INTRODUZIONE : IMPLEMENTAZIONE E IPOTESI DI INTERVENTO PER LA RIDUZIONE DELLA
PROPAGAZIONE
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Fig. 1. Articolazione nel dettaglio del lavoro
ANALISI MODELLI DI
EMISSIONE
ANALISI MODELLI DI
EMISSIONE
ANALISI MODELLI DI
DISPERSIONE
ANALISI MODELLI DI
DISPERSIONE
SCELTA E ANALISI
ESIG. INFORMATIVE
SCELTA E ANALISI
ESIG. INFORMATIVE
SCELTA E ANALISI
ESIG. INFORMATIVE
SCELTA E ANALISI
ESIG. INFORMATIVE
L S
TESI PACI TESI IACONETA
L
L S
L
ANALISI DEL FENOMENO
E
DETERMINAZIONE DEI VINCOLI
ANALISI DEL FENOMENO
E
DETERMINAZIONE DEI VINCOLI
IMPLEMENTAZIONE
IMPLEMENTAZIONE
FORMULAZ. IPOTESI
INTERVENTI
FORMULAZ. IPOTESI
INTERVENTI
SCELTA INTERVENTI
SCELTA INTERVENTI
IMPLEMENTAZIONE
IMPLEMENTAZIONE
FORMULAZ. IPOTESI
INTERVENTI
FORMULAZ. IPOTESI
INTERVENTI
VERIFICA
VERIFICA
VERIFICA
VERIFICA
VERIFICA
VALUTAZIONE
VALUTAZIONE
CONCLUSIONI
CONCLUSIONI
INTRODUZIONE : IMPLEMENTAZIONE E IPOTESI DI INTERVENTO PER LA RIDUZIONE DELLA
PROPAGAZIONE
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Il lavoro assume quindi un complesso di obiettivi, sia di tipo disciplinare
(pianificatorio) che tecnici, di seguito elencati:
¾ Stimare le emissioni di inquinanti derivanti dall’esercizio del
servizio di trasporto pubblico;
¾ Studiare la dispersione degli inquinanti all’interno degli specifici
contesti urbani in cui vengono emessi;
¾ Valutare quali interventi sia possibile adottare per limitare il
fenomeno emissivo e migliorare, quindi, la qualità della vita
della popolazione.
In merito all’ultimo obiettivo, in particolare, vengono formulate alcune
assunzioni generali che riguardano:
• Il livello di servizio attualmente garantito dalla società
erogatrice (l’ATAC nel caso specifico), di cui non si
ipotizza alcuna alterazione, in osservanza al contratto di
servizio che l’azienda ha stipulato con il comune di
Roma;
• La tipologia di interventi di riduzione/mitigazione, che
potranno essere tanto di tipo tecnologico ( es.
rinnovamento del parco circolante, adozione di nuovi
carburanti etc.), quanto al “contesto” di esercizio
(adozione di corsie riservate, semaforizzazioni intelligenti
etc.).
Si noti come tali interventi possano risultare a carico tanto del comune che
della stessa azienda erogatrice. Questi ultimi, in particolare, potranno fornire
la misura della “internalizzazione” dei costi ambientali che l’azienda realizza,
eventualmente utilizzabile nella revisione del contratto di servizio.
Come già ampiamente descritto e illustrato nel lavoro di tesi triennale, data
l’ampiezza degli obiettivi, il presente lavoro di tesi è svolto in maniera
coordinata con un secondo lavoro di tesi, con cui ha già condiviso, in
particolare, il segmento di stima del fenomeno.
Inoltre, persistendo limiti di tempo e complessità, legati all’ analisi dettagliata
del problema su scala cittadina, come dichiarato nella tesi triennale, si è
INTRODUZIONE : IMPLEMENTAZIONE E IPOTESI DI INTERVENTO PER LA RIDUZIONE DELLA
PROPAGAZIONE
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scelto di limitare il lavoro nell’ambito del Municipio IX, in quanto si ritiene che
la conformazione urbanistica della zona presenti sufficiente grado di varietà,
tale da poter rappresentare significativamente le caratteristiche estreme
riscontrabili negli altri municipi (come mostrato in fig. 2)
Fig. 2. Conformazione urbanistica variegata presente nel IX municipio
Più precisamente lo studio effettivo riguarderà solo una parte della IX
circoscrizione come indicato nelle figg. 3 e 4. Tale restrizione è legata alla
non disponibilità del dato sugli edifici di fonte Cartesia su tutto il territorio di
predetta circoscrizione. Si stima a tutt’oggi che il prezzo di vendita della
cartografia in oggetto per la copertura dell’intera città di Roma si aggiri
intorno ai quattro milioni di €.
Questa limitazione però non inficia sulla rappresentatività dell’analisi e del
metodo seguito.
INTRODUZIONE : IMPLEMENTAZIONE E IPOTESI DI INTERVENTO PER LA RIDUZIONE DELLA
PROPAGAZIONE
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Fig. 3. Individuazione della IX circoscrizione sull’intero territorio della città di Roma
Fig. 4. Individuazione all’interno della IX circoscrizione della “fascia” dei dati sugli
edifici di fonte Cartesia
LA DISPERSIONE DEGLI INQUINANTI IN ATMOSFERA
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2 LA DISPERSIONE DEGLI INQUINANTI IN
ATMOSFERA
2.1 DESCRIZIONE DEL FENOMENO
Gli inquinanti, una volta immessi nell’atmosfera, si disperdono in
volumi di aria sempre più vasti, per effetto del trasporto ad opera dei venti e
della diffusione dovuta ai moti vorticosi, a scala locale, dell’atmosfera stessa;
la diffusione ed il trasporto fanno sì che la concentrazione degli inquinanti,
che è massima in prossimità della sorgente, vada progressivamente
decrescendo all’allontanarsi da questa. Sulle modalità della diffusione
esercita notevole influenza la conformazione della sorgente: i camini di
notevole altezza (100-200 m) favoriscono il trasporto a grande distanza,
riducendo la concentrazione nei pressi della sorgente; le emissioni dei
veicoli, avvenendo a livello del suolo, portano a concentrazioni molto elevate
nelle immediate vicinanze delle sedi stradali.
Lo studio dell’inquinamento da traffico, per questi motivi, interessa
prevalentemente la scala locale, e quindi gli strati più bassi dell’atmosfera, a
diretto contatto col suolo. I moti vorticosi dell’aria all’interno di questi strati,
che producono la dispersione degli inquinanti, sono riconducibili ad una
turbolenza di tipo meccanico, prodotta dalla interazione aerodinamica del
vento con la superficie terrestre, e ad una turbolenza di tipo termico, prodotta
dalle differenze di temperatura alle diverse quote; queste differenze di
temperatura insorgono principalmente per effetto del ciclo diurno di
riscaldamento e raffreddamento del suolo, ma possono essere causate
anche da afflussi di aria calda o fredda dalle regioni finitime.
L’altezza dello strato interessato dalla dispersione degli inquinanti,
definita altezza di miscelamento, varia nello stesso luogo in continuità, e
rimane in genere compresa tra 500 e 2000 metri; valori più bassi (100-200m)
possono aversi nelle ore notturne.
LA DISPERSIONE DEGLI INQUINANTI IN ATMOSFERA
7
L’altezza di miscelamento, che costituisce un parametro fondamentale
dei modelli di diffusione, dipende da numerosi parametri:
• Ciclo quotidiano della temperatura
• Entità della radiazione solare
• Velocità del vento
• Grado di uniformità della superficie terrestre
La predetta altezza, può essere determinata con precisione
effettuando misure dell’andamento in verticale della temperatura mediante
radiosonde, oppure stimata in funzione dei parametri meteorologici citati,
misurati in prossimità del suolo, mediante relazioni analitiche o diagrammi
(Pasquill e Smith, 1983). Condizioni particolarmente sfavorevoli alla
dispersione degli inquinanti si verificano allorché, in condizioni
meteorologiche particolari, viene a formarsi a bassa quota uno strato d’aria a
temperatura crescente con la quota (inversione termica); tale strato
impedisce infatti la dispersione degli inquinanti verso l’alto.
I moti turbolenti dell’atmosfera, dovuti al gradiente termico verticale,
agevolando la dispersione degli inquinanti alla scala locale; il grado di
turbolenza termica viene espresso usualmente mediante la classe di stabilità.
Vengono individuate 7 livelli di turbolenza atmosferica, variabili dalla classe A
(forte instabilità), in cui i moti di diffusione sono particolarmente vivaci, alla
classe G ( forte stabilità) in cui la diffusione è particolarmente ridotta. La
classe di stabilità viene determinata in funzione dell’entità della radiazione
solare e della velocità del vento in prossimità della superficie terrestre,
all’altezza standard di 10 metri (Pasquill, 1961; Ludwig e Dabbert, 1976).
RAPIDO ESCURSUS NELLA NORMATIVA VIGENTE
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3 RAPIDO ESCURSUS NELLA NORMATIVA
VIGENTE
Le competenze del Comune sono stabilite dalle seguenti normative:
• DPR 203/88 (emissioni degli impianti industriali): Il Sindaco è tenuto
ad esprimere un parere relativo alla domanda di autorizzazione di
emissioni in atmosfera entro 45 giorni dalla richiesta della regione
• DM 20 maggio 1991 (Criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualità
dell'aria): I sindaci delle aree metropolitane hanno l'obbligo di
elaborare i piani di intervento operativo nei quali devono essere fornite
indicazioni sui possibili provvedimenti da prendere per ridurre i livelli di
inquinamento e le conseguenze sulla popolazione e sull'ambiente
• DM 15 aprile 1994 e 25/11/94 (Livelli di attenzione e di allarme per gli
inquinanti atmosferici nelle aree urbane). Quando si verifica lo stato di
attenzione o di allarme per l'inquinamento atmosferico, il sindaco
adotta tempestivamente i provvedimenti necessari (ad. es. limitazione
del traffico autoveicolare) ed informa la popolazione sui livelli di
inquinamento raggiunti, sui provvedimenti adottati, sulle relative
motivazioni ed indica gli eventuali comportamenti per limitare
l'esposizione dei gruppi di popolazione più sensibili.
• Legge 4/11/97 n. 413 (contenuto di benzene nelle benzine). I sindaci
possono adottare le misure di limitazione della circolazione di cui
all'articolo 7, comma 1, lettere a) e b) del decreto legislativo 30 aprile
1992, n. 285 e successive modificazioni, per esigenze di prevenzione
dell'inquinamento atmosferico, sulla base dei criteri ambientali e
sanitari stabiliti con decreto del Ministro dell'Ambiente;
• DM 21/4/1999 (criteri ambientali e sanitari in base ai quali i sindaci
adottano le misure di limitazione della circolazione) I sindaci hanno
l'obbligo di:
effettuare una valutazione preliminare della qualità
dell'aria del territorio comunale con l'indicazione delle aree
RAPIDO ESCURSUS NELLA NORMATIVA VIGENTE
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maggiormente interessate dall'inquinamento e della
popolazione in esse presente;
al termine di ogni anno solare, e comunque entro il 31
gennaio dell'anno successivo, prevedono alla predisposizione
di un rapporto annuale sulla qualità dell'aria;
sulla base della valutazione preliminare della qualità
dell'aria in prima applicazione, e successivamente sulla base
del rapporto annuale, dispongono le misure programmate,
permanenti o periodiche di limitazione o divieto della
circolazione ai fini della prevenzione dell'inquinamento
atmosferico
• Ove la valutazione preliminare e successivamente il rapporto annuale
sulla qualità dell'aria individuino aree nelle quali si verificano nell'arco
dell'anno superamenti significativi e frequenti dei livelli di attenzione
previsti dal DM 25/11/94, i sindaci adottano le misure di limitazione
della circolazione; tali misure hanno efficacia almeno annuale, e
possono essere modificate nel corso dell'anno sulla base delle
previsioni di miglioramento, ovvero di peggioramento, dello stato di
qualità dell'aria in relazione ai dati raccolti in un periodo
rappresentativo.
3.1 TRAFFICO E INQUINAMENTO ATMOSFERICO: NUOVI
PROVVEDIMENTI
Il decreto Ministeriale del 21/4/99 N.163 (decreto benzene)
In Italia la mobilità privata è praticamente decuplicata negli ultimi 30 anni (da
una vettura ogni 20 persone ad una vettura ogni 2 persone; aumento dei km
percorsi pro capite pari al 900%). Questi valori sono fra i più elevati a livello
mondiale e superiori ai valori medi per i paesi dell'Unione Europea e
dell'OCSE.
Il prezzo pagato in termini di inquinamento atmosferico ed acustico è molto
alto: nelle nostre città, non concepite per flussi autoveicolari così elevati,
sono spesso superati i valori limite di qualità per molti inquinanti pericolosi
RAPIDO ESCURSUS NELLA NORMATIVA VIGENTE
10
(benzene, polveri inalabili, idrocarburi policiclici aromatici, etc.) con grave
rischio per la salute di tutti i cittadini. A ciò va aggiunto il problema, non di
facile soluzione, dell'inquinamento acustico associato al transito degli
autoveicoli, che ha comportato per tutti noi un sostanziale peggioramento
della qualità della vita.
Il DM del 25/11/94 prevedeva già la definizione di programmi di intervento e
di piani regionali e locali per la qualità dell'aria. Tuttavia è solo con
l'emanazione del Decreto del Ministero dell'Ambiente del 21 aprile 1999, n°
163 che riprende e integra il precedente DM del 23/10/1998 che si dà un
nuovo impulso all'implementazione di programmi per il contenimento delle
emissioni inquinanti associate al traffico autoveicolare. Tale decreto dà ai
sindaci delle grandi città il potere ed il dovere di definire "misure
programmate di limitazione o divieto della circolazione ai fini della
prevenzione dell'inquinamento atmosferico" da definirsi sulla base di un
rapporto preliminare sullo stato della qualità dell'aria
Il decreto prevede numerosi aspetti che rivoluzioneranno l'uso dei mezzi
privati nelle grandi città:
1) le misure di limitazione del traffico devono essere adottate
obbligatoriamente nel caso di superamento dei limiti di qualità anche
per un solo inquinante;
2) le zone del centro abitato devono essere di estensione tale da
coinvolgere le sorgenti di emissione di inquinanti tenendo conto della
esigenza di non determinare situazioni critiche in altre aree
3) in assenza di dati relativi all'inquinamento atmosferico i sindaci in fase
di prima attuazione adottano comunque, in via precauzionale, le
misure di limitazione del traffico nelle zone a maggiore congestione
4) i provvedimenti di limitazione del traffico privato devono essere
accompagnati dal potenziamento del trasporto pubblico allo scopo di
offrire ai cittadini che rinunciano all'auto privata una adeguata
alternativa trasportistica.
RAPIDO ESCURSUS NELLA NORMATIVA VIGENTE
11
I provvedimenti previsti dal DM 163/99 sono stati adottati dal Comune di
Roma entro le scadenze previste con delibera del 26 gennaio 2001 n. 176.
3.2 DEFINIZIONE DELLE ZONE DI RESTRIZIONE DEL
TRAFFICO NELLA CITTA’ DI ROMA
Al fine di migliorare la qualità dell'aria, le forme di mobilità, i servizi e la
domanda di trasporto l'Amministrazione Capitolina ha adottato una serie di
provvedimenti:
Anello ferroviario: da gennaio 2002 è entrato in vigore il Piano Generale del
Traffico Urbano che ha tra gli obiettivi fondamentali da perseguire quello di
ridurre l'inquinamento atmosferico ed acustico e che prevede misure
permanenti per il contenimento dell'inquinamento nell'ambito della zona
cosiddetta dell’anello ferrroviario. In tale zona le macchine non catalitiche
possono circolare esclusivamente il sabato, la domenica e i giorni festivi.
Zona a Traffico Limitato - ZTL: è la zona presidiata dai varchi elettronici e
possono circolare solo i residenti con permesso e gli autoveicoli autorizzati.
Tutti gli altri autoveicoli possono circolare dalle 18,00 alle 6,30 (divieto quindi
dalle 6,30 alle 18,00), salvo disposizioni diverse in periodi particolari
dell'anno (per esempio nel periodo natalizio).
Fascia Verde è una zona che si estende oltre l'anello ferroviario ed è
soggetta a interdizione dagli autoveicoli non catalitici in caso di inquinamento
atmosferico significativo.
Tridente: è una zona interna alla ZTL, nell'ambito del Centro Storico della
città, pedonalizzata.
Strade verdi (V.le Libia - Eritrea): riorganizzazione della mobilità (corsie
riservate ai mezzi pubblici, organizzazione della sosta, nuova disciplina
carico/scarico merci, limitazione dell'accesso al traffico privato non residente
ecc.)
Rilascio permessi di accesso alla Z.T.L.: permessi rinnovati solo ai
possessori di autoveicoli catalizzati.
Bollino Blu: divieto di circolazione autoveicoli sprovvisti di bollino blu
immatricolati fino a 12 mesi precedenti. L'obbligo di effettuare ogni dodici
RAPIDO ESCURSUS NELLA NORMATIVA VIGENTE
12
mesi il controllo dei gas di scarico vale per tutti gli autoveicoli che entrino nel
territorio del Comune di Roma, a prescindere dalla residenza di chi guida e
dall'immatricolazione del mezzo, avvenuta eventualmente fuori Roma.
3.3 INDICATORI DI QUALITA’ DELL’ARIA
Sono stati raccolti i dati relativi agli indicatori di qualità dell’aria per gli anni
1998-1999,secondo quanto previsto dalla Decisione Europea 97/101/EC
(Exchange of information). Gli indicatori più significativi e più importanti
rispetto agli standard di qualità previsti dalla normativa in vigore, sono
elencati di seguito.
SO2 (Biossido di zolfo)
1998
Mediana delle concentrazioni medie giornaliere(valore limite: 80
ug/m3 – DPR 203/24.5.1988)
1998
98° percentile delle concentrazioni medie giornaliere (valore
limite: 250 ug/m3 – DPR 203/24.5.1988)
NO2 (Biossido di azoto)
1998
98° percentile delle concentrazioni medie orarie (valore limite:
200 ug/m3 – DPR 203/24.5.1988)
1998
Mediana delle concentrazioni orarie (valore limite per la
protezione della salute umana: 40 ug/m3, da raggiungere entro il
2010 - Direttiva 1999/30/CE)
CO (Monossido di carbonio)
1998
99,9° percentile delle concentrazioni orarie (valore limite: 40
mg/m3 – DPCM 28.3.1983; livello di allarme: 30 mg/m3, livello
di attenzione: 15 mg/m3 - DM 25.11.94)
RAPIDO ESCURSUS NELLA NORMATIVA VIGENTE
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Particolato totale sospeso
1998
Media delle concentrazioni medie giornaliere (valore limite: 150
ug/m3 - DPR 203/24.5.1988)
1998
95° percentile delle concentrazioni medie giornaliere (valore
limite: 300 ug/m3 - DPR 203/24.5.1988)
O3 (Ozono)
1998
Superamenti dei valori orari di protezione della salute umana
(soglia di attenzione: 180 ug/m3 – DM 16.5.1996)
1998
Superamenti del valore limite giornaliero di protezione della
vegetazione (65 ug/m3 – DM 16.5.1996)
1999
Superamenti dei valori orari di protezione della salute umana
(soglia di attenzione: 180 ug/m3 – DM 16.5.1996)
1999
Superamenti del valore limite giornaliero di protezione della
vegetazione (65 ug/m3 – DM 16.5.1996)
Benzene
1998
Concentrazioni medie annue (obiettivo di qualità da rispettare
dal 1/1/1999 come media mobile su 365 giorni: 10 ug/m3 – DM
25.11.94)