Pittori stranieri alla corte di Ferdinando IV. Un itinerario turistico nei siti reali della provincia di Caserta
La presenza di J. P. Hackert oltre la Reggia di Caserta
Tra il XVIII e il XIX secolo numerosi sono stati i Siti Reali che i differenti sovrani della dinastia borbonica, a partire dal re Carlo, hanno fatto costruire, principalmente come luoghi destinati ai divertimenti e agli svaghi degli stessi sovrani e della corte. In questi eccezionali complessi, il re e il suo numeroso seguito, seguendo l'esempio delle altre monarchie europee, amavano trascorrere il proprio tempo libero dedicandosi alle battute di caccia e di pesca, o, più semplicemente all'otium potendo godere di incantevoli paesaggi, di splendidi parchi e di palazzi fastosi, lontani dalla frenesia della capitale e dalle gravose preoccupazioni che provoca la gestione quotidiana degli affari di Stato.
I più importanti di questi siti sono la tenuta di Persano, il Casino del Fusaro, la tenuta di Carditello e il complesso di San Leucio. In genere queste tenute reali si trovavano in luoghi distanti dalla capitale; spesso era necessaria la realizzazione di nuove fabbriche, ma in alcuni casi furono invece ristrutturate le costruzioni preesistenti, di solito composte dai palazzi di proprietà delle famiglie che fino a quel momento avevano governato il territorio o da ville appartenenti all'aristocrazia locale, adattandole al gusto e alle nuove e complesse esigenze della corte borbonica.
Molti dei siti reali furono inoltre arricchiti da grandi parchi, che in alcuni casi derivarono dalla trasformazione dei siti preesistenti. La presenza di aree verdi e di zone boschive idonee all'esercizio dell'amata attività venatoria erano infatti l'aspetto del territorio che più interessava i sovrani, poiché in queste tenute, dopo l'acquisto, veniva immediatamente istituita una riserva di caccia, di solito recintata con muraglioni. Pur essendo destinati soprattutto alla caccia, i parchi consentivano anche altri tipi di svago, come l'osservazione degli animali esotici e feroci rinchiusi nelle gabbie e le semplici passeggiate, a piedi o a cavallo, durante le quali si poteva oziare e godere della frescura assicurata dai viali ombrosi, dalle fontane, dalle peschiere, dalle cascate e dai laghetti, che nei giardini furono abbelliti con finte rovine, tempietti, criptoportici e ninfei all'antica.
Non mancavano inoltre aree destinate allo svolgimento di attività ludiche all'aria aperta; tra queste il circo per le gare ippiche a Carditello e il padiglione per il gioco del pallone nel giardino superiore della Reggia di Portici; alle esercitazioni di tipo militare per il re, il principe e i giovani aristocratici della corte, come la Castelluccia e la peschiera della Reggia di Caserta, dove venivano inscenate naumachie. In alcuni casi, e in particolare durante il lungo regno di Ferdinando IV, i Siti Reali ebbero anche caratteristiche di tipo funzionale e produttivo.
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Pittori stranieri alla corte di Ferdinando IV. Un itinerario turistico nei siti reali della provincia di Caserta
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Informazioni tesi
Autore: | Viviana Castaldo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Seconda Università degli Studi di Napoli |
Facoltà: | Interfacoltà Lettere ed Economia |
Corso: | Scienze del turismo |
Relatore: | Rosanna Cioffi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 73 |
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