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più scettici. Coloro che hanno subito una decurtazione di punteggio della patente,
possono recuperare i punti perduti attraverso appositi corsi di aggiornamento (5513
corsi ad oggi effettuati, per un totale di 35.399 punti recuperati). I corsi hanno
l’obiettivo concreto ed efficace di colmare le eventuali lacune dell’utente.
Inoltre, sempre sotto il profilo normativo, il Ministero in stretta collaborazione con il
Ministero degli Interni ed il Ministero di Grazia e Giustizia ha predisposto un articolato
disegno di legge di delega al Governo per la riforma complessiva del Codice della
Strada il cui iter approvativo è attualmente in corso. L’obiettivo è quello di pervenire ad
un Codice semplificato ispirato a criteri di snellezza con un testo di immediata lettura ed
utilizzo che contenga tutti i principi di carattere generale, la disciplina delle norme di
comportamento, il sistema sanzionatorio nella materia della circolazione stradale, i
principi generali in materia di patente a punti il tutto con l’obiettivo primario della tutela
della sicurezza stradale e della effettività degli istituti sanzionatori. Così facendo gli
attuali oltre 600 articoli del Codice e del regolamento attuativo saranno sensibilmente
ridotti a poche decine di articoli (60-70 articoli).
Con il disegno di legge la disciplina dei procedimenti amministrativi riferibili ad
esempio ai contenuti più tecnici attualmente irrigiditi in un campo normativo pesante e
poco versatile saranno sottoposti alla emanazione di regolamenti di secondo livello
conseguendo così una maggiore flessibilità ed elasticità che consentirà di adeguarli più
rapidamente. Ciò è importante in quei settori dove la necessità di adeguare le norme
all’evoluzione tecnologica è particolarmente sentita.
I principi ed i criteri direttivi in corso di definizione si ispirano, sia per il nuovo Codice
della Strada che per i regolamenti delegificati, anche alla necessità di integrare,
coordinare ed armonizzare il nuovo pacchetto normativo con tutte le altre norme
legislative comunque rilevanti nella materia.
Come è noto la legge obiettivo è stata varata il 21 dicembre 2001 e alla stessa data è
stato varato il programma di realizzazione delle infrastrutture strategiche di interesse
nazionale (delibera Cipe 121 del 21/12/2001).
Tuttavia pressoché l’intero 2002 è trascorso nell’approntamento degli strumenti
operativi della legge obiettivo, quali sono la legge 166/2002 (collegata alla Finanziaria
2002) ed il decreto legislativo attuativo della Legge obiettivo 166/2002, che sono
diventati entrambi operativi nell’ottobre del 2002.
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Dall’ottobre del 2002 al 31 dicembre 2003 il Dicastero ha presentato e fatto approvare
al Cipe i primi 40 progetti delle principali infrastrutture programmate per un importo di
30 miliardi di euro. Tali opere sono già finanziate per oltre un terzo del loro valore
finale. Nel primo semestre del 2004 sono state prodotte dalla Struttura Tecnica di
Missione e avviate al Cipe, le istruttorie di ulteriori 30 opere infrastrutturali, per il cui
avvio si richiede un finanziamento di circa 5 miliardi di euro.
Tali istruttorie sono già state approvate nelle sedute preliminari del Cipe, mentre
attendono ancora l'approvazione definitiva, che presumibilmente avverrà entro agosto.
Dell’intero Piano decennale sono state quindi avviate in circa due anni e mezzo
pressoché il 50% delle opere, il che mi sembra un ottimo risultato che comincia a dare i
primi frutti in termini di volume di appalti aggiudicati e conseguenti ricadute
sull’occupazione e sull’economia in genere.
Il sistema messo in atto con la Legge obiettivo sta effettivamente realizzando tali
obiettivi attraverso un complesso di regole contestualmente ideate in modo armonico,
un monitoraggio propulsivo dell’andamento del programma dalle fasi di progettazione a
quelle di realizzazione, una vigilanza anti-crimine appositamente predisposta per il
programma e infine un sistema di supervisione affidato ai Commissari di Governo
specificamente nominati per la Legge obiettivo. Tali dispositivi sono già operativi ed io
ritengo che siano sulla buona strada.
Il Programma procede bene in tutti i settori. Unica preoccupazione ci viene dalla
disponibilità delle risorse finanziarie che, come sappiamo, nel nostro Paese sono
limitate dall’ingente debito pubblico sussistente. Tuttavia tale difficoltà risulta meglio
contrastabile nel settore delle autostrade, laddove è possibile attingere al sistema
dell’autofinanziamento attraverso il pedaggio autostradale. Vi sono altri campi nei quali
è possibile operare attraverso la finanza di progetto.
Il settore ferroviario è certamente quello per il quale attualmente occorre sostenere lo
sforzo finanziario maggiore.
L’Italia, nel campo della costruzione delle grandi opere, dopo il cosiddetto miracolo
economico è stata validamente presente in tutto il Mondo e lo è ancora.
Quello che oggi sta avvenendo, è la ripresa in Italia di una attività che era stata interrotta
negli ultimi venti anni, generando oltretutto un gap infrastrutturale nei confronti degli
altri paesi industrializzati. La ripresa dell’attività delle costruzioni in Italia, grazie alla
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Legge obiettivo, sta producendo una trasformazione dell’industria delle costruzioni, che
con la nuova figura introdotta del Contraente generale (General Contractor) incentiva
dimensioni più adeguate alla competitività internazionale.
Il piano strategico per potenziare la rete di infrastrutture del Paese è stato uno dei
principali obiettivi del Governo per rilanciare l’economia. Approvato dal Cipe nel
dicembre 2001, si è tradotto nella Legge Obiettivo, strumento con il quale, tra l’altro,
sono state individuate le principali opere da realizzare all’interno di un programma
decennale di interventi.
Il sistema dei trasporti è stato fortemente penalizzato dalla mancata modernizzazione
delle infrastrutture che ha caratterizzato l’Italia negli ultimi decenni. Al fine di
realizzare questa modernizzazione, che riguarda l’intero territorio nazionale, il Governo
ha avviato il Primo Programma di Infrastrutture Strategiche da realizzarsi con lo
strumento della Legge Obiettivo. Con tale Legge sono state snellite le procedure in
modo da sbloccare i cantieri e sono stati messi a disposizione nuovi fondi. Dopo oltre
due anni e mezzo di Governo si può fare un primo bilancio dell’attività svolta, fornendo
gli ultimi dati sullo stato di avanzamento del programma della Legge Obiettivo. La
tabella di marcia prevedeva, entro il 2011, opere per un valore di 125 miliardi di Euro.
Ebbene a marzo 2004, grazie al faticoso e proficuo lavoro del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, sono stati attivati finora interventi per un costo pari a oltre
46 miliardi di Euro. Si pensi che solo l’Anas ha aumentato di 6 volte il numero di gare
bandite rispetto al 2001 e di oltre due volte il numero di gare aggiudicate, sempre
rispetto al 2001.
Al fine di superare da un lato la frammentazione delle competenze e dall’altro i diritti di
veto, con la Legge Obiettivo è stata prevista la realizzazione delle opere mediante
accordi con gli enti locali, che si concretizzano nella formalizzazione di Intese Generali
Quadro con le singole Regioni.
Al riguardo è importante ricordare la Sentenza delle Corte Costituzionale n. 303 del 1
ottobre 2003. Infatti, per le opere di intereresse nazionale la Suprema Corte ha chiarito
che l’operatività del Programma delle Infrastrutture Strategiche è subordinato all’intesa
tra lo Stato e le Regioni interessate, prevedendo che anche nell’approvazione e nella
localizzazione di progetti di interesse nazionale o internazionale le Regioni possano
rappresentare il loro punto di vista e motivare la loro valutazione negativa del progetto.
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Tuttavia allo Stato, nel rispetto del principio di leale collaborazione, non può essere
inibita la possibilità di procedere ugualmente, e tale previsione della Legge Obiettivo è
apparsa sostanzialmente non censurabile da parte della Corte Costituzionale.
Per rispondere a questa esigenza di una migliore qualità nella realizzazione delle opere
pubbliche, si è intervenuto innanzitutto sulla qualità della progettazione. Con la legge n.
166/2002 (Collegato Infrastrutture), voluta da questo Governo, sono state riscritte le
norme che disciplinano le modalità per la validazione dei progetti prima dell’avvio delle
procedure di gara. A breve verrà emanato un apposito regolamento che definirà in modo
rigoroso le attività di verifica prevedendo un controllo della qualità della soluzione
progettuale, della progettazione, nonché dell’opera nel tempo.
Il Governo si è molto impegnato per l’immediato avvio delle Autostrade del Mare.
Infatti tra i 29 progetti prioritari approvati dal Consiglio Europeo dei Ministri dei
Trasporti del 5 dicembre 2003, vi sono quattro Autostrade del Mare, di cui due,
denominate Europa Sudoccidentale ed Europa Sudorientale, interessano soprattutto
l’Italia. Inoltre con la legge n. 166/2002 il Governo ha previsto un contributo per
invogliare gli autotrasportatori a servirsi della nave. Il totale del contributo assegnato è
di 240 milioni di euro ed è previsto che sia concesso agli autotrasportatori che
effettueranno un numero minimo di viaggi su particolari tragitti marittimi, cioè quelli
che per la corrispondente mole di traffico terreste in atto hanno la potenzialità di
trasferire su mare quote consistenti di traffico stradale; una quota del 20% di questa
somma sarà destinata ad agevolare l’aggregazione delle imprese di trasporto.
Sempre con la legge n. 166/2002 questo Governo ha definito per la prima volta in Italia
uno strumento di decisa incentivazione del trasporto ferroviario al fine di riequilibrare le
modalità di trasporto in coerenza con gli indirizzi programmatici del Piano Generale dei
Trasporti. Tali incentivi, pari complessivamente a 350 milioni di euro, sono mirati alla
realizzazione di treni completi di trasporto combinato e di trasporto di merci pericolose,
nonché ai relativi investimenti e ai progetti di sviluppo da disciplinare con accordi di
programma.
Al fine di avviare un nuovo programma di infrastrutture strategiche per il nostro Paese,
è stato necessario adeguare prioritariamente le normative relative agli appalti pubblici.
Con la Legge Obiettivo e il relativo Decreto Legislativo di Attuazione sono state
definite le norme per le Opere Strategiche, introducendo in particolare la figura del
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contraente generale, mentre con la Legge n.166/2002 è stato rivisto e profondamente
innovato l’impianto normativo della Legge Merloni, modificando ed integrando ben 30
articoli della Legge n.104/1994. Le nuove disposizione sono state da un lato finalizzate
a superare quelle rigidità contenute nel testo della legge, rigidità legate al clima
particolare in cui è nata la legge stessa, semplificando le regole per l’esecuzione dei
lavori pubblici, dall’altra a introdurre norme che favoriscano il reperimento di risorse
per l’esecuzione delle opere, innovando profondamente l’istituto del project financing
(finanza di progetto).
A fianco a questa azione normativa, le altre iniziative che voglio evidenziare sono
quelle rivolte verso il problema sociale della casa.
Con il Decreto Martinat-Tremonti del 20 dicembre 2002, applicativo della Legge n.
431/1998 di riforma delle locazioni abitative, sono stati introdotti i nuovi contratti
transitori per una durata da uno a diciotto mesi. Si tratta di contratti volti a soddisfare
esigenze transitorie del proprietario ovvero del locatore, introducendo la possibilità di
stipulare contratti con gruppi di studenti universitari o con associazioni di datori di
lavoro che definiscano a loro volta contratti specifici a favore dei dipendenti che non
siano residenti e degli immigrati extracomunitari.
Infine, di recente, il Governo ha deciso di aumentare il “Fondo Nazionale di Sostegno
per l’accesso alle abitazioni in locazione sul libero mercato” di ulteriori 200 milioni di
Euro, che si vanno a sommare ai 246 milioni di Euro già previsti dalla Finanziaria 2004.
Questo fondo consente l’erogazione, a favore di conduttori di immobili ad uso abitativo
in possesso di determinati requisiti, di specifici contributi integrativi per il pagamento
dei canoni di locazione e rappresenta un elemento innovativo all’interno delle politiche
abitative avviate dallo Stato.
Infine è importante citare il programma innovativo in ambito urbano “Contratti di
quartiere II” finalizzato ad incrementare, anche con il supporto di investimenti privati, la
dotazione infrastrutturale dei quartieri degradati di comuni e città a più forte disagio
abitativo prevedendo, al contempo, misure ed interventi per favorire l’occupazione e
l’integrazione sociale. Lo stato di attuazione è avanzato, avendo le Regioni già emanato
i relativi bandi per la partecipazione dei singoli Comuni; successivamente verrà
effettuata la valutazione finale da parte del Ministero per l’assegnazione delle risorse,
pari a oltre un miliardo di Euro. I “Contratti di quartiere” rappresentano una occasione
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per promuovere utili esperienze in quelle aree in cui i processi di crescita urbana –
particolarmente intensi negli anni Settanta durante i quali ancora consistenti erano i
fabbisogni residenziali – hanno prodotto insediamenti residenziali carenti per qualità
ambientale e per dotazione di servizi e tali da caratterizzarli negativamente, per
l’assenza di luoghi riconoscibili e per lo scarso significato urbano degli aggregati
edilizi, rispetto alle altre zone più consolidate.
In questo quadro di iniziative positive, l’elemento di difficoltà emerso è rappresentato
dal problema di individuare una chiara separazione delle competenze tra Stato e Regioni
a seguito delle modifiche introdotte all’articolo 117 della Costituzione. E questa
ambiguità è stata spesso utilizzata da alcune Regioni governate dalle opposizioni per
rallentare l’azione del Governo.
È vero, la mobilità è l’asse portante del processo di sviluppo di un Sistema-Paese.
Consapevole di questo assunto, il Governo ha posto fra le priorità della propria agenda
l’avvio e il completamento delle grandi opere infrastrutturali, la modernizzazione del
settore dell’autotrasporto unito ad un forte impulso per lo sviluppo delle “Autostrade del
mare” ed infine, l’impegno per il risanamento del settore del trasporto aereo.
Al fine di garantire il diritto alla mobilità in una cornice di maggiore sicurezza, è
intervenuto poi sul Codice della Strada, apportando i necessari miglioramenti e
introducendo, grazie alla patente a punti, utili incentivi in tal senso.
Tali interventi sono attuati nella consapevolezza che il loro apporto sinergico è una
conditio sine qua non per garantire al Paese una maggiore competitività, che sia però
compatibile con l’ambiente e il territorio, in modo da tradursi in un effettivo
miglioramento delle condizioni di vivibilità di ogni cittadino.
La difficile conformazione morfologica del nostro Paese, infatti, non deve essere
percepita come un ostacolo allo sviluppo delle vie di comunicazione, bensì come una
singolarità in grado di tradursi in un punto di forza, vero asset strategico per la crescita
dell’Italia. Questo “stivale” frastagliato che si allunga fino al cuore del Mediterraneo è
in realtà una sorte di ponte naturale che assicura l’importante collegamento fra l’Europa
e il Medio Oriente; la consapevolezza di questo fondamentale ruolo civile e culturale,
oltre che economico, spinge il Governo a impegnarsi per valorizzare al meglio tale
posizione privilegiata. Ed è proprio questa singolarità a garantire la nostra più grande
ricchezza: quegli oltre ottomila km. di costa, su cui si affacciano porti tecnologicamente
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all’avanguardia, che rappresentano il motore principale dell’industria turistica nostrana,
ma anche fiore all’occhiello del patrimonio ambientale europeo e mondiale.
Proprio in considerazione del particolare posizionamento geografico del Paese, ideale
come tappa intermedia per i tragitti a medio e lungo raggio, si è ritenuto opportuno
potenziare ulteriormente gli investimenti nel settore aeroportuale, non solo in termini di
nuove infrastrutture, ma anche di ammodernamento e di maggiore efficienza nella
prestazione dei relativi servizi.
Del pari, si è provveduto ad incrementare gli investimenti necessari allo sviluppo del
reticolo stradale e delle grande arterie autostradali, al fine di fronteggiare la crescente
domanda del trasporto terrestre privato e commerciale, e in tal modo sostenere la
crescita costante del territorio. In tale ottica, l’autostrada Salerno – Reggio Calabria
costituisce un punto nevralgico dell’intervento statale, con uno sforzo finanziario e
umano senza precedenti, al fine di eliminare definitivamente uno dei punti più fragili del
sistema italiano di trasporto.
Di pari passo con l’impegno nello sviluppo della viabilità nazionale, il Governo ha
inteso garantirne e migliorarne le condizioni di sicurezza, facendone così un asset
strategico di sicuro rendimento per l’intero sistema economico nazionale. L’importante
successo ottenuto con l’introduzione della patente a punti non deve quindi distogliere le
autorità da un impegno sempre maggiore nel campo della sicurezza, con nuovi e
altrettanto coraggiosi interventi, quali il dispositivo del “sorpassometro” e la previsione
di campagne di comunicazione sempre più capillari ed efficaci.
Dal punto di vista degli interventi legislativi, lo sforzo si sta concentrando su una
riforma del Codice della Strada in grado di assicurarne maggiore snellezza e flessibilità,
mediante il ricorso allo strumento della delegificazione, in modo da consentirne una
maggiore adattabilità alle esigenze, e, di conseguenza, una maggiore efficienza. Tramite
la semplificazione del testo legislativo, si vuole pervenire ad un nuovo Codice, di pronta
e facile lettura, in cui siano previsti tanto i principi di carattere generale, quanto la
disciplina delle norme di comportamento, il sistema sanzionatorio e i principi che
reggono il funzionamento della patente a punti. Non si può tralasciare, infine, la
questione riguardante la compagnia di bandiera. Questo Governo, sostenuto anche
dall’Unione Europea, ritiene possibile, anzi necessario e inderogabile, il superamento
delle momentanee difficoltà di Alitalia. Con un intervento di sostegno perfettamente in
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linea con la normativa europea, e mediante una rinnovata fiducia nel management,
sicuramente in grado di attivare tutte le iniziative necessarie per garantirne il corretto
risanamento, Alitalia tornerà ad occupare quel posto di primo piano nel mercato
mondiale del trasporto aereo che sicuramente le spetta.