Effetti delle performance esterne sulla percezione delle abilità individuali. Implicazioni per il managerial decision making.
Processi e tipologie di memoria
Il funzionamento della memoria è strettamente intrecciato a quello degli altri processi cognitivi. Seppur questo concetto appare scontato, in realtà si è affermato solo negli ultimi vent’anni, quando lo studio della memoria è andato incontro a grandi cambiamenti.
Il più importante di questi, consiste nell’aver demolito la leggenda che la memoria sia una facoltà unitaria della mente e aver insediato, al suo posto, l’idea che quell’entità astratta chiamata memoria sia invece un insieme di processi, di strutture e sistemi separati (Eysenck e Keane, 2006).
Le tre operazioni che rappresentano l’intero processo della memoria sono (Sternberg, 1996):
1. la codifica, attraverso cui la nuova informazione viene inserita in un contesto di informazioni precedenti;
2. l’immagazzinamento (storage), attraverso cui l’informazione è conservata nel tempo. La strategia più comune per immagazzinare l’informazione è la ripetizione (rehearsal);
3. il recupero (retrieval) che consente di richiamare il ricordo. Per riassumere l’importanza congiunta di tali operazioni, Tulving e Thomson (1973) hanno enunciato il principio della specificità di codifica, secondo cui “soltanto ciò che è stato immagazzinato può essere recuperato e il modo in cui qualcosa può essere recuperato dipende dal modo in cui è stato immagazzinato”.
Per la psicologia cognitivista, la memoria non si limita ad archiviare e a recuperare i dati come tali. Vale, infatti, il principio generale secondo cui il ricordo è un processo di ricostruzione e integrazione continua tra l’esperienza in corso e gli schemi preesistenti (Benjafeld, 1997).
La capacità di integrare nuove informazioni o di costruire nuove combinazioni di informazioni note, richiede una forma di memoria legata alla coscienza di ciò che avviene nell’istante in cui si elabora l’informazione stessa.
Gli innumerevoli compiti svolti quotidianamente richiedono, infatti, l’intervento di processi e sistemi di memoria diversi che consentono di rivivere e rielaborare il passato, ma che si fondano anche sul ricordo temporaneamente presente nella coscienza, quello che qualcuno ha definito “presente consapevolezza” (Baddeley, 1986; Meacham e Leiman, 1982).
Ricordare un numero di telefono e saper suonare il violino sono capacità che implicano processi mnestici del tutto diversi: espliciti la prima, impliciti la seconda. Tuttavia, entrambe queste capacità richiedono che passato e presente vengano integrati.
A fronte della complessità dei processi mnesici e della pluralità di sistemi interessati, si può dunque escludere che la memoria sia un deposito nel quale i ricordi cristallizzati rappresentano copie fedeli dell’esperienza. Si tratta piuttosto di processi 25 dinamici di rielaborazione degli eventi passati (Bartlett, 1932; Piaget, 1936; Neisser, 1967).
Negli ultimi trent’anni, molti studiosi (e.g., Tulving, 1972; Schacter, 1985) hanno assunto l’esistenza di differenti sistemi nella memoria umana, spiegando anche l’importanza della presenza di sistemi multipli. Tra i fenomeni individuati a favore della visione multi-sistemica, i più importanti prevedono che la presenza di differenti sistemi di memoria: - permette di spiegare in modo naturale una grande quantità di dati; - lascia la capacità degli altri sistemi intatta, in presenza di un sovraccarico di un singolo sistema; - mantiene integra la funzionalità degli altri sistemi, se danni cerebrali distruggono un singolo sistema.
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Effetti delle performance esterne sulla percezione delle abilità individuali. Implicazioni per il managerial decision making.
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Informazioni tesi
Autore: | Ilaria Aquino |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi della Calabria |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Aziendale |
Relatore: | Gaetano Miceli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 267 |
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