6
programmazione e controllo gestionale della produzione e delle scorte, di
distribuzione nei canali di vendita, oggi rappresentano la logistica aziendale.
Quest’ultima, è funzione d’insieme e d’integrazione tra le tre tradizionali funzioni
di distribuzione fisica, di gestione dei materiali e di approvvigionamento con altre
attività.
Vengono, così, coniate espressioni come “supply chain management”
(gestione della catena logistica) per definire questa svolta epocale che crede nella
gestione unitaria dei flussi fisici ed informativi; flussi che transitano per le
imprese intermedie e le cui singole fasi creano valore per il consumatore/utente
finale.
Il presente lavoro si sofferma sull’analisi dei processi a monte della value
chain e propone, dopo averne analizzato i benefici, l’impiego di strumenti
innovativi di business-to-business come soluzioni che possono liberare
potenzialità e consentire una maggiore focalizzazione sulla core competence. In
particolare la trattazione è articolata come segue:
il primo capitolo descrive la teoria dei sistemi e i suoi sviluppi nel campo
economico, come l’azienda è considerata in questo approccio; l’azienda stessa è
considerata un sistema, composta da subsistemi tra i quali quello su cui si
focalizza il presente lavoro: il sottosistema delle relazioni azienda-fornitori; il
secondo capitolo si sofferma sull’evoluzione dei rapporti clienti-fornitori citando i
contributi della dottrina e, parallelamente, descrivendo i cambiamenti, nell’ultimo
trentennio, da un punto di vista operativo; nel terzo capitolo è descritto l’impatto
7
che la tecnologia dell’informazione ha sui rapporti di fornitura e di come questi si
siano evoluti verso forme innovative come l’outsourcing e l’E-Procurement
modificando l’intera Supply Chain; il capitolo conclusivo è dedicato ad un
esemplare sostegno empirico alle considerazioni esposte durante la trattazione: il
servizio E-Procurement in Poste Italiane.
Il progetto, che interessa 15000 uffici postali e 10000 utenti registrati, ha
avuto un successo tale da attrarre altre realtà aziendali interessate ad implementare
questo modello operativo.
8
Capitolo I
L’APPROCCIO SISTEMICO AL GOVERNO
DELL’IMPRESA
1. La rivoluzione dell’approccio sistemico
“L’Universo si disfa in una nube di calore, precipita senza scampo in un
vortice d’entropia, ma all’ interno di questo processo irreversibile possono darsi
zone d’ordine, porzioni d’esistente che tendono verso una nuova forma, punti
privilegiati da cui sembra di scorgere un disegno, una prospettiva.” (I. Calvino)
1
.
La tendenza all’indagine dell’ordine e della forma, come esigenza di superare
il particolare con una visione che conduca ad uno studio unitario in varie materie,
è la risultante di un processo riconducibile alle ricerche, intorno agli anni ’40, di
un biologo americano, Ludvig von Bertalanffy.
1
Calvino I., Lezioni americane. Sei proposte per il nuovo millennio, Garzanti, Milano 1988. Tali
sono le 6 “lezioni” che l’ Autore avrebbe dovuto tenere all’ Università di Harvard, con la sfida di
individuare e consegnare alla nostra memoria modi di essere della realtà; ogni lezione ha come
tema un “valore”: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità e Consistenza. La
citazione si rifà all’ “Esattezza”.
9
Il von Bertalanffy ritiene di poter superare la tendenza alla specializzazione
più spinta, partendo dal concetto di sistema che permette la sintesi estrema di
ogni branca scientifica, dotando queste ultime, così, di una comune identità.
Un sistema può essere definito come un’entità concettuale o concreta
costituita da un insieme di elementi interrelati, orientato al raggiungimento di un
determinato fine, come una “combinazione di parti o elementi riunite in un
tutto”(von Bertalanffy)
2
. È palese che la definizione è piuttosto generica, allo
scopo di dimostrare il valore universale del concetto, applicabile
indifferentemente ad istituzioni sociali, atomi, pianeti o cellule; il suo approccio
metodologico darà vita nel successivo decennio alla “Teoria generale dei sistemi”.
Ogni sistema è inserito in un altro di ordine superiore, sovrasistema, che
rappresenta il suo ambiente e con il quale entra in contatto attraverso quei punti
che delimitano il suo confine.
Tali punti, che circoscrivono il suo contatto con l’ambiente, caratterizzano
ogni singolo sistema (ciò vale anche per i sub-sistemi rispetto al sistema in cui
sono parte), dotandolo di gradi di apertura, chiusura o isolamento verso l’esterno.
Un sistema è “aperto” se condizioni per la sua esistenza sono scambi
reciproci con l’ambiente circostante di informazioni, energia e materia che
andranno ad alimentare la ciclicità di questo dualismo.
2
Bertalanffy L.V., Problems of General Systems Theory, pag. 303.
10
La mancanza di sistematicità (stocasticità) delle relazioni con l’esterno
caratterizza un sistema come “chiuso”, con confini limitati mentre in assenza di
ogni forma di interazione un sistema è “isolato”, con confini che sono addirittura
impermeabili.
Comune è la proprietà sinergica
3
, secondo la quale i legami di particolare
intensità tra i sottosistemi generano forze e qualità superiori alla semplice somma
delle parti che compongono il sistema, ciò dovuto alla condivisione di un fine
unitario
4
.
Ogni sistema è composto a sua volta da sistemi statici e dinamici, ossia da
strutture e processi che nella pratica rappresentano due aspetti diversi ma di uno
stesso fenomeno.
Un processo è costituito da una serie di sequenze coordinate di attività allo
scopo di raggiungere un prestabilito obiettivo; ma “…un processo per svolgersi
perfettamente presuppone un ordinamento delle sue componenti elementari,
ovverosia una struttura” (U.Bertini, 1990).
Tuttavia, anche se processi e strutture coesistono nei sistemi nel campo delle
scienze biologiche, non si può affermare la presenza della staticità. Tale
caratteristica è, infatti, astratta se consideriamo che per tutto ciò che è organico
esiste la vita: moto perpetuo.
3
Il cui significato etimologico proviene dal greco syn = insieme e ergon= lavoro.
4
Cavalieri, Ranalli, Economia Aziendale vol.II, Giappichelli.
11
I sistemi che interessano le scienze sociali hanno le stesse caratteristiche di
quelli organici, non considerando che il progresso scientifico ha arrestato in
maniera discutibile la vita organica ma non i fenomeni sociali. Ciò dipende dalla
sfuggente governabilità delle intense relazioni che li caratterizzano e dalla
complessità dovuta alla varietà e variabilità degli elementi che lo compongono.
I sistemi si definiscono (oltre la succitata distinzione tra aperti, chiusi ed
isolati) per grado di complessità in semplici, complessi ed ultracomplessi e si
distinguono in esplorati, parzialmente esplorati, inesplorati.
Il sistema sociale è, perciò, aperto, basato su interazioni continue non
definibili a priori tra gli elementi che vi fanno parte e tra questi con quelli
dell’ambiente circostante.
Data la vastità del campo sociale, che può essere considerato da diversi punti
di vista - economico, giuridico, psicologico, ecc.- dato l’interesse degli studiosi a
circoscrivere l’applicazione dell’approccio sistemico al proprio campo di ricerca,
la Teoria è diventata centro gravitazionale di fondamentali contributi scientifici e
prima di tutto, nel campo economico-aziendale
5
.
5
Bertini U. (1990), Il sistema d’azienda, Giappichelli.
12
2. Il sistema azienda
Nell’ambito delle scienze sociali, di cui l’azienda è espressione più viva e
vitale, i problemi e il funzionamento di quest’ultima occupano una posizione di
particolare rilievo.
L’ esigenza di avvicinare questa Teoria alle scienze economiche è stata
avvertita da molti studiosi, primo fra tutti, Kenneth Boulding. L’economista
americano ha fornito molti spunti, dando vita ad una rivisitazione delle “teorie dei
sistemi aziendali” elaborate in precedenza da Gino Zappa.
Boulding introduce un nuovo schema, incentrato sul concetto d’azienda come
sistema sociale, sconfinando dall’area tradizionalmente assegnata alla Ragioneria
ed alla stessa Economia Aziendale, facendo cadere la distinzione tra le due
materie oltre che tra la macroeconomia e la microeconomia.
Si ammette, così, la possibilità che l’azienda rappresenti a tutti gli effetti un
istituto sociale, che possa effettuare scelte di natura politico-sociale e queste
ultime, se di ampia portata, possono avere influenze sul piano economico
generale.
Il pensiero zappiano è senza dubbio precursore di tali teorie e ad esso va ogni
merito considerando, altresì, che ogni aziendalista successivo abbia, se non
completamente, almeno in parte, abbracciato tale filosofia, fino ai giorni nostri.
13
Ricordiamo che egli mise in evidenza i vari livelli di sistemi nell’ambito
dell’economia aziendale come il “sistema dei fattori produttivi e delle
coordinazioni di gestione”, il “sistema delle funzioni economiche”, il “sistema
della produzione d’impresa”, il “sistema dei costi”, il “sistema dei ricavi” e, più
noto per elaborazione ed approfondimento, il “sistema del reddito” che introdusse
il modello di analisi quantitativa meglio rispondente agli accadimenti aziendali.
6
La mente geniale di Zappa, sulla scia del Besta che parla per la prima volta di
“sistemi di fatti di gestione”
7
, anticipò, quindi, le intuizioni del Boulding ma
soprattutto aprì la strada per altri grandi Studiosi come Ceccherelli o gli
Amaduzzi.
Aldo Amaduzzi scrive: “L’ azienda è un sistema di forze economiche che
sviluppa, nell’ambiente di cui è parte complementare, un processo di produzione,
o di produzione e di consumo insieme”
8
. Tornando alle definizioni succitate di
sistema, l’azienda si configura come un sistema sociale, cibernetico, parzialmente
aperto, dinamico, in parte deterministico ed in parte stocastico, ultracomplesso,
parzialmente esplorato e variamente scomponibile in sub-sistemi
9
. Tale
definizione esprime la complessità strutturale, la varietà, la variabilità e le infinite
interrelazioni di cui sono avvinti i sistemi aziendali.
6
Zappa G. (1937), Il reddito d’impresa, II ediz., Milano.
7
Besta F. (1922), La ragioneria, vol.I, Milano.
8
Amaduzzi Aldo (1963), L’azienda nel suo sistema e nell’ordine delle sue rilevazioni, Utet,
Torino, pag.20.
9
Amaduzzi Antonio (1991), Istituzioni di economia aziendale, Cacucci, Bari, pag.59.
14
Il contributo di Antonio Amaduzzi consiste nel riprendere e sviluppare in
chiave sistemica i momenti individuati da Zappa, la gestione, l’organizzazione, la
rilevazione, trasformandoli all’interno del sistema aziendale in tre sottosistemi,
decisionale, organizzativo, informativo.
L’originalità dell’approccio, ampliato da Aldo Amaduzzi (figura1), sta nel
concepire l’ulteriore scomposizione di tali sub-sistemi che ne rappresentano le
parti, accennando alla sottoripartizione in aree funzionali
10
.
Queste ipotesi sono, comunque, di scarsa applicazione se ci allontaniamo
dalla semplicità in quanto tralasciano le problematiche dell’integrazione,
argomento di cui si dibatterà ampiamente nel prossimo capitolo.
Negli anni settanta l’attenzione di illustri come S.Sciarelli e G.Ferrero, per
citare i più noti, sarà orientata verso la ripartizione in sub-sistemi funzionali,
all’integrazione di tali parti per esaltare la funzione sinergica e ai rapporti tra
l’impresa e l’ambiente.
10
Amaduzzi Aldo (1972), Il sistema aziendale ed i suoi sottosistemi, Rivista Italiana di
Ragioneria e di Economia Aziendale.
15
Figura1: Il sistema “azienda” secondo Aldo Amaduzzi.
SISTEMA
AZIENDALE
ORGANIZZA
ZIONE DEL
SISTEMA
GESTIONE
DEL
SISTEMA
INFORMA-
ZIONI DEL
SISTEMA
ACQUISTI
VENDITE
PRODUZIONE
PERSONALE
SERVIZIO
CASSA
COMPETENZA
TESORERIA
RESIDUI
INVESTIMENTI
FINANZIAMENTI
16
3. Le relazioni sistemiche tra azienda e ambiente
Il carattere “aperto” dell’azienda, sia in relazione all’ambiente con cui
interagisce che in ordine ai vari sottosistemi di cui si compone, scatena una serie
di rapporti con il mondo circostante. Tali processi relazionali sono, se considerati
superficialmente e nel loro complesso, simili in ogni azienda ma se analizziamo
nel dettaglio le interazioni dei distinti sottosistemi rileviamo specificità sostanziali
tra ciascun sistema aziendale; se ne deduce che, nella pratica, ciascuna azienda
presenta un proprio insieme di relazioni con il sistema sociale con caratteristiche
differenti da quella di un’altra.
Le relazioni con il sistema sociale comuni a tutte le diverse classi di aziende
riguardano l’acquisizione dei fattori produttivi, la collocazione sul mercato del
proprio output, l’acquisizione del capitale proprio e di credito, la competitività del
mercato, l’azione sindacale, il comportamento delle istituzioni sociali.
Il sistema delle relazioni che le aziende intrattengono con l’ambiente
circostante si può suddividere nei seguenti sottosistemi:
Sottosistema delle relazioni azienda/fornitori
Sottosistema delle relazioni azienda/clienti
Sottosistema delle relazioni azienda/banche
Sottosistema delle relazioni azienda/capitalisti
Sottosistema delle relazioni azienda/lavoratori
Sottosistema delle relazioni azienda/concorrenti
17
Sottosistema delle relazioni azienda/comunità
Tali sottosistemi rappresentano la manifestazione oggettiva della vita
aziendale poiché nascono come proiezione all’esterno di bisogni legati a scelte
concernenti l’impiego dei materiali, degli impianti, del lavoro umano e del denaro:
scelte soggettive, queste ultime, perchè dipendenti dal comportamento umano,
ossia dal management.
11
L’azienda rappresenta, quindi, il motore della dinamica sociale e al suo
interno le forti interconnessioni tra i vari sottosistemi determinano reazioni a
catena. La vita dell’azienda, contemporaneamente, condiziona ed è condizionata
dall’ambiente e come afferma il Masini: “Sono fenomeni economici di ambiente
dell’azienda di produzione la domanda e l’offerta dei beni, del lavoro di ogni
grado, del credito e dell’assicurazione; domanda e offerta che si manifestano
nelle relazioni nei mercati di sbocco e di settori economici della produzione e del
consumo…si hanno fenomeni di ambiente non economico per le relazioni
connesse all’impresa come corpo intermedio economico-sociale, nel quale
operano persone con molteplicità di relazioni e nel quale si producono
accadimenti che suscitano relazioni anche condizionatrici di situazioni
psicologiche, etiche, politiche” (Masini, 1979)
12
.
11
Bertini U. (1990), Il sistema d’azienda, Giappichelli.
12
Masini C., (1979), Lavoro e Risparmio, cit. pag.188.
18
4. Il sottosistema delle relazioni azienda/fornitori
La visione sistemica permette di considerare tutti gli aspetti della realtà e le
interrelazioni funzionali tra di essi, evitando di incorrere in errori introdotti dalla
considerazione solo di alcuni. In particolare, rende possibile individuare le leve di
gestione del sistema, verificando l’esistenza o meno della capacità di governarle.
In un quadro sistemico della realtà è anche possibile stabilire un peso relativo
delle diverse componenti, riuscendo a focalizzare le aree di intervento misurando
più correttamente sia il gap con un modello obiettivo, che i risultati
dell’intervento; analizziamo, in merito, il ruolo degli acquisti come sottosistema
chiave per i rapporti che innesca con i fornitori.
La funzione di provvista, su cui si fonda il sottosistema azienda/fornitori, è
fondamentale per la vita dell’azienda; essa determina i presupposti del sistema
della produzione, mettendo a disposizione dell’azienda l’apparato necessario per il
suo funzionamento.
13
Esso è caratterizzato da due flussi contrapposti: beni e denaro. Il primo corre
dai fornitori verso l’azienda ed è rappresentata dai materiali e dagli impianti, che
vengono acquisiti per il fabbisogno di gestione; il secondo si muove dall’azienda
verso i fornitori e consiste nel denaro che viene versato a titolo di pagamento del
prezzo delle forniture eseguite.
13
Ferrero G. (1987), Impresa e management II ed., Giuffrè.
19
Il sottosistema viene, quindi, alimentato ciclicamente da tali operazioni che,
per il dinamismo della vita aziendale, non presentano soluzione di continuità.
Infatti, nella pratica, vengono ad instaurarsi nuovi rapporti prima ancora che i
precedenti siano completamente saldati.
Le considerazioni esposte evidenziano che l’approvvigionamento è destinato
prevalentemente ad alimentare la produzione, motivo per il quale essa era
considerata, nel passato, parte integrante della funzione di produzione. Negli
ultimi anni, invece, questa funzione viene spesso estrapolata per creare un centro
di responsabilità autonomo con una propria valenza strategica.
Il suo grado di complessità dipenderà, comunque, dalle caratteristiche
strutturali, dimensionali e dal potere contrattuale dell’azienda acquirente.
Indiscutibile è il suo ruolo nel garantire la tempestiva e conveniente
disponibilità dei fattori produttivi nella quantità, nella qualità, nei tempi e nei
luoghi prestabiliti e, in alcuni casi, preposta alla definizione del posizionamento
sui mercati dei fattori; in questo ultimo caso, può configurarsi come una
opportunità per conseguire vantaggi competitivi in termini di minori costi,
snellimento delle procedure, maggiore efficienza operativa ed incremento della
qualità degli input. Tali fattori hanno una forte influenza nelle politiche di prezzo,
in quanto condizionano direttamente ed indirettamente la redditività aziendale;
analizziamoli nel dettaglio.