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sociale in modo tale da mantenerlo conforme ai valori comuni e
agli orientamenti di valore della società. L’insieme d’attività e di
rapporti strutturati a tal fine, formano un sistema di regolazione
sociale che contribuisce in maniera preventiva al mantenimento
dell’ordine. Una definizione di tale fenomeno c’è fornita da
SOROKIN:
“Questo controllo sembra consistere, in primo luogo, nella prova
degli individui sotto il profilo della loro adattabilità
all’assolvimento di una determinata funzione sociale; in secondo
luogo, nella selezione degli individui in rapporto a una precisa
posizione sociale; in terzo luogo, nella conseguente distribuzione
dei membri di una società tra i diversi strati sociali, nella loro
promozione o nella loro degradazione… Lo scopo essenziale di
questo controllo è di distribuire gli individui in modo che ognuno
sia collocato in base al suo talento e sia capace di svolgere con
successo la sua funzione sociale. Se sono collocati erroneamente,
gli individui assolvono male il loro compito sociale e, di
conseguenza tutta la società ne risente e si disgrega”.
1
1
P. Sorokin, La mobilità sociale, Edizioni di Comunità, 1975.
- 3 -
Il fine ultimo d’ogni tipo d’educazione consiste, dunque,
nella socializzazione degli individui attraverso un processo
d’interiorizzazione dei ruoli, al fine di auspicare comportamenti
prevedibili e normali. La riuscita di questo processo non è
tuttavia scontata, ma consente di ridurre il volume del controllo
sociale necessario a fare in modo che gli individui agiscano
secondo norme e modelli riconosciuti validi.
Lo scopo della nostra indagine è quello di misurare,
all’interno di un contesto territoriale locale come quello del
comune di Rende, il modo in cui la scuola media dell’obbligo
riesce a proporsi come elemento di regolazione sociale, in un
periodo storico in cui i processi di modernizzazione generano
fenomeni di deregolazione della società.
Nel campo dell’analisi socio-territoriale è ormai matura la
convinzione che a seguito dei mutamenti in atto nel corpo sociale
ed economico, le forme d’integrazione siano profondamente
mutate nel corso degli ultimi venti anni. La notevole
frammentazione delle domande, le specificità locali delle
condizioni e dei modelli di regolazione sociale, l’emergere di
- 4 -
nuove forme di famiglia o di nuovi bisogni si sommano a
domande più tradizionali ancora sostanzialmente insoddisfatte.
“E’ diventato chiaro che la semplice distruzione di
configurazioni tradizionali non necessariamente è sintomatica di
nuovi, vitali sviluppi innovativi e che molto spesso la mera
distruzione d’impostazioni tradizionali…tende a risolversi nella
disorganizzazione, nella delinquenza e nel caos, piuttosto che
nella costituzione di un nuovo valido e moderno ordinamento”.
2
I processi di modernizzazione se non sono accompagnati
da processi di ridistribuzione delle risorse, possono avere effetti
disgregativi per l’ordine sociale. In altre parole, se lo sviluppo
non coinvolge in modo uniforme la struttura sociale esistente, si
creano conflitti e s’innescano processi di marginalizzazione per
quelle fasce di popolazione che non riescono ad integrarsi nel
nuovo sistema emergente.
3
L’assenza di processi di regolazione
del cambiamento, provoca l’aggravarsi dell’esclusione sociale. In
questo processo la scuola si colloca come importante agenzia di
regolazione. Compito del nostro lavoro è, appunto, lo studio di
2
S.N.Eisenstadt, Mutamento sociale e tradizione nei processi innovativi, Ed. Liguori, 1974.
3
Giddens A., Le conseguenze della modernità, Il Mulino, 1994.
- 5 -
quest’aspetto integrativo che la scuola svolge allo scopo di
mitigare le discontinuità del sistema.
In sintesi, le domande alle quali ci proponiamo di
rispondere con questa nostra indagine sulla scuola dell’obbligo
sono: esistono a Rende fenomeni di deregolazione e di
marginalità? Qual è la consistenza della dispersione scolastica in
un territorio che mostra evidenti segni di modernizzazione? Quali
sono le caratteristiche del meccanismo selettivo della scuola e,
soprattutto, chi ne è direttamente coinvolto?
- 6 -
CAPITOLO 1
IL PIANO DELLA RICERCA
1.1. L’ipotesi
Il presente lavoro si prefigge il compito di spiegare in
termini generali le relazioni esistenti tra scuola da un lato, e la
società nel suo complesso e le altre parti di questa società
dall’altra. Più precisamente, scopo dell’indagine è quello di
verificare l’esistenza di correlazioni importanti tra stratificazione
sociale, disuguaglianza e istruzione, in un contesto urbano come
quello della città di Rende.
L’ipotesi di fondo è molto semplice: verificare se, ancora
oggi, la riuscita scolastica è legata alla posizione di classe. Chi
appartiene alle classi inferiori ha minori possibilità di conseguire
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medi e alti livelli d’istruzione o, meglio, chi proviene da ambienti
più poveri subisce un trattamento discriminatorio che incide sul
rendimento finale e sulla possibilità di accedere a studi superiori.
Queste relazioni si possono spiegare in diversi modi, e
l’argomento gode di una nutritissima bibliografia.
Le ricerche più
importanti appartengono all’ordine della microsociologia,
tuttavia non mancano le teorie macrosociologiche.
I capitoli che seguiranno saranno dedicati alla descrizione
della vita scolastica, in un arco di tempo di quattro anni, nelle
scuole medie inferiori del comune di Rende. Non ci siamo
limitati a cercare eventuali disagi o incongruenze nelle strutture
stesse, ci siamo soffermati ad esaminare la vita scolastica in tutti
i suoi particolari, ad osservare e ad interpretare quanto succedeva
nelle aule e nelle scuole. In particolare, ci siamo soffermati sul
concetto di selezione scolastica e, tralasciando i casi limite
riportati dalle statistiche, abbiamo cercato di individuare
fenomeni tendenziali di abbandono della scuola e situazioni
generalizzate di disuguaglianza nel trattamento di fine anno. È
questa la parte centrale della ricerca, cui è stata dedicata una cura
- 8 -
minuziosa sia nella raccolta dei dati sia nella loro elaborazione,
poiché consente di ricostruire la disuguaglianza di fronte
all’istruzione, ipotesi fondamentale della ricerca, con strumenti
validi.
Un altro aspetto importante curato dalla ricerca, che
potremmo definire introduttivo, è rappresentato dalla descrizione
socioeconomica del territorio rendese, effettuata attraverso
l’utilizzo di dati statistici. Vedremo quali sono le caratteristiche
fondamentali dell’organizzazione economica del tessuto urbano e
quali sono gli aspetti salienti della struttura sociale.
1.2. L’oggetto
L’analisi utilizza come campo d’indagine il mondo della
scuola media dell’obbligo, ritenendo che essa costituisce il
nucleo centrale di tutti i sistemi scolastici e, soprattutto,
rappresenta l’istituzione sociale che maggiormente contribuisce a
soddisfare la domanda di conoscenze basilari, necessarie per
accedere a livelli di qualificazione più alti richiesti dal mercato
del lavoro. Inoltre si è scelto il territorio del comune di Rende
- 9 -
come spazio di rilevazione. Questo allo scopo di verificare se in
un comune relativamente sviluppato, si formano sacche di
marginalità sociale e come questo processo d’emarginazione
avviene concretamente nella società. È diventato sempre più
difficile affrontare separatamente i problemi dell’istruzione e
dello sviluppo, perciò occorre valutare in tutta la sua portata, il
riflesso della scolarità sull’insieme della vita sociale e produttiva.
Si tratta di un riflesso sconvolgente, che muta l’orizzonte
culturale e morale degli individui e cambia i rapporti tra genitori
e figli, che fa emergere valori nuovi, nuove aspettative, un
diverso modo di atteggiarsi nei confronti della vita e del lavoro,
e, nello stesso tempo, determina l’offuscarsi di antiche certezze.
Proprio per questi motivi è del tutto sterile affrontare il
tema della scuola in modo separato. In realtà ogni volta che si
guarda alla scuola, ci troviamo dinanzi al suo rapporto con la
società. Nel valutare luci ed ombre della scuola, non possiamo
non ricordare le funzioni stesse che essa svolge nella società. Da
una parte quelle manifeste, volontarie e intenzionali, che
- 10 -
possiamo classificare in tre funzioni principali
1
: la funzione
conoscitiva che consiste nell’insegnare le tecniche elementari
come la lettura, la scrittura e il calcolo e, anche, consiste nella
trasmissione della conoscenza finalizzata a se stessa oppure
all’acquisizione di competenze professionali; la funzione politica
d’iniziazione ai valori che la società ha riconosciuto legittimi (ciò
che è giusto e ciò che è sbagliato); la funzione di socializzazione
diretta a favorire lo sviluppo di personalità socialmente
auspicabili, mediante la sperimentazione di forme di
cooperazione e socialità. La scuola socializza insegnando agli
allievi una serie di regole di comportamento e plasmando loro il
carattere. Dall’altra parte abbiamo le funzioni latenti della scuola,
dirette al controllo sociale. Ecco come P.L. Berger e B. Berger
definiscono tali funzioni:
“In termini molto generali la funzione dell’istruzione è la
sistemazione… Tale termine ha un duplice significato: esso
significa, in quanto funzione manifesta, sistemare un ragazzo
correttamente, cioè valutare il suo status in base ai criteri
1
P.L. Berger-B.Berger “Sociologia – la dimensione sociale della vita quotidiana”, Il
Mulino, Bologna.
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riconosciuti e perciò dargli un programma di carriera che sia
adeguato a questa valutazione. In secondo luogo, significa anche
- più sottilmente e in quanto funzione latente - insegnare ad un
ragazzo quale è il suo posto e cioè far sì che egli accetti i criteri
di valutazione come criteri giusti legittimando così la carriera che
consegue logicamente a tale valutazione.”
2
In tale affermazione affiora nella sua complessità il
rapporto tra l’istruzione e controllo sociale, al quale è
connaturato un meccanismo di selezione degli individui. La
scuola è una delle forme più appropriate per selezionare quella
parte di ragazzi che potranno impadronirsi delle conoscenze,
continuare gli studi e seguire una carriera scolastica. Essa
funziona pertanto da strumento manifesto di trasmissione della
conoscenza e di valori, ma, allo stesso tempo, funge anche in
maniera latente da meccanismo di controllo e di selezione. La
scuola discrimina sistematicamente i ragazzi dei ceti meno
abbienti, anche se in una certa misura questi, ora, accedono più
facilmente agli studi. Nei capitoli successivi vedremo come
2
Ibidem.
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quest’ultima affermazione trovi riscontro nella specificità della
scuola dell’obbligo di Rende. Se è vero che qui dal punto di vista
dell’organizzazione i progressi sono stati notevoli, facilitando
l’accesso agli allievi d’ogni ceto sociale, occorre riconoscere che
anche nelle scuole di Rende sussistono fenomeni di selezione
accentuata.
1.3. La metodologia
Il lavoro è esposto su quattro capitoli a carattere
descrittivo; un altro è riservato alle conclusioni. Nel secondo,
come già accennato, abbiamo sondato la struttura
socioeconomica del comune rendese per evidenziare il contesto
in cui le scuole quotidianamente operano. Ci siamo avvalsi di
statistiche ufficiali dell’ISTAT relative al censimento generale
della popolazione del 1991. Il terzo capitolo è dedicato alla
presentazione delle scuole medie oggetto della ricerca. Vengono
descritte, mediante la costruzione di alcuni indici di funzionalità
e la composizione della utenza, le caratteristiche più visibili che
appaiono maggiormente all’esterno. Nei capitoli quarto e quinto
- 13 -
analizzeremo il processo selettivo e la disuguaglianza delle
opportunità di fronte all’istruzione. Cercheremo di ricostruire la
composizione sociale dell’esclusione. Diciamo subito che, in
questo caso, le informazioni disponibili sulla struttura di classe
della popolazione studentesca sono limitate, tuttavia siamo
riusciti ad ottenere un quadro abbastanza dettagliato e veritiero
delle dinamiche d’esclusione e della distribuzione delle
opportunità.
Il capitolo conclusivo è riservato alle osservazioni d’ordine
generale e alla formulazione d’interrogativi sulle cause dei
meccanismi generatori di disuguaglianza.
Tutta la ricerca si sviluppa attraverso una ricca raccolta di
dati, che consente di valutare fenomeni come le assenze o le
bocciature di fine anno. Sono queste le variabili più importanti
registrate nei vari istituti rendesi, per un lasso di tempo di quattro
anni scolastici: 1993-1994, 1994-1995, 1995-1996, 1996-1997.
Ciò ci ha permesso di visionare le diverse realtà
scolastiche in modo continuato, evitando così di incorrere in
errori di valutazione dovuti a fattori puramente casuali, che
- 14 -
possono incidere sull’andamento di un anno scolastico oltreché
sulla durata stessa. Si pensi, ad esempio, alle esigenze elettorali o
particolari avversità atmosferiche che in un’annata possono
rendere gli istituti inutilizzabili per periodi considerevoli.
Il conteggio delle assenze, con la rilevazione dei risultati di
fine anno, è stato reso possibile consultando i registri di classe
che sono compilati alla fine dell’anno. In alcuni casi, pochi per la
verità, essi presentavano incongruenze o erano incompleti, per
questo abbiamo utilizzato le schede di valutazione dei docenti
d’italiano dove le assenze si registrano in ore di lezioni. Si è
deciso, quindi, di conteggiare i giorni in cui le ore d’assenza
erano concentrate.
3
Sono state così ricostruite per intero le
carriere scolastiche e alla fine della raccolta dei dati abbiamo
contato in totale 6042 casi.
La rilevazione ha portato alla registrazione di numerose
altre variabili di cui ora, brevemente, accenneremo al significato
che rivestono:
Il ritardo sull’obbligo scolastico; è fondamentale per lo
3
La scelta è ricaduta su questa disciplina perché essa ricopre quasi per intero la settimana
di lezioni. La trasformazione delle ore in giorni d’assenza è stata effettuata direttamente
dalle schede e caso per caso.
- 15 -
svolgimento della ricerca perché permette di valutare, anche se
approssimativamente, l’andamento generale della scuola. Inoltre,
è la variabile che meglio sintetizza la carriera scolastica di ogni
studente. Non era immediatamente disponibile nei registri
consultati ma è stata ottenuta confrontando la data di nascita
(l’anno) con la classe frequentata. In altre parole, se un ragazzo
di undici anni frequenta la prima è in regola mentre uno di
dodici, nella stessa classe, è in ritardo con l’obbligo.
Le ripetenze; si tratta di una variabile intrinsecamente legata alla
precedente in quanto causa del ritardo. La ripetenza dell’anno
scolastico è dovuta alla bocciatura dell’anno precedente, quindi
le percentuali delle due misure dovrebbero in teoria
corrispondere.
Le altre variabili fanno riferimento a dati più
specificatamente personali come il nome e la data di nascita, il
luogo di residenza e la scuola d’appartenenza, l’anno scolastico e
la classe frequentata. In tutti i casi abbiamo, comunque,
mantenuto la massima riservatezza, evitando di riportare i casi
limite e utilizzando i dati anagrafici per il solo scopo di