L'influsso di Cicerone nella trattatistica comportamentale del Cinquecento: Castiglione e Della Casa
Galateo
Diversamente dal Cortegiano del Castiglione, il Galateo di Monsignor Della Casa è un vero e proprio trattato, che ammonisce il giovane destinatario affinchè non compia determinate azioni.
Molte sono le espressioni che negano il doversi svolgere un’azione. Eccone qualche esempio: “Non istà bene”, “Niuna cosa è adunque da fare”, “si dee l’uomo sforzare di ritrarsi”, “non è dicevol costume”, “non si dee dire né fare” e così via.
Lo scopo dichiarato del trattato è la formazione e l’educazione alle buone maniere di un giovane, da parte di una persona che si definisce “Idiota”, ovvero persona non letterata.
L’opera si può definire un trattato dialogico, perché almeno nelle intenzioni sarebbe un dialogo a due, messo per iscritto; in realtà è un monologo, perchè il giovane non interviene mai. Tra gli aspetti certamente da sottolineare, ci sono la tendenza all’omologazione, la passività del modello educativo e l’eccessiva cura del giudizio esterno.
Si nota una tendenza all’omologazione, che è strettamente legata al discorso sulla cura del giudizio degli altri, poichè emerge continuamente una tensione finalizzata all’ eliminazione dei tratti distintivi del proprio carattere, per poter conformarsi in massa ad un patrimonio di regole e comportamenti comuni a tutti. E’ giusto evidenziare anche una progressiva normalizzazione delle particolarità caratteriali, o almeno un deciso invito a farlo, perché è meglio adattarsi alle preferenze dei tanti conoscenti, scrive Della Casa, che cercare di imporre la propria personalità. E’ più facile e immediato, un atteggiamento di sicuro successo per un giovane che voglia imparare ad usare le buone maniere.
Veniamo quindi alla passività del modello educativo, che viene fuori dal continuo ricorso a proposizioni proibizioniste, come quelle di cui sopra. Perciò c’è un invito esplicito nel Galateo, ad evitare taluni comportamenti e non a tenerne degli altri. La passività sta nell’invitare a “non fare”, anziché stimolare “a fare”.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'influsso di Cicerone nella trattatistica comportamentale del Cinquecento: Castiglione e Della Casa
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Informazioni tesi
Autore: | Nicola Di Turi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Siena |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Stefano Carrai |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 48 |
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