6
pianificata ed al ruolo del Kazakistan nel sistema produttivo sovietico, per
poi passare nel secondo capitolo del mio lavoro, a quella che è stata definita
la transizione economica.
Il termine controverso di “transizione”, utilizzato per descrivere il
passaggio dei paesi dell’ex Unione Sovietica all’economia di mercato,
abbraccia un periodo di tempo che ha inizio con l’indipendenza politica
delle nuove repubbliche e che in molti casi, tra cui quello del Kazakistan,
non si può ancora definire concluso.
I primi investimenti esteri, l’inizio della produzione di petrolio da
parte di compagnie petrolifere straniere e la privatizzazione delle attività
economiche hanno rappresentato gli aspetti principali del sistema di riforme
che hanno condotto alla liberalizzazione del mercato, grazie ai quali è stato
possibile superare le disastrose crisi che si sono abbattute sulla fragile
economia durante gli anni ’90.
Il rialzo dei prezzi delle materie prime ha dato una spinta all’economia
del paese tale da provocare una crescita straordinaria dell’economia rispetto
alle altre repubbliche. Ha però evidenziato la stretta relazione esistente tra i
mutamenti economici e l’industria petrolifera. Questo aspetto viene trattato
con particolare attenzione nella terza parte del lavoro, nella quale ho messo
in luce l’arretratezza dei settori economici tradizionali ed il contrasto che
esiste tra la crescita economica e lo sviluppo reale del Kazakistan, inteso
come qualità delle infrastrutture, distribuzione della ricchezza, situazione
ambientale e qualità della vita.
Infine, ho ritenuto importante osservare sia la politica interna,
dominata dalla figura di Nazarbaev e dai suoi familiari che detengono il
potere economico e mediatico, sia alla politica internazionale del presidente
7
che ha saputo destreggiarsi tra i propri interessi e le spinte delle grandi
potenze interessate al potenziale petrolifero del Caspio e, soprattutto dopo
l’11 settembre, alla collaborazione nel campo della difesa.
9
CAPITOLO 1
IL KAZAKISTAN NELL’ERA DELL’UNIONE SOVIETICA
1.1. Aspetti geografici
1.1.1. Il territorio
La Repubblica del Kazakistan viene oggi comunemente considerata
una delle cinque repubbliche dell’ex Unione Sovietica che costituiscono la
regione denominata Asia Centrale che è un’area compresa tra l’Iran e
l’Afghanistan a Sud, la Cina ad Est e la Russia a Nord e ad Ovest. Solo a
Nord, dove il Kazakistan si congiunge con la Siberia, non ci sono confini
geografici precisi, per il resto è delimitata nella parte meridionale
dall’Hindu Kush e dal sistema del Pamir, ad Occidente dal Mar Caspio e ad
Oriente dai monti del Tran Shan. E’ tuttavia necessario fare qualche
precisazione a proposito del concetto di Asia Centrale. Nel corso della
storia questo spazio geografico ha spesso cambiato la sua denominazione, il
nome più antico che le è stato dato è “Transoxania” che in greco significa
terra al di là dell’Oxus l’attuale fiume Amu Darya. Entrambi i fiumi: Amu
Darya e Syr Darya che cingono questa terra, hanno da sempre separato
l’Asia Centrale dal resto del mondo difendendola dalle invasioni che
periodicamente subiva dalla Siberia, e dalla Mongolia, creando una sorta di
cuscinetto strategico a Sud, che ha inizialmente interessato gli imperi
nomadici altaico e mongolo e, successivamente, Unione Sovietica,
Inghilterra e India. Oggi, per indicare l’Asia Centrale, si usa ancora il nome
Turkestan che alcuni sostengono abbia un’origine persiana e che il suo
10
significato sia “terra dei Turchi”
1
, altri invece gli attribuiscono un’origine
cinese dal termine “tur” o “turcico” con cui indicavano tutte le tribù nomadi
(nomadi altaici dalla Siberia o dalla Mongolia di ceppo turco) che
costituivano una minaccia per l’Impero Cinese
2
. Nei due significati si
intende la regione circoscritta fra Cina e Mongolia ad Est, Russia siberiana
a Nord, Mar Caspio ad Ovest, Afghanistan ed India a Sud. In epoca zarista
tali confini furono ridotti e suddivisi in “Territorio delle Steppe” per la parte
corrispondente al Nord del Kazakistan e “Turkestan” per la parte di
territorio meridionale. Solo dal crollo del regime comunista alla fine degli
anni ’80 si è tornati a parlare di Asia Centrale riferendosi ai primi confini
attribuiti alla regione. Per questo motivo i geografi sovietici
3
escludevano il
Kazakistan come stato e lo consideravano alla stregua della regione
siberiana, come parte integrante della Russia sia per gli stretti rapporti
dovuti alla presenza del processo di “russificazione” che rese la
popolazione kazaka numericamente inferiore a quella russa, insediata in
queste zone sia alla presenza nel nord del paese di fattorie e industrie
controllate direttamente dal Ministero dell’Industria di Mosca.
Il Kazakistan con la sua superficie totale di 2.717.300 km² è, dopo la
Russia, la più vasta delle repubbliche dell’ex Unione Sovietica, è inoltre
l’unica fra le repubbliche dell’Asia Centrale che con essa confina. A Sud si
trovano Turkmenistan, Uzbekistan e Kirghizstan, a Ovest è bagnato dal Mar
Caspio e ad Est confina per più di 1500 km con la Cina in particolare con la
1
DJALILI M. R., KELLNER T., “Géopolitique de la nouvelle Asie Centrale”, puf, Paris, 2003.
2
RASHID A., “Nel Cuore dell’Islam”, Feltrinelli, “serie bianca”, Milano, 2002.
3
La definizione sovietica di Asia Centrale (o Turkestan) è adottata anche da autori stranieri in testi
più o meno recenti. La scelta è a discrezione dell’autore e, nei casi che ho riscontrato, le
motivazioni sono quelle suddette. V. RUMER B., “Soviet Central Asia”; FIERMAN W., “Soviet
Central Asia. The failed transformation” per citare alcuni esempi.
11
regione cinese dello Xinijang.
Gli enormi spazi del Kazakistan sono costituiti da ambienti molto
diversi fra loro: la parte centrale consiste in un altopiano sabbioso
caratterizzato da piccole colline che prende il nome di Melkosopochnik. A
Sud è circondato dal Bassopiano Turanico diviso fra steppe, tra cui le più
note sono la Steppa Della Fame (Betpak Dala) e la Steppa Dei Kirghizi e da
deserti di diversa estensione come il Peski Muynkum e il Priaralskiye
Karakumi. A Nord è limitato dal Bassopiano Siberiano Occidentale
attraverso la depressione detta Porta Turgaj mentre a Sud-Est, ai confini con
la Cina, si elevano le più alte vette kazake: il Khan Tengri che fa parte della
catena del Tian Shan ed è il punto più alto del paese (6.995) ed il Gora
Belukha (4506) che fa parte dei Monti Altaj.
Nella parte occidentale si trovano il Bassopiano Caspico, con il
deserto di Ryn, e depressioni che degradano molto al di sotto del livello del
mare.
Il Mar Caspio è separato dal Lago d’Aral dagli altipiani di Ustyurt e di
Mangyshlak che si protendono nelle sue acque con le penisole di
Mangyshlak e Buzachi.
Il clima è continentale, caratterizzato quindi da estati molto calde, con
apici che superano i 40C°, gli inverni invece sono molto freddi con
temperature minime che anche in questo caso vanno oltre i –40C°.
La media delle precipitazioni
4
annue è di 344 mm di cui circa 100 mm
nella depressione Balkhash-Alakol e nella zona del Lago d’Aral e più di
1600 mm nelle zone montagnose dell’Est e del Sud-Est della regione. Il 70-
4
<http://www.fao.org/ag/agl/aglw/aquastat/countries/kazakhstan/print1.stm>, AQUASTAT, FAO’s
Information System on Water and Agriculture.
12
85% delle precipitazioni avvengono nella stagione invernale, fra ottobre ed
aprile
Il terreno è in prevalenza arido, deserti e steppe occupano circa l’80%
del territorio ed una particolarità è la concentrazione di infiorescenze saline
e vegetazione alofila dovuta alla forte salinità dei terreni (terreni
solontchak)
5
.
Nonostante l’aridità dei suoi terreni si trovano più di 17.000 laghi
naturali 4.000 dei quali classificati come salini
6
. Il più grande (se si esclude
il Mar Caspio la cui natura è ancora in discussione
7
) è il Lago d’Aral,
oggetto di una delle più gravi catastrofi ecologiche del secolo a causa della
deviazione delle acque dei suoi immissari il Syr Darya il maggior fiume
kazako e l’Amu Darya. Nella parte orientale si trova il Lago Balkhash con
un’area di 18.000 Km² e un volume di 112 Km³ i cui immissari, Aksu,
Karatal e Ili, scendono dai rilievi meridionali. Il lago Zaysan (5500 Km²)
viene alimentato dal Kara Irtysh che proviene dalla Cina, il suo emissario è
l’Irtysh che, dopo aver attraversato Kazakistan e Siberia confluisce nell’Ob,
formando uno dei bacini idrografici più grandi di tutta l’Asia.
Esistono altri laghi minori come il Tengiz (1590 Km²), l’Alakol, il
Seletyteniz e il Sasykkol, e altri fiumi come il Cu e il Sarysu che si
esauriscono nella Steppa della Fame. Inoltre, a causa del prosciugamento di
molti piccoli laghi, si sono creati dei bacini artificiali come quello di
5
L’aumento della salinità dei terreni è conseguenza dell’inquinamento da fertilizzanti e pesticidi
in aggiunta all’eccessiva irrigazione che è stata attuata per la coltivazione del cotone. Vedere
CAPISANI G., “I Nuovi Khan”, BEM, Milano 1996.
6
La salinità varia secondo le zone, da 0.12 g/litro nella parte orientale, a 2.7 g/litro nella parte
centrale. Fonte: AQUASTAT.
7
Al momento del crollo dell’Unione Sovietica è sorto il problema della suddivisione del Mar
Caspio fra GLI stati costieri, la polemica riguarda il regime giuridico da applicare, se quello riferito
al diritto del mare, o se considerare il Caspio un lago. (cfr. DJALILI M. R., KELLNER T.,
“Géopolitique de la nouvelle Asie Centrale”, puf, Paris, 2003).
13
Chardara sul Syr Darya al confine con l’Uzbekistan e il lago artificiale di
Karatomarsk sul fiume Tobol.
1.1.2. Conseguenze ecologiche della gestione sovietica dell’ambiente
Il Kazakistan, in misura maggiore rispetto a tutte le repubbliche ex-
sovietiche ha subito gli effetti della sperimentazione e dello sfruttamento
russo che rappresentano una pesante eredità ambientale difficile da gestire.
In quanto fornitore di materie prime, l’ambiente kazako è stato
danneggiato dall’impatto dell’industria estrattiva (come le miniere di rame a
cielo aperto e l’estrazione di petrolio e carbone nella zona del Mar Caspio)
e dell’industria pesante che hanno inquinato le falde acquifere e l’acqua
potabile, ora di pessima qualità per la forte concentrazione di piombo e di
altri metalli pesanti
Le conseguenze più catastrofiche si sono manifestate nella zona del
poligono nucleare di Semipalatinsk e con il prosciugamento del Lago
d’Aral a causa della coltivazione del cotone.
Il Lago d’Aral si trova in una depressione del Bassopiano Turanico, è
alimentato dai due fiumi più importanti dell’Asia Centrale, l’Amu Darya e
il Syr Darya, che sorgono rispettivamente dai monti del Pamir e da quelli
del Thien Shan. La somma dei due bacini idrografici ricopre una superficie
di circa 1,9 milioni di Km² in sei stati diversi. In Kazakistan la maggior
parte dei fiumi si esauriscono in deserti o in depressioni naturali, non fanno
quindi parte del considerato bacino del Lago d’Aral.
Prima del 1960 il livello del lago era abbastanza stabile, la superficie
era di circa 66.000 Km² e il volume delle acque di 1.060 Km³, l’apporto
d’acqua dei due fiumi (47-50 Km³/anno), i flussi provenienti dalle falde
14
acquifere (5-6 Km³/anno) e le precipitazioni (5.5-6.5 Km³/anno)
compensavano l’evaporazione annua delle acque del Lago il cui livello si
aggirava sui 50-53m sul mare. Il contenuto medio di minerali era stimato
attorno ai 10g/litro e venivano pescate circa 40.000 t/anno di pesce.
Sulle rive del Lago d’Aral si svilupparono, oltre all’attività della pesca
diverse industrie per la lavorazione del pesce che davano lavoro alla
maggior parte della popolazione della zona.
Già all’inizio del XX secolo era stata ampliata l’area destinata alla
coltivazione del cotone che , a partire dal 1917, fu incoraggiata con prezzi
d’acquisto elevati e fornitura di macchinari e di concimi
8
. Fu con gli anni
’60 che la situazione si aggravò, la dirigenza sovietica decise che l’Asia
Centrale dovesse diventare il maggior fornitore di materie prime
dell’Unione Sovietica in modo da diventare autosufficiente. Furono attuate
delle mastodontiche manovre di irrigazione che aumentarono i terreni
coltivabili da 4.5 milioni di ettari nel 1960 a 7 milioni di ettari nel 1980, la
popolazione crebbe di circa 13 milioni di abitanti ed anche la quantità di
acqua utilizzata aumentò passando dai 64.7 Km³ del 1960 ai 120 Km³ del
1980, il 90% dei quali destinati all’agricoltura, ciò provocò però il
progressivo prosciugamento del bacino.
Nel 1995 si raggiunsero quasi gli 8 milioni di ettari irrigati
9
ma i danni
ecologici e sociali sono ancora oggi presenti e di difficile soluzione.
Innanzitutto il livello del lago è diminuito di 17 metri, la sua
superficie si è ridotta di oltre il 30% e il volume dell’acqua di tre-quarti.
8
Per favorire le colture necessarie alla Russia il Governo offriva a nomadi e contadini condizioni
di lavoro apparentemente vantaggiose, per esempio improvvise riduzioni delle tasse sui prodotti,
forniture di materiali o assistenza tecnica in generale. Rif. § 1.1.3.
9
Fonte: AQUASTAT, < http://www.fao.org/ag/agl/aglw/aquastat/countries/kazakhstan/print1.stm>
15
La quantità di sali nell’acqua, di cui buona parte carbonati e solfati di
calcio, cloruri e solfati di magnesio provenienti da pesticidi e concimi usati
nelle coltivazioni di cotone, si è quadruplicata fino a 40 g/litro, la maggior
parte della fauna ittica si è estinta e l’ecosistema della zona, che presentava
una grande biodiversità, ha subito danni gravissimi.
“Nei villaggi si coltivò il cotone sotto le finestre di casa, nelle aiole dei fiori,
nei cortili, lungo gli steccati. Al posto di pomodori e cipolle, di olive e di
cocomeri, si coltivava cotone. Aerei ed elicotteri passavano sui piccoli
villaggi sommersi dal cotone, scaricando valanghe di concimi chimici, nubi
di pesticidi tossici.”
10
L’aumento della salinità dovuta all’inquinamento e all’eccessiva
irrigazione
11
senza un sistema efficace di drenaggio ha interessato le falde
acquifere rendendo di pessima qualità l’acqua potabile e il 40% delle terre
coltivabili. In alcuni casi ciò è avvenuto a livelli tali da rendere possibili
solo determinate colture in grado di tollerare la grande quantità di sali, o da
rendere necessarie misure estreme come quella di “lavare” i campi con
grosse quantità di acqua prima di coltivare.
12
I due delta dei fiumi si sono completamente prosciugati, lasciando
solo pozze acquitrinose e deserto. I due porti principali Aral’sk in
Kazakistan e Muynak in Uzbekistan, si trovano ora a più di 30 Km dalla
riva del Lago e i loro bacini sono ingombrati da carcasse di pescherecci e di
10
KAPUSCINSKI R., “Imperium”, Giangiacomo Feltrinelli, Milano, 2002, pag. 217. (trad. Vera
Verdiani).
11
In terreni desertici a 10-20 metri sotto il suolo, si trovano depositi naturali di sale che con una
forte concentrazione d’umidità emergono in superficie. Questo fenomeno si è aggiunto
all’aumento della salinità da fertilizzanti.
12
I “lavaggi” avvengono con massicce irrigazioni dei terreni, in modo da spingere il sale in
superficie verso il letto d’acqua sotterraneo. LEROI R., “La filière coton en Asie Centrale”, Le
Courrier de pays de l’Es,t n°1027, Aôut, 2002
16
navi da trasporto. Il vento solleva la terra secca formando nei vasti dintorni
dune mobili di sabbia inquinata (barkhane) che ricoprono le case e formano
quel terreno tipico, molto salato, chiamato “solontchaks” che ostacola
l’attività agricola degli abitanti già resa difficile dai mutamenti climatici. Le
estati sono più calde, più corte e più secche, gli inverni più lunghi, più
freddi e secchi, le tempeste di sabbia sono molto frequenti, di conseguenza
la stagione agricola è diventata molto più breve.
Parte della popolazione è emigrata verso altri centri urbani, gli
stabilimenti per la lavorazione del pesce sono costretti ad importarlo da
altre zone.
Gli abitanti rimasti sono vittime di spaventosi effetti negativi sulla
salute aggravati dall’aumento della popolazione dovuto ad un elevato tasso
di natalità. L’alto contenuto di metalli nell’acqua impedisce all’organismo
l’assorbimento del ferro provocando gravi forme di anemia ma le vittime
più numerose sono i bambini, la mortalità infantile è aumentata del 30% per
tumori, tifo, dissenteria, itterizia e nefriti.
La situazione del Lago d’Aral rischia di creare gravi problemi di
sicurezza, primariamente a causa della distribuzione degli aiuti. Il piano
della Banca Mondiale
13
prevede una sorta di quarantena per la più vasta
porzione di Lago: l’Aral del Sud in territorio uzbeko e degli interventi sugli
impianti di drenaggio della acque in territorio kazako dove si trova la
porzione più piccola del Lago. Viene così trascurata la zona maggiormente
colpita dalla crisi la regione di Karakalpalk in Uzbekistan. Ne consegue che
molti uzbeki migrano verso Nord nella parte kazaka, nei primi mesi del
13
KREPP T., “The Aral threat to Central Asia”, Centre of International Strategic Studies,
<http://www.csis.org> e Banca Mondiale <http://www.worldbank.org>
17
2001 si sono stimati 7000 rifugiati, ciò crea frustrazione negli abitanti
kazaki che accusano il proprio governo di essere incapace di gestire tale
flusso e imputano agli immigrati l’aumento della criminalità.
Il pericolo risiede nel sostegno dato dal MIU
14
agli abitanti della
disastrata regione di Karakalpalks che minacciano di distruggere gli
impianti d’acqua e tale minaccia potrebbe estendersi anche al Kazakistan. Il
fallimento di una protezione efficace della zona potrebbe avere gravi
conseguenze, oltre che sulla prosecuzione del progetto della Banca
Mondiale anche sul piano dei rapporti fra Kazakistan e Uzbekistan, già
fragili per la questione del Syr Darya e dei confini.
Secondariamente, ma non meno importante, è la questione dell’isola
di Vozrozhdeniye
15
, in cui, alla fine degli anni ’20, sono stati abbandonati i
residui di esperimenti di armi batteriologiche che devono essere gestiti da
entrambi gli stati. Con la progressiva desertificazione del Lago d’Aral
l’isola è ormai legata alla terra con grave rischio di propagazione degli
agenti patogeni, e dopo gli attentati dell’11 settembre si teme che cellule
terroristiche si impadroniscano di tali armi batteriologiche, poiché non ci
sono efficaci controlli sulla zona. Uzbekistan e Stati Uniti stanno
collaborando per la decontaminazione dell’area e per lo stoccaggio dei
bacilli.
Il poligono nucleare di Semipalatinsk è un’area di circa 20.000 Km²
ad Est del paese situata a circa 120 chilometri dalla città di Semipalatinsk,
in una zona semidesertica, abitata da contadini e allevatori.
14
Movimento Islamico Uzbeko il cui capo, Namangani, è vicino a Bin Laden, ad enti di
beneficienza islamici dell’Arabia Saudita e del Golfo e al Partito Islamico Pakistano. (cfr. RASHID
A., “Nel Cuore dell’Islam”, Feltrinelli, “serie bianca”, Milano, 2002).
15
DJALILI M. R., KELLNER T., “Gèopolitique de la nouvelle Asie Centrale”, puf, Paris, 2003.
18
Dal 1949 anno della prima esplosione fino al 1991, quando il
presidente Nazarbaev firmò un decreto per la chiusura del poligono,
migliaia di contadini restarono prigionieri del complesso militare.
Essi subirono in quei quarant’anni 494 esplosioni di una potenza
superiore di 2.800 volte a quella di Hiroshima, 124 avvennero
nell’atmosfera, 344 sottoterra e 26 in superficie.
Gli abitanti venivano chiusi nelle proprie case con porte e finestre
inchiodate
16
perché Stalin aveva impedito la loro evacuazione, solo chi
abitava in un raggio di 100 Chilometri dal Poligono veniva fatto allontanare
e ritornare qualche giorno dopo. Nonostante si raggiungessero livelli di
radioattività pari a 250 roentgens
17
l’ora nessuna misura di
decontaminazione non è mai stata attuata, Soltanto nel 1963 fu aperto un
Centro per lo Studio degli Effetti Nucleari in cui circa 40.000 persone
furono sottoposte a vari test dopo ogni esposizione alle radiazioni, il
materiale ricavato dai test sulle persone fu tenuto segreto e ancora oggi
molte informazioni, essenziali per la medicina, non sono accessibili.
E’ con la democratizzazione, durante il periodo della Perestrojka, che
si è avuta la possibilità di venire a conoscenza dei danni provocati da
radiazioni nucleari e da inquinamento atomico. Nel 1989 lo scrittore e poeta
kazako Olzhas Suleimanov fondò il movimento popolare anti-nucleare
Nevada-Semipalatinsk (due territori vittime della guerra fredda), che, con
una petizione firmata da più di due milioni di persone, chiedeva la chiusura
del Poligono, fatto che effettivamente avvenne nell’agosto del 1991 con
16
Testimonianza tratta da “La pattumiera del Mondo”, di MOBRICI B., Speciale tg1, domenica 18
aprile 2004, RaiUno.
17
unità di misura dell’intensità della radiazione X che libera 1 unità di carica elettrica cgs, per
effetto ionizzante, da 1 cm³ d’aria.
19
decreto del presidente.
Gli effetti di quarant’anni di esplosioni sono ancora oggi presenti in
un’area di almeno 18 mila Km² che comprende gli oblasts (o oblystar)
18
di
Semipalatinsk, Pavlodar e Karaganda (o Qaraghandy)
19
, i morti accertati
sono 70.000, mentre più di 300.000 sono le persone che risultano ammalate.
L’inquinamento da plutonio e da americio della terra e dell’aria, oltre a
problemi immunologici, malattie del sangue, patologie endocrine e cancro,
attacca le cellule del feto causando mutazioni genetiche nei neonati,
malattie mentali e del sistema nervoso, fenomeno questo che si è verificato
soprattutto nell’ultima generazione di bambini nati nelle zone di
Semipalatinsk.
Nonostante l’elevata radioattività, gli abitanti delle zone limitrofe al
Poligono e in particolare dei villaggi più piccoli continuano a coltivare il
proprio grano per il mercato locale e ad allevare i propri animali, la maggior
parte dei quali presentano anomalie sia sottoforma di mutazioni degli arti
sia a livello di organi interni e riproduttivi.
Un ulteriore pericolo per la zona è l’attività sismica provocata
dall’esplosione di gas sotterranei (conseguenza delle detonazioni nucleari
sotterranee) che creano enormi crateri la cui terra radioattiva viene
trasportata dal forte vento, a tal punto che il 5% della regione è stato trovato
contaminato da radiazione alpha e beta e da quantità rilevanti di plutonio.
20
Sarebbe fondamentale condurre studi sulle attività economiche legate alla
terra che vengono svolte vicino al Poligono, ma già a livello medico i fondi
18
Regioni.
19
La variante grafica dipende dalla traslitterazione russo-inglese, e russo-kazako.
20
ATAKHANOVA K., “The Monster of Semipalatinsk”, ISAR: Initiative for Social Action and
Renewal in Eurasia, <http://www.isar.org/isar/archive/ST/Semipalatinsk.html>
20
disponibili non sono sufficienti. Le persone colpite da effetti radioattivi per
essere curate necessitano di tecnologie molto costose, difficilmente
disponibili e di conoscenze scientifiche specifiche che però sono limitate
dalla segretezza delle scoperte fatte sotto il dominio sovietico.
Anche altri oblasts meno conosciuti soffrono delle conseguenze di tale
inquinamento ma ricevono un’attenzione minore che tuttavia sta
aumentando, grazie anche all’opera di diffusione delle informazioni
effettuata dalle diverse ONG ed associazioni che operano nella zona.
1.1.3. Popolazione
La popolazione del Kazakistan, secondo una stima del 2002
21
, è di
14.850.000 abitanti. Il tasso di crescita ha avuto un andamento negativo
negli ultimi dieci anni con una diminuzione della popolazione di circa il
10% dal 1995 al 2002, questo fenomeno è stato provocato soprattutto dal
consistente flusso migratorio verso le altre repubbliche della CSI in
particolare della componente russa che da sola è diminuita di circa il 9%
(tab. 2).
Tabella 1: Crescita della popolazione (in milioni di ab.)
1990 1995 1998 1999 2000 2001 2002 2003
Popolazione totale (in milioni) 16.35 15.82 15.07 14.93 14.88 14.85 14.85 14.94
Tasso annuo crescita popolazione -1.6 -2.0 -1.7 -1.0 -0.3 -0.2 0.0 0.6
Fonte: World Bank, Key indicators of Development Asian and Pacific Countries
Nonostante tale calo, il tasso di natalità è aumentato passando da 4.7
per mille nel 1997 a 4.9 per mille nel 2001 ed a 6.5 per mille nel 2003.
21
World Bank, <http://www.worldbank.org.kz>