Un figlio della Black Britain: Caryl Philipps

Caryl Phillips riprende tematiche comuni a molti abitanti extraeuropei, tra cui il fenomeno delle migrazioni d’oltremare. Dopo le ondate migratorie iniziate con lo sbarco di emigranti a bordo dell’Empire Windrush la Gran Bretagna si ritrovò ad avere una società completamente diversa rispetto a cinquant’anni prima: da una società monoculturale a una pluriculturale. “People who are able to synthesise different worlds in one body and to live comfortably with these different worlds” (Phillips, Caryl, A New World Order).

L’arrivo in terra straniera non è stato facile e ha portato e porta ancora oggi a sensazioni di disorientamento. La stessa Leila, protagonista del romanzo The Final Passage, sente il bisogno di: “to escape the life she was tropped in…and explore what it means to decide that England is home, however cold and hostile it may be” ( Phillips, Caryl, The Final Passage).

Un altro dei temi ricorrenti di Caryl Phillips è quello del “belonging e unbelonging”. Tale situazione deriva dalla condizione di alienazione tipica delle popolazioni che emigrano in una terra straniera e si ritrovano ad affrontare un nuovo mondo. Leila, giovane donna che conduce un’aimless vita nei Caraibi decide di trasferirsi in Gran Bretagna con il figlio Calvin e il marito Michael. Parte per la capitale inglese per assistere la madre malata, e spera allo stesso tempo di lasciarsi alle spalle la vita nei Caraibi. Ma il senso di disorientamento iniziale, la morte della madre e la condizione di estraniamento nell’isola britannica la portano a tornare nell’isola natìa, suo unico punto di riferimento. Questo primo romanzo dell’autore è ambientato nella Gran Bretagna thatcheriana come dimostrano gli urban riots and police violence descritti dall’autore.