Diritto e Letteratura
La giustizia poetica di Shakespeare
"La legge è anteriore alla giustizia, non la giustizia alla legge" scriveva Jean-Jacques Rousseau. "E solo alla legge gli uomini devono la giustizia e la libertà". Ma quando "le leggi sono fatte dai ricchi e potenti per conservare lo loro potenza e ricchezza" vi è giustizia in tali leggi?
A questa domanda la letteratura ha da sempre cercato risposta nei suoi tanti incontri col mondo giuridico e la sua “legge corrotta”, come la definisce François Ost.
La legge contestata nel suo stesso principio perché assurda, ingiusta, arbitraria o, se ingiusta non è la legge, ingiusto ne è l'inflessibile rigore nella sua applicazione meccanica e letterale. Queste le denunce mosse da tanta letteratura al diritto positivo, che Rousseau vorrebbe indiscutibile generatore di giustizia.
La legge corrotta è spesso al centro del teatro shakespeariano che, non si potrà negare, è pervaso di elementi giuridici, il che fa della produzione letteraria del poeta elisabettiano un interessante quanto complesso terreno d'indagine da parte della critica giusletteraria.
Ma la giustizia shakespeariana, non dimentichiamolo, è pur sempre giustizia letteraria e alla letteratura, si sa, nulla è impossibile. Si parla non a caso di “giustizia poetica”, quella giustizia ulteriore e superiore a quella del mondo reale.
Essa domina l'universo di Shakespeare dove, "pur condividendo le regole della legalità e della morale, segue una sua linea, lungo la quale eventi caotici e discordi trovano un senso e i personaggi dei drammi ottengono quanto meritano, premi e castighi, felicità e sofferenza, sempre corrispondenti al proprio operato. Così, nella finzione letteraria di Shakespeare, riesce ad essere composto tutto ciò che la fortuna o l'ingiustizia sociale distribuiscono in maniera iniqua".
Le applicazioni del diritto veneziano e di una legge viennese contro la fornicazione sono il nucleo attorno cui l'autore crea le vicende tragicomiche de Il mercante di Venezia e di Misura per misura. In entrambi i drammi ad essere portati in scena sono le contraddizioni sociali e le questioni legali ad esse connesse.
Tema portante in ambo i casi il rapporto tra giustizia e clemenza, di fronte al quale l'inflessibilità della legge dovrebbe farsi da parte.
Shakespeare scavalca come sempre il limite temporale, regalandoci personaggi e storie senza tempo, e fornendoci elementi per riflettere su noi e sul nostro presente.
Questo brano è tratto dalla tesi:
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Taglialatela |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi del Sannio |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Felice Casucci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 87 |
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