Le relazioni economiche della Federazione Russa con l'Unione Europea

La struttura delle esportazioni rimane in sostanza invariata anche negli ultimi anni. Prendendo come riferimento gli anni 1996, 2000 e 2005, possiamo affermare che, in sostanza, l’unico cambiamento significativo è dato dall’incremento di importazioni di beni manufatti nel 2005, rispetto agli anni precedenti. È stato già sottolineato come la bilancia commerciale della Russia, o meglio il suo saldo, sia storicamente positivo. I beni manufatti vanno però in controtendenza: la Russia ne è una grande importatrice ed il saldo relativo è negativo nel periodo considerato. Julian Cooper, più volte citato nel Rapporto Speciale del National Bureau of Asian Research (marzo 2007), ha condotto un’analisi utilizzando un indice di vantaggio comparato relativo, che esprime la quota di esportazioni mondiali di un dato bene di un dato paese, diviso per la sua quota di esportazioni mondiali. Più alto è tale rapporto, maggiore è il valore assunto dall’indice e più forte è il vantaggio relativo comparato del Paese nell’esportazione di quel bene. I risultati confermano in parte quanto risaputo: la Russia gode di un grande vantaggio nell’esportazione di idrocarburi, materiali grezzi ed energia grazie ai contenuti prezzi dei prodotti energetici. Al contrario, i beni manufatti, relativamente ai partner commerciali della federazione, soffrono di un notevole svantaggio comparato. Sembra ricadere nel modello Ricardiano: la Russia esporta beni per i quali vanta un vantaggio comparato (beni energetici appunto) ed importa beni per i quali soffre uno svantaggio (beni manufatti). Se si analizza il merchandise trade della Russia con i paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), c’è un piccolo vantaggio comparato in quanto vi esporta più di quanto importa, mentre per la stessa categoria risulta notevolmente svantaggiata dal commercio con l’UE, dalla quale importa abbondantemente.