Il biodeterioramento delle architetture monumentali tufacee nel ''Quartiere museo'' a Napoli
Biodeterioramento
Per biodeterioramento si intende qualsiasi cambiamento indesiderato nelle proprietà di un materiale causato dall’attività vitale di organismi microscopici o macroscopici. Il termine contiene una connotazione negativa in quanto gli agenti responsabili di questo fenomeno rinvenuti sui materiali, causano spesso danni la cui entità può essere molto diversa a seconda della tipologia e dell’intensità dell’attacco biologico e può variare da una sgradita presenza di organismi che non hanno particolari conseguenze sul cambiamento di materia, ma arrecano solo danno estetico, ad una vera e propria disgregazione e trasformazione irreversibile del substrato popolato. Gli agenti di danno che operano nel biodeterioramento sono chiamati biodeteriogeni, mentre l’attitudine del supporto ad ospitare questi organismi, indipendentemente dalla loro potenziale dannosità, è detta bioricettività.
Il biodeterioramento è preceduto da alterazioni chimico fisiche del supporto, ed avviene anch’esso mediante processi fisici e meccanici (che determinano fenomeni di decoesionamento, rottura e disgregazione), e/o processi chimici (che inducono una trasformazione, degradazione e decomposizione del substrato). Entrambi i processi hanno luogo in genere simultaneamente, ma vi può essere la prevalenza degli uni o degli altri a seconda del tipo di materiale attaccato, della biocenosi e delle condizioni ambientali in cui è calata l’opera d’arte.
Nei processi di degrado biologico la colonizzazione di un materiale implica: l’utilizzazione del substrato come fonte di nutrimento; l’uso del materiale di cui è composto il substrato unicamente come supporto al proprio sviluppo.
Gli organismi che colonizzano i manufatti artistici possono essere sia autotrofi che eterotrofi: gli autotrofi che riescono a produrre da soli le sostanze organiche di cui si nutrono, sono sicuramente i primi organismi che riescono a colonizzare il substrato, a questi fanno poi seguito gli eterotrofi.
L’insieme di tutte le comunità che colonizzano il substrato artistico può essere definito biofilm, dal quale però sono escluse le piante superiori e/o gli animali che possono eventualmente colonizzare il substrato.
L’adesione al materiale e la formazione iniziale del biofilm dipendono dalla superficie, dal tipo di substrato e dal suo grado di rugosità (le irregolarità della superficie diventano infatti punti preferenziali per l’adesione dei microrganismi).
E’ importante sottolineare che come “biodeteriogeni” si usa solitamente indicare organismi di origine vegetale o animale, ma va ricordato che spesso il primo fattore di biodeterioramento è rappresentato proprio dall’uomo che con le sue attività arreca danno estetico (graffiti, restauri sbagliati, esposizioni errate), chimico (inquinamento atomosferico, tecniche di conservazione errate), e fisico (vandalismi), ai materiali di cui sono costituite le opere d’arte.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il biodeterioramento delle architetture monumentali tufacee nel ''Quartiere museo'' a Napoli
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Informazioni tesi
Autore: | Barbara Arfè |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli |
Facoltà: | Conservazione e Restauro dei Beni Culturali |
Corso: | Conservazione e Restauro dei Beni Culturali |
Relatore: | Paola Cennamo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 170 |
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