Il mistero del cerchio perfetto. Il femminile in David Lynch

Leland Palmer è un personaggio duplice fin nelle estreme profondità del suo spirito, è preda di potenze psichiche in conflitto tra loro che gli appartengono ugualmente.
Questo conflitto è sempre stato avvertito da Leland e ha luogo tra l’uomo e il demonio, o tra lo spirito e la carne. Aspetti che portano l’interpretazione ad oscillare tra una lettura del personaggio (e di Twin Peaks) secondo i principi della Letteratura fantastica di Todorov, ovvero guardando all’esitazione costitutiva del fantastico di fronte ad avvenimenti inspiegabili con la luce della ragione, per cui Leland sarebbe posseduto effettivamente da un’entità maligna. E una lettura di tipo razionalistico che descriverebbe Leland come un uomo affetto da uno sdoppiamento di personalità, diviso tra il bene e il male, dove la parte malefica ha prevalso, facendogli commettere gli omicidi e l’imperdonabile per la parte buona, conducendolo alla follia estrema e a una dicotomia insanabile (rimandando al caso del Dottor Jeckill e Mr Hyde).
«Bob rappresenta il male che è dentro di noi», dice a proposito Albert, il collega di Cooper, più incline a una spiegazione razionale dei crimini di Leland. Resta il fatto che una ferita lacera l’anima del padre di Laura, il quale dimostra di essere ossessionato dall’amore per la figlia, arrivando al punto di desiderarla fisicamente, fino a possederla. Un amore che lo fa impazzire (come Frank Booth) quando Laura è ancora in vita, per via del tabù che regola i rapporti genitori-figli, dimostrandosi perfino geloso del fidanzato James, e che lo distrugge, dopo la morte della ragazza, per via del senso di colpa e per via di quel senso di mancanza incolmabile che lascia la perdita.
Ora è possibile interpretare l’amore insano di Leland per Laura, secondo le dinamiche del masochismo, per dimostrare come alcuni aspetti di quest’estetica si ripetano nei film di Lynch. E’ un amore molto complesso che va oltre il sentimento che lega un padre a una figlia, poiché Laura è sentita, allo stesso tempo, come un’amante, una madre, una madonna, adulata nelle fotografie con cui Leland danza piangendo.
L’essenza sovversiva del masochismo non tiene conto delle richieste del tabù dell’incesto. Leland attraverso la deflorazione di Laura, intende riconquistare la simbiosi con la potente madre pre-edipica e ricongiungersi con essa, con quella divinità che come Demetra, riunisce l’uomo con il regno dell’innocenza, l’universo mitico senza vergogna. Leland però ha commesso un crimine e il rimorso non gli dà pace. E piange e si dispera e si mette a ballare al richiamo del solito motivo anni ‘60, non può fermarsi, avviluppato nel ricordo di quando ballava con sua figlia e a mano a mano cresce la sua disperazione per l’impossibilità di un ritorno alla congiunzione con Laura che gli provoca un dolore insanabile. Leland piange e invoca Laura quando è a un passo dalla morte, mentre Cooper gli è accanto, lo rassicura e lo accompagna verso la luce. Solo ora che è nell’aldilà può ottenere la pace dalla redenzione e dal perdono di lei che ha sempre amato.