Un call dà all’acquirente il diritto comprare una certa quantità di sottostante entro un
tempo di scadenza ad un determinato prezzo, in cambio paga un prezzo che viene
chiamato premio. Alla scadenza, se il valore del sottostante è inferiore al prezzo di
esercizio, l’opzione non viene esercitata e scade senza valore. Al contrario, se il valore
del sottostante è maggiore rispetto al prezzo di esercizio, l’opzione sarà esercitata; Il
profitto netto risultante dall’esercizio sarà la differenza tra il valore del sottostante ed il
valore definito dal contratto sommato all’option premium .
Una put dà all’acquirente il diritto di vendere il sottostante ad un prezzo prefissato
entro un certo limite di tempo alla controparte. Se il prezzo di mercato del sottostante è
maggiore a quello stabilito contrattualmente l’opzione sarà lasciata scadere senza valore;
in caso contrario l’opzione sarà esercitata. Il profitto netto, nel caso d’esercizio, è
pertanto dato dalla differenza tra lo strike price ed il price of underlying asset sommato
all’option premium.
profitto
Valore del
sottostante
Strike price
Payoff della call
2.2 DETERMINANTI DEL VALORE DI UN'OPZIONE
Il valore di un’opzione dipende da una serie di variabili che fanno riferimento al
sottostante ed ai mercati finanziari:
1 Valore corrente del sottostante:
Le opzioni sono contratti scritti sul valore del sottostante, è quindi evidente che una
variazione di questo va a modificare il valore dell’opzione. Dal momento che una call
dà il diritto di acquistare il sottostante ad un prezzo fisso, un aumento nel valore
dell’asset aumenta il valore della call stessa. Diametralmente, una put diventa meno
attraente all’aumento del valore dell’asset.
profitto
Valore del
sottostante
Strike price
Payoff della put
2 Volatilità
2
del sottostante:
l’acquirente di un’opzione ha il diritto di comperare il sottostante ad un
determinato strike price, ciò comporta che maggiore è la volatilità dell’asset
maggiore è il valore acquisito dall’opzione stessa. Tale concetto può, di primo
acchito, apparire controintuitivo, tuttavia dobbiamo ricordare che l’opzione offre un
downside limit pari al valore del premio pagato.
3 Tempo di scadenza:
sia le calls che le puts aumentano di valore all’allungarsi della maturità. Ciò è
dovuto al fatto che un time to maturity maggiore garantisce un maggiore lasso di
tempo entro i quale gli asset possono muoversi, aumentando il valore di entrambi i
tipi di opzioni
4 Tasso d’interesse privo di rischio:
il valore delle opzioni viene modificato cambiando il valore attuale del prezzo
d’esercizio. Dal momento che lo strike price non deve essere pagato (ricevuto) fino
all’esercizio dell’opzione call (put), il tasso d’interesse influenza positivamente il
valore delle call e negativamente quello delle put.
5 Dividenti pagati dal sottostante:
il valore delle opzioni viene modificato dal pagamento di un dividendo, il quale
diminuisce il valore del sottostante aumentando il valore della put e specularmente
riducendo quello della call.
6 Prezzo d’esercizio:
il prezzo d’esercizio è inversamente proporzionale al valore della call e
positivamente correlato con il valore della put.
2
Definiamo volatilità del prezzo di un titolo come la deviazione standard del tasso di rendimento, composto
continuamente, fornito dal titolo nel periodo di un anno.
Ecco sinteticamente come viene modificato il valore delle put e delle call al verificarsi di
un incremento positivo delle variabili:
Prezzo del sottostante + -
Volatilità + +
Vita residua + +
Tasso d’interesse + -
Prezzo d’esercizio - +
Dividendi - +
2.3 LE OPZIONI ED IL CAPITAL BUDGETING
L’incontro tra il mondo delle opzioni ed il capital budgeting, soprattutto nella
valutazione degli investimenti (real assets), fu una rivoluzione che possiamo datare
all’anno 1984, allorquando Steward Myers, della Sloan School of management del MIT,
coniò il termine di “real options”:
“La pianificazione strategica ha bisogno dei metodi della finanza. Il calcolo del valore
attuale è necessario per verificare l’analisi strategica, e viceversa. Tuttavia le tecniche
convenzionali del flusso di cassa scontato tendono a sottovalutare il valore di opzione
inerente a linee di attività con redditività crescente. E’ necessario estendere la teoria
della finanza d’impresa in modo da ricomprendervi il trattamento delle opzioni reali.”
3
Partendo da questi presupposti possiamo affermare che l’approccio delle opzioni reali è
l’estensione della teoria dell’opzione finanziaria alle opzioni su attività reali.
Mentre le opzioni finanziarie sono specificate dettagliatamente nel contratto, le opzioni
reali sono incorporate in investimenti strategici, devono essere individuate e specificate.
Il passaggio dalle opzioni finanziarie a quelle reali richiede un certo modo di ragionare,
tale da impartire la disciplina dei mercati finanziari alle decisioni d’investimento
3
MYERS (1984), p.134.
strategico interno: l’approccio delle opzioni reali funziona poiché permette al manager di
carpire le opportunità insite in un investimento e di predisporre una flessibilità adeguata
a livello di risorse umane, materiali ed immateriali, tali da permettergli di gestire al
meglio le opportunità che l’incertezza futura gli presenta.
Il metodo tradizionale del NPV assume come dati scenari attesi di cash-flow e
presuppone che il management sia legato ad una determinata strategia operativa fissa ed
immutabile.
Tratta inoltre i progetti come indipendenti: si accettano tutti quei progetti il cui NPV sia
positivo.
Nel mondo reale fatto di incertezza ed interazioni competitive, comunque, i flussi di
cassa stimati differiranno con ogni probabilità da quanto stimato dal management.
Con il passare del tempo è verosimile anche una maggiore consapevolezza dell’impresa
nei confronti degli scenari che si vanno dischiudendo, ciò può avvenire tramite una
maggiore conoscenza delle proprie possibilità piuttosto che di quelle date dal mercato,
ovvero un posizionamento sulla learning curve migliore.
Nel momento in cui queste nuove informazioni divengono più chiare, e di conseguenza
maggiormente manageable, i dirigenti sono in grado di modificare in maniera
contingente la strategia operativa.
Ad esempio il management si trova nella posizione di poter differire, espandere,
contrarre, abbandonare o comunque modificare in differenti maniere l’investimento
durante la sua vita. La flessibilità del management di adattare le azioni future al
dispiegarsi dei futuri avvenimenti fornisce un’asimmetria nella distribuzione di
probabilità del NPV che incrementa il vero valore dell’opportunità dell’investimento
aumentando il potenziale di crescita e, nel contempo, limitando il potenziale di perdita
alle aspettative iniziali del management in un contesto di gestione passiva.
In assenza di tale flessibilità manageriale, la distribuzione di probabilità del NPV
sarebbe ragionevolmente simmetrico, nel senso che, a priori, la probabilità di successo e
di fallimento sarebbe la medesima.
Quando la flessibilità manageriale è significativa, permettendo un migliore adattamento
piuttosto che una maggiore protezione nei confronti degli eventi futuri, viene introdotto
un taglio che rinforza i potenziali di crescita in maniera tale che la distribuzione diventi
asimmetrica con ovviamente una maggiore propensione verso destra e quindi verso
risultati più favorevoli.
Il valore effettivo che ci si aspetta da questa asimmetria riflette le componenti del
valore di un’opportunità di investimento, non solo il valore catturato dal NPV “statico”,
ma anche un premio per la flessibilità che permea la vita stessa dell’investimento tanto
che si parla di NPV esteso.
Ovvero:
Net Present Value esteso (strategico) =
Standard NPV (vale a dire il valore scontato dei flussi di cassa
attesi)
+
Premio dell’opzione (vale a dire il valore delle opzioni operative e
strategiche date da una gestione attiva unita alle interazioni
competitive, alle varie sinergie ed alle relazioni inter ed intra-
progettuali).
Come già sottolineato, la flessibilità operativa e le implicazioni strategiche dei vari
progetti non possono essere focalizzati con l’ausilio del NPV tradizionale a causa della
sua discrezionalità e dall’incertezza sugli accadimenti futuri nel momento in cui tale
strumento viene utilizzato.
E’ proprio in queste situazioni che l’utilizzo delle opzioni reali diviene più prezioso:
ogni progetto può essere visto, analizzato e strutturato come un insieme di opportunità,
di opzioni su attività reali.
Proprio come il possessore di un’opzione finanziaria americana ha il diritto, e non
l’obbligo, di acquisire l’attività pagando un prezzo predefinito entro una certa data;
parimenti l’opzione verrà esercitata se e solo se il valore finale dell’investimento sarà
maggiore degli sforzi economici e non diretti alla sua implementazione.
Esiste pertanto una stretta analogia tra le opzioni reali e le opzioni finanziarie. E’
comunque opportuno chiarire sin da ora che nonostante la stretta analogia molte
differenze si prestano ad interferire, in maniera più o meno rilevante, ad una uguaglianza
lineare tra i due tipi di opzione; su questo punto si ritornerà più avanti nella trattazione.
Per ora, a titolo esemplicativo, si possono anche solo accennare ad alcune cause salienti
di discrepanza:
- Le opzioni finanziarie sono esclusive, nel senso che l’acquirente ne è l’esclusivo
beneficiario; ciò non è sempre vero per le opzioni reali che spesso sono condivise con
gli altri concorrenti.
- Le opzioni finanziarie sono facilmente commercializzabili a differenza di quanto
avviene con le opzioni reali, la qual caratteristica incentiva un esercizio anticipato per
accaparrarsi dei vantaggi relativi sui concorrenti.
La flessibilità di differire un investimento, di decidere quando cominciarlo dopo aver
ricevuto informazioni aggiuntive, può avere un valore positivo nonostante le indicazioni
date dal NPV siano negative. Tale flessibilità conferisce al management il diritto di
attendere fino a quando maggiori informazioni, in merito al progetto, arrivino e a fare
l’investimento (esercitare l’opzione) solo se il valore del progetto supera l’investimento
necessario per implementarlo, senza, tuttavia, imporre alcun obbligo di investire ed
incappare in perdite se si dispiega lo scenario meno favorevole.
Poniamo il caso di un’opzione di espansione della dimensione di un progetto di una
certa quantità x% facendo un investimento ulteriore, Ix. Questa può essere vista come
una call per acquisire una quantità supplementare pari a x% del valore lordo del progetto
con un prezzo di esercizio pari Ix.
Il management può anche avere la flessibilità di interrompere temporaneamente la
produzione in un dato periodo di tempo se i flussi di cassa non sono tali da coprire i costi
variabili del medesimo lasso di tempo.
Il management può anche decidere di abbandonare un progetto prima di quanto previsto
inizialmente commutandolo ad un uso alternativo che sia più redditizio oppure,
vendendo gli assets gravitanti intorno al progetto sul mercato, recuperare un valore di
uscita dall’investimento.
Prendiamo il caso della decisione di costruire una centrale chimica, che implica la
scelta tra: un impianto con bassi costi iniziali di costruzione che permetta l’utilizzo di un
solo input e la produzione di un solo output; oppure un impianto, altrimenti identico, con
maggiori costi di costruzione ( e quindi anche maggiore valore di recupero) ma che
permetta la flessibilità di utilizzare differenti input e produrre una varietà di output.
Anche se il primo impianto ha un valore stimato dall’NPV statico maggiore, il
management può valutare come più attraente il secondo, perchè maggiormente gestibile
al modificarsi delle condizioni di mercato.
L’opzione di conversione (o di abbandono con exit value) può essere vista come una
put sul valore corrente dell’impianto con prezzo d’esercizio pari al valore nel suo uso
alternativo ( o al valore di recupero).
La maggior parte della flessibilità manageriale può essere colta combinando i vari tipi di
opzione “semplici” come mattoni di una costruzione: proprio come per la costruzione di
una casa sono necessari i vari attrezzi del mestiere (le competenze, le capacità, ecc.), i
mattoni (ossia i vari tipi di opzione) ed il cemento (la flessibilità) che rende stabile il
tutto.
Molte volte le opzioni reali si presentano contemporaneamente, in questi casi il valore
dell’opportunità dell’investimento può essere visto come un gruppo di call e put e può
essere analizzato tramite un più complicato utilizzo del Contingent Claim Analisys
(metodo delle opzioni reali)
4
. La presenza simultanea di più tipi di opzioni reali, come
approfondirò in seguito, può creare effetti reciproci ( solitamente negativi), la cui
valutazione abbisogna di tecniche di analisi numeriche basate sulle opzioni che in molti
casi creano seri problemi valutativi, ma anche allorquando soluzioni analitiche non sono
possibili, una “intelaiatura” basata sulle opzioni reali può offrire risultati proficui ad
un’analisi più prettamente qualitativa.
4
E’ qui opportuno fare una precisazione terminologica: il CCA (Contingent Claim Analisys) fa più specificatamente
riferimento ai metodi quantitativi per l’individuazione del valore delle opzioni, mentre il metodo delle opzioni reali ha
un senso più generico.
2.4 INCERTEZZA, OPZIONI ED INVESTIMENTI
È opportuno sin d’ora fare una distinzione semantica tra rischio ed incertezza.
L’incertezza è la casualità dell’ambiente esterno: i manager non possono modificarne il
livello; l’incertezza è un input dell’analisi delle opzioni reali. L’esposizione di
un’impresa all’incertezza, cioè la sensibilità dei suoi flussi di cassa e del suo valore ad
una fonte di incertezza, è determinata da una serie di fattori, fra cui il campo di attività,
la struttura dei costi e la natura dei contratti di acquisizione dei fattori e di vendita dei
prodotti. I manager modificano l’esposizione delle attività all’incertezza tramite
l’investimento, dopo avere analizzato l’incertezza esterna.
Le possibilità di conseguenze economiche sfavorevoli dell’esposizione di un’impresa
costituisce il rischio.
Il rischio ha delle probabilità calcolabili, di conseguenza possono essere presi dei
provvedimenti tali da assicurare (insurance) l’impresa nei suoi confronti. Questa
distinzione può a prima vista apparire superficiale, tuttavia ci permette di inquadrare il
ruolo delle opzioni reali e della flessibilità manageriale sin d’ora.
L’incertezza permea ed alimenta costantemente le vicissitudini umane e, nella
fattispecie, quelle economiche, punto di forza di un’ottima gestione è la capacità di
vedere l’incertezza e misurare gli effetti che questi ha sull’azienda ovvero il rischio.
La vita economica odierna richiede ai manager di prendere costantemente decisioni
importanti in ambienti incerti: non si conoscono le dimensioni del mercato, le mosse dei
concorrenti, il costo delle materie prime, la stabilità geo-politica di un territorio, ecc.
Una volta compresa l’incertezza nel modo di pensare l’intero quadro del progetto
decisionale viene a modificarsi.
Il grafico sottostante mostra uno dei più importanti cambiamenti del modo di pensare
l’incertezza con l’approccio delle opzioni reali: l’incertezza crea opportunità.
Taluni cambiamenti sono prevedibili: si supponga, ad esempio, che la domanda di un
certo bene cada improvvisamente. Tutti gli operatori del settore si aspettano che il
prezzo scenda: si tratta, semplicemente, di sapere quando e di quanto. Un altro caso: in
un’ industria manifatturiera si verifica un’inattesa impennata dei prezzi, seguita da una
lunga discesa verso la media di lungo periodo (mean-reverting trend). Si può predire una
traiettoria, quindi l’incertezza è misurata dallo scarto quadratico medio del trend atteso.
Gli strumenti di valutazione tradizionali possono venire utilizzati quando i cambiamenti
futuri sono prevedibili, l’analisi delle opzioni reali è significativa quando esiste un
determinato livello di incertezza.
Il management dovrebbe vedere in maniera positiva l’incertezza e nel ripensare gli
investimenti strategici deve cercare di vedere i mercati, all’interno dei quali operano, in
termine di genesi, traiettorie ed evoluzione dell’incertezza; determinare il grado di
esposizione degli investimenti, cioè come gli eventi esterni si traducono in perdite e
profitti e quindi riposizionare gli investimenti in modo da trarne il massimo vantaggio.
G
Punto di vista tradizionale
Incertezza
Punto di vista tradizionale
Punto di vista delle opzioni reali
Le opzioni
accrescono il
valore
v
a
l
o
r
e
Quando una decisione futura dipende dalla fonte di incertezza i dirigenti si interrogano
circa i possibili esiti futuri a cui la variabile incerta potrebbe arrivare al momento della
decisione. La relazione tra incertezza e tempo diventa la chiave di volta dell’intero
apparato legato all’investimento. La figura sottostante mostra la relazione tra queste due
variabili fondamentali ed il possibile payoff di un progetto:
Questo grafico rappresenta il cosiddetto “cono dell’incertezza”
5
: il vertice rappresenta
l’investimento necessario in t=0 ed il cono le possibili evoluzioni del progetto all’interno
di un determinato orizzonte temporale.
L’esposizione, ovvero la sensibilità delle attività, determina la dimensione e la forma del
cono d’incertezza per il valore dell’investimento strategico.
A mano a mano che le opzioni reali incorporate nell’investimento vengono identificate
e gestite, il cono di incertezza si estende ulteriormente ma verso l’alto, incrementando il
valore atteso dell’investimento strategico.
5
Cf M. AMRAM – N. KULATILAKA, Real options. Strategie d’investimento in un mondo dominato dall’incertezza, ed.
Etas, Milano 2000, p.16 [AMRAM-KULATILAKA (2000)].
Il cono
dell’incertezza per
fattori esterni
Il cono dell’incertezza per il
valore dell’investimento
strategico
Attività dell’impresa
L’incertezza esterna viene trasformata, per il tramite delle attività aziendali, in
incertezza sul valore dell’investimento strategico. Secondo il punto di vista tradizionale
l’esposizione all’incertezza dell’impresa rimane elevata, mentre con il ROA
6
il
management può ridurre l’incertezza agli eventi sfavorevoli ed incrementare quella verso
scenari migliori. Ciò significa che all’impresa è data la possibilità di modificare le
proprie strategie in funzione della maniera in cui l’incertezza si manifesta.
Con l’analisi del NPV la distribuzione degli eventi può essere pensata come una
normale per la quale le probabilità di eventi favorevoli e sfavorevoli è la medesima:
6
ROA: real option approach.
Probabili
tà e
payoff
Valore dell’attività sottostante