L'etanolo e il biodiesel come alternativa al petrolio in Brasile. Conseguenze nell'economia e nell'agricoltura.

L’enorme dimensione del paese, unita ad una vasta presenza di terre fertili permettono alle imprese presenti in Brasile di avere una produzione di canna da zucchero molto alta in proporzione ad altri paesi. La coltivazione di Canna da zucchero avviene tra il 5 parallelo nello stato di Rio Grande do Norte, fino al 24 parallelo nello stato del Paranà, circa tremila chilometri sulla direttrice Nord-Sud.
La possibilità di coltivare questo prodotto in un territorio cosi vasto e diversificato, garantisce un costante rifornimento durante l’anno e in tutto il territorio a tutti i centri popolati del Brasile, abbattendo i costi logistici. Le industrie coinvolte nella produzione di etanolo, 367 raffinerie e distillerie, sono controllate da circa 80 imprese private. Circa la metà hanno partecipazioni di Fondi di investimento stranieri o sono controllate da multinazionali estere, che vedono in questa nuova attività ottimi investimenti per il futuro.
Le strutture citate possono produrre indistintamente zucchero o carburante senza nessun problema logistico o organizzativo, dunque sono altamente flessibili in due diverse produzioni. Inoltre dagli scarti della lavorazione dello zucchero o dell’etanolo, si producono anche il famoso liquore alcolico brasiliano, la cachaça e una biomassa per la combustione che fornisce energia elettrica alle stesse unità produttive. La possibilità di destinare la stessa materia prima per la fabbricazione di etanolo o zucchero si traduce in evidenti benefici per le industrie coinvolte in questo commercio, poiché a seconda della relazione costi/benefici, si può scegliere di produrre quantità differenti di output. Così per esempio, nei periodi piovosi ed umidi, quando il rendimento in saccarosio è a livelli molto bassi, è preferibile produrre il massimo di etanolo, mentre nei periodi secchi, quando il livello di saccarosio raggiunge il massimo, l’impresa può decidere di produrre più zucchero che etanolo. Ovviamente la produzione di un’unità dipendere anche dalla relazione domanda/offerta per un determinato tipo di output.
È importante dire che la possibilità tecnica ed economica per la produzione di uno o l’altro output è vincolato al fatto che ogni unità ha un volume di canna da zucchero da lavorare predeterminato circa sette mesi prima. Le condizioni operazionali del processo produttivo obbligano queste unità alla produzione mista, simultaneamente di etanolo e zucchero. Il margine di sostituzione tra i due prodotti è compreso nell’intervallo dal 5% al 10%.
Descritto il funzionamento delle imprese operanti nel mercato dello zucchero e dell’etanolo, ora rimane da descrivere l’input più importante di questo settore, e cioè la terra disponibile in Brasile per la coltivazione di canna da zucchero. Il Brasile ha un territorio di circa 851 milioni di ettari (ha). Ci sono delle zone in cui non è possibile in alcun modo produrre poiché sono aree salvaguardate per la preservazione dell’ambiente: la foresta Amazzonica, il Pantanal, i boschi atlantici, riserve naturali come parchi. Si tratta di circa 463,2 milioni di ha.
Abbiamo dunque circa 388 milioni di ha di terra potenzialmente coltivabili. In realtà, attività agricole in Brasile sono presenti in 62 milioni di ettari, mentre la pastorizia impiega circa 220 milioni di ettari. Le principali colture sono:
Soia: 20,7 milioni di ha
Mais: 13,2 milioni di ha
Canna da zucchero: 6,6 milioni di ha
Fagiolo: 4,3 milioni di ha
Riso: 3,0 milioni di ha
Altre culture: 14,2 milioni di ha
La canna da zucchero rappresenta il 2,34% dell’area con produzione agricola, l’1,70% dell’area potenzialmente coltivabile e lo 0,78% dell’area totale del Paese.