership carsimatica]. È strettamente relato alle idee stesse, per le sue più
eccitanti idee, schismogenesi, il doppio vincolo, la relazione tra comportamenti umani
finalizzati e i sistemi lineari [prodotti collettivi] riguardano tutte relazioni tra individui o
gruppi di individui, elaborate e stilizzate attraverso l’esperienza o la cultura. Lui ha sempre
enfatizzato che il pensare cresce dal pensare, e che alcuni dati vanno attraverso il sistema,
ma che è necessario tuttavia non la natura del dato stesso ma il processo di rimuginamento,
qualche volta molto sciolto, altre straordinariamente dettagliato e preciso, che provvederà
al prossimo passo [riflessione teorica sull’ecologia delle idee ha ricadute sui processi
all’interno dei gruppi]. Egli riconosce che ci sono poche chance di predire da dove la
prossima idea potrà venire: potrebbe essere da una richiesta di dare una relazione su un
soggetto a cui precedentemente pensava molto poco, o dall’osservazione del
comportamento della propria figlia, da alcuni dettagli di una cerimonia, o piuttosto dalla
risposta dei pazienti schizofrenici con i quali lui e i suoi collaboratori stavano lavorando
[l’interdisciplinarità è un tema fondamentale per Bateson e forse per la produzione di
idee nuove in generale]. La sola costante nel processo era la sua costante curiosità circa
una serie di temi-metatemi che lo hanno occupato dai primissimi agli ultimissimi lavori. In
tanto quelli di noi che lavorarono con lui hanno partecipato al processo di sviluppo di una
particolare idea e l’hanno tenuta per i futuri propri lavori [missioni condivise scelte da
Bateson]. Questi sottoprodotti del processo di pensiero interattivo, hanno soltanto un
limitato interesse per Bateson; essi gettavano luce sui terreni fertili degli interrogativi dei
colleghi occupati a crescere o ad appassire come potevano, o a giacere dormienti per
decadi fino a che qualche evento li porta alla luce, come il fuoco nella foresta fa per i semi
che sono incapsulati e inerti alla pioggia prima che arrossiscano per le fiamme [i frutti si
estendevano alla produzione dei singoli individui].
2
All’interno di questa descrizione del “processo di rimuginamento” abbiamo
selezionato alcuni temi (quelli in grassetto): il ruolo del leader carismatico, la
produzione di idee collettive, la riflessione sui processi del pensiero, il ruolo
2
Mead M. citata in Brockman J. (a cura di), About Bateson, E. P. Dutton, New York, 1977, pp. 171-172;
mio il grassetto..
10
dell’interdisciplinarità, le missioni condivise con altre persone, i frutti del lavoro esteso
ad altri. Questi sono i temi che caratterizzano i gruppi creativi, secondo De Masi, e che
descriveremo nella seconda parte, in particolare nei capitoli 2.1-2.4.
Vorremmo terminare questa introduzione ricordando come la storia della
composizione di questo testo percorra una traiettoria circolare.
Questa storia cominciò, anni orsono, come un tentativo di studiare il concetto di ‘idee
immanenti nei sistemi complessi’ che Gregory Bateson affrontò in Mente e natura e
Verso un’ecologia della mente. Il lavoro si interruppe per le difficoltà incontrate nel
focalizzare il tema.
Successivamente, col favore di un buon vento in poppa procurato dal desiderio di
concretizzare le riflessioni fatte, dai buoni amici e da una rotta facilitata dalla
disponibilità della relatrice e del suo assistente, il lavoro di scrittura riprese. Da prima
rivisitando le poche righe scritte in passato, i diversi libri letti, gli appunti presi e le
riflessioni fatte che fermentarono nel temo. Poi divenne chiara la necessità di
focalizzare l’attenzione su un tema ben delimitabile nei testi e nella testa disponibili.
Questo tema non è altro che il processo creativo collettivo dato vita, in momenti diversi,
da Bateson e colleghi e che abbiamo chiamato gruppi creativi.
E qui il circolo si chiude in quanto lo studio dei gruppi creativi ci ha obbligato ad
affrontare molti temi inerenti a ‘l’ecologia della mente’. Questa non è poi una cosa
strana. Infatti, Bateson, chiamava in modo provocatorio ‘mente’ tutto il problema delle
‘idee immanenti nei sistemi complessi’ e i gruppi creativi vennero considerati da
Bateson come dei processi con proprietà mentali. E il processo mentale viene definito
da Bateson come l’ecologia delle idee all’interno di un sistema sufficientemente
complesso. Questo aspetto specifico de ‘l’ecologia delle idee’ lo affronteremo
nell’ultimo capitolo.
11
1 Parte prima L’arco della vita di Gregory Bateson
La vita di Gregory Bateson ha questi due estremi possibili: nato a Grantchester,
Inghilterra, il 9 maggio 1904; morto a San Francisco, Stati Uniti d’America, il 4 Luglio
1980. Parliamo di estremi possibili perché immaginiamo la sua vita come un arco
vegetale con radici su entrambi gli estremi, un ramo di un grande ceppo che per il peso e
la flessibilità si muove e viene a contatto con il terreno dove emette le radici, come nelle
riproduzioni vegetali per propaggine. Un percorso costellato da nodi significativi, fonti
di rotture e nuove ramificazioni.
Questo arco di tempo è stato suddiviso essenzialmente sempre nello stesso modo dalle
persone che si sono occupate di questa storia, lo stesso Bateson nella sua opera Verso
un’ecologia della mente, David Lipset, il suo biografo, e altri: la giovinezza,
l’antropologo, lo scienziato sociale, l’etologo, l’epistemologo e il maestro. Fasi ben
scandite da omogeneità professionali, discontinuità geografiche e crisi esistenziali.
Questa sistemazione mette in risalto l’aspetto eccentrico della sua vita, il lato
interdisciplinare.
Procederemo, invece, dando un resoconto cronologico della sua vita intellettuale e
affettiva, indicando alcuni aspetti del contesto sociale e storico, evidenziando le opere
più significative e alcuni concetti fondamentali del pensiero. Metteremo così in risalto il
contesto dei periodi più importanti, i ripetuti momenti di frattura e ricomposizioni della
sua vita, e in parte la ricorsività di alcune strutture sia comportamentali che ideali.
3
3
Cfr. Lipset D., Gregory Bateson: The Legacy of a Scientist, Prentice-Hall, Inc., New York, 1980, pp.
284-285.
13
1.1 L’Inghilterra
Fine XIX secolo, Inghilterra. Il mondo intellettuale vittoriano si arricciava su se stesso
e il rigido formalismo che lo caratterizzava veniva salutato dalle esibizioni dei
bohemien. Alcuni letterati si spostarono a Bloomsbury. Il libro della Genesi venne
sostituito nella mente degli uomini da L’origine delle specie di Darwin(1859).
4
La crisi
del mondo intellettuale vittoriano fu dovuta, in parte, alla rivoluzione accademica di due
generazioni prima di Gregory Bateson, cui contribuirono Samuel Butler (1835-1902) e
Henry Bateson (1812-1881) vicario e master del S. John’s College, Cambridge. Henry
Bateson era il nonno di Gregory Bateson. A Cambridge questo movimento fu ripetuto
contraddittoriamente:
Conteneva entrambe le generazioni collegate con continuità attraverso il matrimonio,
così come era caratterizzato da eclettismo ed eccentricità. Il circolo delle famiglie
accademiche comprendeva i Darwins, gli Huxleys, gli Whiteheade, gli Haldanes, gli
Hutchington e naturalmente i Bateson. Tutti producevano generazioni e generazioni di
studenti, i loro interessi erano di largo raggio e la loro educazione era intensa.
5
Un esempio di tale commistione ci può essere dato dal rapporto di intima amicizia che
legava William Bateson, il padre di Gregory, e Alfred North Whitehead, vicini a
Grantchester:
Essi condividevano non soltanto interessi nella conoscenza dell’arte e dei classici ma
anche pressanti problemi: come riconciliare le forme in quanto prodotti dei cambiamenti
geometrici con l’inesplicabile dinamismo della natura.
6
In questo ambiente crebbe William Bateson (1861-1946). Vi si distinse per uno stile
di vita e di studio in cui le eccezioni venivano enfatizzate
7
tanto che venne considerato
un “anticonformista dalla figura affilata”
8
. La scienza biologica fu per lui più che un
percorso di vita, fu una via che portava verso “l’elevazione spirituale”
9
. Come
4
Cfr. Lipset D., Gregory Bateson: Early Biography, in Brockman J. (a cura di), About Bateson, op. cit., p.
21.
5
Ibidem.
6
Idem, p. 40.
7
Cfr. Idem, p 32.
8
Idem, p. 24.
9
Brunello S., Gregory Bateson, verso una scienza eco-genetica dei sistemi viventi, Edizioni GB, Padova,
1992, p. 33.
15
scienziato si caratterizzò essenzialmente come un uomo di intuizioni e convinzioni,
guidato da una “tensione quasi mistica […] ma estremamente insofferente ad ogni
tentazione spiritualista o ideologica”, venne annoverato negli annali della storia della
biologia per le sue battagliere controversie
10
. Fu anche profondamente interessato
all’arte:collezionò un’ampia raccolta di pitture, disegni e oggetti d’arte di maestri
Orientali e di William Blake; grazie a questa sua passione venne nominato curatore per
il British Museum di Londra per le opere orientali.
All’età di 35 anni, William Bateson sposò Beatrice Durham. Lui virulento ed
estroverso, lei timida e riservata. Ebbero tre figli John (1898-1918), Martin (1900-
1922), e Gregory (1904-1980).
11
La scienza biologica del XIX secolo in Inghilterra, dopo Darwin, fu “dominata dalla
morfologia”
12
e divenne centrale il concetto di omologia per cui ciò che contava erano i
rapporti tra le forme organiche. Lo scienziato, allora, “doveva ‘vedere’ per capire”
13
e
“vedere significava afferrare relazioni spaziali; la forma era tutto ciò che importava e
non vuoti numeri o materia discordante”
14
. Il tutto fu profondamente slegato dalla realtà
sperimentale e fu fonte di proliferazioni incontrollate di teorie.
15
In questo periodo di fine secolo, il darwinismo, dopo poco meno di 50 anni, stava
andando in profonda crisi. Da una parte, per la difficoltà in cui si trovava la morfologia,
come abbiamo visto, e dall’altra, per una profonda debolezza della teoria
dell’evoluzione per selezione naturale. Questa prevedeva, alla sua base, il doppio
meccanismo di selezione e di generazione delle mutazioni. Ma quest’ultimo
meccanismo, necessario alla teoria in quanto fonte delle variazioni da selezionare, era
spiegato insufficientemente: sia per quanto riguarda il carattere ereditario delle
alterazioni, sia per la difficoltà di capire se le variazioni di alterazioni erano continue o
discontinue. Questi erano i temi che furono al centro dell’attenzione del dibattito
10
Coleman W., “Bateson and Chromosomes: conservative Thought in Science”, Centaurus, 15, 1970, p.
294, citato in Brunello S., Gregory Bateson, op. cit., p. 33.
11
Cfr. Lipset D., Gregory Bateson: Early Biography, op. cit., p. 25.
12
Brunello S., Gregory Bateson, op. cit., p. 34.
13
Coleman W., “Bateson and Chromosomes: conservative Thought in Science”, Centaurus, 15, 1970, p.
266, citato in Lipset D., Gregory Bateson: The Legacy of a Scientist, op. cit., p. 32.
14
Coleman W., “Bateson and Chromosomes: conservative Thought in Science”, Centaurus, 15, 1970, p.
294, citato in Brunello S., Gregory Bateson, op. cit., p. 33.
15
Idem, p. 35.
16
scientifico dagli anni 1880 in poi
16
cui si inserì la vita scientifica di William Bateson,
che Collleman, storico della scienza, descrive così
Nello studio dell’evoluzione, il progresso era stoppato. I più vigorosi, e forse i più
prudenti, avevano lasciato questo campo di indagine per lavorare in altri, dove il raccolto
era meno precario e il prodotto più immediato. Di quelli che rimasero alcuni lottavano
spingendo avanti la verità attraverso la giungla dei fenomeni: molti erano favorevoli
supinamente ad appoggiarsi alla grande chiarezza di Darwin.
17
La carriera scientifica di William Bateson può essere suddivisa in tre fasi.
Nella prima fase W. Bateson, partendo da osservazioni di microscopici organismi,
assunse una posizione di critica alla teoria di Darwin, in particolare alla continuità della
variazione dei caratteri acquisiti.
18
Approdò quindi ad “una concezione olistica
dell’organismo, come un «tutto integrato» e non come un assemblaggio di «caratteri»
discreti”
19
, che venne spiegata utilizzando un’analogia fisica “ritmico-ondulatorio”, in
cui gli organismi sono considerati “in realtà sistemi attraverso i quali la materia transita
continuamente”
20
come le onde su uno stagno d’acqua. La teoria che formulo aveva
questi concetti alla base e venne chiamata “Teoria vibratoria delle ripetizioni delle
parti”
21
.
Nella seconda fase, riscoprì, nel 1900, i lavori di Gregor Mendel del 1865 e li
comunicò al mondo rivoluzionandolo (da qui nacque la genetica, termine coniato da
William Bateson come molti altri ancora in uso oggi nella genetica contemporanea).
Mise a disposizione della ‘genetica’ tutto se stesso, come era nel suo stile
22
. Fu per W.
Bateson un momento fondamentale, perché la teoria dei caratteri di Mendel confermava
la sua posizione a favore della discontinuità delle alterazioni. Ma successivamente se ne
discostò in quanto portava, secondo W. Bateson, verso una concezione che riteneva
troppo materialista.
23
16
Cfr. Brunello S., La biologia inglese alla fine del XIX secolo, in Brunello S., Gregory Bateson, op. cit.,
pp. 34-35.
17
Coleman W., “Bateson and Chromosomes: conservative Thought in Science”, Centaurus, 15, 1970, p.
266, citato in Lipset D., Gregory Bateson: The Legacy of a Scientist, op. cit., p 35.
18
Brunello S., Gregory Bateson, op. cit., p. 37.
19
Idem, p. 38.
20
Bateson W., “Gamete and Zygote” (1906), citato in Lipset D., Gregory Bateson: The Legacy of a
Scientist, op. cit., p. 75.
21
Idem, p. 23.
22
Cfr. Brunello S., Gregory Bateson, op. cit., p. 40.
23
Ibidem.
17
Questa possiamo definirla la terza fase, in cui W. Bateson tornò “deluso e offeso”
24
alla vecchia teoria vibratoria e indirizzò i suoi lavori di ricerca verso i fenomeni non
mendeliani e verso la critica serrata alla nascente teoria dei cromosomi. Quest’ultima
collocava la sede dei fenomeni ereditari all’interno della cellula e si sposava
perfettamente con la nuova teoria dei geni.
25
Collega di William Bateson fu D’Arcy W. Thompson autore di Crescita e forma.
Questi due autori sono caratterizzati da una forte dominanza della geometria nella
spiegazione dei fenomeni biologici. Tra gli scienziati del tempo il modello esplicativo
per eccellenza era quello fisico e dominava anche la biologia che in quel periodo era
essenzialmente tassonomia e morfologia.
26
Per Gregory, William Bateson fu una figura fondamentale per gli stimoli positivi e per
le forti contrapposizioni che i due ebbero in vita, per l’impronta metodologica, per gli
ideali scientifici di cui un ricercatore doveva essere munito. E per aver anticipato alcuni
elementi che Bateson coglierà con l’avvento della cibernetica.
27
La famiglia Bateson era immersa nelle scienze biologiche e William Bateson era il
direttore delle ricerche che non manteneva una divisione tra il lavoro e la vita privata. I
bambini erano educati ad essere dei naturalisti. Camminare veniva considerato un
viaggio sul campo, e conversare era un’esplicita didattica. “Sono cresciuto in mezzo alla
Storia Naturale, collezioni di scarafaggi e cose così. Questa era la cultura della casa.
Non c’erano altre questioni”
28
, così disse Gregory Bateson molti anni dopo. William
Bateson chiamò il suo più giovane figlio Gregory, in onore del suo eroe, Gregor
Mendel, che nel 1900 aveva incontrato in uno scritto marginale. La cura dei figli dei
Batesons era affidata alla bambinaia che “insegnava loro a portare rispetto per il loro
padre, in parte attraverso la silenziosa attenzione dei monologhi durante i pasti”
29
, cosa
comune tra le famiglie di professori della Cambridge dell’inizio secolo. I figli erano
educati come dei giovani scolari. William Bateson era determinato affinché ricevessero
un’educazione basata sulla letteratura. Ad esempio ogni mattina per molti anni leggeva
24
Idem, p. 41.
25
Cfr. Lipset D., Gregory Bateson: Early Biography, op. cit., pp. 35-37.
26
Cfr. Bateson G., Ruesch J., La matrice sociale della psichiatria, il Mulino, Bologna, 1987, p. 289.
27
Cfr. Brunello S., Gregory Bateson, op. cit., p. 41.
28
Comunicazione personale di Bateson G. a Lipset D., citata in Lipset D., Gregory Bateson: Early
Biography, op. cit., p. 26.
29
Lipset D., Gregory Bateson: Early Biography, op. cit., p. 27.
18
ai suoi ragazzi, dopo colazione, dei brani dal Vecchio Testamento, dei brani di prosa, o
da Shakespeare.
La famiglia di William Bateson si considerava senza Dio eccetto, forse, per la
devozione alle scienze.
30
Si potrebbe descrivere l’atteggiamento di W. Bateson davanti
al mistero e al sacro con le parole che Roberto Mussapi in Inferni, mari, isole, Storie di
Viaggi nella letteratura usa per descrivere la diade Ismaele e Achab, di Moby Dick:
I due marinai vogliono solo conoscere, solo capire, poiché vivono in un’età in cui
l’amore ha assunto spesso le vesti di impresa scientifica, in cui la scienza, quando non
impazzisce, è amore.
31
Nel 1910 la famiglia Bateson si spostò a Merton, fuori Londra. Decisero di mandare
Gregory ad una scuola religiosa tranquilla a Wardenhouse a tempo pieno, perché non
imparasse l’accento del quartiere. Gregory ricordava:
Mi dissero che a scuola probabilmente avrei dormito in un dormitorio, e che era meglio
guardare cosa facevano gli altri e farlo, e quando pregavano io potevo fare lo stesso
dicendo e ripentendo l’alfabeto otto e più volte.
32
Gregory provava per suo padre fascino e preoccupazione, e nei confronti dei suoi due
fratelli più vecchi si sentiva “come il terzo di una coppia di gemelli”, erano i suoi
modelli e i suoi mentore. “Erano loro” disse Margare Mead anni dopo “che ricevevano
tutte le attenzioni, e che erano considerati a diventare bravi [clever ones]”. Ricorda
Gregory Bateson
Ero sempre uno stupido. O credevo di essere etichettato così. E pensavo che
probabilmente lo ero. … Egli [William Bateson] era sempre un po’ imbarazzato [per me].
…Avuti i risultati degli esami del college li mandai a casa. Vinsi la prima onorificenza.
Egli tossicchiò ed esitò e disse «è bello sapere che tu sei un poco meglio degli altri,
Gregory».
33
30
Cfr. Idem, pp. 28-29.
31
Mussapi R., Inferni, mari, isole. Storie di Viaggi nella letteratura, Bruno Mondadori, Milano, 2002, p.
63. Forse solo quei “solo” sono di troppo!
32
Comunicazione personale di Bateson G. a Lipset D., citata in Lipset D., Gregory Bateson: Early
Biography, op. cit., p. 29.
33
Comunicazione personale di Bateson G a Lipset D., citata in Lipset D., Gregory Bateson: Early
Biography, op. cit., p. 27.
19
1.2 La pesante eredità
John Bateson, il fratello maggiore, combatté nell’esercito e venne ucciso alla fine
della prima guerra mondiale nelle Fiandre nel ottobre 1918. Martin Bateson, il secondo
genito, aveva diciotto anni e
sentiva che malgrado il suo grande interesse per il teatro, avrebbe dovuto soccombere
all’insistenza della ricerca di un successore per suo padre. […] Questa preoccupazione
precipitò in un amaro conflitto con il padre. Così ricordò Gregory:
34
William vedeva la letteratura e l’arte come una grande cosa del mondo ma alle quali i
Bateson non avrebbero potuto contribuire. […] Così Martin litigava con William circa
l’andare alla scuola di teatro. … andò. Là si innamorò di una ragazza che era già fidanzata.
Fece tremende e drammatiche smancerie per questo e si fece una promessa. …che avrebbe
visto lei il giorno del compleanno di John, in fine decise di persuaderla, e se non ci fosse
riuscito si sarebbe sparato. In fatti non volle e lui andò in mezzo a Piccadilly Circus, mise
un revolver alla testa e si sparò, sotto la statua di Eros.
35
Gregory divenne il solo erede di un ambiguo lascito intellettuale nelle scienze naturali
a cui non era stato preparato perché il designato era John, il fratello maggiore.
Attraverso suo padre Gregory venne a personificare la tradizione di un largo
concatenamento di idee connesse con la teoria dell’evoluzione. Questa tradizione,
somigliante a quella dei biologi del XIX secolo, includeva non soltanto cautela,
completezza, scienza empirica, come era la lettura di Charles Darwin, ma anche molta
letteratura scientifica riguardante le scienze e non, come Samuel Butler, e come J. B.
Lamark che erano qualitativi ed empirici.
36
Un’altra figura di riferimento fu William
Blake
37
. Le sue poesie venivano lette ai ragazzi, i suoi quadri attiravano gli sguardi in
casa. Amatissima da Gregory fu la preghiera di Blake “May God us keep / From single
vision, and Newton's sleep”
38
La troveremo come un cippo miliare lungo la vita di
Bateson G.
L’itinerario formativo di Gregory Bateson come scienziato prevedeva l’entrata al St.
John’s College di Cambridge (come il padre e il nonno) che avvenne nel 1922 e dove si
34
Idem, pp. 30-31.
35
Comunicazione personale di Bateson G. a Lipset D., citata in Lipset D., Gregory Bateson: Early
Biography, op. cit., p. 31.
36
Idem, p. 32.
37
Cfr. Brunello S., Gregory Bateson, op. cit., p. 44.
38
W. Blake, Letter to Thomas Butts in users.compaqnet.be.
21
laureò con un esame in zoologia, e un viaggio naturalistico dopo la laurea che si svolse
nelle isole Galapagos. “Il viaggio si rivelò sconvolgente. Là trovò che non sapeva cosa
fare con la storia naturale sul campo.”
39
William e Gregory Bateson collaborarono alla
stesura di un articolo sulla struttura e la simmetria dei colori delle ali della pernice dalle
gambe rosse.
I momenti di tensione e di sofferenza tra i due uomini si ripetevano, in particolare,
Gregory ricorda che soffriva per il desiderio di dedicarsi “in qualcosa dove fossi io e
non il figlio di. … mi assillava allo stesso tempo la prospettiva di un grande corso. Ero
molto seccato di chiamarmi Gregory, dopo Gregor Mendel.”
40
Iniziò così a brancolare
alla ricerca di qualche cosa che lo portasse a interessarsi della gente. La soluzione che
scaturì fu di applicarsi all’antropologia. Questa disciplina negli anni trenta “era allo
stesso tempo una rudimentale scienza riguardante la spiegazione del comportamento
attraverso l’esperienza piuttosto che la genetica.”
41
Così Gregory Bateson ricordò
questo momento importante:
[Il risultato fu non] un attacco frontale, perchè i genitori penso che non avessero idea di
cosa stessero facendo, ma invece volli usare una specie di attrezzo per creare una nuova
posizione. … quella fu la linea di mezzo che presi.
42
39
Lipset D., Gregory Bateson: Early Biography, op. cit., p. 40.
40
Comunicazione personale di Bateson G. a Lipset D., citata in Lipset D., Gregory Bateson: Early
Biography, op. cit., p. 45.
41
Idem., p. 46.
42
Ibidem.
22