ii
Secondo alcuni studiosi se si vuole risalire alla costituzione della sfera pubblica,
bisogna fare riferimento ai dibattimenti politici dei primi decenni del seicento.
1
Nell’ Inghilterra pre-rivoluzionaria il testo sia scritto che stampato ricoprì un
ruolo determinante, molto più della comunicazione orale, nel comunicare il
dissenso all’autorità e le proposte di riforma al sistema. Le ragioni che portarono a
privilegiare questo mezzo di comunicazione furono molteplici: il loro
consolidamento, costituiva il frutto dei mutamenti di lungo termine, che
interessarono l’ Inghilterra nel campo sociale e politico. Innanzi tutto lo
stabilizzarsi della lingua inglese sui primi canoni moderni, associato ad un
crescente tasso di alfabetizzazione (nella città di Londra raggiungeva il 60% della
popolazione), garantiva al testo una sicura intelligibilità. Lo stesso aspetto fisico
del mezzo cartaceo offriva una maggiore fruibilità e conservazione nel tempo
rispetto alla trasmissione orale; inoltre chiunque avesse deciso di riportare delle
idee sulla carta, aveva il privilegio se lo riteneva opportuno di celare la propria
identità sotto l’anonimato. Queste caratteristiche si rivelarono molto favorevoli
affinché ad esempio, i ceti medio bassi della società durante il periodo della
rivoluzione scegliessero di comunicare le ragioni del loro malcontento attraverso
il mezzo cartaceo. Tanto più che alla base della rivolta non vi erano prevalenti
ragioni economiche o di classe, quanto piuttosto motivazioni ideologiche e di
diritto, le quali connotavano la rivolta come una “lotta per le idee” e per la loro
affermazione.
2
Fiumi d’inchiostro vennero spesi per attaccare sin dalle fondamenta quelle
istituzioni che un tempo erano ritenute le più sacre ed intoccabili. La Monarchia, i
Lord e la Chiesa nel diciassettesimo secolo divennero i bersagli prediletti di feroci
quanto numerosi Libelli e Pamphlet. Il movimento puritano nella specie
conduceva la sua crociata contro la Chiesa Anglicana facendo largo uso della
satira e della parodia, come si evince ad esempio dai caustici articoli dei
Marprelate Tracts, largamente conosciuti fra la popolazione. Già alla fine del
sedicesimo secolo una delle principali ragioni per cui il credo puritano riuscì a
fare breccia nella società inglese, è da ricercarsi nelle caratteristica dedizione che
1
Freist, Dagmar, Governed by Opinion: Politics, Religion, and the Dynamics of
Communication 1637-1645, New York, Tauris Academic Studies, 1997, p.11.
Joad, Raymond, The Newspaper and the Public Sphere in the Seventeenth Century, in News,
Newspapers, and Society in early modern Britain, Portland Oregon, FrankCass& Co., LTD, 1999.
2
Macaulay, Gorge, England under the Stuarts, Trevelyen, Methuen& Co LTD., London, 1904,
p.23.
iii
questo movimento riservava alla comunicazione. I discorsi puritani siano essi stati
scritti oppure orali, in ogni caso privilegiavano uno stile chiaro e diretto, affinché
le masse avessero potuto comprendere le tematiche di dissenso e di riforma alle
istituzioni.
Nel panorama dello scontro sociale d’inizio ‘600 si delinearono anche altre
originali correnti di pensiero, che con forte presa sull’opinione pubblica
paventavano profondi cambiamenti a tutto l’impianto del regno. Presero forma e
si diffusero all’interno degli strati più umili della società, come i braccianti e le
comunità religiose della provincia, alcuni dei movimenti radicali che avrebbero
maggiormente scosso la società inglese della metà del seicento. Fra questi
meritano di essere menzionati i gruppi dei ‘Livellatori’ o i ‘Diggers’, i quali
intendevano portare agli estremi le proposte di una riforma politica del regno; le
sette religiose dei ‘Battisti’, i ‘Muggletoniani’ e i ‘Quaccheri’ che proponevano
l’adozione di nuovi culti e di nuovi riti infine, movimenti quali i ‘Seekers’ ed i
‘Ranters’ che mettevano in discussione le istituzioni ed i valori della società del
tempo.
1
In modo particolare nel periodo che andava fra gli anni ’40 e ’50 ‘tutto
venne rovesciato, messo in discussione e ripensato’, attraverso le pagine dei
manifesti ed i proclami stesi dai capi dei movimenti riformatori o da semplici
pensatori indipendenti.
2
Aveva dunque preso forma già al principio del seicento un significativo
processo di revisione alle regole ed ai simboli stessi del potere inglese. La sola
trattazione di temi come libertà, autorità, tirannia e salvazione, stava
determinando la frantumazione delle autorità politiche e religiose, sempre più
allontanate dall’infallibilità dei vecchi dogmi. Così le discussioni scaturite
durante il periodo rivoluzionario, avevano creato dei nuovi riferimenti linguistici
che rompevano i legami con il passato. Ne stava affiorando una semantica molto
mutata, sia per quanto concerneva l’ originalità dei termini, che nell’ utilizzo
piuttosto inusuale delle forme discorsive. Un fenomeno linguistico che
caratterizzò il periodo rivoluzionario può rintracciarsi ad esempio nello
spostamento di un tipo di discorso dalla sua locazione originale verso un’ altro
1
A riguardo delle idee e dei movimenti rivoluzionari nell’Inghilterra del seicento, Hill
Christopher, The World Turned Upside Down. Radical ideas during the English Revolution,
Maurice Temple Smith Ltd, London, 1972
2
Hill, Christopher, Op. cit., p.4.
iv
campo. La teoria del diritto divino del Sovrano ad esempio soventemente discussa
nel diciassettesimo secolo, non era più trattata come una branca della teologia, ma
a causa dello scontro politico era scivolata sul terreno in quel periodo piuttosto
impervio del diritto civile.
1
L’inevitabile instabilità linguistica portata alla luce dalle teorie riformiste e
controvesiste, traeva quindi le sue origini dallo stato di confusione in cui versava
la società inglese del diciassettesimo secolo. I testi della rivoluzione in quanto
espressione dei pensieri e delle azioni dell’uomo rivelavano chiaramente il
mutamento a cui si stava sottoponendo lo scenario politico e sociale anglosassone.
L’originalità degli elementi linguistici, retorici e narrativi favorivano così
l’ emergere di nuove espressioni letterarie, a discapito di altri generi che si
stavano frantumando sotto gli eventi della rivoluzione. La cultura Cavalier di pari
passo con le sorti della fazione realista, cadde rapidamente in declino . Lo stesso
destino era riservato poi a tutti quei generi che ad essa erano legati come l’epica e
la poesia di Corte. Le rappresentazioni teatrali cessarono quasi del tutto con la
chiusura dei teatri nel 1641, e sia gli attori che i drammaturghi furono costretti a
trasferire le proprie capacità in altri campi.
2
Altri scrittori legarono invece le proprie fortune al periodo rivoluzionario.
Milton da paladino delle tematiche della rivoluzione, seppe arricchire di nuovi
contenuti la sua produzione. Pur rimanendo legato all’ esperienza personale ed
alla tradizione letteraria che lo aveva preceduto, Milton riusciva tuttavia a
trasferire anche le più nobili espressioni nel campo dello scontro politico. Ad
esempio in Lycidas(1637) il poeta partendo dai temi dell’ elegia pastorale, passava
nel corso dello scritto a comunicare il suo favore alla causa puritana ed il
dissenso nei confronti del Sovrano. Anche nell’ ambiente letterario l’ attenzione
imposta dal delicato momento politico che stava vivendo la nazione, determinava
ancora una volta un processo di trasformazione. In questo caso ancora più palese,
in quanto si assisteva ad la mutazione di generi all’interno di un medesimo lavoro.
Appare chiaramente come in effetti la funzione stessa della letteratura , nel
momento in cui si relazionava con i vari aspetti dello scontro sociale, venisse
1
Smith, Nigel, Literature and revolution 1640-1660, New Haven, Yale University Press, 1994,
p. 6.
2
Alcuni degli uomini di teatro riproposero le loro doti di creatività e scrittura, ad esempio nel
campo giornalistico. Si vedano a riguardo i testi di Spinucci Pietro, Teatro Elisabettiano, Teatro
di stato: la polemica dei puritani inglesi contro il teatro nei sec. xvi e xvii, Firenze, Casa Editrice
Leo Olschki, 1973; oppure Smith, Nigel, Op. cit., p. 70.
v
sottoposta ad un fenomeno di ripensamento e di trasformazione. Il genere
della satira ad esempio per la caratteristica peculiare di generare immagini
ostili nei riguardi dell’oggetto dei suoi strali, durante il periodo rivoluzionario
viene riconosciuta come una forza determinante nella costituzione delle parti
politiche della Guerra Civile. Un altro prodotto letterario legato a doppio filo con
le vicende politiche e sociali che colpivano l’Inghilterra del ‘600, era il genere
dell’informazione. L’ immissione delle notizie sul mercato, sebbene nello scopo
imparziale di comunicare i fatti più importanti, fungeva inevitabilmente da
catalizzatrice sui temi dello scontro politico, portandoli alla conoscenza e nelle
discussioni di un gran numero di cittadini. In questa maniera la stessa situazione
di rivolta sociale e politica che agli inizi del ‘600 stava determinando lo sviluppo
e la continuità dell’informazione, aveva già apposto un segno indelebile di
controversismo e di sfida all’autorità sulla natura e la funzione stessa della
notizia.
L’interesse che il pubblico rivolgeva ai fatti e alle persone più rinomati del
momento rappresentò un fenomeno culturale e di costume molto sentito
nell’ Inghilterra del periodo Stuart. La combinazione di vari elementi comunque,
ne aveva determinato la definitiva affermazione nella società già a partire dalla
metà del Cinquecento: in questo ambito un ruolo primario fu svolto dal fiorire del
Rinascimento Inglese, per l’impulso che seppe offrire verso un’ attenzione ed una
conoscenza più approfondite del genere umano; gli orizzonti della politica estera
inglese si erano notevolmente ampliati in seguito alle grandi scoperte geografiche
ed alla colonizzazione di nuovi territori; un non minore interesse rivestivano poi i
progressi che la Scienza stava ottenendo in molteplici settori della vita
quotidiana. Un’ efficiente rete informativa e di comunicazione si presentava,
perlomeno agli inizi, come una diretta conseguenza ai progressi civili inglesi che
difficilmente potevano essere passati sotto silenzio. Di comune con i testi storici,
la conoscenza degli ultimi fatti accaduti contribuiva in maniera determinante
all’accrescimento della soglia culturale di un individuo; ma era ad appannaggio
esclusivo della Notizia un’ offerta di partecipazione e di compenetrazione alle
vicende contemporanee che divenivano tanto più appetibili quanto i contenuti
trattavano di eventi sensazionali o di grande risonanza politica. La distribuzione di
notizie che si può ritenere comune ad altre nazioni evolute, in Inghilterra tuttavia
divenne un aspetto prominente della società in seguito alle complesse vicende
vi
storiche che la interessarono durante il diciassettesimo secolo. Il desiderio
d’informazione si connotava così, non come un vezzo di qualche eccentrico o
facoltoso Signore, quanto piuttosto un’esigenza allargatasi a macchia d’olio ed
imprescindibile per una società che esigeva un moderno rapporto di
partecipazione alla vita pubblica.
La storia dell’ informazione narra di un avvicinamento della popolazione ai fatti
di cronaca attraverso delle tipologie di pamphlet manoscritti. Agli inizi del
diciassettesimo secolo in Inghilterra si erano diffusi in buon numero testi che
narravano di eventi naturali straordinari o da fatti sensazionalistici. Fra questi le
‘broadsheet ballads’, i ‘murder pamphlets’ e gli almanacchi erano ampiamente
seguiti dal pubblico, che in breve tempo aveva sviluppato il gusto e la curiosità di
apprendere i fatti più originali che accadevano nella nazione. La lettura di questi
testi risultava estremamente interessante, sia per svago personale che come
materia di conversazione. La forma dei discorsi riportati era molto semplice e si
avvaleva degli elementi della tradizione orale immediatamente riconoscibili dalla
popolazione, facilitandone così anche una rapida trasmissione. Accanto ai
pamphlet a sfondo cronacistico-sensazionale si andavano sviluppando anche delle
tipologie di fogli dal contenuto meno triviale, e che recavano dei primi aspetti di
professionalità. In virtù di una domanda d’ informazione sempre più vasta ed
esigente negli anni venti iniziava a stabilirsi anche un impianto commerciale di
distribuzione di notizie. I primi a beneficiare di questa nuova attività erano le
classi benestanti, che potevano ricevere direttamente al proprio domicilio le
notizie. Attraverso la posta in effetti si era stabilita una corrispondenza che partiva
dai cacciatori di notizie professionali a Londra, i quali periodicamente inviavano
delle Newsletters ai propri committenti. Al principio erano ancora una volta i fatti
di cronaca di maggiore scalpore ad essere riportati nelle missive. Ben presto
tuttavia con l’ arrivo in Inghilterra dei primi Coranto olandesi, il contenuto delle
Newsletters si sarebbe notevolmente ampliato ben oltre i confini del
sensazionalismo inglese. Questo fu solo il primo dei benefici apportati dallo
sbarco dei Coranto in Inghilterra.
Il nuovo mezzo d’ informazione presentava l’ inusuale caratteristica di essere a
stampa. Ciò significava che i coranto potevano essere distribuiti con un maggior
numero di copie e ad un prezzo notevolmente inferiore rispetto alle Newsletters.
Ne seguì che molti strati della popolazione anche i meno abbienti, poterono
vii
avvicinarsi alle vicende contemporanee che accadevano fuori dai confini inglesi. I
coranto avevano la peculiarità di riportare in maniera sintetica ed estremamente
fattuale gli eventi di maggiore rilevanza avvenuti sul continente. In Inghilterra
erano soprattutto le vicende della Guerra dei Trent’Anni a suscitare l’interesse
della popolazione inglese, in quanto vedevano implicata, se pure in maniera
indiretta, la Corona Inglese. Appariva evidente come i discorsi che recavano il
segno dell’autorità, destassero un grande interesse nel pubblico inglese. Così la
circolazione dei Coranto aumentava ed il discorso politico si innestava nella vita
di un gran numero di persone.
Il favore con cui il pubblico accolse questa nuova tipologia d’informazione
venne attestato dal rapido avvio della produzione di Coranto anche in Inghilterra.
La circolazione dei testi a stampa inglesi veniva regolamentata attraverso
l’ affiliazione alla Stationer’ s Company, mentre era la Corona a vigilare in
materia dei contenuti. In effetti sia Giacomo I che Carlo I avevano sempre
guardato con diffidenza alla circolazione delle notizie. I controlli e le limitazioni
sulle pubblicazioni dei Coranto si erano susseguiti numerosi per un decennio, fino
al definitivo bando dei Coranto nel 1632. Nonostante i divieti precedentemente
imposti agli editori di trattare i fatti inglesi, le libere discussioni sui temi di
politica e religione si erano enormemente sviluppate. In buona parte a causa dei
Coranto che più o meno legalmente circolavano sull’ isola. L’interesse della
popolazione verso i temi dell’ autorità era divenuto ormai pressante e le notizie
che continuarono a circolare anche dopo la censura dei testi a stampa, venivano
sempre più percepite come un elemento di avversione al potere. Tanto più poi che
nella prima metà del diciassettesimo secolo iniziavano a diffondersi anche i
ragguagli di un’ autorità, che realmente stava combattendo la sua lotta
istituzionale contro il Sovrano: il Parlamento. Già negli anni venti erano
circolati in maniera surrettizia dei testi sui resoconti parlamentari, sia in forma
manoscritta che a stampa, i quali avevano avvicinato la popolazione all’attività
dell’ organo legislativo. L’ apice della popolarità verrà raggiunta dai Parlamenti
del 1640-41, attraverso la pubblicazione delle vicende sulla repressione irlandese,
e la Grande Rimostranza inviata al Sovrano Carlo I. In questo momento il
Parlamento aveva abbandonato il contenzioso sulla libera circolazione dei dibattiti
parlamentari, autorizzando la pubblicazione di resoconti periodici a stampa con il
viii
titolo di Heads of Severall Proceedings.
1
La periodicità delle uscite segnalava i
resoconti parlamentari come un affidabile mezzo d’informazione, che viene
riconosciuto come il primo Newsbook inglese dopo la soppressione dei Coranto.
2
Il pubblico poteva così fare affidamento sui resoconti parlamentari per
conoscere le vicende politiche inglesi . Le notizie che riportavano le discussioni
svolte in Parlamento, pur non presentando un aspetto particolarmente partigiano o
radicale, contribuivano in maniera determinante alla polarizzazione del pubblico.
Era sufficiente conoscere le controverse vicende politiche che stavano lacerando
il regno perché la popolazione ne traesse un opinione: va da sé che questa il più
delle volte favorisse il Parlamento. D’altro canto le rimostranze che Membri
delle Camere indirizzavano al Sovrano erano condivise anche da quella parte del
popolo che stavano aderendo al movimento di rivolta. Entrambi rintracciavano in
Carlo I e nel suo Consiglio Privato le cause del dissesto morale e sociale inglese. I
resoconti parlamentari contribuivano inoltre a stimolare l’ attività della
popolazione. I resoconti sulle delicate vicende del Regno spinsero i cittadini ad
inviare numerose petizioni alle Camere. Queste una volta pubblicate assumevano
tutti i connotati di un formale atto politico contro la Corona.
L’opposizione al malgoverno di Carlo I si fece particolarmente diffusa e
violenta con lo scoppio della Guerra Civile nel 1642. Con l’allontanamento della
Corte da Londra si era decretata la cessazione di qualsiasi controllo sulla stampa .
Accanto ai numerosi Pamphlet e Libelli satirici, affiorarono per le strade di
Londra anche diversi Newsbook i quali riportavano i dibattiti delle sedute
parlamentari. Questi mantennero una posizione neutrale fintanto la coalizione
parlamentare rimase compatta. Con la radicalizzazione degli aspetti politici
durante la Guerra Civile, anche i Newsbook estremizzarono la loro retorica
iniziando ad attaccare la corte. Le ingiurie e le accuse rivolte alla Corona
obbligavano il Sovrano a tentare una difesa alla causa realista. Nasceva così nel
Gennaio del 1643, per espresso volere di Carlo I il Newsbook “Mercurius Aulicus
Communicating the affairs of the Court to the rest of Kingdome”. Il compito di
redigere il Newsbook realista venne affidato ad un uomo di comprovata fiducia
del Re e vicino all’Arcivescovo Laud, tale John Berkenhead . Dotato di una
profonda lungimiranza nel campo politico, Berkenhead riuscirà a convogliare nel
1
Heads of severall proceedings in the present Parliament ( 29 nov. 1641), 182.1
2
Joad, Raymond, The invention of the Newspapers, Oxford, Clarendon Press, 1996, p.108-126.
ix
genere del Newsbook gli aspetti retorici sia della propaganda politica che della
nascente cronaca di guerra .
La prosa pur dipanandosi con linearità e chiarezza risultava al tempo stesso molto
accattivante. Abile nell’esprimersi sempre con proprietà in ogni tipo di discorso
ed estremamente accurato nella scelta dei termini, il Berkenhead con le sue
relazioni stava fornendo al mondo dell’informazione dei modelli stilistici che
avrebbero aperto la via al giornalismo moderno. Le tecniche utilizzate da
Berkenhead nell’ambito dello scontro per la preminenza della fazione realista
erano le più varie ed alla luce dei risultati che ottenne assai efficaci. Nella
trattazione degli eventi militari si adopererà per porre in risalto le più
insignificanti vittorie delle truppe realiste e magnificare l’eroismo e di fedeltà al
Re del comandante di turno. Servendosi dello stesso metro di giudizio le sconfitte
subite dagli eserciti parlamentari appaiono devastanti e letali, ed i ribelli vengono
descritti attraverso un’immancabile sequela di atti di codardia e depravazione
morale. Alla bisogna saprà fare sfoggio di uno stile elegante ed arguto per
satirizzare e biasimare gli atteggiamenti ed i personaggi più in vista nelle forze
parlamentari. La sezione conclusiva del periodico verrà riservata da Berkenhead
alla confutazione delle notizie pubblicate dai periodici che supportavano la
fazione parlamentare. In ossequio alla tradizione realista e come annunciato nel
primo numero, lo scopo del Mercurius Aulicus consisteva nel mettere a tacere le
notizie false ed i discorsi sediziosi che circolavano a Londra. Non essendo più
praticabile alcuna imposizione sulla stampa, la lotta per riaffermare la supremazia
della Corona nella coscienza dei sudditi era affidata alla stampa, e all’ esito del
confronto intrapreso nel campo dell’informazione. Il compito assegnato da Carlo
I all’ Aulicus veniva svolto con ottimi risultati, tanto che il periodico non solo era
considerato un punto di riferimento per quella parte della popolazione di fede
realista, ma poteva vantare un unanime successo nell’ opinione pubblica.
Le reazioni generate nella controparte dei Newsbook Parlamentari furono
immediate e crebbero rapidamente nel numero e nell’intensità, a segnalare con
quanto timore fosse vista la popolarità acquisita dal Mercurius Aulicus . I fogli
Londinesi dovettero tuttavia accantonare un iniziale atteggiamento di scherno e
derisione, e dare vita ad una dura campagna anti-Aulicus basata quasi
esclusivamente sull’invettiva . Tuttavia le caratteristiche del Newsbook realista si
presentavano ancora nella loro autorevolezza troppo seducenti agli occhi del
x
pubblico per tentare di rivaleggiarle con i mezzi che il Parlamento fino a quel
momento possedeva. Al fine di contrastare l’emorragia di consenso alla rivolta,
per il Parlamento appariva chiara la necessità di avvalersi di un organo
d’informazione che fosse stato in grado di attaccare con efficacia il Mercurius
Aulicus: con la condizione ineludibile che questo si fosse servito delle medesime
tecniche che l’informazione stava in maniera così efficace prestando alla causa
della politica realista.
L’occasione si concretizzò con la discesa in campo di un uomo di discreta
cultura, e sopratutto ampiamente smaliziato, nel campo dell’informazione. Il
personaggio in questione che rispondeva al nome di Marchamont Nedham,
irruppe con prepotenza nella scena dello scontro fra periodici. Con il supporto
semi-officiale dal Parlamento, a Nedham venne affidato il compito di redattore
capo per uno dei tanti Newsbook che venivano stampati a Londra. Il periodico
sorto attorno alla metà del 1643 dal titolo “Mercurius Britanicus. Communicating
the Affaires of Great Britaine: for the better Information of the People” si attestò
in breve tempo come la risposta più convincente alla minaccia dell’Aulicus. Il
Britanicus similmente agli altri periodici dedicava ben tre-quarti di ciascuna uscita
settimanale ad infirmare le notizie pubblicate dal Newsbook realista; le pagine
restanti riportavano invece le vicende della guerra. Tuttavia ciò che distingueva
Nedham dai redattori dei Newsbook Parlamentari che lo avevano preceduto, era la
maniera vivace e brillante con cui conduceva lo scontro verbale nei confronti
dell’Aulicus e del partito realista. La forma colloquiale che in parte caratterizzava
lo stile del Britanicus consisteva nel porre dei quesiti al lettore con uno stile
chiaro e disincantato; l’espressione poi improvvisamente mutava facendosi dura e
caustica, a volte al limite della decenza, nelle righe rivolte ai rivali. Gli strali che
venivano settimanalmente lanciati dal Britanicus, investivano con il sarcasmo ed
l’irriverente ironia di cui era capace Nedham ogni aspetto della vita di Corte,
della quale non venivano risparmiati nemmeno le più alte autorità politiche e
religiose. La sagace e venefica penna di Nedham permetteva al Britanicus di
ergesi sul panorama degli effimeri Newsbook londinesi . Si delineava infatti come
l’organo d’informazione Parlamentare di maggior prestigio ed efficacia , il solo a
meritare un particolare considerazione anche da parte dell’Aulicus.
I due redattori Berkenhead e Nedham attraverso le pagine dei rispettivi
Newsbook si adopereranno in uno scontro dialettico triennale che avrà ragione di
xi
esistere fintanto che, l’ esito degli scontri armati non decreterà la sconfitta
definitiva delle truppe del Re. Prima di quel momento la lotta per la supremazia
del partito realista e di quello parlamentare, e dei diversi ideali che questi
rappresentavano, di fatto passò anche attraverso i due Mercury. Le stime sulla
circolazione dei Newsbook della Guerra Civile parlano di una tiratura settimanale
che andava dalle 500 alle 1000 copie settimanali per una singola pressa. Il
Mercurius Britanicus espressione di facciata del movimento parlamentare, quasi
sicuramente superava la soglia delle 1000 copie.
1
Il Mercurius Aulicus nel
difendere la causa realista molto probabilmente poté usufruire di ben tre stamperie
attive. Due riconosciute si trovavano presso Oxford, una terza rimasta segreta
durante tutto il conflitto , si trovava proprio al centro di Londra. Per l’ Aulicus
appaiono delle potenziali cifre sulla tiratura esorbitanti per il tempo. Si ritiene in
effetti possa aver raggiunto anche le 3000 copie settimanali.
2
Sulla circolazione
delle notizie incidevano poi anche altri fattori come lo scambio dei periodici o la
lettura comune.
Le discussioni di politica, religione e diritto che settimanalmente trovavano
posto sui Newsbook più seguiti del tempo come lo furono l’ Aulicus e il
Britanicus , poterono così raggiungere un’ ampia fascia di lettori. Garantirono
informazione e si resero estremamente effettivi nel campo della propaganda.
L’attività di questi periodici risultò molto importante sia nell’ influenzare quella
parte della popolazione rimasta neutrale durante la Guerra Civile, che nel fornire
un decisivo sostegno alle parti in lotta. Un adagio del tempo segnalava l’ originale
fenomeno della stampa periodica asserendo che ‘ le parti in lotta utilizzarono il
piombo degli stampi con uno zelo pari al piombo dei proiettili ’.
3
La stesura del presente lavoro si propone di mettere in luce le dinamiche di
comunicazione sviluppate dai Newsbook Mercurius Aulicus e Mercurius
Britanicus attraverso l’esame stilistico e lessicale di alcune uscite che ricoprono
un arco di tre anni, dal 1643 al 1645. Si è ritenuto opportuno di seguire un filo
cronologico nell’esame dei testi, al fine di dispiegare nella maniera più fedele
possibile l’evolversi sia degli eventi storici che della vicende giornalistiche. Per
queste ultime in particolare si è dovuto ricorrere ad un esame comparato delle
1
Frank, Joseph, The Beginning of the English Newspapers 1620-1660, Harvard University
Press, 1961, p.57.
2
Thomas, Peter William, Sir John Berkenhead 1617-1679, Oxford, Clarendon Press, 1969,
p.38.
3
Hunt, Frederick Knight, The Fourth Estate, Routledge, Thoemmes Press, 1998, p.118.
xii
uscite più vicine fra loro, dato che buona parte del contenuto dei due fogli si basa
sulla confutazione delle notizie apparse nel numero precedente del periodico
rivale.
Non essendo ad oggi possibile stimare la reale influenza che i Newsbook della
guerra Civile esercitarono sull’opinione pubblica si è tentato di delineare con
quanto fervore ed attenzione l’ Inghilterra seguì la nascita e lo sviluppo delle
prime tipologie d’ informazione. Nella prima parte ci siamo perciò occupati del
fenomeno sia culturale che commerciale generato dai diversi pamphlet di notizie
che iniziavano a diffondersi in Inghilterra attorno al 1620. Si è prestata una
particolare attenzione a quei testi che più specificamente esprimevano il momento
di crisi della situazione politica e sociale inglese, ed alla reazioni che questi
generarono all’interno della Corte. La seconda parte viene invece totalmente
dedicata alla parabola dei Newsbook Mercurius Aulicus e Mercurius Britanicu,s
dalle prime uscite sino alla cessazione dei due periodici. Inevitabilmente sarà
seguita anche la prolifica carriera dei loro artefici principali, Sir John
Berkenhead e Marchamont Nedham, tenendo conto anche di alcuni giudizi coevi
alla pubblicazione dei “nostri” libri di notizie.