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L'infermiere e il maltrattamento sui minori

Cenni storici sui casi di abuso di minori

I vari casi di abuso sessuale su minori, di maltrattamento e di abbandono insieme ad un numero sempre più crescente di vittime del mercato sessuale e degli organi, sembrano contrastare con quanto, fin dall’inizio del 900, è stato sostenuto e perseguito, a livello di dichiarazioni e carte costituzionali, sul diritto/dovere da parte del bambino ad essere vero protagonista della propria vita, quale ”giocosa preparazione” alla maturità.
L'abuso all'infanzia è un fenomeno molto diffuso già nelle prime civiltà. Nell'antica Grecia era consuetudine diffusa e culturalmente accettata abbandonare i bambini nati deformi mentre, durante il Medio Evo, l'alto indice di mortalità infantile era dovuto alle precarie condizioni igieniche nelle quali vivevano i bambini affidati alle cure delle balie.
Per moltissimi anni è stata opinione diffusa che la natura del bambino fosse  perversa e malvagia e che era, dunque, necessario piegare la sua naturale inclinazione a fini educativi, anche con la forza.
Il maltrattamento minorile è continuato fino alla rivoluzione industriale durante la quale i bambini erano utilizzati come manodopera a bassissimo costo.

Nella società liberale d’occidente coesistono accanto ad atteggiamenti educativi improntati alla tolleranza e alla comprensione. Tendenze che fanno riferimento alla morale calvinistica e che sostengono l’obbligo morale insito nella natura del bambino. In Germania nel secolo scorso, hanno riportato notevole successo le teorie del pedagogista tedesco Schreber, che proponeva di combattere il lassismo dell’epoca, con un sistema educativo basato sulle coercizioni e sulle privazioni fisiche che avrebbero reso i bambini sottomessi ed obbedienti (Schatzman 1973). Anche l’articolo 571 del Codice Penale italiano, dà diritto al genitore ad infliggere varie forme di punizione al minore, se in buona fede oppure per disciplina, lo stesso art. 571 c.p. così recita: “Chiunque abusa dei mezzi di correzione o di disciplina in danno di una persona sottoposta alla sua autorità, o a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, ovvero per l'esercizio di una professione o di un'arte, è punito, se dal fatto deriva il pericolo di una malattia nel corpo o nella mente, con la reclusione fino a sei mesi. Se dal fatto deriva una lesione personale, si applicano le pene stabilite negli articoli 582 e 583, ridotte a un terzo; se ne deriva la morte, si applica la reclusione da tre a otto anni”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'infermiere e il maltrattamento sui minori

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Informazioni tesi

  Autore: Mara Pipere
  Tipo: Tesi di Master
Master in Infermieristica forense e responsabilità nel governo clinico
Anno: 2009
Docente/Relatore: Simonetta Macari Cuggiani Alessandro
Istituito da: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Coautore: Vincenza Alivernini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 145

FAQ

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