La valutazione del capitale economico di un'azienda operante nel settore tessile

Particolare attenzione merita il problema della valutazione dei beni immateriali, a tal proposito, tre sono le questioni che rilevano ai fini di un’appropriata stima di tali risorse.
La prima concerne l’identificazione di tali intagible assets, la seconda riguarda l’eliminazione dei problemi di intersezione e sovrapposizione tra risorse immateriali, la terza, infine, attiene alla scelta dei criteri di valutazione.
Innanzitutto, una risorsa immateriale può essere stimata autonomamente se e solo se presenta le seguenti caratteristiche: è oggetto di un significativo flusso di investimenti, è in grado di attribuire benefici economici differenziali all’azienda che la possiede, è trasferibile.
In riferimento al secondo aspetto, per eliminare o almeno attenuare i problemi di duplicazione e di sovrapposizione delle risorse immateriali, si deve cercare di individuare un’adeguata tassonomia di tali risorse. A tal fine possiamo distinguere le risorse immateriali tra “strutturali” e “non strutturali”. Le prime esprimono il valore delle reciproche relazioni che si instaurano tra i diversi beni aziendali, trasformandoli in un complesso sistemico di beni, persone ed operazioni finalizzato al conseguimento di risultati economici, ed inoltre consentono all’impresa di acquisire le condizioni giuridico-amministrative necessarie per operare nel proprio settore.

Tali risorse esprimono dunque il valore delle capacità interne dell’azienda: esempi tipici di beni immateriali strutturali sono il capitale umano, le autorizzazioni commerciali, l’organizzazione del personale.
Invece, i beni immateriali non strutturali traggono il proprio valore dalle relazioni che si instaurano tra l’impresa e il mercato. Essi sono beni legati al marketing e rappresentano le condizioni che concorrono a determinare il sovrareddito dell’impresa nell’ambito del settore in cui la stessa opera. Di conseguenza i beni immateriali non strutturali, essendo asset dipendenti dal mercato, che esprimono la capacità dell’azienda di conseguire un sostenibile vantaggio competitivo tramite il proprio rapporto diretto con il cliente, presentano caratteri differenziali e peculiari nei diversi settori economici.
Se facciamo riferimento ai cinque settori di interesse fondamentale, quali il settore delle imprese industriali operanti su commessa, il settore delle imprese industriali che producono per il mercato, il settore delle imprese commerciali, il settore degli intermediari finanziari, il settore bancario, possiamo definire beni immateriali non strutturali esplicativi delle relazioni che intercorrono tra l’azienda e il mercato rispettivamente “il portafoglio lavori”, il “marchio”, l’”insegna”, il “portafoglio clienti” ed il “valore della raccolta”.