Introduzione
8
Il fenomeno del non profit non è tuttavia un fenomeno recente, dato che esiste una tradizione
secolare di istituzioni religiose, culturali e sanitarie votate all’assistenza. E anche in Italia non
è nuovo neppure dal punto di vista legale, dal momento che esistono regolamentazioni di
alcune tipologie di soggetti non profit già a partire dalla fine del 19° secolo
3
. Ma è proprio
negli ultimi anni che il non profit sta vivendo la sua stagione più importante, tanto che, a
causa della novità e vastità del fenomeno, la sua crescita è sotto l’attenzione costante di
studiosi provenienti da diverse discipline ed in particolare da quelle giuridiche, sociologiche
ed aziendali.
Non è facile delineare con precisione le motivazioni di questo sviluppo tumultuoso, tuttavia è
possibile distinguere almeno tre tipologie fondamentali di cause:
1) Cause economico-sociali. Lo sviluppo economico dell’Italia e di altri Paesi ha comportato
un aumento complessivo del tempo libero delle persone, creando l’occasione per una maggior
partecipazione ad attività di vario tipo (sportive, culturali, assistenziali…), svolte in forma
associata. D’altro canto l’incremento della ricchezza è andato ad ingigantire anche il
fenomeno dell’emarginazione sociale di coloro che, non beneficiando direttamente dello
sviluppo, si sono visti tagliare fuori dalle nuove forme di condivisione sociale. Ma soprattutto,
in contrapposizione alle spinte provocate in particolare dalla globalizzazione, si è venuto a
creare negli ultimi anni uno scenario mondiale molto complesso, in cui la ricerca di una
collaborazione interculturale e di valori quali il dialogo, la solidarietà e il rispetto diviene un
fatto imprescindibile. Questi fattori a loro volta hanno sollecitato nel tempo la nascita di
iniziative associative attente a prestare il proprio servizio e appoggio a coloro che vertevano
in condizioni disagiate.
2) Cause macro-economiche. La crisi del modello del Welfare State sta producendo in Italia
un arretramento sempre più massiccio del pubblico dalle attività socialmente rilevanti, ovvero
sia da quelle attività produttive direttamente gestite, che dallo svolgimento dei servizi sociali
4
.
Come sottolineano anche Propersi e Rossi «tale situazione di discrasia tra la domanda della
ricreazione; istruzione e ricerca; sanità; assistenza sociale; ambientalismo; promozione allo sviluppo della
comunità locale, tutela degli inquilini, sviluppo del patrimonio abitativo; promozione e tutela dei diritti civili;
intermediari filantropici e tutela del volontariato; attività internazionale; organizzazioni imprenditoriali,
professionali e sindacali.
3
Le IPAB – istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza furono istituite dalla Legge Crispi del 1890, mentre
le associazioni e le fondazioni hanno ricevuto la loro prima regolamentazione nel Codice Civile del 1943.
4
Si vedano in questo senso i seguenti interventi legislativi: 1) D.Lgs. 1 dicembre 1997, n. 468 che prevede la
creazione di nuove formule organizzative come le “Società Miste” 2) D.Lgs. 112/98 che sancisce la ripartizione
delle competenze esclusive dello Stato da quelle degli Enti locali (Regioni, Province e Comuni) 3) D.Lgs.
368/98 che prevede espressamente la creazione della formula delle “Fondazioni di partecipazione”.
Introduzione
9
collettività e l’offerta da parte della pubblica amministrazione apre un ampio spazio
all’iniziativa privata di carattere imprenditoriale ed, in particolare, non profit»
5
.
3) Cause legislative. La legislazione italiana ha promosso negli ultimi anni interventi di
sostegno e protezione nei confronti del non profit: si veda ad esempio in ambito culturale la L.
4/93, c.d. “Legge Ronchey” per la concessione dei servizi aggiuntivi o il D.Lgs. 4 dicembre
1997 n. 460 che ha riordinato la normativa fiscale sugli enti non profit, istituendo la nuova
figura delle ONLUS – Organizzazioni non Lucrative di Utilità Sociale. Pertanto, anche se il
sistema italiano non è ancora comparabile, in materia di agevolazione fiscale, a quello
presente in altri Paesi come gli Stati Uniti, ci si sta muovendo sempre più in questo senso.
Basti pensare a questo scopo ai successi che ha potuto riscuotere negli ultimi mesi l’iniziativa
“+DAI-VERSI”, sostenuta dal settimanale “Vita” e dal suo Comitato Editoriale
6
, o piuttosto
la diffusione di un soggetto come quello delle fondazioni, che si basano proprio sulla
possibilità di destinare a scopi non di lucro patrimoni privati.
Nel corso di questo elaborato pertanto si andrà ad analizzare una tipologia di enti non profit,
che dopo essere stata abbandonata e scarsamente utilizzata per molto tempo in Italia,
nell’ultimo decennio ha subito un’improvvisa rinascita e che, forse anche per questo motivo,
sembra riassumere più di ogni altra tipologia di ente non profit lo sviluppo del Terzo Settore.
Nel corso del primo capitolo, pertanto, verranno analizzate innanzitutto le motivazioni
legislative e gestionali che hanno portato le fondazioni dall’essere soggetti scarsamente
diffusi, con dimensioni modeste – sia in termini di patrimonio che di livello occupazionale – e
concentrati quasi esclusivamente sul versante operativo, a soggetti sottoposti ad un nuovo e
più intenso utilizzo, caratterizzati da una crescita del livello delle risorse umane, ma
soprattutto da una spinta sostanziale verso il versante erogativo. Sulla base di queste
considerazioni effettuate verrà quindi analizzato il caso di una fondazione erogativa – la
Fondazione “Aiutare i bambini” – che per le sue caratteristiche costitutive, i suoi obiettivi e
risultati in termini di performance raggiunte, ben si presta a testimoniare il mutamento e la
rinascita cui le fondazioni in Italia stanno andando incontro. Nel corso del primo capitolo si
avrà quindi modo di indagare le motivazioni principali che hanno condotto alla sua origine, la
mission e i valori che ne stanno alla base, ma soprattutto le risorse umane e patrimoniali su cui
si fonda e l’attività istituzionale da cui è caratterizzata in quanto fondazione erogativa.
5
Propersi A. – Rossi G., op. cit., pag. XXXI
6
A proposito dell’iniziativa di “Vita”, “+DAI-VERSI”, si avrà occasione di parlare in maniera più approfondita
nel corso di questo elaborato.
Introduzione
10
Nel secondo capitolo verranno invece prese in considerazione alcune delle strategie di
supporto allo svolgimento delle sue attività tipiche ed in particolare quelle relative allo
sviluppo di forme di Volontariato, alle procedure e ai destinatari della raccolta fondi e alle
forme di collaborazione che “Aiutare i bambini” ha intrapreso con altre realtà ed
organizzazioni non profit.
L’analisi proseguirà poi nel terzo e nel quarto capitolo con lo studio delle tecniche e delle leve
della comunicazione off e on line di cui “Aiutare i bambini” si è servita nel tempo, dalle
campagne di direct mail alle forme di web communication.
Nell’ultimo capitolo, infine, verranno riprese alcune delle considerazione effettuate nel corso
dell’elaborato per giudicare i risultati economici raggiunti, nonché l’efficacia e l’efficienza
dimostrata nella gestione del patrimonio e nel bilanciamento tra investimenti effettuati e
finanziamenti ottenuti.
Riassumendo quindi quelli che risultano essere gli scopi principali alla base di questo studio,
si vuole innanzitutto dimostrare come la Fondazione “Aiutare i bambini”, pur non essendo
una grande fondazione erogativa, paragonabile quindi alla figura delle fondazioni bancarie,
possa essere testimone della rinascita che questo strumento giuridico sta vivendo in Italia
nell’ultimo decennio, comprendendo nel contempo perché i suoi fondatori scelsero proprio
questa particolare tipologia di ente non profit, al momento della sua costituzione. Analizzando
le sue specificità e le caratteristiche che contribuiscono a fare della sua realtà un caso
esemplare all’interno del suo genere e del panorama italiano, verranno analizzati i suoi
obiettivi e le sue performance. Attraverso le considerazioni che sarà infatti possibile ottenere,
si mira a comprendere l’apporto e l’influenza che un ente non profit di questo calibro può
produrre sulla realtà in cui opera, non soltanto in termini di erogazioni e risultati conseguiti,
ma anche in termini di benefici che è stata in grado di produrre sulle comunità sostenute e
soprattutto di esemplarità dei rapporti che, al di là del semplice aiuto finanziario, è stata in
grado di costituire con i popoli, le tradizioni e le culture, che ha avuto modo di incontrare e
riflettere nel suo operato quotidiano.
11
“Quando il sorriso si spegne
Bisogna fare qualcosa per riaccenderlo”
Progetto per la costruzione di una scuola a Sarodroa
Madagascar. Fotografia di Enea Sansaro per “Aiutare i
bambini”.
12
La rinascita delle fondazioni in Italia: il caso della Fondazione “Aiutare i bambini”
13
1° CAPITOLO
LA RINASCITA DELLE FONDAZIONI IN ITALIA: IL
CASO DELLA FONDAZIONE “AIUTARE I BAMBINI”
1 La riscoperta di uno strumento giuridico quasi dimenticato
Nel corso degli anni novanta si è sviluppato in Italia un ampio dibattito sulla realtà delle
fondazioni: la riscoperta di questo strumento giuridico che sembrava ormai relegato al
passato, ha dimostrato infatti come, grazie al mutato piano politico e sociale, le fondazioni si
stiano sempre più rivelando un mezzo in grado di rispondere in maniera flessibile ad esigenze
molto diverse tra di loro.
Il quadro che solo fino a qualche decennio fa caratterizzava il settore delle fondazioni italiane
era un quadro assai poco consolante soprattutto a confronto con le altre realtà internazionali.
Le fondazioni non erano molto diffuse in Italia e pur essendo una figura ben definita
all’interno dell’ordinamento giuridico
7
, le loro peculiarità venivano perse nella realtà concreta
dei loro operati, dal momento che non erano caratterizzate da una precisa specializzazione e
poco andavano a distinguersi – per attività, dimensioni e fonti di entrata – dalle altre
organizzazioni non profit.
Inoltre le fondazioni italiane, salvo qualche rara eccezione, erano realtà di dimensioni
piuttosto modeste, tanto in termini di patrimonio, quanto di dipendenti. Secondo un’indagine
condotta nel 1997 da Demarie
8
il 90% delle fondazioni di diritto civile censite aveva un
patrimonio inferiore ai dieci miliardi di Lire e di queste il 60% non arrivava neppure ad un
miliardo. Si tratta di una caratteristica senz’altro molto peculiare, considerando che la
presenza del patrimonio è ciò che dovrebbe distinguere le fondazioni dagli altri strumenti
giuridici del terzo settore. Dalla stessa ricerca infatti è emerso che per buona parte delle
fondazioni censite l’aspetto patrimoniale non rappresentava un reale fondamento dell’ente.
Questo se da un lato provocava la necessità di dipendere e ricorrere ad altre fonti di
7
Lo strumento giuridico delle fondazioni di diritto civile è regolato nell’ordinamento italiano dagli articoli 12-34
del libro primo del codice civile.
8
Per approfondimenti sulla ricerca pubblicata da Demarie nel 1997 si può consultare: Demarie M., Le fondazioni
in Italia. Un profilo empirico, in AA.VV. 1997
La rinascita delle fondazioni in Italia: il caso della Fondazione “Aiutare i bambini”
14
finanziamento, dall’altro dimostrava come la natura delle fondazioni italiane fosse molto più
concentrata sul versante operativo che su quello erogativo. A differenza del contesto
anglosassone
9
, dove per definizione le fondazioni sono organismi che erogano contributi e
che puntano piuttosto a “far fare” che a “fare“ direttamente, nel contesto italiano le fondazioni
grant-making (erogative) erano piuttosto una realtà quasi sconosciuta, dal momento che
rappresentavano solo il 5% delle fondazioni italiane. Secondo i dati elaborati da Demarie nel
1997 su un campione di 536 fondazioni di diritto civile, la realtà italiana delle fondazioni si
presentava così ripartita:
Tabella 1 - Fondazioni erogative e operative in Italia (Fonte: Demarie 1997)
Fondazioni erogative 5,3%
Fondazioni che distribuiscono premi e borse di studio 10,0%
Fondazioni operative 38,8%
Fondazioni miste: 43,1%
Principalmente operative 33,3%
Principalmente erogative 9,8%
Non Specificate 2,8%
Un ulteriore paradosso della realtà italiana, formata, come si è visto, nella maggior parte dei
casi da fondazioni di tipo operativo in cui la risorsa umana dovrebbe avere quindi un ruolo di
primo piano, era inoltre costituito dal basso livello occupazionale, tanto che secondo la
sopraccitata ricerca di Demarie si calcolava che più del 50% delle fondazioni non avesse
alcun addetto.
Questo quadro tuttavia nell’ultimo decennio è andato gradualmente modificandosi, anche se
non ancora in maniera sostanziale, come dimostra l’indagine condotta nel 2004 dal CDf -
Centro di Documentazione sulle Fondazioni
10
. Gli elementi che testimoniano i mutamenti a
cui il settore delle fondazioni è andato incontro, sono principalmente:
¾ la proliferazione del numero delle fondazioni: secondo l’indagine condotta dal CDf su
3.300 fondazioni censite nel 2001, 1.500 sono sorte solo a partire dal 1990, secondo un trend
9
Negli Stati Uniti le grant-making rappresentano il 90% delle circa 40.000 fondazioni censite nel 1998 dal
Foundation Center, mentre le operative rappresentano solo il 10%. Le grandi fondazioni erogative americane,
come la Ford Foundation o la Rockfeller, sono considerate da molti un modello esemplare.
10
Il Centro di Documentazioni sulle Fondazioni è stato costituito nel 1996 dalla Fondazione Giovanni Agnelli per favorire la
crescita e la diffusione di una moderna cultura delle fondazioni in Italia. Il Centro nel 2004 ha portato a termine in
collaborazione con la Compagnia di San Paolo, l’ACRI e Stefano Cima (IRS) un’indagine coordinata dallo European
Foundation Center, volta a fornire un quadro aggiornato delle dimensioni e degli elementi distintivi che caratterizzano il
settore delle fondazioni in Italia.
La rinascita delle fondazioni in Italia: il caso della Fondazione “Aiutare i bambini”
15
di circa 125 nuove fondazioni all’anno. Si tratta di un interessante fenomeno di “rinascita”,
che segue ad un lungo periodo di abbandono di questa forma giuridica. Nella stragrande
maggioranza dei casi (92%) si tratta di fondazioni di diritto civile, mentre percentuali più
piccole (rispettivamente 7% e 1%) riguardano le fondazioni di origine bancaria e le
fondazioni liriche. In particolare tra le fondazioni di diritto civile censite dalla Fondazione
Giovanni Agnelli
11
si riscontrano poi molteplici settori di attività, come si può notare nel
grafico sottostante:
Grafico 1 – Le fondazioni di diritto civile in Italia (Fonte: CDf 2001)
267
246
244
117
90
70
40
27
25
19
17
11
0 50 100 150 200 250 300
Tecnologie
Cooperazione internazionale
Scienze politico economiche
Erogazione di premi e riconoscimenti
Scienze matematiche, chimiche,
fisiche, naturali
Religione ed etica
Attività a favore della comunità
Medicina
Materie umanistiche, scienze umane,
storiche e sociali
Formazione, scuola, università
Assistenza
Arte
¾ l’attenzione crescente dedicata alle fondazioni erogative: nonostante la percentuale delle
fondazioni interessate all’attività di fundraising sia ancora limitata in Italia (secondo i dati
raccolti dal CDf sarebbero solo 176, pari al 5,8% del totale), si rileva un trend in crescita
all’interno del settore per quanto riguarda il versante erogativo. Questa tendenza sarebbe in
particolar modo accentuata e sostenuta dalla creazione, con le Legge Amato del ’90, delle
Fondazioni di origine bancaria. Secondo quanto censito dalla Fondazione Giovanni Agnelli le
fondazioni bancarie in Italia sono 89 con una patrimonializzazione complessiva di circa trenta
milioni di Euro, da destinare per legge a favore di interventi nel campo sociale, educativo e
culturale. Lo sviluppo di fondazioni filantropiche aventi così elevate dimensioni patrimoniali
testimonia come sia possibile anche in Italia la creazione di un insieme di enti in grado di
giocare un ruolo cruciale per il miglioramento delle condizioni di vita e per la crescita della
società civile.
11
Fonte: Fondazione Giovanni Agnelli, giugno 2004
La rinascita delle fondazioni in Italia: il caso della Fondazione “Aiutare i bambini”
16
¾ La crescita del livello occupazionale: se l’analisi condotta nel 1997 da Demarie mostrava
come il livello delle risorse umane impiegate ammontasse a solo 10.000 addetti, alla fine del
2001 l’indagine del CDf mostra come il settore impieghi stabilmente più di 55.000 persone,
alle quali deve essere aggiunto l’apporto lavorativo di oltre 63.000 volontari.
Come è possibile notare la realtà delle fondazioni italiane sta gradualmente mutando
nell’ultimo periodo e questi cambiamenti sono dovuti a due motivazioni in particolare:
1) Motivazione Legislativa: una prima spiegazione può essere addotta al più favorevole
quadro legislativo che si è venuto a creare nell’ultimo periodo, compresa ad esempio la
semplificazione e abbreviazione dei tempi necessari al riconoscimento delle persone
giuridiche private
12
. A partire dagli anni ’80 è iniziato un processo di ripensamento profondo
della spesa pubblica italiana, che ha portato gradualmente ad una restituzione dei servizi
pubblici al mercato e ad un arretramento delle funzioni statali a favore di una maggior
partecipazione dei privati. Questo processo di deregulation si è concretizzato in particolare in
diversi interventi legislativi, alcuni dei quali hanno incentivato sempre più l’utilizzo dello
strumento giuridico della fondazione per la privatizzazione di istituzioni pubbliche. In questa
sede in particolare si vogliono ricordare soltanto i seguenti passaggi:
¾ D.P.C.M 16 febbraio 1990: possibilità di privatizzazione delle IPAB (Istituzioni
Pubbliche di Assistenza e Beneficenza). Esistono oggi all’incirca 1.100 fondazioni che
derivano dalla trasformazione giuridica delle IPAB.
¾ L. 30/7/90 n. 21, cosiddetta L. Amato: creazione delle Fondazioni di origine bancaria.
¾ D. Lgs. 367/96 e D. Lgs. N. 134 del 23 aprile 1998: trasformazione degli enti lirici e delle
altre istituzioni concertistiche in fondazioni giuridiche di diritto privato
¾ D. Lgs. 368/98: creazione dello strumento giuridico delle fondazioni di partecipazione
pubblico-privata
¾ D. Lgs. 267/00 e Legge finanziaria 2002: possibilità per gli enti locali di costituire
fondazioni di diritto privato per la gestione dei servizi
Un ulteriore fattore che può aver contribuito inoltre ad incentivare la formazione e lo sviluppo
delle fondazioni è stata la nuova disciplina tributaria introdotta dal D. Lgs. 460/97, che ha
12
Prima del 1977 una fondazione per ottenere la personalità giuridica doveva essere riconosciuta con un decreto
del Presidente della Repubblica, che spesso per motivazioni burocratiche tardava ad arrivare. A partire dal 1977
le fondazioni che limitano la loro azione a livello locale possono ottenere il riconoscimento e la personalità
giuridica direttamente con un decreto regionale. Inoltre, a partire dal 1991, i decreti di riconoscimento delle
fondazioni attive a livello nazionale vengono emessi dai singoli ministeri vigilanti e non più dal Presidente della
Repubblica.
La rinascita delle fondazioni in Italia: il caso della Fondazione “Aiutare i bambini”
17
portato alla creazione delle ONLUS (Organizzazioni non Lucrative di Utilità Sociale)
13
, dato
che tra le figure giuridiche che possono essere riconosciute come ONLUS ci sono anche le
fondazioni. Nonostante il regime fiscale italiano non sia particolarmente favorevole come
quello previsto invece in molti altri Paesi, il riconoscimento concesso alle ONLUS, previa
sottoposizione a precisi vincoli statutari e contabili
14
, permette di usufruire di un particolare
regime agevolato per le imposte sui redditi, per l’imposta sul valore aggiunto e per le altre
imposte dirette (registro, spettacoli, successione e donazioni, ipotecarie e catastali), oltre che
delle agevolazioni fiscali a favore di chi desideri effettuare delle erogazioni liberali a favore
dell’ente
15
.
2) Motivazione Gestionale: come testimoniato anche dall’importanza e dallo spazio che
sempre più gli interventi legislativi dedicano a questo strumento giuridico, le fondazioni
sembrano essere, tra le organizzazioni non profit, gli organismi maggiormente in grado di
dotarsi di una struttura economica solida, flessibile, in grado cioè di rispondere ad esigenze
molto diverse tra loro (basti pensare alla varietà di settori in cui le fondazioni agiscono).
Inoltre, grazie alle peculiarità del proprio ordinamento che prevede l’approvazione di uno
statuto chiaro e definito fin dalla costituzione, permettono un’effettiva spinta verso la
managerialità e l’imprenditorializzazione del Terzo Settore: la delineazione di una mission
esplicita permette di definire infatti con chiarezza l’ambito in cui la fondazione andrà ad
operare, gli obiettivi di medio e lungo periodo e gli strumenti atti a raggiungerli, attuando una
maggior responsabilizzazione degli organi interni. In conclusione lo strumento giuridico della
fondazione sembra garantire una gestione economica maggiormente improntata alla ricerca
dell’efficienza e dell’efficacia, grazie alla delineazione di criteri precisi, ad una migliore
allocazione delle risorse, alla ricerca di partnership esterne e alla possibilità di favorire
iniziative di mecenatismo e sponsorizzazione.
13
Le ONLUS costituiscono un’autonoma categoria di enti non profit solo dal punto di vista del trattamento
fiscale, dal momento che sono un “contenitore” fiscale a cui possono aderire diversi soggetti giuridici operanti
nel campo della cultura, dello sport e della solidarietà sociale, adeguando i propri statuti a precise regole stabilite
dalla legge. I soggetti che possono diventare ONLUS sono: associazioni, fondazioni, comitati, società
cooperative, altri enti privati con o senza personalità giuridica.
14
Per ottenere il riconoscimento di ONLUS è necessario che nello statuto dell’ente richiedente sia espressamente
previsto: l’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale; il divieto di svolgere attività diverse da
quelle previste dalla legge; il divieto di distribuire utili; l’obbligo di reimpiegare gli utili per le attività
istituzionali e quelle direttamente connesse; l’obbligo di devolvere il patrimonio ad un’altra ONLUS in caso di
scioglimento dell’ente; l’obbligo di redigere il bilancio annuale; l’uso nella denominazione dell’acronimo
ONLUS o della locuzione “organizzazione non lucrativa di attività sociale”.
15
Le erogazioni liberali effettuate a favore di una ONLUS usufruiscono delle seguenti agevolazioni fiscali: 1) le
persone fisiche e giuridiche non commerciali possono detrarre il 19% della quota donata dall’imponibile fino a
2.065 Euro 2) le persone giuridiche commerciali possono dedurre l’intera cifra donata fino a 2.065 Euro o entro
il 2% del reddito d’impresa dichiarato.
La rinascita delle fondazioni in Italia: il caso della Fondazione “Aiutare i bambini”
18
Nel corso di questo elaborato si andranno pertanto ad analizzare le caratteristiche costitutive,
gli obiettivi e le performance della Fondazione “Aiutare i bambini”, un esempio di fondazione
erogativa nel panorama nazionale, in grado di testimoniare in maniera evidente il mutamento
e la rinascita cui le fondazioni italiane stanno andando incontro, come si ha avuto occasione di
accennare brevemente in queste pagine.
2 Un esempio di fondazione erogativa: la Fondazione “Aiutare i
bambini”
La Fondazione “Aiutare i bambini”
16
è una fondazione
erogativa di diritto civile dedita all’assistenza dei
bambini poveri, ammalati, emarginati e senza istruzione
scolastica. “Aiutare i bambini” è una realtà laica e
indipendente da qualsiasi partito e religione, sorta a
Milano il 18 gennaio 2000 e registrata presso gli Atti
Pubblici N° 3211/71/M, Serie 1A. Nel luglio del 2001
“Aiutare i bambini” ha ricevuto il riconoscimento
giuridico da parte della Prefettura di Milano ed è così
regolarmente iscritta nel registro delle persone giuridiche
17
.
Prima di addentrarmi nella descrizione dello scopo e delle attività di “Aiutare i bambini”,
credo che sia giusto considerare le circostanze da cui ha preso origine e la storia del suo
fondatore, dal momento che si riveleranno strumenti sicuramente utili a comprendere
l’impostazione e le modalità di gestione della stessa.
“Aiutare i bambini” è nata grazie all’iniziativa dell’ing. Goffredo Modena che, in seguito ad
una vita intensa di lavoro nel profit, ha deciso di rivoluzionare la propria vita e mettere a
disposizione la sua professionalità per aiutare i più deboli. L’ing. Modena infatti, dopo una
vita passata nel settore delle telecomunicazioni, nel 1981 divenne azionista di minoranza della
Forem srl, una società di Agrate Brianza che opera tuttora nel mercato delle
telecomunicazioni mobili. «Quando sono arrivato in Forem – racconta l’ingegnere – l’azienda
aveva 30 dipendenti ed un fatturato di 1 miliardo di Lire, quando l’ho lasciata ci lavoravano
450 persone e il fatturato era salito a 260 miliardi». Dopo essere diventato azionista di
16
A partire da questo momento si farà riferimento alla Fondazione “Aiutare i bambini” attraverso la sua sola
denominazione “Aiutare i bambini”.
17
“Aiutare i bambini” è stata riconosciuta in data 10/07/2001 dalla Prefettura di Milano con Protocollo N°
14.12.462 sett 2° ed è stata iscritta al N° 40 del Registro delle Persone Giuridiche, mentre in data 20/09/2001 ha
ottenuto il riconoscimento anche da parte della Regione Lombardia.
Figura 1 – L’ingresso della sede di
“Aiutare i bambini”
La rinascita delle fondazioni in Italia: il caso della Fondazione “Aiutare i bambini”
19
controllo della Forem, nel 1994 decise insieme agli altri azionisti di aprire alla Forem il
mercato statunitense, concludendo un accordo con la società americana Allen Telecom
quotata alla borsa di New York. In seguito, nel 1997, la Allen Telecom decise di rilevare
l’intero pacchetto azionario della Forem e chiese all’ing Modena di lasciare la guida
dell’azienda. L’ing. Modena commenta così la vicenda:
«Pensavo di poter rimanere in azienda per dare il contributo della mia competenza professionale
acquisita in tanti anni di lavoro. Ma la nuova proprietà decise di farmi uscire definitivamente. E’ stato
per me un trauma. Prima lavoravo 10-11 ore al giorno, avevo la giornata piena di mille impegni e mi
sono trovato a non avere più nulla da fare. Cercavo di dare un senso nuovo alla mia vita e a quel punto
[…] ho capito che la mia strada era quella di aiutare gli altri ed in particolare quelli che hanno avuto
molto meno di me dalla vita».
Dopo un paio di anni trascorsi come volontario nella Cooperativa sociale “Solidarietà” di
Vedano Olona
18
, in provincia di Varese, alla fine del ’99 nasce così l’idea della Fondazione
“Aiutare i bambini”, e l’ing. Goffredo Modena decide di trasferire alla stessa, in accordo con
la moglie e i figli, una parte dei guadagni fatti nel corso della sua vita di imprenditore.
Per dare concretezza al progetto di costituzione della Fondazione, nel gennaio 2000 viene
sancito lo Statuto di “Aiutare i bambini”, che oltre a fissare in maniera inequivocabile lo
scopo e gli organi costitutivi, date le peculiarità dello strumento giuridico prescelto, dedica
una parte importante anche alla delineazione del patrimonio. Inoltre, dal momento che
“Aiutare i bambini” in qualità di fondazione ha potuto ottenere il riconoscimento di ONLUS,
all’interno dello Statuto viene effettuato esplicito riferimento ai vincoli che per legge “Aiutare
i bambini” in qualità di ente non profit e di ONLUS è tenuta a rispettare. Questi in particolare
sono riportati all’art. 4 sul Patrimonio, all’art. 12 sull’Esercizio Sociale e Bilancio e all’art. 13
sulla Durata e Estinzione della Fondazione
19
.
2.1 La Mission di “Aiutare i bambini”: un nome, uno scopo
La mission alla base di “Aiutare i bambini”, si prefigura già a partire dal suo nome, dal
momento che la Fondazione si propone di «aiutare i bambini ed i ragazzi poveri, ammalati,
18
La Cooperativa “Solidarietà” è una realtà non profit che dal 1982 si occupa di inserire al lavoro e assistere
persone in condizioni di svantaggio in quanto disabili, carcerati, malati di mente o di AIDS.
19
Per ulteriori approfondimenti sullo Statuto di “Aiutare i bambini” si rimanda alla sezione delle Appendici,
dove è riportato il testo dello Statuto in versione integrale. Nel corso dell’elaborato si avrà comunque occasione
di riprendere alcuni degli articoli in esso contenuti, perché considerati essenziali ai fini delle tematiche
affrontate.
La rinascita delle fondazioni in Italia: il caso della Fondazione “Aiutare i bambini”
20
senza istruzione o oggetto di violenze per dare loro la speranza di una vita degna della
persona umana».
Lo scopo. “Aiutare i bambini”, così come sancito all’art. 2 dello Statuto, persegue
esclusivamente finalità di solidarietà sociale. La mission di “Aiutare i bambini” si concretizza,
come si avrà modo di spiegare in maniera più approfondita nel corso di questo capitolo,
intervenendo con progetti mirati e concreti in tutto il mondo, a favore dei seguenti settori:
Assistenza sociale e socio-sanitaria, Istruzione e Formazione professionale. I progetti vengono
sostenuti sia a livello nazionale che internazionale in collaborazione con Enti, Associazioni ed
Organismi aventi obiettivi e scopi simili, senza alcuna discriminazione di tipo politico,
religioso, di razza o di sesso. “Aiutare i bambini” inoltre si ispira nel suo operato ai principi
universali di fratellanza e solidarietà umana ed opera per la diffusione dei diritti dei bambini,
così come stabilito nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, approvata dalle
Nazioni Unite nel 1989 e per Statuto può sostenere solamente progetti a favore di minorenni.
Essa opera nella convinzione che l’aiuto dato ai bambini bisognosi a causa del sottosviluppo,
delle guerre e delle calamità naturali, non dia sollievo soltanto a chi soffre, ma contribuisca
anche al benessere di tutte le popolazioni che vivono nel mondo.
La vision. La visione ideale a lungo termine di “Aiutare i bambini”, a cui dedica cioè il
proprio impegno grazie al lavoro dei Volontari,
dei collaboratori e ai fondi che raccoglie dai
propri sostenitori, è quella di contribuire alla
costruzione di un mondo in cui:
¾ i bambini poveri ed affamati abbiano il
necessario per nutrirsi
¾ i bambini ammalati ricevano assistenza
medica
¾ i bambini privi di istruzione scolastica abbiano
la possibilità di andare a scuola
¾ i bambini che hanno subito violenza vengano
aiutati a superare il male che è stato fatto loro
I valori. Nel perseguire la propria mission “Aiutare i bambini” si ispira inoltre ai seguenti
valori, attraverso i quali si possono descrivere anche i dieci principi guida che
quotidianamente orientano la sua attività:
Figura 2 – La vision di “Aiutare i bambini”
La rinascita delle fondazioni in Italia: il caso della Fondazione “Aiutare i bambini”
21
¾ Libertà e indipendenza di giudizio. Nel rispetto di questo valore “Aiutare i bambini” si
impegna in particolare a: offrire il proprio appoggio a qualunque bambino, senza alcuna
discriminazione di razza, cultura e religione; scegliere i progetti da finanziare con totale
libertà ed indipendenza di giudizio, favorendo i progetti in cui più grande è la povertà e il
bisogno dei bambini; verificare l’efficacia del progetto e la soddisfazione dei bisogni dei
bambini coinvolti, interrompendo, se necessario, le erogazioni se il progetto non raggiunge gli
obiettivi previsti; chiedere ai privati, così come agli Enti pubblici le risorse per sostenere un
numero sempre più elevato di bambini nel mondo.
¾ Giustizia. Nel rispetto di questo valore “Aiutare i bambini” si impegna a: dare il
necessario per vivere ai bambini affamati, le adeguate cure mediche a quelli ammalati, a chi è
privo di istruzione la possibilità di andare a scuola e ai bambini che hanno subito violenze le
cure e l’affetto di cui hanno bisogno. A questo scopo si cerca di gestire i fondi in maniera tale
che la maggior parte di essi arrivi ai bambini, mantenendo bassi i costi di gestione. Inoltre ci
si impegna affinché venga offerto ai donatori il giusto riconoscimento e ringraziamento per il
sostegno offerto e ai collaboratori e Volontari il merito per il lavoro svolto.
¾ Verità. Nel rispetto di questo valore “Aiutare i bambini” si impegna sempre a: dire e
documentare la situazione reale in cui vivono i bambini e quella di avanzamento del progetto;
informare i donatori sulla situazione effettiva dei progetti, garantendo la massima trasparenza
sullo scopo della raccolta fondi e sui risultati raggiunti; certificare il bilancio ogni anno;
commentare con i collaboratori e i Volontari l’effettiva qualità del lavoro svolto, valutando le
loro prestazioni sulla base della responsabilità e del merito sul lavoro.
¾ Rispetto e Solidarietà. Nel rispetto di questo valore “Aiutare i bambini” si impegna a dare
gratuitamente ai bambini un aiuto concreto attraverso: la condivisione delle risorse di cui
dispone, l’affetto e l’attenzione di cui hanno bisogno, il contributo delle sue conoscenze e
della sua professionalità. Inoltre si impegna a favorire il rispetto e la collaborazione tra i
propri collaboratori e Volontari, affinché possano essere messi in condizione di sviluppare le
proprie potenzialità umane e professionali.
Il logo e lo slogan. Per concludere questa sezione
dedicata a ricostruire l’identità e la mission di
“Aiutare i bambini”, non può non essere fatto
riferimento anche al logo che è stato scelto nel 2000
Figura 3 – Il logo istituzionale
Dare vita alla vita