Approccio e prospettive nell’avviamento al calcio giovanile: confronto tra Spagna e Italia
La situazione dei giovani calciatori italiani
Alla luce di quanto emerso dall’analisi FIFA, è chiaro che per i giovani aspiranti protagonisti della seria A, le prospettive non sono delle più rosee. La tendenza è quella di affidarsi a giocatori esperti e navigati, le squadre della massima serie italiana, soprattutto le più forti, non hanno la pazienza di aspettare la crescita dei giocatori provenienti dalle giovanili, perché vincolati dalla necessità di vincere subito; la cultura e il sistema che sta attorno al calcio, non contemplano il fallimento di una stagione, ovvero il mancato conseguimento dei obiettivi preposti.
Ad ogni sconfitta, tifosi, media e dirigenza sono pronti ad attaccare la squadra e l’allenatore, alimentando di giornata in giornata tensioni e screzi. Sono quindi questi i maggiori motivi per cui in Italia è molto raro vedere giocare come titolari nei propri clubs, ragazzi di età inferiore ai 23 anni.
Il C.O.N.I., ben conscio di questa problematica appare intenzionato a cambiare questo costume, tanto che a Roma il 14 Luglio 2004, la Giunta CONI ha deliberato la direttiva che avrebbe dovuto imporre alle Federazioni di studiare, entro la fine della stagione 2004-2005, proposte e progetti finalizzati alla stagione agonistica 2006-2007: avrebbero dovuto garantire la presenza di giocatori «formati nei vivai giovanili nazionali» per almeno il 50% dei giocatori compresi nel referto arbitrale.
Si utilizza il condizionale perché la riforma non andò in porto, in quanto l’Unione Europea dichiarò subito la sua opposizione e minacciò una procedura contro l’Italia; il commissario allo sport, Viviane Reding, si disse “sorpresa e irritata per la volontà del Comitato Olimpico Nazionale Italiano di mettersi coscientemente fuori dalla legalità”. Tanto da aver bocciato la proposta ancor prima di averne ricevuto il testo completo, una bocciatura preventiva che il Coni, con ironia, definì “irritante e sorprendente”.
Il presidente Gianni Petrucci difese così la causa del C.O.N.I.: “Non è una sfida, ma un dovere istituzionale per tutelare il patrimonio sportivo e culturale nazionale. Non soltanto l' UE non ci potrà fermare, ma molte altre nazioni ci copieranno. Il concetto di incentivo nell' ingaggio e nella formazione di giovani è contenuto nella stessa sentenza Bosman. E la nostra delibera non viola in nessun modo la circolazione dei lavoratori comunitari”.
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Approccio e prospettive nell’avviamento al calcio giovanile: confronto tra Spagna e Italia
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Informazioni tesi
Autore: | Omar Zanotti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Motorie |
Corso: | Scienze delle attività motorie e sportive |
Relatore: | Andrea Ceciliani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 104 |
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