6
Le reti televisive iniziano a contendersi le fasce orarie e i
telespettatori inondando l'etere di trasmissioni in grado di soddisfare
qualsiasi fascia di pubblico e creando seri problemi di esistenza per gli
altri medium.
Per me e i miei coetanei questo ha significato passare dalle
possibilità minime di fruizione dei programmi proposti dalla rete
pubblica a quelle, sterminate, delle reti private.
La televisione assorbiva ormai gran parte del tempo libero e
sembrava non esserci concorrente in grado di tenergli testa.
Avevamo abbandonato le letture delle storie di Topolino per
contribuire all'importazione dei manga, i cartoni prodotti in oriente,
trasmessi incessantemente dalle reti private. Scompariva, anche da
parte dei più adulti la pratica del cinema e dei fumetti che fino ad
allora avevano rappresentato lo svago di generazioni di adolescenti e
non.
L'inversione di tendenza inizia con la metà degli anni ottanta.
Sono questi anni in cui, oltre alla crescente attenzione ai pericoli
dell'assuefazione televisiva, sono i computers e videogiochi che
creano in maniera massiccia una alternativa all'uso e all'abuso da parte
dei più giovani della televisione.
7
In questo scenario riprende quota anche la frequentazione e lo
studio del fumetto. Interessante oggi ci sembra, dunque, studiare un
media, che sembrava destinato ad estinguersi o ad essere seguito da
pochi lettori specializzati ed affezionati, quale il fumetto, e che in
questi anni ha conosciuto una seconda, quasi inaspettata, giovinezza
Ancora più interessante è occuparci di un fumetto che si ispira al
mondo cinematografico, la cui esistenza era minata dalle trasmissioni
televisive e che da poco sta riacquistando quella vitalità anche se non
paragonabili con gli anni di maggiore successo.
Da queste due opzioni è nata la scelta di occuparci di Dylan Dog.
Dylan Dog (d'ora in poi DD), infatti, è un fumetto atipico dato che
pur seguendo le regole della serializzazione e gli schemi del prodotto
di massa riesce ad imporsi all'attenzione degli specialisti del settore
tanto da essere paragonato al fumetto d'autore, quello, per intenderci,
che si caratterizza per la raffinatezza del disegno e i riferimenti
culturali del plot narrativo e che resta un fenomeno di una, sia pur
ampia, élite.
Un universo di racconto, quello creato dal suo ideatore, Tiziano
Sclavi, che riesce ad affascinare i lettori portandoli a scorrazzate negli
infiniti, e "consolatori" campi del riferimento e dell'allusione, facendo
del protagonista un navigatore di testi e costrutti culturali.
8
Pur essendo una infinita fonte di citazioni sia letterarie che storiche,
che, più in generale iconografiche e d'ambiente, a noi pare, che la
caratteristica determinante del successo di DD sia la capacità di
"rapinare" da quell'universo che ancora adesso dopo cent'anni dalla
sua invenzione non smette di stupire e affascinare: il cinema.
Il riferimento dei riferimenti di DD è dunque il cinema sia in
maniera diretta che in maniera indiretta. Infatti, anche la congerie di
riferimenti di natura non direttamente cinematografica presenti in DD
è sempre, a ben vedere, mediata attraverso il cinema come punto di
fusione di esperienza visiva linguistica e, in generale, segnica.
DD è dunque un fumetto che deve il suo successo che, in qualche
modo ha segnato la rivincita del fumetto nei confronti della TV, alla
sua capacità di cavalcare, in maniera non pedissequa ma sottilmente
allusiva e gratificante, la tigre dei media maggiori e, in particolare del
cinema e del cinema quale piatto forte della sua figlia "snaturata" la
televisione.
Non solo. l'analisi che siamo venuti facendo della struttura
costruttiva, della "impalcatura" della cucina mediatica di DD ci ha
fatto notare come la striscia e il suo personaggio debba il suo successo
ad una sostanziale consonanza con le problematiche e le ideologie
sommerse del mondo giovanile, certo colto, certo amante del cinema e
pensoso sulla sua storia, ma anche contaminato dal male di vivere
9
generazionale che è il filo rosso del comportamento del nostro, la
marginalità, l'incertezza, la precarietà.
Marginale DD lo è fin dalla e nella sua caratteristica costitutiva: e,
cioè l'oggetto delle sue indagini, l'incubo, l'aldilà. Di fronte ad un al di
qua gia fin troppo indagato, conosciuto, ostile, prevedibile DD si
rifugia in un immaginario di riserva in cui all'orrore apparente delle
situazioni fa riscontro una prevedibilità una rassicurante mancanza di
fantasia dello sconosciuto.
Di fronte al perpetuarsi dell'errore (e dell'orrore) di un mondo
sempre meno comprensibile il personaggio DD scopre come il mondo
"altro" sia governato da leggi più comprensibili e più umane. e in
questo universo si rifugia.
Stessa scelta viene postulata per l'universo culturale: Diffidente
verso una cultura "paludata" che sente oscuramente al servizio di se
stessa e non della gente, Sclavi ci pilota verso una cultura di "scarti"
colta ma ironica verso la cultura, che preferisce non libare
direttamente ma attraverso la più facile mediazione del mondo del
cinema:
La precarietà in DD si rivela nella sua marginalità economica, non è
ricco come Philo Vance, non è agiato come Nero Wolfe, non è
disinteressato come Sherlock Holmes, è uno che "si arrangia" che
10
lavora per vivere in una continua mediazione fra necessità e bisogni in
una delusione/illusione di un agio possibile ma non desiderato ad ogni
costo: Avventuriero urbano. Le donne sono un'altra spia della
precarietà. Non legato ad una donna angelicata o perduta come nel
plot classico dell'avventura, non disperato delle donne, tanto meno
misogino DD vive come tutti noi l'accettazione della perdita e della
possibilità della fine e della solitudine che consola e deprime più della
stessa solitudine , in un coscienza dell'impossibilità di essere normali
la cui accettazione "creativa" rappresenta l'unico compromesso
possibile per una vita non indegna in questi anni.
Cinema e fumetto: il caso Dylan Dog 0. Introduzione
11
0. Introduzione
0.1 L'origine del fumetto
La nascita del fumetto risale al 1895, quando il disegnatore
americano R. Felton Outcoult pubblicò, nell'edizione domenicale del
New York World giornale fondato da Joseph Pulitzer (1847-1911)
2
, le
sue tavole denominate Down Hogan's Alley, in cui si narravano le
vicende di un ragazzino vestito di giallo dal nome Yellow Kid.
Era nato il fumetto quale espediente per aumentare le vendite dei
quotidiani nei giorni feriali.
Il fumetto era destinato ad un pubblico adulto
3
anche perché
l'immagine era di piacevole ricezione da parte del lettore infatti
sostituiva volentieri il feuilleton e il romanzo popolare.
Il fumetto al suo impatto visivo aggiungeva l'efficacia persuasoria
ispirata alle raffigurazioni mitologiche condivise da tutta una
collettività
4
.
2
Il proprietario del quotidiano New York Word, trasforma il giornale newyorchese nel prototipo
del quotidiano moderno con titoloni, articoli sensazionali, immagini e "fumetti"
3
Guerrera, Manfredo, 1995, pag. 10.
4
«Penso che il problema del mito e dell'immagine non è solo un appannaggio delle epoche
primitive e classiche. Ho in armadio due o trecento copie degli albi originali con le storie a
colori di Superman e penso che in fondo è un mito del nostro tempo, non esprime una religione
ma una ideologia...» Eco, U., 1964, pag. X e Cfr. Ibidem pag. 224.
Cinema e fumetto: il caso Dylan Dog 0. Introduzione
12
Outcoult aveva rielaborato esperienze artistiche e figurative
precedenti differenziando il fumetto dalle altre arti grafiche per la
durata, struttura narrativa e per la sequenzialità delle immagini, che
rendevano il fumetto un mezzo persuasivo superiore al romanzo
d'appendice.
I temi ricorrenti nel romanzo popolare, diventano l'eco dei problemi
del momento, tanto da far diventare la paraletteratura
5
testimonianza
della propria epoca, fenomeno sociale il cui codice espressivo
appartiene alla cultura e al tempo che l'ha prodotta
6
. Con il fumetto, i
costrutti narrativi iniziano a circolare e a diffondersi non più con la
casualità del romanzo, ma attraverso la regolarità del quotidiano.
Il successo del fumetto induce nel 1912 Randolph Hearst a fondare
l'agenzia di stampa International News Service che nel 1914 assume il
nome di King Features Syndicate (KFS) con la funzione di vendere e
diffondere i comics nel mondo. Successo della KFS fu la distribuzione
di Mickey Mouse conosciuto in Italia con il nome di Topolino,
personaggio creato da Walt Disney, che in brevissimo tempo ottenne
5
Per paraletteratura indichiamo la letteratura di massa e di consumo. Ulteriori approfondimenti si
possono ricercare nei saggi di Rak e Tortel in Arnaud, Lacassin, Tortel, 1977.
6
CFR Rey, Alain, 1982 pp. 9-31. e Arnaud, Lacassin, Tortel, 1977, pp. 12-153-166.
Cinema e fumetto: il caso Dylan Dog 0. Introduzione
13
un successo di dimensioni planetarie che lo rende ancora oggi il più
popolare eroe di fumetti nel mondo
7
.
Ci sono prove che si iniziò prima a disegnare e poi a scrivere
8
, i
graffiti rupestri o i geroglifici egiziani utilizzano i segni grafici come
mezzo di comunicazione. Le vignette colorate su papiro dell'antico
Egitto o le Tabulae satiriche del I sec. a. C. romane e i disegni satirici
del giapponese Toba Sojo che sotto le sembianze di animali
raffigurava ironicamente il clero buddista, ci sono state tramandate nei
secoli.
Nel medioevo era diffusa una bibbia denominata "biblia pauperum"
che con l'ausilio di disegni rendeva comprensibili, ad un lettore non
colto, alcuni avvenimenti narrati nel sacro testo
9
. La formula "pictura
est laicorum literatura", riassunto del programma di Arras aveva, nel
XII sec. grazie all'abate Suger, indotto il clero cattolico a rendere i
luoghi di culto una sorta di libro di pietra
10
il cui fine pedagogico era
uguale a quello utilizzato per la biblia pauperum.
7
La fruizione dei comics nel mondo per merito delle agenzie può definirsi un successo: la D.C.
che con la Marvel detiene l'incontrasto potere editoriale del settore, riesce nel 1972 a stampare
oltre trecento milioni di albi diffusi in ogni angolo del pianeta.
8
In Georges, Jean, 1986, vengono riportati numerosi esempi di numerose civiltà che avvalorano
l'affermazione riportata.
9
Eco, Umberto, 1964, pag. 7.
10
Ibidem, pag. 17.
Cinema e fumetto: il caso Dylan Dog 0. Introduzione
14
Gian Lorenzo Bernini, padre dell'arte barocca
11
, utilizzò le
caricature, come William Hogart
12
, per farne satira di costume fino a
quando Topffer e Busch invasero le pagine delle allora gazzette
europee. Lo svizzero Topffer, suscitò l'interesse di Goethe che lo
definì "un talento originale"
13
per i suoi sette "racconti per immagini",
in cui propose per la prima volta una sequenza articolata di immagini e
testi
14
.
Cristophe, un allievo di Topffer, pseudonimo di George Colomb,
realizza per l'editore Colin una serie di racconti che stupiscono per le
sorprendenti inquadrature che anticipano quelle cinematografiche
come la veduta dall'alto, il piano americano e medio, la profondità di
campo.
Nella Francia dell'ottocento risaltano le opere di denuncia sociali di
Honoré Donnier e Les Images d'Epinal i fogli educativi volanti
colorati ed illustrati pubblicati da J. C. Pellerin.
Il fumetto é, dunque, figlio dell'illustrazione e derivato dalla
letteratura popolare
15
e con la pittura ha una parentela mediata; è
comunque ad essa che fa riferimento il suo uso della prospettiva
16
.
11
Barbieri, Daniele, 1991, pag. 67.
12
Guerrera, Manfredo, 1995, pag. 10.
13
Ibidem, pag. 67
14
Moliterni, Mellot, Denni, 1996, pag. 14.
15
Frezza, Gino, 1995, pag. 12.
Cinema e fumetto: il caso Dylan Dog 0. Introduzione
15
La finalità del fumetto è quindi quella di far accedere ad un
costrutto culturale il numero più ampio di persone utilizzando anche la
caricatura e il grottesco per soddisfare il suo fine pedagogico.
0.2 Fumetto e cinema
Contemporaneo del fumetto è il cinema, infatti è generalmente
fissata al 28 dicembre 1895 la data di nascita del cinematografo,
perché a Parigi nel Salon Indieu del Grand Caffé, sul Boulevard des
Capucines, venne effettuata la prima proiezione di un programma di
dieci film brevi per un pubblico pagante. Entrambi i mezzi di
comunicazione si sono sviluppati seguendo un percorso per certi
aspetti paralleli
17
.
Hanno in comune le origini, il ricorso al luogo letterario e l'utilizzo
del mito
18
, che sanno riproporre con forza nuova e originale, allo
scopo di stimolare da parte del pubblico ricettore determinate reazioni
come quelle ludiche, religiose, erotiche: rendendo possibile al fruitore
non colto l'esperienza letteraria, utilizzando nel topic narrativo il
"luogo letterario", lettore di fumetti e spettatore cinematografico,
16
Barbieri, Daniele, 1991, pp. 93, 121.
17
Fava, Isabella , 1996.
18
Cfr. Eco, Umberto, 1964. e Frezza, Gino, 1995.
Cinema e fumetto: il caso Dylan Dog 0. Introduzione
16
partecipano ad una esperienza che li coinvolge perché loro stessi lo
desiderano.
Nel cinema e nel fumetto non esiste nessun testo senza il
destinatario che accetta di partecipare all'esperienza offertagli dal testo
a cui attinge
19
.
La cultura di massa, a cui appartengono cinema e fumetto, utilizza e
rielabora la fabula mitologica
20
per far partecipe il "lettore" ad un
costrutto culturale creando un mondo possibile e facendo cooperare il
destinatario del testo narrativo allo svolgimento testuale del racconto.
Dove il protagonista incarna aspirazioni e desideri di una collettività
che proietta sulla sua figura ciò che vorrebbe essere, eroe fumettistico
e cinematografico incarnano una esigenza universale che, come quella
del personaggio mitologico, devono trovare una compartecipabilità, un
punto di riferimento etico e comportamentale che appartengono a noi
21
Cinema e fumetto appartengono alla cultura di massa, sono prodotti
industriali, commissionati dall'alto e che riflettono l'implicita
pedagogia di un sistema sociale che lotta per poter rafforzare i valori
vigenti della società che li ha prodotti, o come fa notare Eco:«secondo
le meccaniche della persuasione occulta, suppone al fruitore un atteggiamento di
19
Frezza, G. 1995, pag. 234.
20
Eco, U., 1979, pag. 102.
21
Ibidem pp. 130-187-230-231.
Cinema e fumetto: il caso Dylan Dog 0. Introduzione
17
evasione che stimola, immediatamente le velleità paternalistiche dei
committenti»
22
.
La serializzazione cinematografica influenzerà quella fumettistica,
che si adeguerà portando le proprie "strips" da settimanali a
giornaliere nei quotidiani e creando albi, i comic book composti da
pagine a tre strisce, settimanali e mensili, allontanando i fumetti dalle
apparizioni settimanali legate al quotidiano per diventare autonome
produzioni in cui scompaiono le didascalie per far posto alla nuvoletta
in cui viene racchiuso il testo
23
.
Tra gli anni '20 e '30 con il fumetto d'avventura e quello poliziesco
si inizierà ad imporre il segno grafico non più caricaturale ma
realistico
24
; con l'avvento dell'età dell'oro dell'industria
cinematografica hollywoodiana i personaggi degli albi assumeranno
fisionomie che ricordano i divi delle major americane
25
: sono gli anni
di adeguamento del fumetto che trova più facile riprodurre il
linguaggio cinematografico, i cui elementi figurativi diventano
22
Ibidem pag. 263.
23
Barbieri, Daniele, 1991, pag. 152.
24
Ibidem
25
Ciotta, M., Silvestri, R., 1993 pag. 7: «...durante la depressione le famiglie proletarie
preferivano spendere i soldi del sussidio i disoccupazione al cinema piuttosto che in cibo».
Cinema e fumetto: il caso Dylan Dog 0. Introduzione
18
facilmente riconoscibili come lo diverranno gli aspetti iconologici
presenti nel fumetto (es. l'idea rappresentata dalla lampadina accesa)
26
.
Se il cinema muto utilizzava la didascalia per commentare le scene,
l'avvento del sonoro nel 1927 sembrava tracciare la strada del declino
del fumetto che, invece, sedimentava nel retroterra culturale dei propri
lettori facendo diventare grammatica il linguaggio fumettistico che
alle didascalie sostituiva le nuvolette e le onomatopee.
Se il fumetto è in parte debitore a livello stilistico al cinema, non lo
è per creazione di costume e narrazione, solo dagli anni '70 la
celluloide ha tradotto l'universo narrativo dei fumetti grazie alle
applicazioni innovative degli effetti speciali.
La serializzazione cinematografica
27
inizia con gli anni '30, con
l'adattamento, a costi ridotti, dei personaggi e degli intrecci dei
comics
28
.
Possiamo citare alcuni esempi che riguardano l'intreccio tra il
mondo cartaceo e quello filmico: le vicende di Blondie e Dagoberto
26
Eco, Umberto, 1964.
27
La serializzazione cinematografica nasce dall'esigenza economica dei produttori cinematografici
di recuperare i soldi investiti nella realizzazione dei lungometraggi. Per ottimizzare i costi la
scansione temporale dei film, escluse le notevoli eccezioni, tende a canonizzarsi intorno alle
due ore di visione, gli attori si specializzano in ruoli per essere facilmente riconoscibili dagli
spettatori che possono così classificare i film in generi e di conseguenza scegliere la visione di
quello più congeniale alle loro aspettative.
28
Frezza, Gino, 1995.
Cinema e fumetto: il caso Dylan Dog 0. Introduzione
19
hanno ispirato una trentina di film e la sequenza di "L'eterna illusione"
di F. Capra quando J. Stewart si presenta nella casa dei genitori snob
di J. Arthur
29
. Buck Rogers nel 1929 rinsalda i riferimenti al cinema e
alla letteratura popolare così come nel 1934 lo fa Flash Gordon di
Alex Raymond noto al pubblico per aver disegnato Jungle Jim su
soggetto di D. Hammett. Nel 1940 il personaggio creato da Al Capp
30
Li'l Abner divenne un film, con la regia di A. S. Rogell interpretato da
Jerry Lewis e Buster Keaton. In Italia nel 1942 Sergio Tofano, autore
del Sig. Bonaventura, realizza "Cenerentola e il sig. Bonaventura" con
la partecipazione di Paolo Stoppa
31
.
Negli anni '40 dal triangolo fumetto-fantastico-fantascienza
vengono creati i serials ovvero, realizzare ispirandosi alle avventure
degli eroi dei comics book e dalle strisce edite dai quotidiani, film di
mediometraggio e a basso costo
32
,conosciuti anche come B-serial
33
.
i
29
Guerrera, Manfredo, 1995, pag. 24.
30
«Steinbeck considerò Capp il miglior scrittore del mondo degno del premio Nobel affiancandolo
a Rabelais e Cervantes.» Guerrera, Manfredo, 1995, pag. 22.
31
Moscati, M., 1986.
32
Ibidem sono riportati tutti gli esempi e in Frezza, Gino,1995.
33
Frezza, Gino, 1987, pag. 93.