La legge applicabile al trust: il caso del trust interno

Dal 1° gennaio 1992, data di entrata in vigore della legge di ratifica, nessuno pose in dubbio che sarebbe stato agevole ottenere il riconoscimento nel nostro Paese di trust istituiti secondo il c.d. modello anglo-americano e secondo il modello internazionale, istituiti all'estero, i cui effetti potevano anche prodursi nel nostro Paese.
Non altrettanto pacificamente è invece stato ritenuto ammissibile che in virtù di essa fosse possibile dar vita a trust puramente interni, ossia rapporti giuridici i cui elementi oggettivi e soggettivi sono connessi al nostro territorio e, dunque, al solo ordinamento italiano.
In altri termini, l’ipotesi in cui disponente, trustee e beneficiari sono soggetti italiani sebbene il Trust sia regolato da una legge straniera che serva per l’appunto ad attribuirgli la qualifica di “Trust”.
Invero, la questio era sorta già nell'ambito del dibattito in sede di Conferenza dell'Aja al cui tavolo sedevano delegati di paesi di Civil law e di Common law: la discussione era incentrata soprattutto per i rappresentanti dei paesi con ordinamenti civilistici su una sorta di difesa dal trust per il sovvertimento che esso avrebbe provocato nel sistema dei diritti reali.