I Diritti Audiovisivi nello sport: un profilo comparatistico

La tematica inerente i diritti audiovisivi è di interesse preponderante nell’ambito di un attento studio del diritto sportivo, anche in virtù della particolare importanza economico-sociale che, negli anni recenti, lo sport ha assunto a livello internazionale.
L’analisi che ci si propone di compiere in questo elaborato si concentrerà, in particolare, sul modo in cui le varie fattispecie che compongono la materia sono state affrontate negli ordinamenti occidentali, dagli Stati Uniti, alla Comunità Europea e ai singoli stati, per terminare con quanto avviene in Italia.
Innanzitutto, è necessario chiarire che per diritti audiovisivi si debbono intendere quei diritti esclusivi che comprendono la fissazione e la riproduzione, diretta o indiretta, in qualunque modo o forma, in tutto o in parte, delle immagini dell’evento, in qualunque luogo esso si svolga, e la distribuzione e commercializzazione delle immagini summenzionate.
Appare immediatamente chiaro che, a questo punto, non ci si riferisce più al fenomeno sportivo quale attività fisica, ma si intende concentrare l’attenzione sullo spettacolo offerto attraverso la competizione: si deve abbandonare allora la costruzione semplicistica che vedeva quali unici protagonisti del fenomeno gli atleti, singoli o a squadre, per riconoscere la fondamentale presenza del pubblico, la cui partecipazione risulta essenziale per inquadrare la nuova dimensione assunta dallo sport.
La presenza di un pubblico è ritenuta indice di attività economica e, in quanto tale, presuppone l’organizzazione di uno spettacolo, che riunisce in una relazione triangolare differenti soggetti: l’organizzatore della manifestazione, gli atleti protagonisti, e appunto il pubblico.
Tale tipo di rapporto può essere caratterizzato dalla gratuità della performance, a fronte della quale le parti non dovrebbero essere vincolate a prestazioni specifiche, o da un vero e proprio contratto di spettacolo: in tale ipotesi, l’organizzatore si impegna ad accordare al pubblico pagante la prestazione di un terzo, l’atleta, in condizioni normali, il che lo sottopone alle ordinarie regole in materia di ripetizione, nel caso in cui la prestazione accordata venga a mancare per determinati motivi.