La ricerca sociale sul campo
Vantaggi e svantaggi dell’esperimento di laboratorio
L’esperimento di laboratorio è molto usato in psicologia, in quanto è più facilmente ripetibile, ma presenta rilevanti problemi in sociologia. Uno dei principali vantaggi di questo tipo di sperimentazione consiste nella possibilità di costruire la situazione sperimentale, di replicarla e di usare audiovisivi come dispositivo di memoria, che consentono non solo di poter analizzare più approfonditamente l’esperienza ma anche, qualora lo ritenesse necessario, di celare la presenza dell’osservatore. Inoltre lo stimolo, che è la variabile indipendente, in quanto creato dal ricercatore, può essere modificato e riprodotto, oltre che usato su più soggetti di studio diversi. In sintesi, i principali vantaggi di questa tipologia di esperimento rispetto a quello sul campo riguardano la possibilità di usare criteri casuali per la composizione dei gruppi e la possibilità di manipolazione dell’ambiente e delle variabili indipendenti.
Le critiche mosse a questo metodo sono molteplici. L’eliminazione dei disturbi, sia interni sia esterni, non può mai essere completa né accertata; la stimolo per avere efficacia dovrebbe essere ripetuto più volte, ma questo richiede un lasso di tempo più lungo per l’esperimento e questo può provocare problemi sia dal punto di vista del budget temporale concesso alla ricerca, sia da quello dei disturbi esterni ai quali i casi sono soggetti. Inoltre coloro che partecipano all’esperimento sono condizionati dalla consapevolezza di ciò che stanno facendo, dall’ambiente artificiale nel quale sono, dai ricercatori con i quali interagiscono: se comprendono lo scopo dell’esperimento, è probabile che cerchino di rispondere agli stimoli secondo quelle che reputano siano le aspettative sociali o della ricerca. Le aspettative del ricercatore incidono in modo inconsapevole nel modo di misurare la variabile oggetto di studio, favorendone così l’accertamento positivo. Per questo nella fase di analisi dei dati si usa il double blind design: né i membri dei gruppi né colui che analizza i dati sanno qual è il gruppo sperimentale e quale il gruppo di controllo.
Tuttavia, la maggior parte delle critiche volte a questo tipo di sperimentazione riguarda l’omogeneità tra i due gruppi, che essendo praticamente impossibile da attuare e da verificare rende la sottrazione tra le due differenze tra le medie un preciso calcolo matematico applicato a dati non equivalenti, rendendo così il risultato poco affidabile.
Altre critiche sono state mosse alla sperimentazione dal punto di vista morale: alcuni esperimenti possono avere effetti duraturi sui soggetti dal punto di vista psicologico e perciò in questi casi spesso si resta in contatto con i soggetti studiati e si investigano le conseguenze a lungo termine. Se è stata usata una storia di copertura, in questa fase lo sperimentatore la svelerà al soggetto e potrà quindi testare la validità della cover story usata. Queste discussioni tra lo sperimentatore e i soggetti possono mettere in luce aspetti interessanti e portare il ricercatore a migliorare le tecniche utilizzate, ma possono anche portare distorsioni nel caso in cui essi rivelino il reale scopo dell’esperimento a soggetti che non vi si sono ancora sottoposti ma che intendono farlo. Per questo è importante che in questa fase si crei una rapporto di fiducia, nel qual caso, come è dimostrato da vari esperimenti, difficilmente il soggetto romperà la promessa fatta al ricercatore.
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La ricerca sociale sul campo
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Informazioni tesi
Autore: | Viola Valenti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Scienze Sociali |
Corso: | Sociologia |
Relatore: | Alessandro Bruschi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 80 |
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