6
dibattito politico fu la causa scatenante che determinò la dipendenza del
sistema politico a quello dei media che, oggi definiamo tradizionali, in
vista di un futuro che prevede le rivoluzioni dell’informatica. Il problema
della distanza della società civile manifestatosi in tutte le democrazie
occidentali, la necessità di ristabilire un contatto con i cittadini portò il
sistema mediale ad essere un’ottima soluzione per colmare questo gap.
Nacque infatti, il Partito Pigliatutto
2
(Kircheimer 1979) cioè quei partiti
che riducono drasticamente i contenuti ideologici che li caratterizzano,
marginalizzando il ruolo degli iscritti, dando spazio così a gruppi
d’interesse che spostano il ruolo centrale della classe di intellettuali che
fino a questo momento guidavano gli orientamenti politici. Ciò, sul
fronte comunicativo provocò la produzione di messaggi indifferenziati,
potenzialmente fruibili da tutti, che trovarono nel mezzo televisivo, e in
generale nei mezzi di comunicazione di massa, un canale di diffusione
adatto a tale scopo, rendendoli centrali nella costruzione della
dimensione politica.
La televisione diventa la piazza dove si danno appuntamento governanti
e governati, prende il primo posto fra i cittadini come fonte
d’informazione e come occasione di svago capace di rispondere alle
diverse richieste del nuovo assetto della società civile.
Dalla iniziale fase entusiastica dell’ingresso della tv nel sistema politico
per recuperare il contatto con i cittadini, ci si accorge che il ricorso al
mezzo televisivo, non solo impone regole e codici comunicativi non
troppo compatibili con quelli propri della politica (tempi veloci, troppo
2
In Sara Bentivegna, Politiche e nuove tecnologie di comunicazione, Bari, Editori laterza, pp.9
7
frammentati per il ragionamento politico), ci si accorge che il sistema dei
media mina profondamente il sistema politico, provocando nei cittadini
indifferenza e distacco nei confronti delle questioni di rilevanza politica.
Si genera ciò che Norris (2000) definisce “ MEDIA MALAISE” ossia la
distorsione del messaggio politico esposto alle pratiche del sistema
mediatico televisivo. Tale concetto era già stato anticipato da Robinson
(1976) coniando la definizione di “video malaise”intendendo con ciò la
conseguenza dell’esposizione alle news televisive, che in quegli anni
risultava essere particolarmente elevata dopo il caso Watergate e la guerra
del Vietnam. In seguito, a partire dagli anni Ottanta in particolar modo,
le accuse mosse al sistema dei mezzi di comunicazione di massa si fanno
sempre più accese e si rivolgono senza più distinzioni a stampa e
televisione. Contributi recenti di studiosi della materia hanno avuto come
oggetto delle loro accuse la produzione delle notizie che sempre più
rispecchiano la logica propria del Packjournalism, di un giornalismo cioè
che preconfeziona le storie e predilige gli eventi sensazionalistici. Nel
1993 Patterson giunge alla conclusione che i media hanno recitato una
parte sbagliata, divenendo “mistcast istitution”: una rappresentazione
della vita politica perennemente segnata da conflitti, scandali e
soprattutto poco attenta alle questioni di interesse dei cittadini. In
particolare contro la televisione si scaglia Putman, al termine di un ciclo
di studi dedicato all’individuazione della scomparsa del capitale
8
sociale(1995)
3
. Egli sostiene che l’uso del mezzo televisivo ha provocato
l’erosione del capitale sociale nelle nuove generazioni (in particolare
quella americana); dicendo che: <<più televisione si guarda, meno si è
coinvolti nelle diverse forme di partecipazione sociale>>. A sostegno
della tesi di Putman interviene anche Sartori affermando che: << la
televisione traduce i problemi in immagini: ma se poi le immagini non
vengono tradotte in problemi l’occhio mangia la mente; che il puro e
semplice vedere non ci illumina per nulla su come i problemi siano da
inquadrare, proporzionare, affrontare e risolvere>>.
Un’interessante intervento di Fausto Colombo ci svela una realtà che
non è poi così rosea se le nuove tecnologie non saranno applicate
attraverso politiche sociali egualitarie. Definisce la Teledemocrazia con il
termine Moderna, in quanto non più caratterizzata da televisione e
stampa, ma bensì dai new media fecondati dall’informatica. Le reti
telematiche, il loro funzionamento e la loro capacità d’interrelarsi con il
sistema sociale evidenziano lo stato attuale della democrazia: uno scontro
tra forze centrifughe che riguardano più da vicino le libertà individuali di
ciascun soggetto all’interno del sistema sociale; e forze centripete che al
contrario si riferiscono ad una compressione del sistema tecnoculturale
limitandone la sua libertà. Al contempo i sistemi tecnoculturali,
3
A tale proposito è interessante il contributo che Jeremy Rifkin da con il suo libro “L’era dell’accesso”,in cui
individua le coordinate di una nuova era in cui le fondamenta della vita moderna si stanno sgretolando; le
istituzioni che prima riuscivano a guidare gli uomini in battaglie ideologiche stanno svanendo per lasciar spazio ad
una nuova realtà di economie che impongono alla società di ripensare i legami e i vincoli che nel prossimo secolo
definiranno i rapporti tra gli uomini. Così i mercati stanno cedendo il posto alle reti ,la proprietà che un tempo
dava ragion d’essere alla persona è sostituita dall’accesso: nuovo soggetto delle negoziazioni di tutto il mondo
,perché solo grazie ad esso si è in grado di accedere all’unica e ultima sfera indipendente dell’attività umana:la
cultura.Si commercia Capitale Intellettuale.Proseguendo nella sua analisi Rifkin arriva ad affermare che la
questione dell’accesso assumerà un importanza politica di dimensioni storiche
9
all’interno del sistema sociale sono soggetti a diversi tipi di forze: forze
esogene direttamente provenienti dal sistema sociale, e forze endogene
provenienti dal sistema tecnoculturale stesso.
Ciò che alla fine emerge da tale tesi è che tutte le dimensioni sociali del
sistema tecnoculturale, all’interno di questo giuoco di forze, dovrebbero
tendere ad una situazione di garanzie vincolanti per tutti allo stesso
modo, dovendo, come conditio sine qua non, tener conto di un tutto e
non distinguere tra un centro e una periferia, tra massa e opinione
pubblica, tra elettorato e cittadini, tra utenti e clienti, tra giovani o adulti.
Proprio in relazione a tale discorso, che, probabilmente rispecchia solo in
parte gli studi fatti sulla società e sulla democrazia applicate alle ICT’s
perché propende un po’ troppo verso quella che è definita cyberfilosofia,
le forze di cui parla Bifo
4
, i sistemi da lui definiti e le dimensioni sociali
sempre da lui individuate (i sistemi tecnoculturali), ci consentono di
introdurre quali saranno gli ambiti che andremo ad affrontare per capire
quale sia il rapporto attuale dei giovani con la politica,quello che è stato
in passato e quali ne sono le cause primordiali e gli effetti odierni. Certo
è che i vecchi media nel passato e quelli nuovi nel presente hanno
giocato un ruolo direi decisivo se non fondamentale. Ecco che, allora, la
prima domanda alla quale forse va data una risposta è proprio in
relazione alle possibilità (per ora solo presunte) che il sistema delle reti
offre ai cittadini, quindi: che cosa può essere fatto con i nuovi media?
Quali sono le loro capacità di comunicazione?
4
Bifo: Franco Berardi
10
1 Dalla società di massa alla società delle reti
1.1 Le capacità di comunicazione dei nuovi media
Con riguardo a questo concetto la scienza da sempre risponde
confrontandosi con delle variabili che pongono in relazione le
caratteristiche della comunicazione mediatica con quella faccia a faccia.
Il vecchio approccio socio-psicologico introdusse il concetto di presenza
sociale, per evidenziare i limiti che tutti i media e tutti i canali svelano nel
confronto con la comunicazione faccia a faccia; infatti, perdono, anche
solo in parte: socievolezza, calore, informazione personale e sensibilità,
ciò significa che hanno una limitata presenza sociale.
A partire da queste caratteristiche, assunte come oggettive, tutte le
comunicazioni mediali e faccia a faccia permettono di sperimentare in
modo differente la presenza tra i partner della comunicazione. Per
esempio il video telefono offrirebbe più presenza sociale del telefono.
Diversi sono i modelli elaborati in merito alle caratteristiche oggettive
della presenza sciale come una delle capacità di comunicazione dei nuovi
media: fino agli anni 80’ si orientarono maggiormente verso le discipline
socio-psicologiche per poi passare ad un approccio socio-culturale
considerando le caratteristiche intersoggettive di costruzione sociale
scendo dai limiti che gli approcci socio e psicologici avevano imposto alla
realtà sociale considerandola entro una comunicazione largamente
interpersonale e legata al luogo. Fulk, per citare un nome rappresentativo
di quest’ultimo approccio, ed altri suoi colleghi, furono i primi a
11
sviluppare un modello sociale di elaborazione dell’informazione:
chiedendosi effettivamente quale fosse l’uso quotidiano dei media e
come poi la gente li trasformi intersoggettivamente nell’elaborazione
sociale dell’informazione. Ciò che si evince dai dati, è che nella prima
fase delle comunicazioni mediate da computer, questo processo sia
condizionato dalle opinioni sui media e dagli atteggiamenti verso di loro
delle persone che li utilizzano. Studi recenti sono stati fatti da Spears e
Lea (1992) e secondo la loro teoria dell’identità sociale, la ragione alla
base della quasi equivalenza tra comunicazione mediale e comunicazione
faccia a faccia è che la gente trasporta il bagaglio della propria identità
sociale, culturale e personale nelle comunicazioni attraverso reti di
computer. Infine c’è chi come Van Dijk
5
, propone un approccio
integrato e multi- disciplinare allo studio degli effetti che i nuovi media
hanno sulla struttura sociale, sulla struttura del sistema politico e su
quella che regge gli equilibri di potere, nell’organizzazione economica e
burocratica. Van Dijk, inizia facendo una considerazione relativa alla fine
della società di massa e l’inizio della società delle reti andando ad
individuare i vari ambiti argomentativi per definire questo processo al
quale hanno dato inizio le reti. Essendo importante tener presenti sia le
caratteristiche oggettive, relative e comuni, a vecchi e nuovi media, che
quelle soggettive, concernenti le reali capacità d’uso, il sociologo analizza
in primo luogo le capacità di comunicazione dei nuovi media a
confronto con i vecchi e la comunicazione faccia a faccia, la mamma di
tutta la comunicazione. In primo luogo, individua nove variabili che gli
5
Jan Van Dijk1999, Sociologia dei Nuovi Media, Il Mulino
12
permettono di metterli a confronto che sono: velocità, portata, capacità
di memoria, accuratezza, selettività, interattività, ricchezza degli stimoli,
complessità e protezione della sfera intima. Secondo tale approccio è
importante il fatto di cominciare l’analisi dalle proprietà strutturali,
poiché la loro interpretazione intersoggetiva e il loro uso pratico sono
troppo diversi per permettere un qualunque tipo di generalizzazione;
inoltre l’opinione diffusa tra gli esperti del settore secondo cui i media
non hanno caratteristiche oggettive non è corretta
6
. La tabella qui di
seguito illustra le capacità comunicative dei vecchi e nuovi media
mettendoli a confronto con le variabili prima elencate:
6
La comparazione fra vecchi e nuovi media è presente anche nel libro di Gianfranco Bettetini e Fausto Colombo,
“Le nuove Tecnologie di Comunicazione”; inoltre è doveroso ricordare che l’approccio multidisciplinare al
mondo dei mezzi di comunicazione di massa fu ampliamente “sviscerato” da Umberto Eco nel suo libro “
Apocalittici e Integrati”, dove cercando di riassumere le diverse posizioni che negli anni esperti del settore hanno
preso con i termini Apocalittici e Integrati , si delinea la cultura di massa e la società postmoderna in un panphlet
che coinvolge tutte le forme della comunicazione, dalla radio, al cinema al fumetto,la tv e tutti i loro discendenti. .
13
CAPACITA’ DI
COMUNICA
ZIONE
VECCHI MEDIA NUOVI MEDIA
FACCI
A A
FAC
CIA
BROAD
CASTING
TELEFONO
STAM
PA
RETI DI
COMPU
TER
MULTIMEDIA
LE
VELOCITA’ BASSO BASSO
MEDIO
ALTO ALTO ALTO ALTO
PORTATA
(GEOGRAFI
CA)
BASSO MEDIO ALTO ALTO ALTO BASSO
PORTATA
(SOCIALE)
BASSO MEDIO ALTO ALTO BASSO BASSO
CAPACITA’ DI
MEMORIA
BASSO MEDIO MEDIO BASSO ALTO ALTO
ACCURATEZZA BASSO ALTO BASSO
MEDIO
BASSO ALTO ALTO
SELETTIVI
TA’
BASSO BASSO BASSO ALTO ALTO ALTO
INTERATTI
VITA’
ALTO BASSO BASSO MEDIO MEDIO MEDIO
RICCHEZZE DI
STIMOLI
ALTO BASSO MEDIO BASSO BASSO MEDIO
COMPLESSI
TA’
ALTO ALTO MEDIO MEDIO BASSO MEDIO
PROTEZIO
NE DELLA
PRIVACY
ALTO MEDIO ALTO MEDIO BASSO MEDIO
14
Osservando la tabella ciò che si evince è che comunque i nuovi media offrono
diversi vantaggi in più rispetto a quelli vecchi, senza però superare come i loro
predecessori, quei limiti che comunque vengono sempre superati nella
comunicazione faccia a faccia. La velocità con cui la comunicazione supera le
lunghe distanze è una delle capacità salienti dei nuovi media: tramite Internet e
la posta elettronica si può mandare un messaggio all’altro capo del mondo nel
giro di un minuto, mentre le comunicazioni faccia a faccia e i media basati
sulla stampa sono in grado di connetterci velocemente solo con partner vicini.
La portata potenziale, geografica e demografica, dei nuovi media è assai vasta,
considerando che il mondo intero in futuro potrebbe essere connesso alle reti
di telecomunicazioni, di computer e al broadcasting, i quali stanno
convergendo gli uni verso gli altri
7
. Altra importante qualità dei nuovi media è
il loro enorme potenziale di memoria; infatti nei media digitali si possono
immagazzinare molti più dati che nei media su stampa e nei media analogici di
broadcasting. L’accuratezza o esattezza dell’informazione trasmessa è un
vantaggio rilevante dei nuovi media al confronto della comunicazione
telefonica o faccia a faccia, dove spesso i segnali sono spesso ambigui; i nuovi
media aggiungono l’esattezza dei dati o dei numeri e la capacità informativa
delle immagini. La capacità di memoria e quest’ultima dei nuovi media
permettono a governo, politici e amministratori di controllare la crescente
complessità delle società e delle organizzazioni. Senza ICT’s molti processi
sarebbero incontrollabili e s’impantanerebbero, ostacolati da pratiche
burocratiche.
Capacità altrettanto importante è la selettività dei messaggi e degli indirizzi che
i nuovi media offrono con una qualità superiore sia a quella della
comunicazione faccia a faccia, sia in confronto con quella a mezzo stampa;
7
Jan Van Dijk, Sociologia dei nuovi media, 1999, Il Mulino
15
solo il telefono permise in un primo momento di superare tali limiti, poi con i
nuovi media gli utenti hanno potuto migliorare tale capacità grazie ad esempio
le mailinglist che a loro volta hanno dato il via al marketing telematico
potendo usufruire di una selezione già esistente di specifici gruppi d’interesse.
In termini d’interattività rimane imbattuto il primato della comunicazione
faccia a faccia dove è conseguibile il livello più alto. Per quanto riguarda i
nuovi media, tale capacità risulta ancora molto auspicata e ricercata ma quasi
mai raggiunta; diversi sono i tentativi che possono testimoniare tale impegno
in riguardo a questo obiettivo ma, in realtà, per motivi strutturali di capacità
della rete e per motivi riguardanti gli equilibri di potere centrali e periferici
(nazionali e regionali, internazionali e nazionali in entrambi i casi vi sono dei
problemi da risolvere di fronte alle possibilità di controllo di accesso e
contenuto) l’interattività è ancora molto limitata.
Per quanto riguarda la ricchezza di stimoli è ancora la comunicazione faccia a
faccia ad è essere il medium migliore; questo perché tutti gli altri sono poveri
dal punto di vista sensorio.Ciò che propone la rete, tuttalpiù, può essere una
ricchezza data da stimoli creati artificialmente che troppo dipendono dalla
discrezionalità degli interessi privati della sfera personale di ciascun individuo.
Infine, arriviamo ad analizzare le ultime due capacità: complessità e protezione
della privacy. In merito alla prima, le ricerche sostengono che non sia alta nei
new media, anche se ancora risulta difficile instaurare rapporti, di qualunque
genere che non rimangano in superficie, tipo arrivare a conoscere veramente
qualcuno.
In termini di tutela della privacy, i new media hanno ancora diversi limiti e
molti di questi derivano dal così detto controllo dall’alto (autorità o altri
interessi costituiti)
8
8
Jan Van Dijk,1999, Socilogia dei nuovi media,Il Mulino.
16
Il prossimo argomento che affronteremo ci permetterà di capire certi
cambiamenti all’interno della sfera comunicativa ma anche nella struttura della
società.
1.1.2 La modernizzazione: le sue variabili, le sue costanti
Risultato della modernizzazione, che segna la fine dell’era industriale o post
industriale, come alcuni studiosi dicono, è il passaggio dalla società di massa a
quella virtuale o società delle reti. Come fra poco vedremo Giddens individua
due meccanismi virtualizzanti per descrivere l’ambiente e la società di cui fa
parte. Questi due meccanismi sono i mezzi simbolici (come ad esempio il
denaro elettronico) e i sistemi aperti, quello virtuale. A proposito di realtà
virtuale, si troverà, in questa prima parte del mio lavoro, un’ampia parte
dedicata ad essa in quanto non solo è una caratteristica imprescindibile per
comprendere la società moderna, ma è una realtà che pervade il contesto
giovanile in modo importante divenendo per essi un ambiente dove fare
esperienze che coinvolgono tutti i sensi permettendogli di entrare in contatto
con chiunque desiderino.
Giddens descrive l’uomo moderno come il risultato di diversi cambiamenti
cominciati a partire dagli anni’80 fino ad arrivare ai giorni nostri. Egli lo
distingue dall’individuo della società di massa per diverse stili di vita, per
diversi partner e diversi ambienti vissuti, in cui l’estetica e lo stile di vita sono
fortemente condizionati dal nuovo assetto economico, politico e sociale che
l’avvento delle nuove tecnologie di comunicazione, per prima la Rete, hanno
generato nella società in cui vive. Come poi si leggerà, un altro teorico della
modernizzazione, Castells descrive questo fenomeno come “una rivoluzione
tecnologica, incentrata sulle tecnologie di comunicazione dell’informazione,
17
cominciò a ridefinire a rapidi passi la base materiale della società” (Castells,
2001). In questa rivoluzione le economie di tutto il mondo diventano
globalmente interdipendenti introducendo un nuovo tipo di relazione tra
economia stato e società. Questo sociologo (Castells), individua diversi fattori
come cause di tale processo; primo di tutti un nuovo tipo di capitalismo, in cui
compare una maggiore flessibilità nella gestione e nel lavoro, una maggiore
competizione economica globale in un contesto in cui aumenta la
differenziazione geografica e culturale delle condizioni per l’accumulazione e
la gestione del capitale. Come Giddens, Castells propone un‘analisi storica di
tali cambiamenti, partendo dalla caduta del Muro di Berlino come segno della
fine dello statalismo sovietico e del movimento comunista internazionale;
inoltre la fine della Guerra Fredda, la diminuzione dei rischi di scontri
nucleari, una diversa geopolitica globale sono tutte circostanze che formano le
basi per il nuovo tipo di società nata appunto da tali cambiamenti. In
particolare Castells sottolinea come vacilli il patriarcato in molte società, come
le relazioni di genere siano diventate terreno di contesa piuttosto che una sfera
di riproduzione culturale; e di conseguenza come sia in atto una ridefinizione
dei rapporti fondamentali fra uomini donne e bambini, e dei valori che
riguardano la famiglia, la sessualità e la personalità. Queste sono le premesse
fondamentali per descrivere in particolare i cambiamenti che la società ha fatto
vivendo l’era moderna dell’economia informazionale e della robotizzazione.
18
1.1.3 Lo spazio e il tempo
La prima caratteristica astratta è la distanzazione spaziotemporale, ossia una
progressiva riduzione della percezione di spazio e tempo, rilevanti, invece
nella società tradizionale basata sulla interazione diretta tra persone che
vivono vicine le une alle altre.
L’attuale società moderna ha rotto tale situazione, diffondendo costumi e
tradizioni che permettono di immagazzinare l’informazione perché possa
essere usata successivamente o tramandata alle generazioni future, facilitata dal
crescente sviluppo di comunicazioni e trasporti. Tutti coloro che sono
appassionati della materia, parlano di questa nuova modalità di percepire nel
vivere quotidiano lo spazio e il tempo, individuando in queste due variabili il
primo, più evidente cambiamento nella società dalla quale poi emergono i
diversi mutamenti nei sistemi politico, economico ed informazionale.
Gianfranco Bettetini e Fausto Colombo, nel loro libro “Le Nuove Tecnologie
della Comunicazione”, affrontano tale questione partendo da un assunto
secondo cui tecnologia e cultura non si oppongono
9
perché, osservando
l’interpretazione largamente diffusa, che attribuisce la capacità, alle nuove
tecnologie, di determinare un irreversibile trasformazione delle coscienze e
della cultura e l’altra altrettanto ampliamente diffusa interpretazione, che vede
l’offerta proveniente dalle nuove tecnologie come una semplice opportunità di
trasformazione sociale che può anche non essere colta, si può notare come
esse si integrano a vicenda essendo le une viziate dalle altre. L’esempio che,
sempre i due autori, portano a dimostrazione di tale affermazione è quello
relativo allo slittamento dalla lettura dell’ipotesi fantascientifica a quella del
reale implicato dalle tecnologie della comunicazione; in particolare l’esempio si
9
Gianfranco Bettetini, Fausto Colombo,1993,Le Nuove Tecnologie di Comunicazione,strumenti Bompiani,pp 290
19
riferisce a come Katherine Hayles ha affrontato il tema della concezione di
Identità sociale suggerita da alcuni “cibernetici” (Hayles, 1991). A parere della
studiosa tale concezione rispecchia pienamente la trasformazione in atto nelle
società avanzate: marcatamente, i gruppi e le microunità lascerebbero
progressivamente spazio ad una frantumazione individualistica all’interno della
quale la coesione rischierebbe di divenire negativa e repressiva. Tale esempio
secondo Bettetini e Colombo conferma che queste tecnologie sono ormai
inserite in un “ brodo interpretativo” che tende a condizionarne la lettura
10
.
Siamo partiti forse un po’ da lontano per introdurre questi due autori, ma,
senza simili premesse, sarebbe stato problematico poi capire fino in fondo
l’apporto che nel loro libro danno a proposito di spazio e tempo.
A proposito di spazio essi sostengono che: la comunicazione tecnologica
come abbiamo precedentemente visto, è caratterizzata soprattutto dalla
velocità e dall’accelerazione; tale fenomeno ricade inevitabilmente sulla
percezione dello spazio, che appare “ condensato”
11
, soprattutto lo spazio
comunicativo, ossia lo spazio percepito, di volta in volta, come luogo della
comunicazione, divenendo, così in questo senso, “ sintetico ”.
La spiegazione che adducono a tale trasformazione è la seguente: lo sviluppo
tecnologico, da un lato, lavora per costruire una rete globale di punti di
contatto, distribuendo ovunque terminali agganciati ad una rete; dall’altro, tale
sviluppo, opera in senso opposto, rendendo portatili i terminali, fino a rendere
l’utente indipendente dalla rete nel suo senso propriamente fisico-statico.
Ancora, sul versante della rete, fanno notare la sostanziale differenza fra
terminali collegati e terminali d’ascolto; infatti la differenza sostanziale tra la
comunicazione via cavo e via etere è che la prima implica una direzione prima
10
Cfr. nota n.9,pp 292
11
I due autori sostengono che tale fenomeno si sviluppò anche grazie alle tecnologie di trasporto e quelle comunicative
tradizionali.